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Autore: Strega_Mogana    16/12/2005    3 recensioni
Quattro anni dopo la sconfitta di Caos e durante un apparete periodo di pace, una nuova minaccia arriva dal passato. Kirby e Strega_Mogana (alias Luana e Elena) sono liete di presentarvi la loro FF!
Genere: Malinconico, Romantico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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- Luce

- Luce? – fecero stupefatti Mamoru e Usagi guardando la bambina che lentamente si avvicinava alla madre.

- Vattene Luce!- urlò Haruna disperata – E’ pericoloso per te stare qui! Potresti farti male!

- Ho promesso di esser coraggiosa… io voglio salvare il mio papà!- fece lei osservando Zoldan.

- Ciao piccola peste. – fece il demone – Sono io il tuo papà!

- Non è vero! – urlò la piccola – Il mio papà è buono… tu sei solo la sua brutta copia.

Zoldan ghignò malefico.

- Brutta maleducata… ora ti insegno io prenderti gioco dei grandi…– aprì una mano e scagliò un raggio di luce nero verso Luce.

- NO! – urlò Haruna cercando di deviare il colpo ma Albharon la anticipò lanciandosi per proteggere la bambina con il suo corpo.

La magia lo colpì in pieno facendolo urlare dal dolore... una volta ne sarebbe uscito solo con qualche graffio ma ora... quel colpo gli era fatale.

- Albharon! – urlarono Sailor Moon e Tuxedo Kamen correndo verso l’uomo riverso a terra.

Haruna guardò Zoldan con occhi di fuoco.

- Raggio di ghiaccio...- urlò scandendo bene le parole – azione!

Lo scudo del demone si ruppe sotto quel colpo particolarmente forte, Zoldan fu colpito solo ad un braccio, nulla di serio o grave ma abbastanza per permettere alla donna di controllare le condizioni della sua bambina.

Intanto Mamoru e Usagi stavano inginocchiati vicino ad Albharon.

- E così finisce la vita di un giovane uomo pentito del suo passato. – mormorò l’ex cacciatore con un filo di voce mentre la vista diventava sfuocata - Luce sta bene? – chiese con gli occhi chiusi: era superfluo tenere aperti gl’occhi, non riusciva a mettere a fuoco le persone ed in più bruciavano. La fine era vicina…

- Luce sta bene… Non ti preoccupare… Tu cerca solo di non affaticarti inutilmente,- fece Usagi controllando le ferite – Albharon tutto si sistemerà... ti cureremo noi.

- Non importa, - tentò di sorridere alzando una mano verso Sailor Moon – ora la vedo sai?... la tua stella che brilla... la speranza che hai nel cuore.

Usagi strinse la mano dell’uomo mentre le lacrime le rigavano le guance pallide.

- Non sforzarti. – lo pregò – Dobbiamo fare la nostra chiacchierata ricordi? - cercò di tentarlo lei.

- Non credo che ne avremo il tempo...- mormorò l’altro un debole sorriso – anche se é durata poco la mia vita umana... sono contento.

La mano la stringeva Usagi scivolò a terra mentre Albharon chiudeva gli occhi e spirando con un sorriso quasi angelico.

- Non é giusto... – singhiozzò Usagi abbracciandolo – non é giusto...

- Perché ha portato qui Luce?- chiese Mamoru osservando la sorella che correva dalla bambina – Perché mettere a rischio la sua vita?

- Non lo so...- fece Usagi seguendo lo sguardo del marito.

Intento Haruna aveva scordato tutto, la battaglia, il dolore, Zoldan, perfino Mamoru... ora contava solo Luce.

- Luce, - mormorò preoccupata abbracciandola – cosa ci fai qui?

- Papà é venuto a trovarmi nella mia cameretta. – disse innocentemente la bambina – Ha detto che devo esser forte e che tu sconfiggerai quel cattivone. – continuò puntando il dito verso Zoldan che, nel frattempo, si stava rialzando con un braccio lievemente congelato.

- Il papà é venuto a trovarti?- ripeté Haruna sconvolta – Marcus ha recuperato gran parte del suo potere.

- Due al prezzo di uno...- sibilò crudelmente Zoldan – così la mia vendetta sarà perfetta! Cristallo fantasma... raggio nero... azione! 

Haruna sentì l’attacco di Zoldan ma non ebbe il tempo necessario per proteggersi con il Golden Crystal, l’unica cosa che fece fu quella di abbracciare Luce e proteggerla con il suo corpo, sentì un forte dolore, le urla di suo fratello: i suoi ultimi pensieri volarono a Marcus... poi solo buio e silenzio.

 

Marcus si guardava attorno in quel vuoto che lo circondava, rinchiuso in un angolo della sua stessa mente, non poteva fuggire, era troppo debole, aveva perso molte energie quando era riuscito a parlare con Luce.

Già la sua piccola bambina... quell’angelo che era riuscita a distinguere lui da quel mostro di Zoldan. Quando l’aveva abbracciata aveva sentito la sua forza, il suo immenso potere... il potere della madre.

Anche Haruna gli mancava da morire, avrebbe voluto abbracciala anche solo per un secondo, un veloce minuto, le avrebbe sussurrato dolcemente quando l’amasse e poi avrebbe anche potuto porre fine alla sua vita.

Aveva fiducia in Haruna... e sapeva che ce l’avrebbe fatta, ma aveva anche il terrore che il prezzo da pagare per salvarlo fosse troppo alto.

Una debole luce dorata perforò le tenebre che lo avvolgevano.

Si guardò attorno sospettoso mentre la luce si intensificava leggermente e lo avvolgeva come un caldo abbraccio.

- Marcus...- lo chiamò una voce dolce.

Il soldato fece un giro su se stesso cercando la persona che lo stava chiamando. Non c’era nessuno - Devo aver consumato troppa energia… sto avendo le allucinazioni - si disse scotendo la testa.

- Marcus...- la voce di prima lo chiamò nuovamente: sembrava che lo stessero cercando.

- Chi sei?- urlò l’altro – Fatti vedere! - temeva che fosse un trucco di Zoldan, quel demone era capace di tutto.

- Sono qui.

Marcus mise a fuoco le due figure bianche che gli stavano venendo incontro, quando le riconobbe sgranò gli occhi sorpreso.

- Haruna.... Luce...

La bambina corse verso il padre, Marcus la prese in braccio facendola volteggiare dolcemente.

Haruna si avvicinò al marito con un debole sorriso, accarezzo il volto del soldato con le lacrime agli occhi e poi gli sfiorò le labbra con un delicato e tenero bacio.

- Amore mio...- mormorò la donna abbracciandolo – quanto mi sei mancato. Siamo, di nuovo, tutti insieme.

- Come siete arrivate qui?- chiese lui entrando improvvisamente nel panico – Non sarete mica... morte?

Haruna scosse piano il capo.

- Non siamo morte... il Golden Crystal ci ha solo portato qui... devi ribellarti Marcus, altrimenti non posso salvarti. Devi indebolire Zoldan, confondilo ed io potrò strappare la sua anima dal tuo corpo.

- Sono debole Haruna. – sospirò l’uomo abbracciando la moglie e la figlia insieme – Ho sprecato molte energie prima... non credo di riuscire ad indebolirlo.

- Basta solo un istante di debolezza amore mio...- gli sussurrò Haruna con decisione ma anche con tanta dolcezza – un solo istante e io potrò salvarti.

- Aiutatemi voi a trovare la forza. – mormorò con un filo di voce Marcus chiudendo gli occhi.

Luce baciò il padre sulla guancia mentre Haruna tornava ad unire le sue labbra con quelle del suo sposo.

Marcus si sentì immediatamente rigenerato.

Quando riaprì gli occhi Haruna e Luce erano spariti ma quella sensazione no, si sentiva in forze, pronto per combattere contro qualsiasi demone.

- Zoldan! – urlò serrando i pugni – Ora combatti contro di me!

 

- HARUNA! – urlò Mamoru cercando la sorella con lo sguardo oltre la nube nera che si era alzata nel momento il cui il raggio colpì la donna, ma di lei nessuna traccia.

Ci fu un improvviso boato e la luce dorata del Golden Crystal diradò le tenebre, Mamoru scorse Haruna in piedi, tra le mani brillava e pulsava il Golden Crystal.

Con un gesto del capo Haruna disse a Luce di correre verso le guerriere Sailor, quando si assicurò che fosse al sicuro e ben protetta, si concentrò solo sul demone che le aveva distrutto la vita.

- Come diavolo hai fatto?- urlò Zoldan stupito da tutta la forza che aveva quella piccola donna – Dovresti esser morta!

Tuxedo Kamen osservò bene la sorella, Haruna era ferita, era affaticata e molto debole eppure continuava a lottare per salvare le persone che amava, proprio come faceva la sua Usako.

Avrebbe dovuto aiutarla ma sapeva che lei non glielo avrebbe mai permesso.

- Ora te lo dirò un’ultima volta...- fece lentamente Haruna con gli occhi chiusi e concentrando la poca energia che le era rimasta nel cristallo – libera Marcus e lascia il pianeta. Ti do la possibilità di continuare l’esistenza vagando nell’universo ma non osare mai più entrare nella mia vita.

La risata grottesca di Zoldan echeggiò nella città deserta.

- Sono io che ti avviso un’ultima volta, sposami o ucciderò te, tuo marito, tua figlia e tutte le guerriere Sailor.

In quel preciso istante l’esercito fantasma di Zoldan uscì dalla voragine che si era creata dove il suo servo aveva conficcato la spada. Le guerriere Sailor presero a combattere contro gli spettri mentre Mamoru portava in salvo la nipote.

- Luce...- fece piano accarezzandole i capelli neri – devi restare qui, non devi muoverti per nessuna ragione al mondo. Intesi?

La bambina annuì piano, poi posò una manina paffuta sul suo petto all’altezza del cuore.

- Aiuta la mia mamma, per favore.

Mamoru sgranò gli occhi e prese la mano della piccola.

- Tenterò. – le ripose scompigliandole i capelli – Tu resta qui.

- Mi sono stancata di giocare Zoldan!- urlò Haruna sollevando il Golden Crystal – Siamo giunti alla fine.

- Sono d’accordo. – annuì il demone – Noi...- ma si bloccò portandosi una mano al petto, Marcus... si stava ribellando...

Haruna sorrise e chiuse gli occhi... doveva solo concentrarsi...

Golden Crystal... dammi la forza... aiutami a sconfiggere il male... aiutami a salvare le persone che amo...

- Golden Crystal dammi il potere!

Il fascio dorato di luce partì dalle mani della donna, per quando Marcus stesse indebolendo le sue difese, Zoldan era ancora in grado di difendersi e contrattaccare e, purtroppo per Haruna, era ancora troppo forte per lei.

Ti prego Golden Crystal... non abbandonarmi ora... non voglio che la Terra venga distrutta da Zoldan. Non voglio che le persone che amo finiscano nei guai.

Mamoru si portò una mano al cuore... il suo Golden Crystal pulsava, sentiva lo sforzo di Haruna, sentiva le sue deboli energie contro quelle più forti di Zoldan, sola non ce l’avrebbe mai fatta.

- No...- mormorò mentre due lacrime solitarie scendevano lungo le sue guance- non posso permetterlo.

Una sola volta era apparso il suo Golden Crystal, ai tempi di Helios, quando voleva aiutare Usagi e Chibiusa a sconfiggere Nehellenia, ora sapeva che il suo posto era accanto alla sorella, non importava se era rischioso, lui aveva fiducia in lei e sapeva che non poteva succedergli niente.

- Appari Golden Crystal...- mormorò concentrandosi, tra le sue mani apparve il cristallo, ora si sentiva molto più potente, quasi invincibile.

- Mamo- Chan...- fece in quel momento Usagi venendogli vicino, aveva lo sguardo fisso sul suo Golden Crystal – cosa vuoi fare?

Mamoru si morse un labbro e accarezzò il volto di Usagi.

- Devo aiutarla...- mormorò piano – andrà tutto bene.

Usagi annuì ma la pena che le attanagliava il cuore era visibile.

- Ti prego... stai attento...

Annuì e si voltò verso Zoldan e Haruna che continuavano a combattere.

Haruna sentì il calore dell’altra metà del cristallo, aveva capito le intenzioni di Mamoru ma lei non poteva permetterlo, non doveva rischiare per lei... aveva la sua vita davanti. Si voltò cercando di fermarlo, di rassicuralo che poteva farcela benissimo, ben sapendo che era un’enorme bugia. Si sentiva debole e presto, molto presto, le sue difese sarebbero cadute lasciando Zoldan libero.

- Ti aiuto io. – fece Mamoru ormai al suo fianco, i suoi abiti erano quelli del principe Edimion – Non ti lascio sola questa volta.

- Ti prego Endimion...- sussurrò lei con uno sforzo – vattene... é rischioso.

- Te lo ripeto Haruna. – disse lui allungando la mano e mostrando il suo cristallo – Io non ti lascio sola… Non questa volta...

Lentamente i due cristalli si fusero assieme formando il vero Golden Crystal, il cristallo del terzo pianeta dal Sole.

- Non é possibile!- urlò Zoldan portandosi le mani alla testa.

- Zoldan!- urlò Haruna.

- I sovrani di Illusion ti danno l’ordine di lasciare quel corpo e allontanarti dalla terra per non fare mai più ritorno! – fece Endimion.

- MAI!- gridò il demone cercando ancora di contrastare quel potere enorme.

- Allora non ci resta che una soluzione. – fece la principessa.

- Golden Crystal... sprigiona il tuo potere! – gridarono in coro sprigionando il vero potere del cristallo.

Zoldan gridò dal dolore, ma l’anima nera non sembrava voler lasciare il corpo di Marcus.

- Devo fare qualcosa… Non ce la possono fare da soli… - disse Sailor Moon osservando quella lotta disperata.

Fu in quell’attimo che decise: la sua vita non avrebbe avuto senso senza di lui.

- Cristallo d’Argento… Compari! – invocò la donna.

I suoi abiti mutarono e diventò Serenity.

- Perché il bene trionfi… Per le persone che amo… Cristallo d’Argento… Azione! - disse Serenity, mentre la luce argentata  generata dal cristallo andava ad aggiungersi a quella sprigionata dal Golden Cristal.

Endimion ed Haruna videro la luce, ma sapevano di non poter commettere errori, soprattutto ora che Serenity li stava aiutando.

Un urlò disumano squarciò il momentaneo silenzio che era calato sulla città: l’anima nera era stata sradicata dal corpo del lunare e polverizzata dall’enorme potere dei due cristalli.

L’esercito fantasma sparì in una nuvola di fumo nero e Marcus tornò in possesso del proprio corpo. Quando tutto sembrò tornare alla normalità, i tre cristalli tornarono ai rispettivi posti.

Mamoru era debole, sentiva le forse venirgli meno ma era ancora vivo, Haruna, invece, si accasciò a terra del tutto priva di forze. Serenity cadde silenziosamente a terra, troppo provata per reggersi in piedi.

 

 

 

   
 
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