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Autore: Alice_Alyss    01/01/2011    3 recensioni
Amy e Shadow sono due ragazze in cerca di loro stesse. Non ricordano nulla del loro passato e delle loro famiglie, ma per qualche inspiegabile ragione sono connesse in modo particolare da un ciondolo. In una delle loro avventure faranno la conoscenza della misteriosa organizzazione Pandora, che vuole il loro aiuto a tutti i costi a causa di un misterioso avvenimento...
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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L'anima tace.
E quando parla,
parla in sogno.
~ Louise Gluck, " Bambino che grida "




Amy's POV

Non avevo idea del perchè,ma correvano. Correvano come se fosse la loro unica speranza di uscire da lì,da quel mattatoio,dove ebbe inizio la tragedia. I loro vestiti le facevano inciampare,avevano il fiato grosso per la corsa.

Stavano scappando.

L'odore di sangue era insopportabile,il fumo bruciava i loro occhi già pieni di lacrime e di disperazione. Ma nonostante tutto continuavano a scappare,apparentemente senza una meta,tra le grandi e maestose sale che un tempo presentavano il palazzo come uno dei più eleganti al mondo,ormai rovinato dal fuoco che le divorava.

Attraversarono un piccolo arco a posto al centro del Salone nobiliare,ma invece di usare la porta sulla sinistra che dava sulle Cucine,svoltarono a destra,cercando di aprire una porticina ancora più piccola che dava...bè verso l'ignoto.

Chissà come e chissà perchè, proprio in quel momento,un rumore terribile,come un grido strozzato,un sordo rimbombo,le fece voltare di scatto ma dietro di loro non c'era nessuno. Il rumore si propagò a lungo,per quella che sembrava un'eternità.Non si fermò neanche quando la terra si mosse.Un violento terremoto. Ecco cos'era. Sembrava che facesse crollare le pareti,sembrava che facesse aumentare gli urli e i gemiti degli ospiti, sebbene oramai tutti morti. Io non distinguevo bene la fonte di quel suono,ma evidentemente le due fuggitive lo riconoscevano. Si misero ad armeggiare ancora più freneticamente sulla serratura della porticina fino a quando,dopo un terribile schianto,tutto sembrò crollare per davvero. Ogni muro,ogni parete,ogni mobile o decorazione venne inghiottito dalla terra senza pietà,lasciando nel mio cuore uno stranissimo senso di oppressione.

< Amy...Amy... > Qualcuno mi chiamava,ma non riuscivo a percepire chi. < Amy....Amy! > SLAP! Una vigorosa manata sulla guancia sinistra mi fece destare dal mio sogno,madida di sudore.

La mia padrona,la signorina Nightray,mi lanciò un'occhiata severa. < Siamo quasi arrivate >

Non osavo chiedere dove.

Anche se prepotente,la signorina Vanessa Nightray era una ragazza forte e particolare,dotata di un gran cuore e di sfavillanti sorrisi nelle rare occasioni in cui li mostrava. La verità è che Vanessa fu la mia prima vera amica. Certo,era permalosa e suscettibile,esattamente come i suoi fratelli,ma non aveva mai esitato a darmi una mano nei momenti più difficili.

Sono stata ritrovata svenuta e ferita su un marciapiede poco distante dalla residenza dei duchi Nightray qualche tempo fa e la signorina Vanessa e il signorino Elliot furono i primi a non essermi ostili. Mi accolsero in casa come una sorella,a patto che,ovviamente,li facessi giocare a qualsiasi cosa loro volessero. Sono stata in seguito " adottata " come dama di compagnia della signorina. In un certo senso lei rappresentava per me tutto quello che non ero e per questo la consideravo un po' come il mio idolo. Alta,slanciata,si muoveva sempre con una tale grazia che avrebbe fatto impallidire presino una gazzella. A quel tempo Vanessa Nightray era una persona dinamica e attiva,o per lo meno viva. Mi costringeva ogni pomeriggio a cacciare il naso fuori dal mio inseparabile taccuino su cui annotavo di tutto,da semplici a appunti a poesie,e fare insieme a lei lunghissime passeggiate nei posti più assurdi e allucinanti.

In quale strano luogo ci avrebbe portato il grasso cocchiere che guidava la carrozza di famiglia quel giorno? Per quanto cerchi di scavare nella mia memoria l'unico dettaglio certo (per quanto improbabile mi sembrasse allora) sono due occhi scuri,tra il nero e il viola,già scrutati tra la follache si accalcava sotto la finestra della carrozza per le vie del paese. All'inizio di quel tragico momento non avrei mai pensato che quegli occhi scuri avrebbero portato più guai di quello che ci si sarebbe mai aspettato ,fino a quando un terribile sussulto  fece fermare di botto la carrozza e,tra le urla arrabbiate del cocchiere e lo sguardo perso della mia signora,li rividi.Fui afferrata da un braccio snello e muscoloso,per quanto agile e grazioso come quello di una donna o più precisamente di una ragazzina,all'incirca della mia età. Quella fu l'ultima volta in cui vidi Vanessa,prima di battere le testa e sentirmi trascinare via da quelle braccia,fuori dalla carrozza ,verso il destino che tanto mi aveva atteso.



  
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