Sappiamo che vi aspettavate Star Wars, ma ieri sera siamo partire non ci siamo fermate più, Star Wars comunque arriverà a breve ma prima c’è questa…questa trilogia di Mary Sue, per rendere onore a questa figura tanto bistrattata di dolce donzella. È ovvio che sarete tutte invidiose di lei. Ma eccola qui, la prima Mary Sue, ve la presentiamo sapendo che sarete schiacciate dalla sua prorompente bellezza!
Pasqua Sue
Lei
era bella, forse un po’
grassa ma bella, la storia dovrebbe girare attorno a lei. Ma data la
sua scarsa
statura, e la sua scarsa longelineità,
forse ci conviene saltarla, che si fa prima.
Lui
l’amava, non l’aveva
ancora vista ma sapeva di amarla già: aveva sempre avuto un
debole per le donne
in carne.
E
poi lei era forte, era un'isola importante e potente, ricca di mistero, lei
era…l’Isola di Pasqua!
Isola
di Pasqua aveva un nome
umano, ovvero Pasqua, ed era così chiamata per i fiocchi
enormi che portava in
testa e che la rendevano identica ad un uovo di Pasqua.
<<
Oh, quanto siete
bella! >> le disse il virile uomo biondo, guardandola nei
piccoli
occhietti neri, che giusto se uno sapeva che c’erano li
vedeva. Lei ricambiò il
suo sguardo, sentendosi ammaliata da quella figura imponente, dai
magnifici e
mascolini vestiti rosa e capelli piastriati chiari. Insomma, era la
prima volta
che vedeva Polonia, ma già sentiva che sarebbe stato lui
l’uomo della sua vita.
Si
vedeva già in un prato con
dodici bambini, un cane, un asinello, anzi no, un pony rosa, e tante
fragole.
E
perché no, magari anche
dodici o tredici kili di marshmallow, giusto per fare uno spuntino.
In
pratica, vedeva davanti a
se un radioso futuro, anche se sotto quella patina di brufoli
nascondeva un
triste passato.
Jakob
Roggeveen1,
nato il 1° febbraio 1659 (ma che ci importa poi?), era il padre
di Pasqua, ma
il padre adottivo in quanto la piccola, tenera Pasqua era orfana. Un
classico.
Ma le sfortune della piccola Pasqua non erano finite con la brutale
morte di
padre e madre, infatti anche Jakob la maltrattava.
Il
crudele uomo infatti le
faceva patire la fame.
<<
Basta Pasqua, è il
diciottesimo gelato che mangi! >> la rimproverava spesso
il padre.
<<
Ma papà, io ho fame!
>> supplicava la povera Pasqua.
<<
Ma se ti sei appena
mangiata tutte le scorte dell’isola! E poi ti lamenti che
siamo in crisi
economica!! >>
Ebbene
si, Pasqua era molto
maltrattata.
<<
Maledetti spilorci,
cosa volete che siano dodici polli arrosto >> sbottava a
tutte le ore del
giorno l’adorabile bambina.
Sull’isola
il terrore
cresceva appena la vedevano, e la bambina si sentiva molto triste e
sola.
Persino i Moai2 non volevano essere suoi amici,
se ne stavano
infatti tutto il giorno fermi come blocchi di pietra. Infatti i Moai
avevano
paura che muovendosi sarebbero stati divorati dalla vorace piccina.
Pasqua
decise allora di
andare a trovare suo fratello: America…
Casa
di America, ore tre del mattino. Quel mattino, come tutti i mattini,
America si
stava alzando per consumare la sua colazione delle 3:30. Fu una triste
scoperta
vedere che il frigo era vuoto.
<<
INGHILTERRA!
INGHILTERRA! >> gridò, spaventatissimo
l’americano. << Sono tornate
le locuste!! >>
<<
Che diamine stai
dicendo? E poi perché ti sei alzato alle 3 e mezzo di
notte?! >> sbottò
l’inglese, prima di bloccarsi, folgorato dalla vista della
splendida creatura
seduta sul divano. Oddio, seduta su quello che un tempo era un divano,
visto
che l’aveva sfondato.
<<
Oh, è bellissima
>> balbettò l’inglese, guardando
Pasqua divorare un pavone vivo.
<<
Ma chi? Quel cesso
di mia sorella? >> domandò stupefatto Alfred,
che in quel momento capì
anche chi gli aveva svuotato il frigo.
Come
potete vedere la sua
storia fu piena di sanguinose guerre. Non aveva mai avuto un ragazzo,
forse
perché con il suo meraviglioso fascino li intimidiva (o
forse perché se li era
mangiati), ma la verità era che aspettava il suo vero amore,
quell’amore che
adesso vedeva davanti a lei: il suo adorato Polonia.
Purtroppo
qualcuno stava
osservando con rabbia la scena, qualcuno che desiderava Pasqua con
tutto se
stesso, una persona che aveva il cuore pieno di bontà, una
nazione che aveva
caldo tutto l’anno: Russia. Nota località di mare,
la Russia. Ivan entrò in
scena con il suo solito rassicurante sorriso e rapì la
giovane donna,
strappandola al suo amato.
Pasqua
naturalmente era forte
e dotata di super-poteri, un po’ come Capitan America3,
ma contro la
forza di Russia in quel momento non poté fare niente.
La
ragazza venne portata
nella residenza di Ivan, e lei, che era una dolce e tenera fanciulla,
risputò
il pavone vivo che si era mangiata dodici anni prima, in segno di
protesta. E
poi ruttò. Che donna fine.
Questo
comportamento non fece
però che renderla ancor più desiderabile agli
occhi di Russia, tanto che
Bielorussia architettò subito un piano per ucciderla, ma non
lo mise in atto
capendo di non avere speranze contro tanta perfezione. E contro un
paese così
tanto potente.
<<
America,
Inghilterra, è arrivata la nostre ospite >>
Russia la introdusse così in
una sala dove America e Inghilterra stavano giocando a Poker; quello
era il
famosissimo giovedì di poker da Russia.
<<
Che poi cosa ci sto
a fare io qui? Neanche so giocare a poker! >> si stava
lamentando
Inghilterra. << E poi lei cosa ci fa qui?!
Perché l’hai invitata,
America?! >>
Arthur
non lasciò neanche il
tempo di ribattere all’americano, e proseguì
strillando: << Non hai più
attenzione per me, non hai occhi che per lei, passi tutto il tuo tempo
con
Pasqua! >>
<<
Chi? >>
domandò America.
<<
È così appagante che
per una volta non lo dicano a me >> sospirò
felice Canada.
<<
E tu chi sei?
>> chiese voltandosi America, guardando Canada, della cui
presenza non si
era accorto.
<<
Tu devi stare
lontana da lui! Devi capire che è la mia qualità
preferita di teina! >>
sbraitò ancora Inghilterra, ormai fuori di sé e
totalmente OOC.
<<
Inghilterra ha
battuto il capo, ha perso completamente il cervello >>
affermò tranquillo
America.
Tuttavia
anche Inghilterra
sapeva di non poter sfuggire al fascino di quell’acne, e
più che la guardava,
più si rendeva conto che c’era un motivo se era
diventato gay. Comunque anche
lui sapeva di non poter competere con lei, e finì per
scappare dalla casa di
Russia in lacrime.
<<
Vabbè, vado a
riprenderlo io >> disse alla fine America, rassegnato,
anche se non aveva
capito che cavolo era successo.
Russia
ne approfittò per fare
delle avances a Pasqua.
<<
Vuoi vedere la mia
collezione di Peluche di coniglietti di nome Gigi? >>
domandò, con gli
occhi luccicanti come la pelle di alcuni non-vampiri al sole.
<<
No, Russia, il mio
cuore è già destinato ad un altro
>>, rispose però ferma Pasqua, con
tutta la sua determinazione.
<<
Ho capito, ma se non
bacerai il tuo vero amore entro la mezzanotte del solstizio di
primavera…no,
aspetta manca troppo tempo…diciamo quello
d’inverno…allora diventerai un
possedimento dell’U.R.S.S.! >> dichiarò
Russia.
<<
Va bene, ma per ora
non mi avrai! >> lo sfidò Pasqua, che se lo
poteva permettere essendo una
grandissima potenza. Dopo di che la nostra eroina si voltò,
dirigendosi verso
la porta.
<<
No, ti prego non
lasciarmi sola anche tu! >> la supplicò
Russia, con le lacrime agli
occhi.
<<
Mi dispiace, ma devo
andare >> replicò Pasqua.
<<
E dove? >>
<<
Non lo so,
probabilmente in cucina, sento la fame sopraggiungere >>
<<
Ma se ti ho dato
mezzo bue mezz’ora fa! >> esclamò
costernato Russia.
<<
Ma io ho ancora fame
>> lo zittì Pasqua, con un’occhiata
gelida dei suoi occhietti porcini.
Pasqua,
dopo aver svuotato
anche il frigo di Russia (dove va lei deve svuotare per forza il
frigo), si
accinse a fuggire con un metodo che non poteva fallire.
<<
Bona Russia, io
vado! >> lo salutò Pasqua, ma lui non voleva
lasciarla così lei fu
costretta a metterlo al tappeto con due salti mortali
all’indietro, tuffo
carpiato con avvitamento, e un calcio rotante triplo.
In
realtà gli si era
semplicemente seduta sopra, risultato: tre costole rotte, le gambe
andate, la
schiena in prognosi riservata.
Un
altro ostacolo le si parò
davanti quando ebbe raggiunto il corridoio. Era Lituania, che si era
infatuato
di lei quando l’aveva vista divorare sette bottiglie di
vodka, dodici agnelli,
e una mucca. Tante cose si, ma aveva mangiato tutto con tale grazia da
farlo
innamorare, soprattutto quando le aveva visto un pezzo di mucca
spiaccicato
sulla maglietta.
<<
La prego Pasqua-san,
non se ne vada! Io…io…la amo! >>
dichiarò avvampando Toris.
<<
Mi dispiace, ma io
non amo le donne >> replicò Pasqua, pur
lusingata da quelle attenzioni.
<<
Io sono un uomo
>> sospirò affranto Lituania, vestito come una
cameriera.
<<
Ah, scusa sai, ma io
sono abituata a quel macho dell’uomo che amo. Forse lo
conosci, è Polonia!
>>
E
dopo quell’affermazione
Lituania andò spontaneamente a sopprimersi.
Finalmente
Pasqua riuscì a
scappare dall’U.R.S.S. Dopo aver spedito a Polonia una lettera
si sedette sotto un
albero, il luogo del loro appuntamento, per aspettarlo.
Nell’attesa
cominciò a
sgranocchiarsi il suddetto albero, e fu così che Germania la
trovò: con un ramo
di dodici metri in bocca.
Quando
lei lo vide sentì il
cuore cominciare a battere più rapidamente, e chiamatela
stupida visto quel che
è risaputo su una certa parte del corpo di Germania.
Caspita, il tedesco era
davvero bello, certo non virile come Polonia, ma era davvero bello.
Ludwig
però la odiava,
l’aveva sempre odiata, ma sentiva un nuovo sentimento
prendere il sopravvento
in lui. La amava, lo sapeva, lo sentiva nei cori angelici
nell’aria!
<<
ARUUU ARUUUU ARUUUU
>> cantava Cina, che si era di nuovo fatto
d’oppio.
Meno
male che era preso a
cantare o anche lui sarebbe caduto ai piedi della ragazza.
Per
vostra informazione
Austria se ne era rimasto in casa perché Ungheria aveva
paura che anche lui,
nonostante la sua omosessualità, sarebbe rimasto sconvolto
da tanta femminile
bellezza.
Poco
dopo sopraggiunse
Polonia.
<<
Cosa fate, fellone!
>> gridò il polacco al tedesco, gettandogli un
guanto rosa addosso,
<< vi sfido a duello, pezzente! >> che
offesone. “Parla come
mangi!” gridava intanto il pubblico a Feliks.
<<
No Polonia, smettila
>> si sentì supplicare la vocina angelica di
Pasqua, che assomigliava al
muggito di una mucca. << Io credo di amarlo!
>>
Polonia
la guardò: << è
per le tipo dimensioni del suo pene? Sappi che io ce l’ho
più grosso di lui!
>> provò a riconquistarla il polacco.
<< Io lo batterò! >>
<<
Ma no Polonia, cosa
dici? Io amo te! >> buttò lì a caso
Pasqua, che non aveva mica le idee
tanto chiare.
I
due si scambiarono un
tenero bacio alla luce della luna. In realtà era ancora
giorno, ma la luna era
sorta prima per fargli un piacere. La coppia visse felice e contenta in
una
casa con un grande giardino, quei dodici/tredici kili di marshmallow
tanto
desiderati, e l’asinello no, perché Pasqua se
l’era mangiato.
Note:
1) Jakob Roggeveen fu il primo europeo a sbarcare sull’Isola di Pasqua, era olandese.
2) I Moai sono statue monolitiche ricavate da blocchi di rocce magmatiche.
3) Notare che Capitan America non aveva poteri speciali, ma varie abilità, tra cui il potentissimo riflesso fotografico straordinario…che non abbiamo idea di cosa sia, quindi non chiedetelo.
So
che adesso siete tutte
gelose di Pasqua Sue, quella divina creatura. Ma se già vi
siete sentite
inferiori a lei sappiate che la prossima esponente della famiglia Sue
sarà
ancora più tragicamente perfetta, e splendente! Vi
aspettiamo per conoscerla,
per vedere tutte le nazioni cadere ai suoi piedi…compreso
quel finocchio di
Austria…nel frattempo aspettiamo i vostri commenti su Pasqua
Sue, e attenti al
vostro frigo!