***** Black Star
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La vera felicità
Il
sole era sorto da poco, qualche piccolo raggio filtrava
debolmente all'interno della stanza fredda, solleticando appena il volto del
ragazzo ancora addormentato, destandolo dal suo dolce sonno.
Le
palpebre si aprirono lentamente e i suoi occhi cercarono di focalizzare
ciò che gli stava attorno.
Ancora
stordito e disorientato, il suo sguardo si spostò in direzione della
figura che placidamente riposava accanto a se. Grande e
forte, dal corpo perfetto e muscoloso, con quel viso rilassato e dolce che
poggiava delicatamente sul candido cuscino e quei capelli corti, biondi di cui
poteva sentire il profumo. Era lui l'unica cosa che contava in quel
momento, l'unica persona per cui valeva la pena di
vivere e che per dieci anni non lo aveva mai abbandonato. Sorrise ripensando a
tutti i bei momenti che avevano trascorso insieme, poi con la sua piccola mano
affusolata gli accarezzò la guancia, avrebbe tanto
voluto poter fermare il tempo e invece era scivolato via senza che se ne
rendesse conto, molte cose erano cambiate, ma non i suoi sentimenti, anzi,
quelli erano diventati sempre più forti, qualcosa di più di una
semplice amicizia.
Forse
era scritto nel destino che i loro cuori si sarebbero incontrati, lo stesso
destino che ora ha in serbo per loro un futuro pieno di tristezza e solitudine,
contro cui non possono combattere, ma sono costretti
ad accettarlo passivamente. A quel pensiero un brivido lo
percorse - Perchè deve succedere,
perchè Lucciola? - pensò e istintivamente strinse il suo
compagno in un caldo abbraccio, non volle più staccarsi, aveva paura,
una paura che lo affliggeva ogni qual volta sentiva
avvicinarsi sempre più il giorno in cui ci sarebbe stata la cerimonia
del
giuramento.
Non voleva che succedesse, non voleva perdere se
stesso, non voleva perdere tutto, ma lo rattristava ancora di più il
fatto di dover perdere anche Lucciola, si, il suo fedele e dolce Lucciola, non
poter più essere libero di volergli bene, di amarlo, perchè il
destino era così crudele?
Si
strinse ancora di più contro di lui, poteva sentire distintamente le
pulsazioni del cuore e il suo respiro regolare, che piacevole
sensazione!
-
Lucciola non voglio dimenticarti, non voglio, tu sei
tutto per me, ti voglio troppo bene! -
due lacrime gli rigarono il viso, non riusciva
più a trattenersi e ben presto ne sgorgarono altre dai suoi occhi grigi.
- Eccellenza...
vostra Eccellenza Dio! -
il pianto si arrestò. Non si era neppure
accorto di aver pensato ad alta voce e di aver svegliato il
suo Lucciola.
Arrossì
preso da un forte imbarazzo e, staccatosi da lui
iniziò ad asciugarsi le lacrime
-
bu...buon giorno Lucciola... deve essermi entrato qualcosa negli occhi... è meglio che vada in
bagno a sciacquarli -
e senza aggiungere altro si apprestò a
scendere dal letto, ma la mano pronta e svelta del compagno afferrò il
suo polso impedendogli di andarsene
-
vostra Eccellenza Dio non dovreste piangere per me, io
che sono soltanto un umile servo e non ho diritto di essere amato da voi, la
vostra libertà è più importante! -
Dio
credeva che ormai Lucciola lo avesse capito di essere
molto più di un servo, di un amico, ma evidentemente non era così
e questo gli faceva ancora più male dei pensieri tristi che poco prima
lo affliggevano.
- Cre...cretino,
sei proprio uno stupido! Tu sei la mia libertà, la mia
vita, io non ti ho mai considerato un servo, io...ti voglio davvero
bene! -
Aveva
gli occhi lucidi e un nodo alla gola, non riusciva nemmeno più a
parlare, cercava di trattenere le lacrime che insistevano a voler uscire.
-
Mi perdoni sua Eccellenza, è solo che... - si interruppe
per un istante arrossendo lievemente - è solo
che io vi...vi voglio molto bene e non sopporto di vedervi piangere per causa
mia! -
Dio
non si aspettava una risposta simile, anzi, pensava che per tutto il tempo sarebbe regnato il silenzio rotto solo dai suoi singhiozzi.
Ancora non riusciva a crederci, il suo pianto si era improvvisamente placato e
i loro sguardi si erano incontrati, con sua grande
sorpresa notò che il volto di Lucciola si era imporporato ancora di
più, nonostante il suo sguardo vitreo si capiva che quella situazione
era molto imbarazzante per lui. Era davvero tenero in quello stato e la cosa
gli piaceva, un sorriso gli illuminò il viso e senza riuscire a
trattenersi scoppiò in una risata gaia
-
ah ah ah! Lucciola, da
quando sei così esplicito sui tuoi sentimenti? -
Il
viso del compagno avvampò. Era troppo divertente vederlo così
imbarazzato e quel gioco durò ancora per un po', poi gli si
avvicinò e sfiorò appena il suo orecchio con le morbide labbra
sussurrandogli - sei davvero carino, ti ringrazio!
-
A
quelle parole Lucciola sentì come un calore profondo venirgli
direttamente dal cuore, non sapeva cosa dire ne cosa
fare, ma era felice, tanto felice, ora lo sentiva davvero, loro erano nati per
stare insieme, per volersi bene e lui non lo avrebbe mai lasciato, non avrebbe
mai lasciato il SUO Dio.
Timidamente
poggiò le labbra sulle sue e cercò di prolungare il più
possibile tutte le sensazioni che in quel momento gli avevano invaso la mente e
il corpo. Anche il compagno ricambiò e ben
presto iniziarono a baciarsi con passione. Ora lui era più tranquillo e
i pensieri di paura lo avevano ormai abbandonato, stare accanto a Lucciola lo
rendeva felice, davvero tanto felice, si, lui era la
sua vera felicità e lo sarebbe stato sino alla fine.
Sembrava
quasi che il tempo si fosse fermato, ora erano loro due da soli, l'uno per
l'altro a consumarsi nel loro amore, nella loro vera felicità!
the end