E poi... tu stai aspettando una bambina.

Mi guardò in cagnesco.
Io continuavo a puntargli il dito contro, arrabbiata. Quello che aveva fatto era stata una cosa brutta, anzi malefica.
No, quando stava compiendo quell'azione così crudele sembrava davvero un demonio.
Per la prima volta in vita mia, pensai che Akito Hayama era veramente un diavolo.
“Dio, Sana.” Affermò l'uomo crudele alzando gli occhi al cielo. “Finiscila. È da questa mattina che non fai altro che incolparmi, che diavolo vuoi?”
“Che diavolo voglio? Che diavolo voglio?” Ripetei più volte, incredula. “Ti rendi conto di quello che hai fatto?” Continuai poi, cominciando a punzecchiargli una spalla col mio dito indice.
“Vi prego, fatela smettere!” Supplicò a non sapevo chi, forse al cielo. Come se, dopo quello che aveva compiuto potesse richiedere il perdono divino.
La mia rabbia cresceva, forse perché non mi dava corda, non gli interessava. Solo ripensare a quella scena mi faceva accapponare la pelle.
Akito scacciò con un gesto della sua mano destra – tornata a posto a Los Angeles – il mio dito.
Mi guardò con sguardo freddo, simile a quello della sera precedente. Ebbi un brivido.
“Basta, Sana.” Mi ordinò senza mezzi termini.
Scrutai il suo sguardo e sentii i miei occhi bruciare. “Come puoi essere così insensibile dopo aver ucciso nostro figlio?” In un istante ricordai tutto.
Akito stava facendo il bagno a nostro figlio Tsutomo, ma invece di asciugarlo lo prese in braccio e cominciò a strozzarlo. Quando notò che non se ne era ancora andato, lo affogò.
Io guardavo tutta la scena, non riuscivo a muovermi. Ero sbiancata e mi sentivo svenire. Urlavo. Gli gridavo di smetterla, di lasciarlo andare e piangevo, singhiozzavo. Lui però non mi diede retta, continuò finché non appoggiò il corpo senza vita di nostro figlio sul pavimento.
Hayama alzò, per l'ennesima volta, gli occhi al cielo. “Dio, Sana. Quanto sei petulante.” Parlò lentamente. “Non ho ucciso nessuno.”
“Già, solo nostro figlio.” Risposi sarcastica.
“Sana...” Sussurrò. “... Era un ridicolo sogno.”
Inalai una quantità elevata di ossigeno. “Ma sembrava così reale!” Esclamai con voce tremante.
“Non cambia il fatto che fosse un sogno! Soltanto un pensiero del genere mi fa star male, non potrei mai... Mai fare una cosa del genere.” Finì sussurrando vicino al mio viso, per poi congiungere le nostre labbra.
Lo ricambiai e lo guardai colpevole. Forse avevo esagerato. Davvero, Akito non farebbe mai una cosa del genere.
“E poi... Tu stai aspettando una bambina.” Il mio Piko lo colpì in testa più e più volte, mentre gli urlavo di non scherzare su una cosa del genere, tra le risa.
Decisamente, Akito non poteva fare una cosa simile.


Angolo Autrice
Buona Domenica, ragazze!
Eccomi con la flashfic che vi avevo promesso di pubblicare. (:
Ovviamente, come per ogni mia fanfiction su Kodocha, un grazie speciale a Ili91 che ha betato lo scritto. Grazie tesoro!
Passiamo ora a parlare di questa flash un po'... strana? xD
L'ispirazione è arrivata improvvisa mentre stavo comodamente sdraiata sul mio letto a fare zapping sui canali, mi son fermata su un TG (non ricordo il canale) e ho visto tutta la scena descritta qui! u.ù
Probabilmente è dovuto al fatto che ormai nei TG non si parla altro di omicidi. Ovviamente Akito non poteva mai fare una cosa del genere al figlio. Non potrebbe mai uccidere il sangue del suo sangue, ma mi è sembrato molto da Sana prendersela tanto per un sogno. Non trovate? (:
E, come è giusto che sia, se l'è presa con il povero Aki che, senza saperlo, era il protagonista del suo incubo. u.ù
Alla fine Akito la prende in giro dicendo che non potrebbe mai uccidere il loro figlio visto che Sana aspetta una bambina. Ebbene sì. In questa fic. Sana è incinta. xD Ma lei poi gli sbatte in testa il Piko perché non deve giustamente scherzare su una cosa del genere, ma diciamo che Aki l'ha fatto soprattutto per sdrammatizzare il tutto.
Sperando che Sana non sogni più cose così macabre, per poi prendersela con Akitucciolo, vi saluto! ;)
Spero che vi sia piaciuta questa flash! Ci vediamo mercoldì con ToG! :*
Baci
Deb