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Autore: daliakate    14/01/2011    3 recensioni
Jareth sconfitto decide di dimenticare ciò che prova per Sarah con la perfida Mab,regina delle fate,ma quando lui torna sui suoi passi lei intrappola Sarah in una sorta di labirinto nero.Questa volta Sarah dovrà salvare sé stessa e Jareth ma il labirinto che dovrà affrontare sarà pieno d'insidie mortali...
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Questo capitolo è stato scritto a 4 mani con Jessica,anzi gran parte di questo capitolo a lei che mi ha dato una grande mano e che senza di essa non sarei riuscita ad andare avanti.Avevo tante idee ma non riuscivo ad assemblarle.
 
 
 

Io ti riconosco come mia regina”. La frase detta da Jareth continuava a martellarle in testa e i sintomi di ciò che creava li sentiva fino allo stomaco.

Sarò onesto con te ora che sei parte di me”. Cosa voleva dire ?

Sarah si fermò, presa da un attimo di sconcerto. Fissava il pavimento sotto i suoi piedi, in realtà senza vederlo, immersa nei suoi pensieri. Portò una mano alla fronte calda e sentì che le dita erano di ghiaccio: paura.

Si, per la prima volta nella sua vita Sarah aveva veramente paura, aveva bevuto il sangue del Sidhe e si era concessa a lui senza pensare alle conseguenze.

Ora l’aspettava una battaglia dall’esito incerto e se ne fosse uscita viva cosa ne sarebbe stato di lei ? era diventata immortale ? avrebbe più rivisto Toby, suo padre, il suo mondo ? che ne sarebbe stato della sua vita nel mondo di sopra ? se ne aveva ancora una…

Probabilmente Jareth ora aveva il potere di costringerla a rimanere nell’Underground anche contro la sua volontà e lui era imprevedibile, forse l’avrebbe fatto…

 

Sarah… va tutto bene ?” Sarah si voltò di scatto. Jareth. Era dietro di lei, una mano appoggiata sulla sua spalla. C’era sincera preoccupazione nel suo sguardo, su questo non c’era dubbio.

Si, tutto ok… almeno lo spero”. Il re non era del tutto convinto della sua risposta, forse non era in grado di affrontare una simile lotta.

Se non te la senti di venire con noi puoi restare nei sotterranei, farò venire Hoggle a tenerti compagnia”. Jareth lasciò la presa dalla spalla di Sarah.

No Jareth, questa volta non ti lascerò andare da solo, qualunque cosa accada”.

 

Orace attirò l’attenzione del re:

Maestà, siamo oltre la palude, sotto l’ingresso dei giardini del castello e non c’è modo di proseguire oltre tramite i sotterranei. Il drago è proprio sopra di noi. Per raggiungere le porte del castello dobbiamo prima sbarazzarci del mostro.”

Va bene Orace, dobbiamo trovare un modo per attaccarlo”. Jareth lasciò Sarah nelle retrovie e proseguì a passi veloci davanti ai suoi uomini, si voltò e parlò loro a gran voce:

Miei fidati sudditi guerrieri, la sola via per uscire di qui è la grande botola sopra la vostra testa. Dobbiamo tenerci pronti all’attacco, il drago è sopra di noi all’ingresso del giardino del castello e, come sapete, l’unico modo che abbiamo per ucciderlo è di colpirlo al cuore”.

In verità c’era un altro modo per sconfiggerlo e Orace lo sapeva: uccidere Sarah. Con la sua morte anche il drago sarebbe morto poiché quell’essere aveva preso vita dalla ragazza. Rappresentava il rifiuto che lei aveva avuto per il re, il fuoco che le bruciava dentro quando ha recitato le sue parole “tu non hai alcun potere su di me” e se n’era andata. Uccidere lei significava anche uccidere Jareth. Non sarebbe mai vissuto senza la ragazza come lui non era sopravvissuto alla morte della sua adorata Kate e del piccolo Brian. Quella dannata notte avrebbe dovuto metterli al sicuro, proteggerli, portarli con se… invece era rimasto a corte; aveva preferito guidare l’esercito piuttosto che correre a salvarli. I guerrieri del regno di Thaon avevano attaccato Goblin uccidendo gran parte dei suoi abitanti. La guerra era stata vinta, certo, il re aveva conquistato le terre oltre la foresta dei cedri, ma a quale prezzo.

 

*** *** ***

 

Mia regina, sembra che Jareth e il suo esercito siano arrivati al drago. Con lui c’è anche la ragazza. Non ne usciranno vivi…”. il divertimento stampato sul volto di Endrick fece infuriare Mab, ma non disse nulla. Ancora poco tempo e avrebbe bevuto il sangue dell’umana così da riacquistare tutti i suoi poteri e sbarazzarsi del suo servo inutile.

Era nei suoi piani trovare una “sistemazione adeguata” anche per le tre verità, non le aveva mai sopportate. Al momento, però, doveva giocare bene le sue carte con loro: erano utili, anzi, fondamentali per seguire i passi di Jareth e il patto che lui aveva fatto con quelle tre streghe per riavere la ragazza non era nulla a confronto di quello che lei aveva promesso.

Mab si alzò dal letto, si infilò la veste turchese che era disordinatamente appoggiata alla sedia e si affacciò alla finestra che dava sul grande giardino del castello. All’orizzonte, si intravvedevano i bagliori di fuoco di una battaglia che si infrangevano nell’oscurità della notte.

 

*** *** ***

 

Jareth evocò due sfere, le fissò per un attimo prima di lanciarle sopra di lui in direzione della botola di legno. La prima palla colpì il portello mandandolo in frantumi e creando un’apertura larga abbastanza da farci passare 2-3 uomini alla volta. La seconda si trasformò in una scala di legno.

Il re, ai piedi della scala, faceva procedere il suo esercito con Orace in testa. L’ultima era la sua Sarah.

Si fissarono per qualche istante senza dire nulla, Jareth appoggiò delicatamente le mani sui fianchi di lei e si chinò a darle il bacio più dolce e delicato che Sarah avesse mai ricevuto. Senza guardare la sua reazione, il re si voltò e salì i gradini.

 

Sarah rimase attonita, confusa, stordita. Dopo qualche minuto si fece

coraggio e uscì dai sotterranei. Il suo passo però era lento, le gambe le

tremavano, perché non sentiva alcun rumore ?

Pochi istanti e davanti a lei si presentò l’inferno. Corpi dell’esercito di

Goblin sparsi ovunque, molti di essi erano irriconoscibili. L’odore

dolciastro e ferroso del sangue le invase le narici.

Jareth” si rese conto di non essere stata in grado di pronunciare quel

nome, il panico le aveva fatto morire la parola in gola. Procedeva a

piccoli passi, sforzandosi di non vomitare per la vista che gli si

presentava davanti.

All’improvviso, due braccia forti la presero da dietro chiudendola in

una morsa stretta forte come l’acciaio.

Tu, insignificante umana, mi hai creato solo problemi... Jareth era mio, mio!.

Era dunque la tremenda Mab a chiuderla in quella morsa mortale,

improvvisamente un odio profondo stava montando in Sarah, doveva

liberarsi dalla presa e prendere a calci quella maledetta.

 

*** *** ***

 

La belva era più grande di quanto i guerrieri si aspettassero: il corpo

possente ricoperto da scaglie nere apparentemente impenetrabili. Il

drago sbuffò e dalle fauci ricurve uscì un nuvoletta di fumo.

Orace preparati, tra poco ci sarà una fiammata. Ma dov’ è Sarah?

Il capitano scrollò le spalle.

Intanto la belva ruggì ferocemente facendo vibrare l'aria, mentre si

preparava a caricarli.

Mettetevi al riparooo !

Jareth si riparò dietro una roccia che divenne subito incandescente

appena la fiammata del drago incendiò l'aria. Il re non riusciva a vedere né il resto dei suoi uomini né Sarah; dopo le fiamme c'era solo fumo, un fumo

nero che bruciava l'ossigeno e faceva lacrimare e poi c'era l'ansimo della belva.

Jareth strizzò gli occhi, troppo sensibili, e poi uscì allo scoperto. Sapeva

che ad un drago occorrevano diversi minuti prima di produrre una

nuova fiammata. Sguainò la spada pronto a trafiggerlo ma con sua

grande sorpresa un sottoposto di Orace era avvinghiato alla spalla del

drago; l'animale si divincolava e cercava di scrollarselo di dosso, poi

nel preciso istante in cui il drago lo stava artigliando, il guerriero riuscì

a trafiggergli il petto privo di squame. La belva ruggì di dolore e

accecata di rabbia artigliò il povero guerriero tranciandolo in due.

Jareth si lanciò contro la belva mentre essa emetteva piccole fiammate.

Con estrema agilità fu al collo del mostro e affondò la spada più volte

finché il drago non si schiantò al suolo. Jareth era stremato e lordo di

sangue, si chiese dove fosse Orace.

Orace aveva assistito all'atto di eroismo del suo uomo e alla lotta del

suo re ma non era potuto intervenire, aveva una missione più

importante da svolgere.

Guardò un’ultima volta la sfera che aveva in mano e poi la rinchiuse

nella sacca che portava alla cintola.

 

*** *** ***

 

Sarah diede un violento pestone per liberarsi, non sperava di riuscirci

invece la morsa si allentò.

Si girò e finalmente la vide, vide la causa di tutti i guai dell'underground e le venne da ridere.

Mab sollevò il candido sopracciglio, un po' come faceva Jareth quando

era sorpreso.

Cos’hai da ridere umana.”

Sarah si portò di fronte a lei ma a debita distanza, mentre si fece

scivolare lo stiletto dalla manica, stringendolo nella mano.

Ho sentito parlare di te come una potente, terribile regina e chi mi ritrovo davanti? Ah,ah,ah...uno spaventapasseri smilzo più basso di me.

Mab rimase di sasso per qualche secondo poi gli si scagliò contro.

Banchetterò con il tuo cuore.”

Sarah raccolse tutto il suo coraggio e chiuse gli occhi; rivide i volti

spaventati delle fate-bambine, i corpi esamini dei goblin, le tre verità...

e poi senza comandare la sua mano, affondò lo stiletto di ferro nel fianco della pallida regina.

Mab sgranò gli occhi viola, mentre un dolore lancinante la indeboliva.

Si aggrappò alla nuca dell'umana.

Maledetta, male..d.e.t

Cadde sul pavimento mentre una chiazza di sangue verde si allargava

sul vestito fino all'altezza del petto, rantolò per qualche minuto poi gli

occhi divennero vitrei.

Le gambe di Sarah cedettero e si ritrovò a contemplare con orrore il

cadavere di Mab.

Cos' ho fatto”...

 

 

 

 

 

 

   
 
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