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Autore: kannuki    27/11/2010    3 recensioni
Sembra che il destino si sia accanito contro Caroline Forbes. Dimentica dei fatti antecedenti la sua seconda morte, è costretta a scappare da Praga minacciata dalla stessa persona che si era presa cura di lei fino a quel momento. Si sveglia su un treno diretto in Transilvania, perde i residui della sua innocenza e diventa pura vendetta.
"Continui a credere di essere una pedina sulla scacchiera delle entità superiori... una volta passati da questa parte, noi sfuggiamo le leggi del mondo.”
"Ed io che pensavo che essere una vampira fosse una disgrazia, come un brufolo di sabato sera..."
“Sei una frignante rompicoglioni problematica e senza speranza con una scopa ficcata nel culo, tesoro mio.”
Nevrotica era un aggettivo gentile, in confronto.
Genere: Dark, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Caroline Forbes, Damon Salvatore, Katherine Pierce, Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Pardon Me, But Your Teeth Are in My Neck'
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Tre mesi prima
Praga

Sì sì, Liz le aveva detto di stare lontana dal bosco, ma poiché non era tecnicamente notte ma stava tramontando il sole, Caroline si sentì autorizzata a continuare la sua escursione in solitaria. Lasciò andare lo zainetto in terra e annusò l'aria pulita e fresca. Se non ricordava male, c'era un laghetto da quelle parti... o una pozza?, rimuginò aguzzando le orecchie. Un sorriso lieve le inclinò le labbra e voltò verso sinistra, camminando a larghi passi verso la sorgente d'acqua. Scavalcò sassolini e rocce appuntite e... wow! Da quando avevano una cascata a Mystic Falls?! Caroline si accucciò sul bordo del precipizio e restò a guardare a bocca aperta lo scenario davanti a se. Non ricordava che il burrone fosse così profondo e nero...

Brava, mi congratulo!”

Oh. Era lei. L'aveva rimossa come un pensiero fastidioso. “Ho fatto ciò che volevi... adesso lascerai in pace Matt e mia madre?”

Certo! Abbiamo un accordo.” La donna si sedette accanto a lei e le prese la mano su cui indossava l'anello stregato da Bonnie “veramente molto bello.”

La sua voce era gentile, ma la fece tremare fin nelle ossa.

Mi piace vedere ... col cuore a pezzi” spiegò sorridente “qualcuno doveva dirgli il fatto suo. Sei stata incisiva.”

Non aveva capito il nome appena pronunciato ma Caroline pensò che fosse bene ringraziare e andarsene.

La donna la trattenne per il polso e la fissò con gli occhi neri e il viso contratto. Una vampira come lei?

Non ho mai detto che ne saresti uscita viva” ringhiò e le strappò l'anello dal dito. Il sole la bruciò all'istante. Caroline urlò dal dolore e cadde rotolando nel baratro che si apriva sotto di se.

Caroline si voltò nel letto affogando fra le lenzuola. La caduta non aveva fine e il freddo del baratro le avvolgeva il corpo come una coperta bagnata. Si mosse scompostamente finendo sul pavimento. Il freddo si fece più violento e il corpo si contrasse come una molla. Poi qualcuno la toccò, qualcuno che bruciava come l'inferno e la prese in braccio riadagiandola fra le lenzuola. Il dolore alla ferita era dilaniante. Caroline continuò a piagnucolare, sempre addormentata, sempre avvolta dal suo incubo. Qualcuno la cullò finché non si calmò, studiò la ferita che le attraversava lo sterno e il diaframma e dopo un breve istante la scosse per svegliarla. Caroline gli posò la testa contro e mordicchiò il tessuto sotto di se. Il tessuto si trasformò in carne, Caroline respirò l'odore della pelle e quando quel qualcuno dalle mani infuocate le spinse le labbra contro, forzandola a nutrirsi, girò la testa come una bambina dispettosa.

Deve bere, Lady Caroline. E' l'unico modo” mormorò una volte calda, dolce e succosa nel suo orecchio.

Caroline lo ignorò, finalmente sul fondo nero del baratro, fra le ossa di animali, dove il sole non giungeva e la notte spadroneggiava. Non aveva neppure freddo, ma solo molta paura. Si accoccolò fra le braccia dell'uomo e gli nascose la testa contro. Aveva trovato il suo angolino riscaldato. La donna che pensava di averla uccisa non avrebbe avuto la soddisfazione di vederla davvero morta. Come si chiamava? E che nome aveva pronunciato?

Caroline...”

Cinque minuti...” sussurrò a mezza bocca, credendo che fosse il padre venuto a svegliarla per la colazione. Ah no, suo padre se n'era andato da parecchio tempo... Matt? Liz non l'avrebbe permesso... ma Liz non era mai a casa... era sempre sola...

Caroline...”

Sì...” sospirò nel suo sonno costellato di piccoli sogni e incubi che si mescolavano continuamente.

Deve bere.”

Non ne ho voglia...” borbottò voltando di nuovo la testa verso di lui.

Deve farlo, è l'unico modo per guarire” continuò paziente, costringendola a uscire dal dormiveglia.

No...”

Non sia testarda” mormorò lasciando cadere una goccia di sangue sulle labbra che colò lentamente sui denti. Caroline si leccò le labbra e aprì la bocca. Era nettare degli dei, dolcissimo, inebriante.

Su, beva...” insistette la voce dell'uomo dal corpo bollente.

Caroline fece come le aveva detto. Premette le labbra sulla pelle insanguinata e succhiò finché non la staccò da se.

Molto bene.”

Louis si accorse di parlare ad vento. Caroline si era di nuovo addormentata profondamente. La ripose fra le coperte, le tirò fin sulle spalle e fece per allontanarsi quando la sentì bisbigliare a bassa voce.

Louis...”

Il vampiro si avvicinò incuriosito. L'aveva riconosciuto? Erano passati molto tempo da quando l'aveva portata via da Mystic Falls, nella sua abitazione di Praga per darle il tempo di rigenerarsi in seguito alla ferita inflitta da Eileen. C'era voluto tempo, molto sangue e molta pazienza. Sebbene per la maggior parte del tempo Caroline dormisse, non si allontanava mai troppo. Occuparsi di lei spezzava la monotonia millenaria. Inoltre, pensò sedendo sulla sponda del letto e accarezzandole i capelli, gli ricordava moltissimo la sua Ivanka...

Louis...”

Sì, mia signora....”

E'... venuto... per me...”

Sì, mia signora” rispose e l'ombra di un sorriso gli corse fra i lineamenti “quando starà bene, la porterò a vedere Praga.”

Parigi...”

Louis pensò che avesse capito male ma quando Caroline farfugliò il resto della frase, smise di accarezzarla e ritrasse la mano.

Non voglio... stare a Parigi... riportami... casa...”

Stava sognando o pensava davvero di parlare con Damon Salvatore?, si chiese scivolando via con discrezione. L'avrebbe scoperto una volta sveglia. Quando fosse guarita del tutto.

Due mesi prima

Le vibrisse le sfiorarono il naso infastidendola. Caroline provò a sollevare un braccio per interrompere il solletico insistente, ma era troppo debole per muoversi. Demetrius passeggiò sul letto e si appollaiò vicino alle sue gambe, la coda che si muoveva e si arricciava all'estremità. Il suo lungo sonno era pesante e costellato di incubi e sogni bizzarri. Le maschere del Mardi Gras, gli invasati della cerimonia voodoo... Caroline strinse il lenzuolo sotto le unghie che erano cresciute e le graffiavano i palmi delle mani. Il gatto si spostò con un balzo dall'altra parte, camminò elegante e leggero fino al suo viso e strinse gli occhi azzurri leccandole la punta del naso con la linguetta rosata. Caroline si voltò dall'altro lato cercando di impedire all'incubo di sangue di soffocarla. I capelli biondi si allargarono sul cuscino come un'onda dorata e soffice. Erano più lunghi, più folti di prima. Caroline trasalì quando una mano le sfiorò la fronte e provò una sensazione di freddo quando qualcuno scostò il lenzuolo che la ricopriva. Si raggomitolò su se stessa tremando. La pelle era bianca, quasi di porcellana.

Va molto bene, Lady Caroline. Ora deve bere.”

Qualcuno le voltò il capo e le accostò qualcosa di freddo alle labbra. Il contenuto era caldo e succoso. Caroline ingoiò tutto e singhiozzò ancora ottenebrata dall'incubo. Cominciò a piagnucolare a bocca chiusa. La coperta le fu nuovamente accostata alle spalle e Caroline piegò il capo e sprofondò nel sonno senza sogni. Demetrius riprese la sua guardia ai piedi del letto, Louis lo accarezzò lungo il manto nero e il gatto ronzò felice.

Un mese prima

Caroline aprì gli occhi alla luce delle candele. Le faceva male lo sterno. I muscoli del collo le ricordarono che era rimasta nella stessa posizione per troppo tempo e un gemito di dolore le sfuggì dalle labbra. L'odore delle candele l'opprimeva, la luce era insufficiente... passò una mano lungo la ferita – aveva una ferita lì, era ancora rossa e visibile - e sgranò gli occhi incapace di formulare un pensiero razionale. Aveva il cervello affogato nell'ovatta. Demetrius saltò sul letto e camminò fino a lei, pigro, elegante. Salì leggero sullo stomaco fino ad arrivare al mento che sfiorò con le vibrisse. Si leccò le fauci alla solita maniera svogliata dei gatti e dopo averle passeggiato addosso, saltò giù dal letto diretto verso l'uscita.

Demetrius” sussurrò e le parve di non parlare da secoli, perché le corde vocali le facevano male e le labbra non sapevano più formulare le parole.

Il gatto la guardò, gli occhi luccicavano nella penombra. Caroline si guardò attorno e non riconobbe il luogo in cui aveva dormito per molte settimane. Come d'abitudine scostò i capelli dal collo e restò basita quando scoprì quanto erano cresciuti... e le unghie... allargò la mano e sgranò gli occhi. Dio, sembravano le unghie di una strega, così lunghe e traslucide. Il gatto miagolò basso basso e saltò sul letto avvicinandosi. La sfiorò con i baffi finché Caroline non si decise ad accarezzarlo. Il gatto ronzò e le si accoccolò addosso strappandole un sorriso. Anche i muscoli della faccia le facevano male. Si sentiva triste, sperduta e impaurita. Non ricordava nulla degli avvenimenti, i suoi incubi erano un parto della fantasia malata... come da piccola, quando aveva la febbre e confondeva verità e finzione.

Caroline strinse il gattone contro di se e quando sollevò gli occhi verso la porta, oltre il letto a baldacchino in cui era sdraiata, oltre le tendine e la tappezzeria di un'altra epoca, vide Louis sul fondo, che la scrutava senza alcuna emozione sul viso. Caroline lo fissò senza battere ciglio mentre si avvicinava. I suoi passi non facevano rumore. Restò in piedi a studiarla, mentre Caroline faceva lo stesso con lui. L'Anziano inchinò il capo alla solita maniera elegante e Caroline abbassò gli occhi, confusa. “Dove sono?”

Nella mia abitazione. A Praga.”

Caroline lo guardò di traverso, poi voltò la testa incredula. Demetrius saltò via dalle sue braccia. Aveva perso la sua protezione contro lo sconosciuto.

E una bella città, le piacerà.”

Caroline sollevò le gambe abbracciandole. Aveva paura. “Perchè sono qui?” domandò usando tutta la voce che aveva a disposizione. Cioè molto poca.

Eileen l'ha uccisa, ricorda?”

Katherine mi ha uccisa...” rettificò. Lo guardò di sbieco e poi tornò a fissare il vuoto. “Non conosco alcuna Eileen...”

Elena?”

Conosce Elena?” domandò interrogativa. “E' mia amica...”

Stefan Salvatore?”

Caroline piegò la testa al cognome Salvatore. Cercò un ricordo, lo associò al viso piacevole del ragazzo. Annuì.

Damon?”

Caroline restò sovrappensiero per parecchio tempo, poi si animò “il fratello insopportabile di Stefan... lo detesto...”

Louis alzò le sopracciglia così impercettibilmente che Caroline non se ne rese conto. “E' evidente che la memoria non le è ancora tornata del tutto” mormorò paziente, sedendosi accanto a lei. Caroline lo guardò per un istante, poi si spostò di molti centimetri. “Forse no...”

E' ancora in convalescenza. Non si sforzi più del dovuto.”

Sono stata malata?”

Diciamo così. Torni a dormire, lady Caroline. Demetrius baderà a lei.”

Un gatto come baby sitter, pensò e Demetrius miagolò come se avesse sentito i suoi pensieri e ne fosse tremendamente offeso.

Una domanda...”

Sì?”

Caroline lo fissò incuriosita e un pò preoccupata “lei chi è?”

  
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