Fanfic su artisti musicali > Tokio Hotel
Ricorda la storia  |      
Autore: lady_cocca    03/01/2011    1 recensioni
Dal momento in cui siamo riusciti a farci conoscere a livello nazionale, ho cominciato, con qualche difficoltà, a recitare la parte del Dio del sesso che i produttori mi hanno cucito addosso, fino a quando ho imparato a conoscere il mio personaggio pubblico e, in un certo senso, ad identificarmi con esso a tal punto che alcune volte capita che nemmeno io riesca a distinguere Tom Kaulitz da Tom. E allora penso che, forse, Tom Kaulitz è sempre esistito in me e che lui non è solo una parte di me, ma è il vero me, è il vero Tom. Altre volte, invece, mi travolge un profondo senso di irritazione e mi chiedo se le fan capiscono, se percepiscono quanto Tom Kaulitz sia così abissalmente diverso da Tom.
Storia terza classificata al "Geppi Cucciari Contest -E le paperette?!" di Prisca Turazzi
Genere: Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bill Kaulitz, Georg Listing, Gustav Schäfer, Tom Kaulitz
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

In the pantomime



Inside my heart is breaking
My make-up may be flaking
But my smile still stays on […]
Outside the dawn is breaking
But inside, in the dark, I'm aching to be free
(The show must go on – Queen)

Oggi sono stato il primo a lasciare la propria stanza, nonostante siano appena le otto e questa notte siamo rientrati in hotel alle quattro passate, di ritorno da un party tenutosi appena fuori città in un locale frequentato prevalentemente dall'alta società parigina e, a quanto ci è stato detto, eletto da molti vip di fama internazionale a meta obbligatoria per i loro divertimenti serali durante i soggiorni in Francia. Né la stanchezza né la consapevolezza dell'imminente inizio di una nuova giornata ricca di impegni mi hanno però permesso di chiudere occhio.

Mentre fissavo il buio intorno a me, rischiarato a tratti dalla luce dei lampioni che penetrava attraverso le tende, non potevo fare a meno di pensare che quel soffitto, quel letto, quelle pareti, quella stanza, io li avevo già visti nelle centinaia di identiche camere di hotel che ci avevano ospitato.
Quella in cui mi trovavo era una qualunque suite di un albergo a cinque stelle, come tante altre in cui avevo già passato le mie notti, a volte in compagnia di una bella ragazza, altre, invece, troppo stanco per fare altro che non fosse lasciarmi cadere esausto sul letto e dormire fino al giorno dopo.
 
Quando ancora non ero famoso, non capivo come potessero molte celebrità lamentarsi della loro vita, fatta di lusso, feste esclusive, premiazioni e viaggi in tutto il mondo, ospiti di nazioni che credevo non avrei mai potuto visitare. Li guardavo, incredulo, mentre si rovinavano la vita con l'alcool o la droga e li criticavo: dal mio punto di vista, il loro tenore di vita era quanto mai desiderabile.
Allora non capivo, perché solo quando lo provi sulla tua pelle, solo quando vivi questa vita, sai veramente cosa significhi essere una star. Quando non puoi uscire di casa senza essere assalito da paparazzi o fan e ti senti fragile, ma devi continuare ad apparire tranquillo e sereno, puoi avere un'idea precisa di ciò che sia il mondo dello showbiz.
Solo adesso so quanto grande sia lo schifo in questo ambiente, in cui l'ipocrisia regna incontrastata ed è pressoché impossibile rimanere se stessi.
Dal momento in cui siamo riusciti a farci conoscere a livello nazionale, ho cominciato, con qualche difficoltà, a recitare la parte del Dio del sesso che i produttori mi hanno cucito addosso, fino a quando ho imparato a conoscere il mio personaggio pubblico e, in un certo senso, ad identificarmi con esso a tal punto che alcune volte capita che nemmeno io riesca a distinguere Tom Kaulitz da Tom. E allora penso che, forse, Tom Kaulitz è sempre esistito in me e che lui non è solo una parte di me, ma è il vero me, è il vero Tom. Altre volte, invece, mi travolge un profondo senso di irritazione e mi chiedo se le fan capiscono, se percepiscono quanto Tom Kaulitz sia così abissalmente diverso da Tom.  

Il flusso dei miei pensieri viene interrotto dalla mano che qualcuno poggia sul mio braccio. Alzo lo sguardo.

“Ehi! È da un'ora che cerco di attirare la tua attenzione: si può sapere a cosa stai pensando di così serio da giustificare quell'espressione corrucciata?” indaga Natalie, accomodandosi di fronte a me con il suo vassoio  della colazione.

“A niente in particolare.” rispondo, scrollando le spalle.

Mi scruta attentamente in volto, addentando una fetta biscottata. “Lo sai che hai un aspetto davvero orrendo, stamattina?”

“Non dire stronzate, ti prego. Io sono sempre perfetto.” ribatto, girando il cucchiaino nella mia tazza di caffè.

“Lo saresti se dovessi recitare nella parte di un vampiro: quel colorito bianco cadavere che hai adesso sarebbe l'ideale. Purtroppo non è sicuramente l'effetto che vuole ottenere il fotografo, quindi temo che ciò che ti attende è una lunga sessione di trucco prima del photoshoot.”

“Quale photoshoot?” domando perplesso.

 “Quello che avete in programma per questa mattina: David ne parla da una settimana.” mi spiega.

“Ah, già.” mugugno, poco convinto.

Dopo qualche secondo di silenzio, scosta la sedia dal tavolo. “Scusami, ma ora devo proprio andare.”

“Ma sei qui da nemmeno due minuti.” osservo.

“Ho da fare.” si giustifica.

“Non vorrai lasciare lì tutta la Nutella.” indico il piccolo vasetto di Nutella ancora chiuso che ha lasciato sul tavolo.

“Devo preparare le ultime cose prima di raggiungervi sul set, perciò non posso proprio restare. E poi, si sa, la Nutella non perdona: sta tre minuti in bocca e tre anni nel culo, quindi se non ne mangio è meglio.”

“Allora la mangerò io, perché tanto il mio culo è perfetto.”

Lei mi saluta, sorridendo divertita, ed esce dalla sala ristorante. Io mi accomodo meglio sulla sedia e sbuffo.

***

Semi-sdraiato su una delle poltroncine di pelle della hall, attendo in silenzio l'arrivo dei ragazzi, che dovrebbero essere nelle loro camere a prepararsi, anche se sono piuttosto sicuro che Bill sia ancora beatamente immerso nel mondo dei sogni.

In quel momento sento il dlin dell'ascensore, dal quale escono Georg, con la faccia gonfia per il sonno, e  Gustav, che si trascina stancamente attraverso la hall con le mani infilate in tasca, entrambi preceduti da David, che comincia a passeggiare avanti e indietro.

Li saluto con un cenno del capo.

Gustav ricambia il gesto, mentre Georg mi ignora deliberatamente e si siede scompostamente sulla poltroncina accanto alla mia, portandosi una mano sul viso a coprirsi gli occhi.

“Buongiorno anche a te, David.”
Lui mi fulmina con lo sguardo. “Fai poco lo spiritoso! Stamattina mi hanno informato che l'intervista radiofonica è stata spostata alle undici e mezza, quindi ho dovuto anticipare anche il photoshoot, ma il fotografo che doveva occuparsi di voi aveva già un altro servizio, alle nove, perciò ho dovuto aumentare la cifra che gli avevamo offerto per convincerlo a ricevervi. Inoltre, se tuo fratello si alzasse, come non ho fatto altro che ripetergli negli ultimi dieci minuti, gliene sarei molto grato, perché contribuirebbe a migliorare almeno un pochino questa giornata del cazzo!”

Proprio in quel momento ci raggiunge Bill, che indossa un paio di occhiali da sole e ha i capelli raccolti in una coda.
Senza salutare, si dirige all'uscita e noi lo seguiamo svogliatamente. Capisco dalle dita bianche serrate attorno al Blackberry che David vorrebbe fare una sfuriata, se non altro per scaricare la tensione che ha accumulato in questi ultimi giorni, ma rimane in silenzio e si dirige con passo nervoso alla macchina parcheggiata davanti all'hotel.  

***

Deve essere trapelata in qualche modo l'informazione della location del set fotografico, perché quando siamo arrivati c'erano diverse fan ad attenderci fuori dallo studio. Le nostre guardie del copro sono fortunatamente riuscite a tenerle a bada e a scortarci all'interno senza troppi problemi.

Adesso siamo in camerino, in attesa delle truccatrici, mentre una gran quantità di tecnici e costumisti si affretta per il corridoio che si intravede dalla porta socchiusa.
Georg e Gustav stanno giocherellando distrattamente con i braccioli delle loro sedie, scambiandosi di tanto in tanto qualche parola appena sussurrata. Bill non fa altro che girare sulla sedia, assumendo una faccia inorridita ogniqualvolta che vede la propria immagine riflessa nello specchio di fronte a noi.

“Che palle!” sbotto.

“Già.” mi appoggia Georg.

“No, ma io dico seriamente. Mi sono davvero rotto il cazzo di questa situazione di merda!” insisto, animandomi.  

“Beh, anche io , cosa credi?”

“Se è per questo, io mi sono rotto il cazzo di questa situazione già da due anni.” interviene Bill con tono piatto, portandosi una ciocca di capelli dietro l'orecchio.

“Non era così che doveva andare.” soffio.

“Ti sbagli.” controbatte Gustav, guardandomi dritto negli occhi. “Noi siamo esattamente dove volevamo essere.”

“È vero, però non ci aspettavamo che facesse così schifo.”

“Perché siamo stati degli ingenui a credere che una volta arrivati in alto sarebbe stato tutto perfetto.”

Gustav ha ragione. Siamo stati ingenui, o meglio, non sapevamo.

“Ci avete mai pensato? Noi non potremmo essere da nessun'altra parte, perché la musica è la nostra vita e tutto il resto sono solo dei compromessi che dobbiamo accettare se vogliamo continuare a fare i musicisti. Dopotutto, cos'altro potremmo mai fare? Niente, perché la realtà è che, per quanto possiamo lamentarci, a noi va bene così. La musica è il nostro sogno. Punto.”

“Sei un fottuto saggio del cazzo, Georg.”

“E tu sei un fottuto del cazzo e basta, Tom.”

“Se non facessi il vocalist, io potrei fare il modello.” asserisce mio fratello.

“In questo momento non ti prenderebbe nessuno: hai un aspetto spaventoso.” lo punzecchia Gustav.

“Io sono sempre bello.” risponde Bill, indispettito.

“Sì, con mezzo chilo di trucco addosso.” rincaro la dose io.

“Ti ricordo che siamo gemelli, quindi se stai insinuando che sono brutto senza trucco, significa che lo sei anche tu.”

“No, perché in ogni coppia di gemelli c'è quello più bello dell'altro e nel nostro caso io sono appunto il più bello, nonché il più simpatico, il più divertente, il più intelligente e così via.”

“L'importante è esserne convinti, Tomi.”

“Infatti, sono convintissimo di quello che ho detto.”

“Gustav, non ti senti soffocare?” domanda Georg con un sorriso irriverente dipinto sul volto.  

“Sì, è l'ego di questi due che è troppo grande per poter essere contenuto da una sola stanza.”

Mentre tutti e quattro sorridiamo complici, entrano Natalie e altre tre ragazze.

“Bambini, è ora di rendervi presentabili prima del servizio.” annuncia la nostra truccatrice.

Per quanto possiamo lamentarci, a noi va bene così.


Note personali:
Ho scritto questa shot per il contest "[Geppi Cucciari Quotes] «E le paperette?!» indetto da Prisca Turazzi, classificandomi  terza su otto  partecipanti e ricevendo il premio speciale "Saggezza". L'argomento trattato è ben poco originale, dato che su Tom è già stato scritto di tutto e di più, ma cosa ci posso fare se quel ragazzo riesce a portarmi l'Ispirazione più degli altri tre messi insieme?! Maledetto lui!
Spero comunque che vi sia piaciuta e mi farebbe molto piacere riceve un vostro commento.
Martina  

Valutazione:

Correttezza grammaticale e sintattica - 9.5 : 10 punti. 
Gli errori sono dati in maggior parte dalla distrazione, ma per il resto va benissimo. Le frasi sono costruite in modo articolato, ma hai saputo gestire il gioco più volte. Il tuo è davvero un buon elaborato. Ciò che mi è dispiaciuto vedere (a parte le maiuscole subito dopo i dialoghi), è stato il fatto che inizialmente hai presentato la situazione in modo convincente e fluido, mentre, appena sono entrati in gioco i dialoghi, sei diventata sintetica fino all’estremo. Cerca di essere più omogenea e di presentare la scena non solo prima ma anche durante. 
Stile e lessico – 8.4 : 10 punti. 
Come anticipato nel punto precedente, hai questo problema dell’incostanza, purtroppo. Se tu mettessi lo stesso impegno anche durante i dialoghi, sono sicura che maturerai moltissimo il tuo stilo. Per quanto riguarda il lessico: è ottimo. Non ci sono vocaboli ripetuti o generici ed il linguaggio cerca di essere elaborato ma non incomprensibile. Ho trovato l’elaborato decisamente godibile, su questo punto. 
Originalità – 7.9 : 10 punti. 
Hai affrontato un tema molto comune in modo molto raffinato ed elegante. Mi piace come l’hai presentato e come i personaggi sono arrivati alla conclusione. Il ragionamento era lineare e giusto. Fin dall’inizio, hai presentato passo dopo passo l’evoluzione di un pensiero, fino ad arrivare ad una triste ma ovvia verità. Mi piace anche il fatto che hai utilizzato tutti i musicisti e che non ti è servito un intervento esterno (leggi: Peggy Sue). 
Caratterizzazione dei personaggi – 7.2 : 10 punti. 
Purtroppo, su questo hai peccato un poco. La descrizione di Tom Kaulitz è ottima, ma gli altri sono appena accennati. Inoltre, sei caduta nel classico affidando a Gustav e Georg dei ruoli di necessaria “saggezza”, diciamo. Anche Natalie e Jost non sono quasi delineati. Ti avrebbe aiutato l’omogeneità della descrizione. 
Attinenza alla consegna – 8.7 : 10 punti. 
La citazione appare e se ne va come è venuta, ma questo è un pregio, perché l’hai affrontata come è: una battuta. Di certo, Cucciari non ci aveva costruito un discorso, su questa frase, quindi hai solo mostrato la natura di essa. Non hai rovinato affatto la storia, che è continuata per il suo corso, per niente indebolita. Brava. 
Parere personale – 4.1 : 5 punti. 
Sei stata molto brava: hai costruito uno stralcio di vita definito, sapendo giocare con la citazione. Mi è piaciuta molto: se non fosse stato per quell’eterogeneità, avresti potuto avere un valore più alto. 
TOTALE – 45.8 : 55 punti. 
PREMIO SPECIALE : SAGGEZZA
 






   
 
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Tokio Hotel / Vai alla pagina dell'autore: lady_cocca