La notte di Natale
-Ma tesoro…-
-Non ci sono ma che tengano, si fa come ho deciso io-
Gli occhi lucidi di Nicola fissarono prima la moglie, e poi tutte le leccornie che si stagliavano sulla tavola imbandita.
-Daiii. Solo un assaggino!- tentò ancora con voce supplichevole.
-Non credere di intenerirmi… tu sei a dieta-
Un rumore sordo rimbombò per la cucina.
Nicola si portò le mani allo stomaco e disse con aria sofferente.
-Hai sentito… quel rumore era la mia pancia che si lamentava! Suvvia Natalina, non vedi come sono smunto-
La donna lo fissò con le braccia incrociate, tentando di mascherare un sorriso di tenerezza che le si stava affacciando sulle labbra.
-Ho detto no- rispose seria e perentoria.
Poi, allungando il braccio e stendendo il dito indice in direzione della porta ordinò:
-Fuori… non mangerai niente di ciò che ho preparato… il cibo è per i folletti, loro si che ne hanno bisogno con tutto il lavoro che svolgono-
Vedendosi negata ogni alternativa al povero Nicola non rimase altro che avviarsi mesto mesto verso il suo ufficio… aveva ancora molti nomi della “lista” da controllare.
Natalina lo fissò mentre si allontanava a capo chino e con lo stomaco vuoto.
Il sorriso tenero che prima aveva trattenuto ora si fece largo sul suo volto.
-Lo faccio per il suo bene… è troppo grasso! Potrà mangiare quando il 25 del mese sarà passato senza intoppi.-
Mormorò a bassa voce quasi stesse parlando a se stessa.
Però gli elfi che erano presenti in cucina assentirono con la testa, per rincuorarla che ciò che stava facendo era giusto.
Il capo elfo, vedendola dubbiosa, nel terrore che si ripetesse ciò che era avvenuto l’anno prima, parlò ricordandole il terrificante episodio:
-Mamma Natale, non ti preoccupare, tenerlo a dieta è la scelta più saggia…- poi come se fosse stato attraversato da un brivido freddo si interruppe un attimo, salvo poi riprendere subito dopo il filo del suo discorso.
- Non possiamo permettere che si ripeta ciò che è avvenuto lo scorso Natale-
Al ricordo tutti si gelarono, un piccolo elfo falegname, si azzardò ad aggiungere:
-Io ancora ho gli incubi la notte…-
Tutti assentirono con fare comprensivo.
Poi però l’ilarità scoppiò tra tutti i presenti… certo il fatto era stato difficile da affrontare, però c’era da ammettere che la situazione era stata ridicola!
-Aiuto,
aiuto…
Natalina folletti accorrete-
Il richiamo
disperato
di Nicola fece saltare tutti per aria.
Si
precipitarono con
il cuore in gola nella direzione da cui proveniva la voce del loro
principale.
Quando
arrivarono sul
luogo del disastro lo spettacolo era disastroso.
Babbo Natale
se ne
stava incastrato nel sedile della slitta, che per il troppo peso si era
piegata
su se stessa, rompendosi ed imprigionandolo.
Tutti
fissarono basiti
per alcuni istanti la scena, senza sapere cosa dire o cosa fare.
-Tiratemi
fuori da
qui…-
L’urlo
supplichevole
di Nicola riscosse tutti i folletti, che solerti si adoperarono per il
salvataggio.
Una volta
estratto il
povero Nicola, tutti furono purtroppo costretti a constatare che la
slitta era
gravemente danneggiata.
Esausti per
i giorni
di lavoro precedenti, nei quali avevano lavorato incessantemente, i
folletti si
guardarono l’uno nelle occhiaie degli altri.
-Ed ora? Che
si può
fare? E’ la vigilia di Natale… e la slitta
è rotta!-
Un mormorio
di
disperazione si levò nel silenzio della sera.
Nicola
fissava ora i
suoi dipendenti, ora la moglie con sguardo mesto e colpevole.
-Mi dispiace
ragazzi!
È tutta colpa mia…-
Il capo
folletto però
prese in mano la situazione.
Si
precipitò a suonare
la sirena d’emergenza e, in men che non si dica, tutti i
folletti della
fabbrica… benché fossero stanchi morti, accorsero
tempestivamente.
-Ragazzi la
situazione
è questa- disse sovrastando il brusio che si era creato
– la slitta è rotta:
dobbiamo ripararla-
Poche
parole, dette in
modo asciutto che non ammetteva repliche.
Ma di
repliche non ce
ne furono.
Nonostante
la
stanchezza tutti si attivarono immediatamente: il Natale era il Natale,
non si
poteva certo deludere i bambini.
Lavorarono
alacremente
per ore senza mai fermarsi, e dopo immani sforzi la slitta fu
finalmente
pronta.
Senza
attendere oltre
Nicola prese il volo, tra un saluto ed uno sbadiglio dei presenti.
Il viso rubicondo di Nicola si affacciò in cucina.
-Perché ridete?- chiese curioso.
-Ohh niente stavamo ricordando momenti passati…-mormorò Natalina evasiva, strizzando l’occhio al capo folletto.
-Capisco- si limitò a dire Nicola senza indagare oltre -Allora io torno nel mio studio-
-Si si vai vai- lo cacciarono tutti in coro, nel timore che tornasse all’attacco e cercasse nuovamente di rubare qualche pasticcino.
Nicola si avviò, e lentamente raggiunse l’ufficio.
Una volta davanti alla porta si guardò attorno con aria circospetta e poi l’aprì .
Senza esitare entrò nella stanza e si richiuse immediatamente la porta alle spalle.
-E ora al lavoro…- borbottò, mentre con velocità saliva sulla cyclette che era posizionata esattamente al centro dell’ufficio.
Anche lui si stava adoperando per dimagrire, non l’avrebbe mai ammesso… ma sapeva bene di essere un po’ sovrappeso, perciò aveva iniziato a fare esercizio.
Non sarebbe più accaduto ciò che era avvenuto l’anno passato.
Amava troppo i suoi folletti, non voleva che si stancassero più del dovuto per colpa sua!
Nel silenzio della stanza, cominciò a pedalare di gran lena.
-Uno, due, uno, due…-
Natalina e i folletti sorridevano silenziosi, con l’orecchio appoggiato alla porta dell’ufficio.
Si fissarono tutti con sguardo complice:
-Caro Babbo Natale… nessuno è buono come lui, anche se ama tanto lamentarsi…- disse in un sussurrò il capo elfo.
Natalina assentì con la testa, gli occhi che brillavano di orgoglio per il caro marito.
-Magari quando esce… un dolcetto glielo concediamo, che ne dite?-
Tutti assentirono senza esitazione.
End
Nulla di che solo una breve shot che avrebbe dovuto concorrere al concorso Racconti NAtalizi di Bookslover... però io sono stata la sola a consegnare perciò il giudice ha annullato il contest :( sigh!
Perciò gradirei molto una vostra opinione!
Bene è tutto
Alla prossima!