Serie TV > Distretto di polizia
Ricorda la storia  |      
Autore: Lilly_93    27/12/2010    2 recensioni
Elena si è trasferita a Genova con Davide, ma la sua vita ormai è diventata piatta e monotona. Il matrimonio di Raffaele la porterà a rivedere Alessandro Berti, l'unico amore della sua vita, mai dimenticato.
Ma per lui sarà stato lo stesso?
Una storia post Distretto di Polizia 9.
Genere: Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Verso il the bollente nella tazza, aggiungo una fetta di limone e un cucchiaino di zucchero e mi accuccio sul divano, coprendomi con una coperta.
Fuori tira vento e fa freddo e io sono contenta che oggi sia il mio giorno libero. Se mi affaccio alla finestra posso vedere le navi attraccate al molo del porto, in attesa di partire per chissà dove.
E' molto carina Genova, anche se piuttosto ventosa. Ritornarci è stata la scelta migliore.
Sorseggio il mio the lentamente, godendomi il silenzio e la pace che c'è in casa.
Finisco di bere, metto la tazza nel lavandino e appoggio la testa al bracciolo del divano. Sospiro e chiudo gli occhi, rilassando ogni muscolo del mio corpo. Si, un pisolino è proprio quello che ci vuole. Scivolo in un piacevole dormiveglia, quando vengo improvvisamente risvegliata dallo squillo del mio cellullare.
Sbuffo infastidita: perchè non l'ho spento? In un primo momento decido di ignorarlo coprendomi le orecchie con un cuscino e cercando di riaddormentarmi, ma chi mi sta chiamando è molto insistente. Dopo il decimo squillo capisco che forse è meglio rispondere.
-Pronto?- sussurro soffocando uno sbadiglio.
-Aho ma che t'ho svegliato? Sono le quattro del pomeriggio!-
-Ciao Raffa! Tranquillo, non fa niente! Come stai?-
-Io bene, grazie. Tu piuttosto, come te la passi?-
-Sto bene qui a Genova con Davide. Avevo proprio bisogno di una svolta- dico sapendo benissimo di mentire non solo a Raffaele, ma anche a me stessa.
-Sono contento. Senti, ti ho chiamata per darti una bella notizia...-
-Antonella è incinta?- grido senza lasciargli il tempo di finire.
Dall'altro capo del telefono Raffaele sbuffa.-Ele fammi parlare, invece di sparare a caso...-
Scoppio a ridere.-Scusa Raffa. Giuro, sto zitta-
-Anto voleva mandarti un invito ma mi è sembrato più giusto chiamarti... ci sposiamo!-
-Sono contenta, congratulazioni!- gli dico sorridendo appena.
Sono tutti felici... tranne io.
Sono tutti riusciti a trovare il loro lieto fine con la persona amata... tranne io.
-Allora, a quando le nozze?- gli chiedo cercando di reprimere la maliconia che mi ha assalito.
-Fra due settimane. Naturalmente tu e Davide siete invitati-
-Verremo senz'altro. E poi sarà una buona occasione per trovarci tutti insieme, dopo tanto tempo. Hai già chiamato gli altri?-
-Certo, ci saranno tutti. Anna e Luca con la piccola Chiara, Vittoria e Giuseppe con Nina, Ugo con Sofia e Antonio con Veronica-
-Non vedo l'ora di rivedervi! Mi mancate da morire!- esclamo mentre prendo un bicchiere dalla credenza per bere.
-Lo dici a me! Ah dimenticavo, poco fa ho avuto la conferma che verrà anche Alessandro, direttamente dall'America-
Il bicchiere mi scivola dalle mani, finendo a terra con un gran tonfo. Osservo il vetro rompersi in mille pezzi, incapace di muovermi.
-Elena ci sei?-
-Si,ci sono...- sussurro a Raffaele
-Ele ora vado, ti chiamo tra qualche giorno per comunicarti l'ora esatta, d'accordo?-
-Si Raffa, ciao-
Faccio un respiro profondo, poi un altro e un altro ancora. Mi tremano le mani.
Raccolgo qualche vetro da terra e lo stringo forte nel pugno, fino a farmi male: ritorno lucida solo quando inizio a sanguinare.
"Che c***o stai facendo,Elena?" penso mentre smonto l'armadietto dei medicinali alla ricerca del disinfettante. Ringraziando la mia buona stella la ferita è superficiale.
Inizio a disinfettare il taglio quando sento la serratura della porta scattare.
-Amore che succede?- mi domanda Davide mettendomi una mano sul fianco e osservano la ferita.
-Ho rotto un bicchiere e mi sono tagliata, non è niente- sorrido per rassicurarlo.
-Aspetta, faccio io- dice prendendo un pezzo di cotone.
Oddio,a volte è così fastidiosamente protettivo e assillante! Mi opprime con tutte le sue premure, mi fa sentire una bambina piccola!
-No Davide ce la faccio da sola, tranquillo!-
Mi scanso da lui forse troppo bruscamente perchè se ne va senza dire una parola. Al diavolo Davide, ho altre cose di cui preoccuparmi.
Finisco di medicare la ferita, vado in camera da letto e spalanco l'armadio. Tiro fuori abiti su abiti, fino a che non trovo quello desiderato. Era in un angolo, l'avevo completamente dimenticato. Apprendo con soddisfazione che il vestito rosa scuro mi sta ancora bene, nonostante siano passati più di due anni dall'ultima volta che l'ho indossato, esattamente dal non-matrimonio di Anna e Carlo. Ripercorro con la memoria quel giorno, appartenente ad un'epoca ormai lontana.
-Sei bellissima-
La voce di Davide mi riporta bruscamente alla realtà.
-Come mai sei vestita così?-
-Raffaele ci ha invitati al suo matrimonio, fra due settimane- dico a mò di spiegazione.
-Ah, sono contento per loro!-
-Si, anche io.Sono proprio una bella coppia! E poi il loro matrimonio è anche un'occasione per fare una bella rimpatriata!-
-Chi verrà?-
-Anna e Luca con Chiara e Abel, Vittoria,Giuseppe e Nina, Ugo e Sofia, Antonio con Veronica e... Alessandro- concludo con un sospiro, sperando che Davide non abbia notato la breve pausa che ho fatto prima di pronunciare l'ultimo nome.
-Alessandro? E chi è?-
-E' un nostro collega che si è trasferito in America, poco prima che tu venissi a Roma- dico sbrigativa.-Ora mi cambio e poi preparo la cena-
Come tutte le sere mangiamo in silenzio: l'unico rumore che si sente è quello delle posate che sbattono sui piatti.
E' un anno che ci siamo trasferiti a Genova e all'inizio sembrava andasse tutto bene. I nuovi colleghi sono stati subito molto cordiali con me, con Davide sembrava procedere tutto nel migliore dei modi e io mi sentivo molto più serena di quando ero a Roma.
Dopo la partenza di Anna, Luca ha capito di non poter vivere senza di lei e così si è fatto trasferire a Trieste. Il risultato è stata Chiara, una bellissima bambina di cinque mesi. Io però sono rimasta sola, senza i miei due migliori amici e con i fantasmi del passato che ancora mi tormentavano, e quando Davide mi ha proposto di tornare nella città dove ci siamo conosciuti ho accettato subito.
Sono stata una stupida a credere di poter essere felice con un uomo con cui ci avevo già provato ma non aveva funzionato.
Come vorrei poter tornare indietro...
-Allora, come è andata al lavoro?- chiedo per spezzare quel silenzio imbarazzante.
-Come al solito-
Ecco, è sempre così. Ci sono dei momenti in cui sembra che mi ami alla follia mentre altre volte è freddo, distante.
Sparecchio e lavo i piatti, mentre Davide si sdraia sul divano e accende la tv. Proprio come ogni sera,io vado a letto mentre lui rimane in soggiorno a vedere i programmi sportivi che gli piacciono tanto.
Stasera non riesco a leggere, ho la mente da tutt'altra parte. Precisamente in America.
Sono questi i momenti in cui vorrei avere Anna vicino a me. Se fosse con me mi sfogherei con lei: le direi che la mia storia con Davide va malissimo, che anche se sono fuggita da Roma non ho mai smesso di amare Alessandro e che ho paura di rivederlo perchè so che questa volta non saprei resistere ai suoi grandi occhi verdi.
Ma Anna non è con me e io non posso sfogarmi con nessuno.
Spengo la luce e mi copro con il lenzuolo. Solitamente aspetto che Davide venga a letto prima di addormentarmi, per dargli la buonanotte, ma sono stufa di fingere che va tutto bene. Chiudo gli occhi e cullata dalle voci della televisione che provengono dal soggiorno mi addormento, con il viso di Alessandro come ultima immagine davanti agli occhi.


Due settimane dopo

-Mamma mia che viaggio!-
Davide sbuffa posando le valigie a terra.
-Da quanto tempo è che non torniamo qua?- mi chiede guardandosi intorno.
-Più o meno un anno. Vabbè senti, dammi una mano a disfare le valigie che tra un'ora abbiamo appuntamente con Luca e Anna-
Domani si sposa Raffaele, a Terracina, e per l'occasione io, Davide, Anna e Luca abbiamo deciso di tornare a Roma per una quindicina di giorni.
Ci voleva questa vacanza. Metto a posto gli abiti nell'armadio della mia camera da letto, lasciando fuori solo quello che indosserò alla cerimonia.
Mi è mancata questa casa. Quando ce ne siamo andati Davide mi ha proposto di venderla ma non me la sono sentita. Lì dentro ho passato uno dei periodi più duri della mia vita. Ho dovuto affrontare prima la morte di Irene, la mia migliore amica appena ritrovata ma che il destino mi ha subito portato via e poi quella di Marco, mio fratello. Ma non solo: mi sono trovata di fronte al sentimento più potente, a quel sentimento a cui avevo giurato di stare lontana per non soffrire più. Mi sono innamorata dell'uomo di Irene, mi sono odiata con tutta me stessa per questo e ho provato a dimenticarlo, a vederlo solo come un amico ma non ce l'ho fatta. E così l'ho lasciato andare via senza dire niente, forse per paura di un rifiuto. Per paura di soffrire ancora di più.
Abbiamo appuntamento con Anna e Luca davanti al X tuscolano. Osservo l'entrata del distretto con malinconia. Avevamo giurato di non dividerci mai, di rimanere sempre uniti ma le nostre strade si sono separate. Luca è il commissario del distretto di Trieste, Anna fa la biologa marina e io sono l'ispettore capo del commissariato di Genova, dove Davide fa il PM. Questo pensiero mi intristisce nonostante so che, anche se viviamo in città diverse, la nostra amicizia è sempre più forte.
In lontananza vediamo arrivare Anna e Luca, insieme ai loro bambini.
Mi getto letteralmente sulla mia migliore amica, stringendola in un abbraccio che lei ricambia subito.
-Mi sei mancata, Annina!- le sussurro all'orecchio.
-Anche tu! Che bello rivederti!- mi dice con un sorriso a trentadue denti.
-Ciao zia!- esclama Abel saltandomi in braccio.
Dopo aver stritolato per bene anche lui e Luca mi chino sulla carrozzina di Chiara, che mi fissa con i suoi grandi occhioni marroni.
-Tesorino della zia!- le dico in tono smielato prendendola in braccio e sbaciucchiandola sulle guancie.
Davide, Luca e Abel iniziano a parlare di calcio, mentre io metto Chiara nella carrozzina e prendo Anna sottobraccio.
-Mamma mia, come sono felice di rivederti-
Le schiocco un bacio sulla guancia.
-A chi lo dici, Ele! Mi sei mancata troppo! Come procedono le cose?-
Alzo le spalle, abbassando la voce.-Insomma... non è che vada proprio così bene con Davide...-
Mi guarda preoccupata.-Che succede?-
-Non lo so nemmeno io... negli ultimi tempi è sempre più distante. Credo proprio che l'amore sia finito, da parte di tutti e due-
Anna sospira.-Ele, ti ricordi di quello che ti ho detto quando mi hai comunicato di volerti trasferire a Genova con Davide?-
-Certo che me lo ricordo. Mi hai detto che dovevo pensarci bene, che non dovevo essere impulsiva...-
-E tu invece hai fatto l'esatto opposto. E adesso guarda come è finita...-
-Lo so, dovevo darti retta. Ma capiscimi Anna, dopo la partenza di Luca mi sono sentita terribilmente sola. Non aveva senso rimanere qui-
Rimaniamo in silenzio entrambe, osservando gli sbadigli di Chiara che si sta per addormentare.
-Vabbè, basta parlare di me. Tu come stai?- dico cercando di sollevare l'atmosfera.
Anna sorride, con un espressione sognante e gli occhi che le brillano.-Mi sento quasi in colpa a dirlo, però sono così felice! Il lavoro va benissimo,a nche se non ti nascondo che la polizia mi manca un pò. Ma la mia vera gioia è la famiglia: non sai Luca come è affettuoso con Abel e Chiara! E' un papà bravissimo-
E' bello vederla così raggiante: si è meritata tutta questa felicità.
Ci diamo appuntamento per questa sera a casa mia,per una serata solo tra donne. Per fortuna riesco a convincere Davide ad andare da Luca, in modo che possiamo rimanere sole a scambiarci confidenze come ai vecchi tempi.
-Non ricordavo cucinassi così bene!- mi dice Anna, mentre ci sediamo sul divano.
-E io non ricordavo che tu mangiassi così tanto!Hai finito tutto quello che ho preparato!-
-E' colpa della tua buona cucina! E così addio dieta per perdere i chili presi durante la gravidanza!-
-Ma smettila che sempre magrissima e bellissima!- le dico scompigliandole i capelli.
-Grazie, anche tu sei uno splendore. Anche se hai una faccia che non mi convince... e non credo che c'entri solo Davide-
-Certo che tu mi capisci al volo, eh?-
-Non a caso sono la tua migliore amica. Ti conosco talmente bene che sono sicura di sapere il motivo del tuo umore. Per caso ha a che fare con un certo ragazzo di nome Alessandro Berti?-
-Indovinato...-
-Ehi...- Anna mi accarezza una guancia.-Non essere così triste! Dovresti essere contenta di rivederlo!-
-Ma io sono contenta, anzi contentissima! Il fatto è che ho paura di come reagirò quando me lo troverò davanti. Anna, io non ho mai smesso di amare Alessandro, nemmeno quando ho deciso di dare una seconda possibilità a Davide, nemmeno quando ho accettato di trasferirmi con lui a Genova. Davide è stato solo un modo per dimostrare a me stessa che potevo essere felice anche senza Alessandro. Peccato che non ha funzionato...-
-Che ne sai, magari domani lo rivedi e ti accorgi che non sei più innamorata di lui e...-
-Oppure domani lo rivedo e capisco che non ho mai smesso di amarlo e che ho fatto una cavolata a tornare con Davide-
-Sono tornato!- urla Davide, chiudendo la porta.
Io e Anna ci scambiamo un'occhiata allarmata. "Ti prego, fa che non abbia sentito!" prego tra me e me.
-Ciao amore- Davide mi da un bacio sulla guancia.-Allora, come è andata la serata?-
A giudicare dal suo umore, non ha sentito niente. Io e Anna tiriamo un sospiro di sollievo.

La mattina dopo vengo svegliata dai raggi del sole. Metto una mano davanti agli occhi per ripararmi dalla luce e guardo l'orologio: è ora di alzarmi.
Sul tavolo della cucina trovo un biglietto di Davide: Sono sceso a comprare le sigarette, torno fra poco.
Preparo il caffè per lui e il the per me, voglio rimanere leggera visto che probabilmente al matrimonio mangerò molto.
Al matrimonio.
Mi gira la testa. Mi aggrappo al bancone della cucina per non cadere. Devo solo mantenere la calma.
"Sarà facile, Elena. Tu lo saluti, lui ti saluta e stop, fine della storia. E' inutile che ti fai tante paranoie"
I miei penosi tentativi di autoconvincermi che andrà tutto bene vengono interrotti dal ritorno di Davide.
-Elena ti ho portato il cornetto alla crema, proprio come piace a te-
Mi porge sorridendo il sacchetto, che prendo e poso con malgarbo sul tavolo.
-Ma che ti è venuto in mente? Secondo te posso fare colazione proprio oggi che mangerò tantissimo al matrimonio?-
Davide mi guarda sconcertato.
-Ma amore, io volevo solo farti un piacere...-
-Un piacere? No, non mi hai fatto un piacere!- urlo fuori di me.
Entro in bagno e mi chiudo la porta alle spalle, sedendomi sul pavimento freddo.
Ok, forse ho esagerato un pò. In fondo Davide voleva solo essere carino con me, peccato che ha sbagliato giorno. Sono troppo tesa e nervosa. Quando sono certa di aver riacquistato un briciolo di calma esco dal bagno e a momenti non vado a sbattere contro Davide.
-Va tutto bene?-
Sospiro e gli accarezzo una guancia.-Scusami, non volevo comportarmi così. Sono solo un pò nervosa...-
Davide mi abbraccia.-Tranquilla amore, non fa niente. Capita a tutti una giornata storta. Dai, adesso vai a prepararti che tra poco Anna e Luca saranno qui-
Infilo l'abito rosa e le scarpe abbinate, mi trucco leggermente e mi pettino, lasciando i capelli sciolti sulle spalle.
Anna e Luca arrivano puntuali così, dopo esserci salutati,partiamo alla volta di Terracina.
In macchina accendo la radio per cercare di soffocare i miei pensieri.

Le cose non vanno mai come credi
un'altra notte ti svegli e ti chiedi
se hai sbagliato per quella promessa
se hai mentito per una carezza

Le note della canzone di Giorgia risuonano nell'auto. E' la mia preferita.

Per questo viaggio ci vuole coraggio
per questo amore pieghiamo il destino
ti resto accanto su questo cammino
però ti prego tu dammi la mano

Quelle parole sembrano scritte apposta per me e per Alessandro. In fondo,ciò che ci è mancato è stato solo il coraggio. Ho accusato Ale di aver paura di ricominciare ma io non sono stata da meno. L'ho fatto partire senza nemmeno provare a fermarlo, a rivelargli i miei sentimenti e questo solo perchè anche io, proprio come lui, ho avuto paura di ricominciare ad amare, di soffrire di nuovo.

E tutto quello che è stato è già stato
lo metteremo nel nostro passato

Non è possibile che tra tutte le canzoni sia passata alla radio proprio questa, che mi ricorda lui. E meno male che ho messo la musica per evitare di pensare! Spengo la radio sbuffando, sotto lo sguardo stupito di Davide.
-Perchè hai spento? Di solito ti piace ascoltare la musica durante i viaggi-
-Oggi voglio stare un pò in silenzio, provo a dormire-
Mi rilasso sperando di addormentarmi davvero e concedermi qualche momento di pace. Guardo fuori dal finestrino e osservo il paesaggio scorrere, fino a che questo non diventa una grande macchia scura e confusa e io chiudo gli occhi, esausta.
-Elena tesoro, siamo arrivati-
Apro gli occhi, socchiudendoli per abituarmi alla luce. Il viso di Davide è la prima cosa che vedo: dietro di lui c'è una chiesetta piccola ma carina.
-Ma che mi sono addormentata?-
-Eh già, eri proprio stanca. Dai vieni che c'è qualcuno che ti vuole salutare-
Scendo dalla macchina e vedo Anna e Luca chiacchierare con Vittoria, Giuseppe, Ugo, Sofia, Antonio e Veronica. Li saluto con un abbraccio affettuoso, mentre penso a quanto mi sono mancati in questo lungo anno lontana da Roma.
Pochi minuti dopo arriva Raffaele, con gli occhi lucidi e le mani tremanti. Dopo i soliti convenevoli tentiamo di calmarlo, ma lui è super agitato e l'unica cosa che vuole è vedere Antonella.
Non è l'unico ad essere in ansia.L ancio occhiate nervose lungo la strada sotto lo sguardo preoccupato di Anna, che mi viene vicino e mi prende per mano. Le sorrido debolmente per tranquillizzarla, mentre si sente da lontano il rumore di un auto in arrivo.
La macchina svolta e parcheggia vicino alle altre automobili. Ha i finestrini oscurati e non riesco a guardare dentro, ma la targa è americana. Non ci sono dubbi, è lui.
Come al rallentatore,v edo la portiera aprirsi e Alessandro scendere dalla macchina.
E' assurda la sensazione che provo appena lo guardo: in fondo è strano quando sogni una persona per tanto tempo e all'improvviso te la trovi davanti.
Abbronzato è ancora più bello. Sorrido e faccio per andargli incontro, ma mi rendo subito conto che c'è qualcosa che non va.D alla macchina scende anche un'altra persona,più precisamente una donna. E' alta e magra, ha i capelli biondi e gli occhi azzurri ed è bellissima. Più bella di me. Alessandro la prende per mano con un gran sorriso.
Anna mi stringe forte la mano,sussurrandomi un poco convinto "magari è solo un'amica..." all'orecchio.
Io guardo attonita la scena, chiedendomi perchè mi sento come se mi si fosse spezzato il cuore.
Alessandro lascia la mano della ragazza e ci guarda. Sofferma il suo sguardo su di me e mi raggiunge.
-Elena...-
Mi butta le braccia al collo e io non posso far altro che abbracciarlo, anche se l'unica cosa che desidero è scappare via,lontano da tutto e da tutti, ma soprattutto lontano da lui.
Si stacca da me e senza guardarmi saluta gli altri, che lo investono di domande e di esclamazioni di gioia.
-Ragazzi questa è Meg- dice presentando la donna accanto a lui, che ci saluta con un sorriso ed un cenno del capo.
-E' italoamericana, l'ho conosciuta a New York e me ne sono innamorato. Ma non è finita qui: Meg è incinta!-
Sento il suo sguardo su di me mentre lo dice, ma rimango impietrita sul posto, incapace di fare qualsiasi cosa.
Tutti si affollano intorno ad lui per congratularsi mentre io non posso far altro che fissare i suoi occhi verdi e sperare che sia solo un brutto sogno. Ma il ventre leggermente arrotondato della ragazza conferma quella terribile realtà.
Provo a respirare ma l'aria rimane impigliata nella gola e io mi sento soffocare.
Sono stata una stupida. Ho dato per scontato che anche lui, proprio come me, stesse soffrendo e non ho tenuto conto del fatto che proprio come me anche lui poteva essersi rifatto una vita.
E' orribile vederlo così felice.
Qualcuno fa segno che è ora di entrare in chiesa. Lascio che la folla mi superi: solo Anna rimane accanto a me in silenzio, cingendomi le spalle con un braccio.
Tento di trattenere la lacrime e stranamente ce la faccio,riesco a non piangere. Sorrido alla mia migliore amica per tranquillizzarla ed entro in chiesa, prendendo posto accanto a Davide. Sono tutti felici e sorridenti: quel clima di festa mi fa sentire ancora più disperata.
Guardo Alessandro,seduto qualche panca avanti a me, baciarsi dolcemente con Meg e accarezzarle la pancia.
E mi sento morire.

E' brutto voler bene a una persona e vedere che è felice anche senza di te, mentre tu senza di lei fuori ridi, ma dentro muori.

  
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Distretto di polizia / Vai alla pagina dell'autore: Lilly_93