DECIMO
…
-No,
il nome del Decimo non sarà infangato!!!- urlai, deciso
e spaventato allo stesso tempo.
Non
feci in tempo.
-Smettila!-
urlò il Decimo.
Quel
grido mi lasciò sorpreso e leggermente sconvolto.
Il
Decimo non alzava mai la voce.
L’avevo
fatto arrabbiare sul serio, quella volta.
-Per
cosa pensi che stiamo combattendo?- urlò.
-Faremo
una battaglia a palle di neve … Guarderemo i fuochi
d’artificio … ecco perché combattiamo!
Ecco perché diventiamo più forti! Voglio
tornare a divertirmi insieme a tutti, ma se tu muori tutto
ciò non avrà più
senso!-
-De
.. Decimo …- dissi.
Poi,
l’esplosione.
Sentii
la voce del Decimo e degli altri.
Corsi
per i corridoi, dolorante, stanco e depresso … non
avevo obbedito, e forse il Decimo stava male per me.
Finalmente,
arrivai in un corridoio vicino a dov’erano gli
altri.
Testa
a Prato urlava.
Basil
e Shamal avevano
la testa bassa.
Yamamoto
sembrava sconvolto.
Il
Decimo era a terra.
Piangeva.
Poi,
all’improvviso, Reborn mi indicò.
-Guardate
lì!-
Avanzai
fra la polvere, senza avere la forza di reggermi in
piedi.
Tutti
corsero verso di me.
-Gokudera-kun!!-
urlavano
Io
caddi per terra.
-Mi
dispiace, Decimo …- dissi.
Stavo
per piangere dalla frustrazione, anche se ero deciso a
trattenermi.
Non
ero un buon braccio destro.
Mi
sentivo così inutile … avevo combinato un casino,
e me
l’ero lasciato alle
spalle.
Come
7 anni fa, al
palazzo.
Mi
si aggrovigliò lo stomaco.
Ma
ero felice di essere vivo.
–
Anche se non abbiamo l’anello, sono tornato indietro
perché volevo vedere quei fuochi d’artificio.-
Dico
queste cose perché non so cosa dire.
Ero
un perfetto cretino.
-Grazie
al cielo-
disse il Decimo sorridendo.
-Gokudera-kun,
sono così felice …- sorrise
-Ma
ho perso!!- esclamai, in preda all’umiliazione.
Strinsi
i pugni con le poche forze che avevo.
-Grazie,
Gokudera-kun!-
-Non
dica così!!! Queste parole sono sprecate per me!!!-
dissi.
Ma
al Decimo non gliene importava nulla.
Presi
Takeshi per la maglia
-Yamamoto
… conto su di te … non costringermi a dire quelle
parole … Vinci!!- esclamai imbarazzato.
L’ultimo
pensiero prima di svenire fu uno solo.
Grazie,
Decimo.