The deadly lullaby of the moth agonizing
VirtùxAccidia
Nera, contorta in uno stampo sfibrato, costretta sulle lenzuola sporche di quella stanza angusta.
-L'innocente lascia che la falena morente lo sporchi con le scaglie delle sue ali corrotte, Virtù?- la voce lenta e dolciastra, intrisa di rancore.
-Tutti siamo innocenti, Accidia.- una voce lineare, concisa nel suo bisogno d'aria pulita, lontano da quella cella di peccato.
Una mano si avvicinò alla faccia candida.
-Belle parole, Virtù. Ma io ho macchiato l'agnello di Dio,- sussurrò Accidia, deponendo lunghi baci sul collo niveo di Virtù- e il peccato è diventato suo. Troppa virtù è assuefacente, sai? Come una droga, mmh.- sussurrarono le labbra sottili vicino alla bocca di Virtù.
-Se mi hai macchiata, devi essere veleno.- tremò la voce non più pulita, sporca di lussuria e peccato condiviso.
-Vuoi assaggiare, Virtù? Vuoi sporcarti ancora, immersa nel mio grigiore? Perchè sai, il bianco può essere sporcato, ma il rancore e la lussuria sfioriranno con estrema- sottolineò la sua frase lasciando scivolare il polpastrello sulla pelle di Virtù.-... lentezza.
Una lacrima fredda scivolò lungo il collo candido della creatura di Dio.
-Non piangere Virtù, hai fatto la tua scelta.