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Autore: mey chan    18/11/2010    4 recensioni
Erano le tre e cinquantadue pomeridiane ma Riku era già arrivato. Sotto l’albero di Paopu aspettava Sora, e nel mentre tracciava un ripetuto cerchio sul terreno con il piede destro. L’incontro era fissato per le quattro ma poteva scommettere che l’altro non si sarebbe fatto vivo, minimo, prima di tre quarti d’ora dopo. Era fatto così, Sora. Decideva lui l’ora e poi si prendeva tutto il tempo necessario. Piccoletto insolente. Era il suo migliore amico, certo. Ma c’è da chiedersi, che l’averlo inseguito per tutto quel tempo, l’averlo sempre chiamato e incitato ad aspettarlo, abbiano in qualche modo scaturito una sorta di vendetta nei suoi confronti? Che adesso volesse che fosse lui quello che doveva aspettare l’altro?
“Riiiiku!”
Le tre e cinquantotto. Sora doveva avere qualcosa da importante da dirgli se era lì addirittura in anticipo.
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Riku, Sora
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Kingdom Hearts II
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Erano le tre e cinquantadue pomeridiane ma Riku era già arrivato. Sotto l’albero di Paopu aspettava Sora, e nel mentre tracciava un ripetuto cerchio sul terreno con il piede destro. L’incontro era fissato per le quattro ma poteva scommettere che l’altro non si sarebbe fatto vivo, minimo, prima di tre quarti d’ora dopo. Era fatto così, Sora. Decideva lui l’ora e poi si prendeva tutto il tempo necessario. Piccoletto insolente. Era il suo migliore amico, certo. Ma c’è da chiedersi, che l’averlo inseguito per tutto quel tempo, l’averlo sempre chiamato e incitato ad aspettarlo, abbiano in qualche modo scaturito una sorta di vendetta nei suoi confronti? Che adesso volesse che fosse lui quello che doveva aspettare l’altro?
 
“Riiiiku!”
 
Le tre e cinquantotto. Sora doveva avere qualcosa da importante da dirgli se era lì addirittura in anticipo.
 
“Ohi.”
 
Il castano sorrise, raggiante, per poi compiere un balzo e sedersi sull’albero, quando Riku ancora stava appoggiato con la schiena ad esso. Era sempre stato così.
 
“Hey! Kairi mi ha portato il pranzo fatto in casa oggi, è bravissima a cucinare, sai? Ne aveva preparato uno anche per te, ma sei sparito durante l’ora di pranzo! Ci è rimasta male, sei stato un ingrato! Ho dovuto mangiare io anche il tuo bento!”
 
Contrasse le guance, assumendo la posa di un bambino capriccioso.
 
L’argenteo sbuffò, divertito.
 
“E Adesso mi verrai a dire che hai fatto uno sforzo enorme a divorare anche l’altro pranzo perché sei un tipo magrolino, mangi poco e devi stare attento alla linea altrimenti Kairi non ti guarderà più?”
 
Il più piccolo arrossì, oltraggiato.
 
“Riku!! Non è affatto vero!”
 
“Che cosa? Che stai attento al tuo fisico o che hai paura di non essere più al centro dei pensieri di Kairi?”
 
“Io non ho bisogno di fare attenzione alla linea e Kairi non centra niente con questo!”
 
Ghigna un poco, Riku. Non si poteva stancare del prendersi gioco di lui, era troppo divertente.
 
“Piuttosto,” cambiò discorso “a cosa devo tale puntualità? Di cosa si tratta stavolta? Un favore forse?”
 
Sora arricciò il naso, risentito.
 
“Devi sempre pensare male?! Avevo solo voglia di vederti, è così strano? Sei il mio migliore amico e dobbiamo recuperare il tempo perso in cui ti rincorrevo perché ti era venuta la fissa di farti il giro turistico dei mondi!”
 
“Dai Sora, anche tu l’hai fatto dopotutto, e gratis. E li hai potuti ammirare molto più di me. Ti sono mancato a tal punto? Oh, ma certo, come hai fatto ad andare al bagno per tutto questo tempo senza io che ti accompagnavo? A Chi hai chiesto aiuto? Tidus, Wakka?”
 
Il castano divenne rosso, anche per la rabbia. Maledetto Riku, sempre a farsi beffe di lui!
 
“RIKU!” tuonò, stavolta, talmente forte che dovette girarsi ed assicurarsi che nessuno avesse colto il suo grido. Cosa che non avvenne per fortuna.
 
“Si?” cantilenò l’interpellato.
 
“Sei antipatico! Non ti sopporto!”
 
“Strano, dal tuo comportamento si direbbe il contrario, sai?”


“Smettila!! E io che ti ho chiamato perché dovevo, cioè, devo dirti qualcosa d’importante!”
 
Riku alzò un sopracciglio, un po’ incuriosito. Non sembrava trattarsi di una solita delle cretinate alla Sora, stavolta.
 
“Hai la mia attenzione. Prego.”

Il possessore del Keyblade ebbe un sussulto. Si aspettava che l’altro ribattesse con una delle sue solite frecciatine, invece era disposto ad ascoltarlo. E adesso? Come iniziava?
 
“Eh.” Cominciò, titubante.
 
“Nh?” Rispose, per così dire, l’altro.
 
Il castano si alzò di scatto, mettendosi di fronte a lui e guardandolo negli occhi. Si stringeva le mani, contorcendole.
 
“Come dire… Io ho scoperto una cosa molto, ma molto importante.”
 
“Sarebbe? Ti seguo.”

Sora inspirò profondamente e chiuse gli occhi per qualche secondo, riaprendoli poi di scatto.
 
“Tu non ti allontanerai da me, vero? Voglio dire, quando saprai tutto non mi lascerai solo un’altra volta?”
 
L’argenteo sbatté le palpebre, sorpreso. Adesso cominciava a preoccuparsi.
 
“Sora, cos’è successo?”

“Rispondi!”
 
Riku sospirò.
 
“D’accordo, hai la mia parola. Ora però, vuoi dirmi cosa c’è che non va? Da come ne parli sembra una cosa oltraggiosa quasi.”


“Diciamo che… Dipende dai punti di vista, ecco. Forse lo è.”
 
Stava incespicando nelle sue stesse parole.
 
“Parla.”

“Ecco, io…” inghiottì, duramente.
 
“Tu mi piaci, Riku!”
 
La sputò fuori quella frase, così, d’impatto. E l’altro poté quasi scommettere di essersela sognata.
 
“Cosa?”

“Hai capito! Non mi rendere tutto ancora più difficile!”

Riku lo guardò o meglio, l’osservò. Sora con le gote velate di rosso e il labbro superiore a torturarsi quello inferiore.
 
“Da quanto?” Chiese, infine.
 
“Da quando io e Kairi ti abbiamo ritrovato.” Sussurrò, titubante.
 
“E perché non me lo hai detto prima?”
 
Era calmo Riku, e non era previsto dallo schema questo. Il tuo migliore amico ti fa una dichiarazione e tu cosa fai? Approfondisci l’argomento, come se ti parlasse del tempo o di un pomeriggio passato a vedere un film? Certo, magari era strano. Ma se l’amico in questione si chiamava Sora e lui Riku, forse si trattava semplicemente della normalità.
 
Il Keyblade Master sussultò, stupido dalla domanda.
 
“Non sei arrabbiato?” Ribatté, invece.
 
“Dovrei?” Passava ancora la palla in balzo a Sora.
 
“Non lo so. Perché non è consueto, no? Che un maschio si dichiari a un altro maschio, intendo.”
 
“Può capitare.”
 
“Quindi non ce l’hai con me?”
 
“Non me andrò, Sora. Non ora e non in futuro. Ho fatto una sciocchezza, lo so meglio di chiunque altro.”
 
Il castano annuì.
 
“Quindi possiamo restare ancora amici?” Pigolò.
 
Riku non se l’aspettava questa richiesta.
 
“Amici? Non hai appena affermato che ti piaccio?”
 
“Certo che l’ho detto! Ma in questi casi bisogna piacersi in due!”

“Lo so. Per questo non vedo il problema.”

“Ma Riku!”

“Anche tu mi piaci, Sora.”

Lo disse lentamente, marcando su ogni sillaba.
Il cuore del più piccolo ebbe un balzo. Aveva capito bene?
 
“C-Come?”
 
Riku sogghignò, fiero di condurre ancora una volta il gioco.
 
“Da molto più tempo di qualche settimana fa. Diciamo qualche anno. Battuto anche in questo, piccoletto.”
 
“A-Anno?!” strillò, sbigottito.
 
“Già. Tu però eri perso di Kairi, così repressi tutto. Credetti di essere riuscito a dimenticarti negli ultimi tempi, sai com’è, occhio non vede, cuore non duole. Adesso però ho capito di aver interpretato male il mio pensiero e i miei sentimenti.”

Sora lo fissò per tutto il tempo in cui parlò, affascinato da Riku e dalle parole che uscivano dalla sua bocca. Non riusciva a crederci. E lui che si era dato tanta pena!
 
Cambiò umore in un secondo, diventando irritato.
 
“Avresti dovuto dirmelo lo stesso! Non mi sarei angosciato in questi ultimi giorni sulla domanda ‘glielo dico o no?’.”
 
L’argenteo roteò gli occhi, sbuffando.
 
“Tutti sull’isola sono convinti che tu sia innamorato di Kairi e anch’io lo ero. Non mi sarei messo tra voi, lo sai.”
 
“Ah-ah, sorpresa, non mi piace più Kairi! La mia cotta infantile è passata, e indovina chi è nei miei pensieri stavolta, ma in maniera più profonda? TU!”
 
“Che onore.”

“Non è divertente, Riku! Sono serio!”

“Detto da te fa un certo effetto. Ti credo comunque, e sono serio anch’io.”

In quel mentre, aveva cominciato a guardarlo con occhi diversi. Sembravano dolci.
Solo che lo mettevano in imbarazzo! Per questo probabilmente cominciò a sparare parole a raffica, distogliendo lo sguardo dal più grande.
 
“Chi l’avrebbe mai detto! Voglio dire, ci conosciamo da quando eravamo piccoli, se mi avessero detto che sarebbe finita così avrei riso in faccia a tutti, anche a Kairi! Oddio, poi forse me ne sarei pentito, però-”
 
L’argenteo scosse la testa, divertito. Gli si leggeva tutto in faccia e aveva colto benissimo il fatto che si vergognava a guardarlo e non sapeva come comportarsi. Coraggio Riku, tocca a te risolvere anche stavolta.
 
“…E non avremmo giocato insieme tutte quelle volte da piccoli, e-”
 
Il suo parlottare fu interrotto da due fredde labbra che, decise, erano andate a toccare le sua.
Sora ebbe un brivido e sgranò gli occhi.
Riku lo stava…?
O-d-d-i-o.
 
Il più grande portò la mano a sfiorare la guancia accaldata dell’altro, come se avesse scorto la sua agitazione. Sembrò funzionare; Sora si calmò un poco, chiudendo gli occhi e gustandosi quel suo e loro primo bacio. Le sue labbra erano calde e a contrasto con quelle fresche dell’altro formavano una bella sensazione.
 
Si accarezzarono a vicenda.
 
Sora che portava le piccole mani sui capelli lunghi dell’altro, accarezzandoli.
Riku che faceva arrivare le proprie braccia a circondare la vita dell’altro, stringendolo a se.
 
Era tutto così perfetto.
 
Preso dall’emozione, il castano, involontariamente forse, fece scivolare la lingua a toccare poco il labbro dell’altro, inumidendolo.
Riku si stupì di quella mossa, credendo che non volesse ancora approfondire.
E non si sbagliò infatti.
 
Sora si rese contò di ciò che aveva fatto e ancora più imbarazzato staccò il viso da quello dell’altro, facendo per allontanarsi. Lui però lo trattenne ancora nella sua salda presa, sorridendo lievemente.
 
“Io non… cioè, ecco…”


Riku non riuscì a trattenere uno dei suoi più perfidi ghigni, che Sora prontamente notò.
 
“RIKU!!” Sbottò.
 
L’argenteo gli si fece vicino, sussurrandogli ad un orecchio.
 
“Un passo alla volta e avrai da me tutto ciò che vorrai. Anche stasera se farai il bravo. Non ti facevo però così audace…”

Il più piccolo divenne quasi viola, strozzandosi con la saliva.
 
“Non era mia intenzione, non me ne sono reso conto, si, è così!”

“Ti faccio perdere la testa a tal punto?”

“Riku!!”

“Ok, ok. Tregua. Per le liti da innamorati avremmo tutto il tempo. Adesso, pensiamo a qualcosa di più piacevole…”
 
Si era quasi soffocato un’altra volta sentendosi paragonare a un cretino con gli occhi a cuoricino che volava a qualche metro da terra, ma ogni sua possibile protesta fu anticipata dalla bocca dell’altro che, ancora una volta, si posò sulla sua.
 
Mmh, si, aveva ragione Riku.
 
‘Piacevole’ era un aggettivo che si addiceva benissimo a tutti i suoi possibili desideri dalle quattro e trentasette pomeridiane di quel giorno e per sempre.
 
 
 
 
 
 
 
 
Salve!^^
Questa è la mia prima fanfic su KH, videogioco che conosco ancora da troppo poco tempo ma che mi ha conquistata! Specialmente Sora e le RiSo! Spero che vi sia piaciuta questa piccola storiella, scritta in un momento d’ispirazione che, finalmente, dopo un periodo non tanto bello per fatti personali, è tornata!
Adesso non mi resta che continuare a scrivere via via! Spero di riuscire a scrivere altro su Riku e Sora abbastanza presto!^^
 
Un grazie di cuore a chiunque leggerà!
 
Ciao ^^
 
 

  
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