VULNERABILE
Corsi per qualche minuto, finché non piombai nella piccola città localizzata un attimo prima.
Era ormai notte, la luna splendeva immensa nel cielo con la sua tenue luce come se volesse
nascondere i delitti di noi, creature delle tenebre.
Incominciai a guardarmi intorno e non potei che essere sorpresa della mia scelta.
Ero capitata in una delle più poche città dove regnava la pace e dove ogni millimetro del posto era
coperto da un mantello di purezza.
Ma come sempre non tutti erano come quelli che abitavano da questa parte.
Poco più in là, proprio dalla parte opposta, vi era un quartiere a dir poco vomitevole.
Sentivo le loro anime sporche di peccati e di sentimenti contrastanti all’amore.
Dopotutto chi ci viveva eran solo figli di papà, persone ricche che non gli importavano di nessuno.
Guardai verso nord, disgustata dalla parte ovest, dove, al centro tra i due quartieri nel bosco, vi era
un immensa casa bianca.
Non sentivo niente. Non vi era nessun anima. “ Sicuramente sarà disabitata “ l’unica spiegazione
che mi venne in mente.
Era una città comunque deliziosa, tanto che mi venne in mente di trasferirmi.
Scartai immediatamente l’idea, pensando al male che potevo affliggere se solo perdessi un minimo
di controllo.
Decisi di rincasare, non potevo più stare attorno a tante anime e Chernobyl era la città fatta a caso
per me.
Non appena mi girai con in mente di ritornarmene da dove ero venuta, vidi una macchina sfrecciare
davanti a me senza controllo.
Ero sulla strada…ero umana…ero vulnerabile, ma non così tanto da non sentire nemmeno l’anima
del guidatore.
Fu tutto così veloce che non mi accorsi nemmeno dell’impatto sul mio corpo.
Fu il dolore allucinante che me lo fece notare.
Mi accasciai a terra dolorante in posizione fetale. Maledetta a me che mi sono trasformata in
umana!
Cercavo in tutti i modi di ritornare al mio stato originale ma con scarsi risultati.
Ironico vero? Un demone che viene annientato da una stupida innocente macchina.
Il dolore era di troppo e il bruciore nel petto intenso.
Non era la stessa bruciatura appagante delle anime di cui mi nutrivo…no! Questa era la morte in
persona che veniva a prelevarmi dalla terra.
Ero troppo debole. Sentii gli occhi appesantirsi sempre di più.
Non feci a meno di pesare che questa è la dolorosa fine che facevano le mie innocenti vittime.
Adesso si che mi sento completamente un mostro da distruggere.
Forse è questa la fine che agognavo dalla mia nascita…la morte. L’unica cosa che non mi
permetterà più di spargere dolore.
Ero allettata a lasciarmi andare alla mia dolce fine, quando due braccia forti e possenti mi presero
cautamente in braccio.
Mugolai dal dolore non appena mi toccò la parte lesa. Non sentivo niente. Non percepivo l’anima
di nessuno attorno a me. Ero forse così debole da non riuscire più a sentire niente?
Ero troppo stanca per poter rispondere. L’unica cosa che percepii prima di cadere in un sonno
profondo,fu una voce dolce che cercava di tranquillizzarmi dicendomi che andrà tutto bene.
Nada650