Storie originali > Storico
Ricorda la storia  |      
Autore: MusicDanceRomance    14/12/2010    24 recensioni
Ti sentivi vuota, ansavi per colmarti di un devastante nulla.
Quei flutti invitanti ti attiravano, ti invocavano: "Manchi ai tuoi cari, Anastasia, noi ti condurremo da loro, cosa aspetti a saltare?"
Perciò ti buttasti dal ponte. A diciannove anni ritenevi di aver vissuto troppo.
Imparasti per pochi secondi a volare. Poi ti lasciasti assalire dall'acqua catartica.
Genere: Song-fic, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Periodo Zarista
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
(Wake me up)       
Wake me up inside
Ti sentivi vuota, ansavi per colmarti di un devastante nulla.
Quei flutti invitanti ti attiravano, ti invocavano: “Manchi ai tuoi cari, Anastasia, noi ti condurremo da loro, cosa aspetti a saltare?”
Perciò ti buttasti dal ponte. A diciannove anni ritenevi di aver vissuto troppo.
Imparasti per pochi secondi a volare. Poi ti lasciasti assalire dall’acqua catartica. Nel gelo delle tenebre, l’acqua amica trafiggeva le briciole del tuo spirito con mille lame invisibili: la tua scorta in un viaggio felicemente tetro.
 
(I can’t wake up)
Wake me up inside
Cosa aveva fatto di te la storia?
Quale lieta sorte ti spettava, e di quale trappola mortale la tua nobile stirpe fu vittima?
Rammenti gli sfarzi di corte, i tuoi primi teneri anni di vita, il titolo che nessuno avrebbe mai dovuto strapparti, granduchessa di Russia?
Rammenti le prepotenti ribellioni che fagocitarono il vostro reame incantato, voi ridotti a burattini e marionette dei grandi “eroi”?
Ricordi soprattutto le derisioni e gli scherni. Le risate che ti fanno perennemente visita nel sonno, affogandoti del tuo passato.
 
(Save me)
Call my name and save me from the dark
L’angusta prigionia,le opprimenti beffe, le umilianti violenze subite da voi. I pianti di Olga, Tatiana e Maria, e poi il volto senza più lacrime del tuo fratellino. I tuoi genitori privati della loro stessa dignità.
I rivoluzionari che si divertivano a falciare le vostre anime. Voi non eravate degli ostaggi di Stato, sussistevate come giullari dei nuovi capi.
 
(Wake me up)
Bid my blood to run
E quella notte di sangue. Vi svegliarono perché dovevate partire da Ekaterinburg, dicevano. Quella spettrale risata, quelle parole inumane:
-Fucilateli!
-Cosa?- l’ultima volta che udisti la voce di tuo padre, il suo suono disperato e capitolato.
Mentre gli aguzzini si apprestavano all’orrendo compito con esasperante e vendicativa lentezza, tu, trascinata ad una sedia, urlavi a te stessa: “Io voglio vivere”.
Poi una tormenta letale di spari, i gemiti di tua madre e delle tue sorelle, fiori calpestati da giganti disumani. E poi le baionette che vi trafiggevano. A fatica spiravate, lentamente si consumava la vostra agonia.
Le pietre preziose di cui ti eri imbottita il corpetto ti salvarono, però ti facesti credere morta, cercando di sopravvivere per chi già se ne era andato: tutti.
 
(I can’t wake up)
Before i come undone
I bolscevichi dovevano far sparire le prove del massacro dei Romanov  e occultare i corpi della famiglia dello zar. Quello che credevano fosse il tuo cadavere fu frettolosamente trasportato in un bosco. Ferita e delirante, Anastasia Romanov era ancora viva.
In quei momenti nacqui io in te. Il tuo coraggio. La tua volontà di sopravvivere.
“Riportami alla vita” mi chiedesti e io cercai di esaudirti.
Sparisti per i tuoi carnefici e per il mondo intero.
 
(Save me)
Save me from the nothing i become
Sono passati due anni dalla tragedia che ti portò via metà di te stessa. Ma stanotte ti sei permessa di perdere nuovamente il tuo coraggio e la tua voglia di vivere.
Stavi affogando accolta da acque ospitali, avevi ottenuto il privilegio di scegliere la tua morte e lasciare la terra con decoro.
Ti dibattevi senza paura, prigioniera ninnata dalle onde. Meglio ostaggio della natura che degli uomini, lo hai appreso a tue spese.
 
Now that i know what i’m without
You can’t just leave me
Ma per te non era ancora tempo di congedarti da questo mondo assassino.
Adesso apri gli occhi. Le tue pupille incontrano di nuovo la luce. Non sei in cielo tra i tuoi cari, sei circondata da tipi che indossano camici bianchi. Sei stesa su un letto. Scoprirai di trovarti in una clinica. Scoprirai che ti daranno della pazza e della truffatrice per sempre e dovrai convivere con diffamazioni e speranze.
 
Breathe into me and make me real
Bring me to life
-Nome?
-La identifichiamo come Anna Anderson. E’ insana di mente, ha cercato di suicidarsi buttandosi dal ponte e un poliziotto l’ha salvata in tempo.
-Chiaro segno di squilibrio psichico.
Le voci intorno a te sono fredde, indifferenti, cattive.
Braccata dalla voglia di non mentire più, satura della tua verità, decidi di urlarla agli altri:
-Io sono Anastasia Romanov, sfuggita al massacro di Ekaterinburg del 1918!
Allora i medici pronunciano solennemente il loro verdetto:
-E’ solo una pazza. 
In fondo, non conviene a nessuno che la figlia di uno zar deposto e barbaramente trucidato sia considerata viva.
Eppure tu volevi vivere. Fallo per la tua famiglia che non tornerà mai più.
Da granduchessa di Russia ad aspirante pazza truffatrice, vivrai. Volevi essere riportata alla vita e così sarà. Ancora devi fare i conti con la vita, Anastasia.
  
   
 
Leggi le 24 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Storico / Vai alla pagina dell'autore: MusicDanceRomance