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Autore: niwhitesoul    29/12/2010    3 recensioni
Questa mattina ho scritto la mia prima fanfinction incentata sul rapporto tra Sasuke e Naruto, una relazione complessa che può sembrare labile, ma che in realtà non lo è. La loro grande forza interiore rende altrettanto forte il legame di amicizia che li unisce. Nel titolo ho associato Sas'ke ad un falco solitario che nei remoti meandri del suo cuore cerca amore, affetto, amicizia. Entrambi sono accomunati dalla solitudine di cui soffrono, grazie alla quale sono infine spronati a ritrovarsi.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Naruto/Sasuke
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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IL RICHIAMO DEL GIOVANE FALCO

 
 

Le rondini spiegavano le ali verso l’orizzonte, il silenzio regnava ovunque a Konoha mentre il sole sorgeva muto tra le ampie montagne verdeggianti e la luce diffusa dell’alba filtrava attraverso i vetri . In una stanza illuminata leggermente dal pallido chiarore del sole, con le gambe accovacciate al petto e il capo chino, Naruto sedeva sul pavimento freddo circondato da mura intrise di ricordi, di sangue sparso per sterminare un’intera stirpe il cui unico sopravvissuto era la persona più importante per lui. Dopo aver ucciso Itachi e Madara , Sasuke era ritornato a konoha, forse per placare il suo ennesimo desiderio di vendetta , forse per comprendere meglio il suo passato, forse per sprofondare in un’immensa e profonda voragine; l’unico elemento certo era il suo cambiamento. Il giovane ragazzo vitale, forte, animato da coraggio e volontà, talvolta presuntuoso e violento che conosceva Naruto, si era smarrito in qualche antro nascosto e non riusciva più a trovare la strada di casa. Il Sasuke che Naruto aveva intavisto pochi giorni prima aveva uno sguardo spento, privato di qualunque emozione : non si scorgeva più neanche odio o vendetta; sembrava un burattino senza anima che si muoveva grazie all’intervento di un’altra entità. Naruto avrebbe voluto vedere i fili invisibili che lo manovravano per spezzarli e riavere l’amico di un tempo.  Tuttavia sapeva bene che ciò non era pienamente realizzabile, lo scorrere del tempo aveva lasciato evidenti tracce, forse perenni.  In quel momento non poteva fare altro che aspettarlo lì, in quella cosa dal giardino incolto e le stanze abbandonate dove pensava sarebbe tornato. Con il capo chino e gli occhi stanchi il ragazzo biondo disegnava cerchi concentrici sul pavimento con l’indice destro, aveva vegliato tutta la notte in attesa dell’amico pensando alle possibili reazioni di quest’ultimo nel vederlo.  Si poneva innumerevoli interrogativi, cercava di simulare nella sua mente un dialogo, una situazione, fin quando i suoi pensieri furono interrotti dal canto di una cicala che probabilmente richiamava i suoi piccoli al nido. Quest’immagine gli procurò una sensazione di infinita tenerezza, nonché di sicurezza e ospitalità. Si chiese se anche un giovane falco solitario desidera un richiamo nel profondo del suo cuore. Dopo il canto nuovamente pensieri, silenzio, stanchezza, tristezza, silenzio, agitazione, poi alcuni passi e inquietudine.
Naruto si voltò di scatto e vide profonde iridi nere incrociarsi con le sue chiare e sconvolgerle come la pioggia turba il cielo limpido, la tempesta il mare calmo. Inginocchiato accanto a lui c’era Sasuke  ed era così reale da non poter essere confuso con il frutto di un’illusione, una mera chimera. Forse per la stanchezza Naruto non si era accorto di quando l’amico fosse entrato. Avrebbe voluto abbracciarlo per la felicità, ma probabilmente sarebbe stato respinto, cacciato, così rimase in silenzio dimenticando tutte le possibili conversazioni a cui aveva pensato. Erano l’uno di fronte all’altro, di nuovo dopo tanto tempo, ma entrambi cambiati, avviliti da differenti stanchezze. Naruto non riuscendo più a sostenere lo sguardo fisso e penetrante di Sasuke nascose il viso tra le mani e fu scosso da tremore quando l’amico gli posò inaspettatamente la mano sul capo. “ Cos’è, sei venuto a commiserare i morti testa quadra? Se ci tenevi tanto potevi andare al cimitero.”
Naruto dopo aver deglutito e assimilato la voce di Sas’ke che non sentiva da tempo, si scoprì il viso e toccò la sua mano per testare che fosse davvero reale. “ Tu però non sei morto!”
Sasuke levò lo sguardo al cielo, oltre i vetri della finestra.
“ Tu non sei morto vero? Rispondimi Sasuke!”
Naruto si avvicinò al ragazzo scrollandogli le spalle e continuando a ripetere “ Sei ancora vivo dentro no? Dimmelo forza”.
 “ Vivo…cosa significa essere vivi? Cosa mi è rimasto? Nulla a parte queste quattro mura”.
“ Stupido, ci siamo io, Sakura, o forse non ti bastiamo, non siamo alla tua altezza?” urlò Naruto adirato.
“ Perché sei venuto qui?”
“ Come perché! Per vedere te”
“ Beh, nessuno te l'ha chiesto quindi…”
“ Mi stai chiedendo di andarmene?”
“ Forse non mi sono spiegato bene,  non te lo sto chiedendo ma…” Sasuke si interruppe vedendo Naruto alzarsi in lacrime.
“ Perché non capisci stupido? Hai sempre fatto di testa tua , non hai mai lasciato che alcuno entrasse nel tuo mondo cupo, solitario, intriso di dolore; ma non sei l’unico a soffrire. Non lo sei, tu sei solo…” Sasuke raggiunse Naruto e lo abbracciò soffocandogli le lacrime nel bianco yukata.
“ uno stupido” disse il ragazzo biondo a bassa voce.
“ E tu sei e rimarrai una testa quadra. Perché non mi lasci in pace nel mio “mondo” come lo chiami tu?”
“ Non ti lascerò mai perire da solo nel dolore, perché il tuo mondo è anche il mio!”                  
 
               
 
  
 

   
 
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