Film > Rapunzel
Ricorda la storia  |      
Autore: Macchia argentata    15/12/2010    6 recensioni
[Tangled/Rapunzel-L'intreccio della Torre]
Tutte le grandi storie d'amore hanno un inizio...
'Non mi posi nemmeno per un istante il problema su chi vivesse o non vivesse in quella torre.
Quando raggiunsi la finestra mi ci aggrappai, stremato, e mi lasciai scivolare dentro.
“Ah!” esclamai, afferrando la mia bisaccia di cuoio. Era tutta la giornata che desideravo rimirare il mio bottino, e compiacermi di me stesso.
Hei, ero o non ero il miglior ladro del regno? I fatti parlavano chiaro.'

Attenzione: Spoiler
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Rapunzel Lo scalpiccio degli zoccoli alle mie spalle si faceva sempre più vicino, mentre l’aria che avevo nei polmoni si riduceva in maniera drastica.
Bisognava ammettere che fare il ladro era un mestiere impegnativo.
Scartai improvvisamente sulla destra, colto da un’illuminazione provvidenziale, e mi gettai tra il fogliame di una siepe, mentre il quadrupede che avevo alle calcagna mi superava senza battere ciglio, ignaro.
Emisi un sospiro di sollievo, e pago di aver seminato il mio inseguitore, battei qualche colpetto sulla sacca di cuoio che portavo a tracolla, in cui trasportavo la preziosa refurtiva causa di tanto scompiglio.
“E che sarà mai, tutto questo trambusto per qualche pietruzza…” borbottai tra me e me, quando un rumore sospetto mi costrinse a tacere. Allungai l’orecchio e mi convinsi del fatto che era meglio levare le tende prima che quel cavallo ostinato tornasse sui suoi passi, così mi guardai intorno in cerca di una via di fuga alternativa, e scorsi i raggi del sole filtrare dalle foglie d’edera alle mie spalle. Con cautela le scostai, osservando meravigliato il paesaggio che si apriva oltre quella coltre verde: una piccola valle circondata dai monti, e, al centro di quel piccolo paradiso, un’alta torre che svettava maestosa.
Non mi soffermai più di tanto sulla contemplazione di quanto avevo dinnanzi, e spinto soprattutto dalla voglia di trovare un nascondiglio più consono in cui recuperare fiato mi precipitai ai piedi di quella torre, che non aveva porte, ma un'unica, piccola finestra. Molto, molto in alto.
“Per la miseria…” imprecai tra me e me, mentre aiutato da due frecce che usavo come puntelli, mi inerpicavo lungo quel pinnacolo, con la sola speranza di trovare un rifugio sicuro.
Non mi posi nemmeno per un istante il problema su chi vivesse o non vivesse in quella torre.
Quando raggiunsi la finestra mi ci aggrappai, stremato, e mi lasciai scivolare dentro.
“Ah!” esclamai, afferrando la mia bisaccia di cuoio. Era tutta la giornata che desideravo rimirare il mio bottino, e compiacermi di me stesso.
Hei, ero o non ero il miglior ladro del regno? I fatti parlavano chiaro.
Aprii la sacca, mentre un sorriso soddisfatto si dipingeva sul mio volto.
“Ah! Finalmente sol…”

Improvvisamente, qualcosa di molto, molto duro, colpì la mia testa. Non ebbi nemmeno il tempo di fare o dire alcun che. I miei sensi si annebbiarono e io sprofondai nella più nera oscurità, stordito.

Quando riaprii gli occhi, vedevo doppio.
Due finestre, due armadi, due…
Hei, aspettate.
Ero legato. Legato ad una sedia. Legato da quelli che sembravano…
“Capelli? Sono…capelli?”
Osservai dubbioso le lunghe chiome dorate che mi avvolgevano i polsi e le gambe, immobilizzandomi.
“Non essere assurdo, Flynn…Chi mai potrebbe avere capelli tanto lunghi da…”
Guardai nuovamente verso i miei polsi.
Probabilmente la botta in testa doveva essere stata più violenta di quanto avessi inizialmente creduto.
Poi sentii la sua voce.
Cercai, per quanto potevo, di adattare i miei occhi all’oscurità, e mi resi conto, non senza una certa sorpresa, che le chiome che avevo avvolte addosso si srotolavano verso la scala, e da lì salivano fin su una delle travi della torre.
“Non muoverti! Ogni tentativo è completamente inutile!” Mi apostrofò nuovamente quella vocetta spaventata.
“Non vedo come potrei dolcezza, pur volendo…” Commentai, più incuriosito che spaventato per la bizzarra situazione in cui mi trovavo. Ero davvero curioso di sapere a chi appartenevano quella voce e tutti quei capelli.
“So…perché sei qui…e…e non ho affatto paura!…”
La proprietaria della voce stava lentamente abbandonando il suo nascondiglio. Cercai di aguzzare la vista, ma fu solo quando si spostò nel cono di luce dorata che illuminava il pavimento che potei distinguere la sua figura.
Era una ragazzina.
E aveva un chilometro di capelli.
Ma che dico, chilometri di capelli, ai suoi piedi.
Ed erano d’oro.
Strabuzzai gli occhi, incredulo, e il mio sguardo saettò dal suo viso angelico e spaventato alla padella che stringeva nervosamente tra le mani.
Se non altro, questo spiegava il bernoccolo che avevo in testa.
Si avvicinò lentamente a me, posando con cautela le piante dei piedi nudi al pavimento, prima uno, poi l’altro, a piccoli passi.
“Chi sei…tu? E come hai fatto a trovarmi?” Domandò, scrutandomi con quelli che riuscii finalmente a scorgere come grandi occhi verdi, bordati da lunghe ciglia scure.
Per un istante, le parole mi morirono sulle labbra.
Non capitava tutti i giorni di essere rapiti da una minuta e delicata fanciulla, e venire legati come un salame nei suoi lunghi capelli dorati.
“Ho detto, chi sei tu e come hai fatto a trovarmi!” Ripeté l’agguerrita biondina, davanti al mio sbigottimento, sollevando la padella sopra alla testa con fare intimidatorio.
Ok, questa situazione richiedeva un certo tipo di savoir faire. Alla Flynn Rider, tanto per intenderci.
Sfoderai il mio miglior sorriso. Non per vantarmene, ma avevo denti bianchissimi e perfetti, nessuna ragazza poteva resistere a tanto fascino.
“Hei, come andiamo, biondina…? Io mi chiamo Flynn Rider e…”
“Chi altro conosce il luogo in cui mi trovo, Flynn Rider?” mi bloccò lei immediatamente, sventolandomi quella sottospecie di arma davanti al naso.
“Senti biondina…”
“Rapunzel!”
In tutta onestà, non avevo capito che razza di nome fosse.
Deglutii, davanti al suo sguardo agguerrito.
 “D’accordo, non so di cosa tu stia parlando…Io mi trovavo qua per caso, sai, gironzolavo da queste parti e…” Improvvisamente mi sovvenne alla mente il pensiero della mia bisaccia contenente la preziosa refurtiva.
Cominciai ad agitarmi, guardandomi attorno smarrito.
“Oh, no! La mia borsa dov’è?!” Chiesi allarmato.
Un sorriso soddisfatto si dipinse sulle labbra della biondina.
“L’ho nascosta!” Esclamò, compiaciuta.
Fantastico.
Ero stato inseguito da un cavallo con manie di protagonismo e adesso ero prigioniero di una bizzarra biondina dai capelli chilometrici che mi minacciava armata di un tegame.
Potevo dire di aver visto proprio tutto.
E ancora non potevo immaginare che quello non era che l’inizio…

“E’ stato un bell’inizio, no?”
La ragazza che teneva la guancia appoggiata al mio petto sollevò leggermente il volto verso il mio, guardandomi con i grandi occhi verdi divertiti. Io lasciai scivolare la mano che tenevo immersa nei suoi corti capelli castani, per poi lasciarla risalire pigramente. Adoravo la consistenza dei suoi capelli, sembravano fatti di seta.
In tutta sincerità, un po’ mi rammaricavo di averli tagliati così brutalmente, anche se questo, tutto sommato, ci aveva salvato entrambi. Speravo li avrebbe fatti crescere nuovamente…certo, magari non fino a sei chilometri. Direi che fino a metà schiena era una lunghezza di tutto rispetto.
“Un bell’inizio? Ti sembra un bell’inizio? Ho ancora uno o due bernoccoli, da qualche parte…” Commentai, tastandomi la nuca che tenevo comodamente sprofondata in un morbido cuscino.
Rapunzel sorrise:
“Eugene…devo confessarti una cosa…” Mormorò, mentre mi perdevo nel suo sguardo.
“In realtà…ti ho colpito una terza volta. Si, insomma…dopo la prima, eri ancora steso a terra, ma avevi cominciato a muoverti, così…”
Sorrise di nuovo, e io mi persi nuovamente.
Per quanto mi riguardava, avrebbe potuto colpirmi tutte le volte che voleva.
Prendere quella padella in testa, la prima volta, era stato quanto di meglio potesse capitarmi.
“Ti sei accanita contro un uomo indifeso? Sei crudele biondina! Faceva bene la vecchia strega a tenerti rinchiusa, eri troppo pericolosa!”
Rapunzel mi tirò un piccolo pugno scherzoso contro al petto, poi sollevò nuovamente la mano, ma io fui più lesto e le afferrai il polso, stringendolo delicatamente.
“Lo vedi? Non ti si stringe il cuore ad accanirti contro tanta bellezza?! Non vorrai costringermi ad usare nuovamente lo sguardo che conquista?? Sai bene quali sono le conseguenze…”
Lei sollevò un sopracciglio, scettica. Io mi portai alle labbra il suo polso, e ne baciai delicatamente l’interno, là dove la pelle era più sottile e candida.
Subito la sentii rilassarsi sotto al mio tocco.
Forse, per questa volta potevo evitare di sfoderare lo ‘sguardo che conquista’.
Del resto, quella era più che altro una prerogativa di Flynn Rider.
Ma Rapunzel non amava Flynn Rider, lei amava Eugene.
Amava me.
Sentii le sue dita farsi strada fra i miei capelli. I suoi occhi cercarono i miei.
Le posai dolcemente una mano sulla guancia.
“Sai che sei il mio nuovo sogno?” Mormorai.
Rapunzel sorrise.
“E tu il mio.”

  
Leggi le 6 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > Rapunzel / Vai alla pagina dell'autore: Macchia argentata