Libri > Orgoglio e Pregiudizio
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Autore: Cohava    13/12/2010    2 recensioni
Qesta è la prima fanfiction che ho scritto, intorno a settembre, mentre l' idea l' avevo da agosto. Ci sono affezionatissima.
è interamente basata su una frase detta da Darcy a Lizzy durante il di lei soggiorno a Netherfield... La mia mente bacata ha fatto il resto.
Chiedo venia per la lunghissima citazione all' inizio ma era necessaria.
Buona lettura e , per favore, recensitemi: ho notato che le mie storie sono lette da molti e commentate da pochi...
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-"Signorina Elizabeth, nell' udire questa musica nonavreste voglia di ballare un reel?"
Ella sorrise, ma non rispose. Lui ripetè la domanda, alquanto sorpreso dal silenzio di lei "Oh! L' avevo udita anche prima, ma lì per lì non ho saputo decidere cosa rispondervi. Voi, lo so, volevate che io vi rispondessi di si per aver la soddisfazione di disprezzare i miei gusti, ma a me piace sempre sventare piani di questo genere, dunque ho deciso di dirvi che non ho alcuna voglia di ballare un reel. Ed ora disprezzatemi, se ne avete il coraggio" "No davvero, che non ne ho il coraggio". Elizabeth, che s' era piuttosto aspettata di ferirlo, rimase meravigliata dalla sua galanteria, ma c'era in lei un miscuglio di dolcezza e di birichineria chele rendeva difficile offendere la gente-
                                                          J.Austen, Orgoglio e pregiudizio
Quindi sorrise e disse, con mutato atteggiamento "Allora posso chiedervi, signor Darcy, quale fosse il motivo della vostra inchiesta?" Egli s' inchinò e replicò, in toni da perfetto gentiluomo ma tanto pacati che nulla lasciavano trapelare del tumulto di emozioni che sentiva dentro di sè "Soltanto questo, signorina: sarebbe un grandissimo piacere per me poter danzare con voi in questa occasine, ma se non è vostro desiderio esaudire la mia richieta vi prego di non farlo, poichè sarebbe un vero tormento per me causarvi fastidio" Elizabeth cominciò a sentirsi in colpa per aver mal interpretato le intenzioni del giovane e si dispiacque d' averlo offeso senza motivo alcuno; inoltre, la musica era davvero invogliante e la ragazza pensò bene di accettare la proposta, non foss' altro che per vedere la reazione di miss Bingley. Quest' ultima arse di gelosia vedendo il suo favorito accingersi a ballare con miss Elizabeth Bennett, ma smettere di suonare in quel momento sarebbe stata una violazione della cortesia e dell' educazione troppo grande perchè la dama potesse sperare  di farla passare inosservata agli occhi di Darcy e dovette, sebbene a malincuore, continuare a suonare.
Nel momento in cui il giovane le afferrò la mano, con delicatezza e decisione insieme, Lizzy non potè impedirsi di sentire un piccolo brivido scenderle giù per la schiena. Era la prima volta che lui la toccava, e, sebbene odiasse quell' uomo, la fanciulla si accorse meravigliata di apprezzare quel contatto imprevisto; la coppia si portò lentamente al centro dela sala e i due cominciarono a danzare, ma Elizabeth si sentiva impedita di conversare dal crescente disagio per le sconosciute sensazioni che provava. Il suo orgoglio le impose di alzare lo sguardo fino a incrociare quello del suo cavaliere, e così facendo si accorse di trovarsi più vicina a lui di quanto non fosse mai stata: riusciva a sentire il suo respiro tiepido sul viso e ne era quasi spaventata, eppure qualcosa in lei le impediva di ritrarsi.
Continuarono a guardarsi negli occhi, e Lizzy notò per la prima volta quanto quelli di lui fossero belli, di un azzurro chiaro che contrastava piacevolmente con i capelli scuri, e come il suo sguardo fosse privo della freddezza che solitamente lo contraddistingueva. Sentì il desiderio di avvicinarsi ancora di più al suo compagno sino a sfiorarne il corpo e il viso, e quel pensiero la terrorizzò: nella sua vita non aveva mai sperimentato emozioni tanto forti, irragionevoli e compicate.
La voce di Darcy la riscose dalle sue riflessioni e, senza quasi avvedersi di cosa stesse dicendo, si trovò a conversare amichevolente con l' uomo che più odiava.
Lentamente, suo malgrado, cominciò a sentirsi coinvolta negli argomenti di discussione e controvoglia dovette accorgersi che il giovane era molto intelligente, e parlare con lui era stimolante; Lizzy si sentì nuovamente sconvolta: di rado si era divertita tanto e aveva sperimentato una simile familiarità con qualcuno eppure evitò volontariamente di mostrarsi amichevole: nella sua mente continuavano a tornare i ricordi di tutte le occasioni in cui si era sentita offesa dal comportamento scostante di Darcy, e soprattutto quello che aveva detto di lei. Si perse ancora una volta negli occhi di lui e di colpo Elizabeth si rese conto di trovarsi ad un soffio dal suo viso. Darcy respirava lentamente, chinando il capo verso di lei e Lizzy si mosse bruscamente, cercando di allontanarsi, ma non vi riuscì: dentro di sè non voleva interrompere quell' istante, anche se il pudore le imponeva di arretrare. L' uomo vide la confusione della sua dama e si arrestò immediatamente, chiedendole con garbo "Perdonate, miss Elizabeth, non vi sentite bene?" Lei arrossì mormorando "No...Si...Sarà meglio che vada a distendermi. Buonanotte signori" Ciò detto scappò via, imbarazzatissima e maledicendo se stessa.
Quella notte, la ragazza si rigirò a lungo fra le lenzuola, continuando a domandarsi perchè mai proprio quell' uomo dovesse avere un tale effetto su di lei. Infine, decise che evidentemente, curando sua sorella Jane, doveva aver contratto lei stessa una leggera influenza, e che le strane sensazioni da lei provate erano certamente dovute alla malattia.
In un' altra ala del palazzo il signor Darcy era sveglio e sorrideva nel buio.
  
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