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Autore: Mei91    16/01/2011    5 recensioni
se sesshomaru a dieci anni abbandonasse rin al villagio di Kaede e se tornasse dopo anni ...e se rin fosse sposata con qualcuno che per lei era stato speciale e si abbandona alla tristezza e alla depressione
Genere: Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Rin, Sesshoumaru, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Salve eccomi qui con una one shot….spero che vi possa piacere…. Questa storia è ispirata al Film  P.S. I love You….

 

 

P. S. I LOVE YOU…

Sono passati dieci anni da quando Sesshomaru alla tenera età di dieci anni, mi aveva lasciata al villagio della vecchia Kaede. All’ inizio fu un dramma. La mia vita senza di lui mi era parsa orribile e senza possibiltà di uscire da quella sorta di depressione in cui ero piombata. Mi mancava lui.

 Mi mancava il possente e glaciale  principe dei demoni e io che ero solo un umana non potevo certo pretendere che restasse per sempre con me. Poi, crescendo la mia vita era migliorata. Avevo assistito al matrimonio di Inuyasha e Kagome e avevo sperato che un giorno anche io sarei potuta essere una sposa bella come quel giorno lo era Kagome. E così fu.

 All’ età di dodici anni avevo conosciuto Daichi. Lui, mi capiva. Avvertica e avava compreso la sofferenza che tenevo nascosta a tutti. La sofferenza di non averti qui accanto a me, mio glaciale demone. Eppure  io, Rin, diedi per scontato che lui non volesse solamente tentare di essermi di conforto o un amico, ma che volesse qualcosa in cambio, quindi lo trattavo male, ignoravo le sue parole e lo umiliavo e offendavo davanti tutto il villagio. Ma, lui non si arrese e mi costrinse a considerarlo ameno un conoscente e così feci e scoprii che non era la persona orribile che la mia mente aveva dipinto. . Invece si rivelò essere la persona migliore del mondo.

 Non mi obbligava a fare nulla  di ciò che non volessi. Non mi costringeva a dimenticarti perché sapeva e aveva compreso che tu eri stata una parte importante della mia vita. Dopo  quattro anni, lui mi rivelò il sentimento più profondo che teneva chiuso dentro al cuore e che lo stava torturando dalla voglia di rivelarmi ciò che provava. Mi rivelò di amarmi e che voleva passare la sua vita con me. Io contraccambiavo quel sentimento, avevo imparato ad apprezzarlo ed amarlo per quello che era, e da li a breve ci sposammo e una Kagome molto incinta mi faceva da damigella insieme a Sango. Ci sposammo e io lo amai con tutto il cuore. Ma il destino è stato crudele. Il destino proprio un mese fa mi ha tolto mio marito. Me lo ha ucciso. Aveva un male incurabile. La vecchia Kaede, gli sciamani del villaggio e i guaritori non sono riusciti a curarlo e nemmeno le medicine, a detta di Kagome , provenienti dal futuro. Daichi è morto il mese scorso e io mi sento sola ho il cuore a pezzi e l’ anima distrutta. Ma, tu, tu, mio possente demone queste cose non le puoi sapere. Da dieci anni a questa parte ti sei volatilizzato.

Non ti fai più vivo nemmeno per sfidare tuo fratello che a breve diventerà padre per la seconda volta e spero bene per te che non ci provi nemmeno. Ho già visto morire mio marito, non intendio veder morire anche il mio migliore amico.

Kagome è persona più dolce e sensibile che conosca. Nonostante le sue condizione e le sfuriate di Inuyasha che continua a gridarle che non si deve sforzare, lei è  sempre pronta a darmi una mano e venirmi a cercare quando scompaio dal villaggio. Sa bene dove venirmi a cercare; nei posti che mi ricordano mio marito Daichi.

Sono alla prateria vicino al villagio. Ricordi. Ecco cosa mi assalgono la mente in questi luoghi.

I ricordi di me e Dachi che da piccoli giocavamo in questa radura. Daichi  che mi difende dai ragazzi del villagio che mi consideravano una scostumata e poco riservata a causa del fatto che fossi cresciuta con te Sesshomaru, con un demone maggiore. I ricodi dei suoi regali di compleanno…la sua dichiarazione d’ amore nei miei confronti, la proposta di matrimonio, il matrimonio…la nostra prima notte insieme.

I ricordi mi assalgono come bestie affamate e  i mie occhi si riempono di lacrime. Poi sento dei passi ma non mi volto nemmeno, so già chi è.

“Sapevo di trovarti qui, Rin.”

“Kagome?” lentamente mi volto ad incorntrare il suo sguardo preoccupato. Ha indosso un semplice kimono blu con ricami floreali legato alla vita debolmente, in modo da non stringere la pancia e far male al bambino. Al dire di Kagome è un maschio. Lei , ha detto che nel suo futuro ci sono tecno…qualcosa che dice in anticipo il sesso del nascituro. Bella trovata, ma a quanto pare Inuyasha ancora non ne sa niente e fa ancora i conti sul fatto che se sua figlia doveva nascere doveva essere trattata come una principessa e meritare il meglio. Inuki invece ha tre anni e non capisce perchè sua madre sia così grassa. bè, è piccolo.

“A che pensi?” mi chiede una Kagome che tenta goffamente di sedersi al mio fianco e io tento di aiutarla.Ormai è al nono mese e a momenti il bimbo nascerà.

“No, lascia Rin. Ce la faccio!” mi dice orgogliosa come sempre Kagome. “Allora a che pensi?” ridomandò Kagome dopo essersi seduta al mio fianco. Io abbasso gli occhi e sussurro.

“A Daichi.”

“Oh, Rin ma non puoi continuare così.”

“Guarda che lo so perfettamente Kagome, me lo ha detto anche Inuyasha ,ma a me manca mio marito! Tu che faresti se Inuyasha morisse.”

“No, per carità senza di lui io non vivrei!”

“E lo stesso è per me con Daichi. La sua morte mi ha distrutta. E’ ancora troppo presto per cominciare a ridere e a spassarsela e non credo che ne sarò più in grado.”

“Rimparerai ad amare Rin. Sei giovane, hai solo vent’anni e se devo dirla tutta posso compredere il tuo lutto, ma non penso che Daichi vorrebbe vederti così abbattuta e a lasciar scorrere la tua vita come se niente fosse. So, che lo amavi Rin, ma la vita continua. Nessuno ha mai detto che nella vita non ci sono difficoltà, anzi ne è strapiena, ma gli ostacoli, i dolori, e perdite di persone care, vanno affrontate di petto.”

“Mi manca.”

“Lo so. Io non posso capire cosa si prova a perdere un marito, ma mi è difficile immagginarmi una vita senza Inuyasha, figurarsi viverla. Quindi posso capire il tuo dolore, ma non il modo in cui lo stai affrontando. Rin, tu sei una ragazza forte,  sei stata sposata a Daichi per cinque  anni e la vita non vi ha dato molte occasioni per essere felici ma…”

“Kagome, la vita ci ha privato anche dei figli. La vita è stata crudele con noi. Prima due anni fa abbiamo perso nostro figlio. Riu è annegato o lo hai dimenticato Kagome e in seguito se restavo incinta non portavo mai a termine la gravidanza perché perdevo il bambino al terzo  o quarto mese . Ed ora questo! La vita mi ha anche privato di Daichi!” urlai scoppiando a piangere e buttandomi fra le braccia di Kagome.

“Vedrai piccola Rin… forse la vita ha in serbo per te qualcosa di speciale e diverso basta solo saper attendere.” Tentò Kagome.

“Io non mi aspetto più nulla dalla vita.”

“vuoi restare un po sola?” mi chiese Kagome  e io non mi ero accortas che ci eravamo alzate e che mi ero avviata verso il cimitero seguita da una Kagome che mi tenava stretta la mano e mi accarezzava le spalle. . Mi ero fermata davanti la tomba di Daichi e  Kagome aveva inteso che forse volevo restare sola con mio marito. Lentamente annuii. Kagome mi  sorrise e si avviò verso il villaggio dove il marito la aspettava. Prima di sparire tra i boschi si voltò e mi fece un cenno di saluto con la mano che io pigramente contraccambiai.

Il cimitero si trovava poco distante il villaggio, dopo il bosco. La tradizione voleva così i morti in un posto i vivi in un altro. Era terribilmete deprimente, ma una cosa era buona la possibilità di stare sola con mio marito. Mi voltai verso la sua tomba e gli sussurrasi.

“Daichi, perché mi hai abbandonata anche tu?”

Nessuno rispose un semplice fruscio di foglie sciacciate si stava avvicinado alle mie spalle ma io lo ignorai. Doveva essere Inuyasha. Quel mezzo demome aveva la delicatezza di un elefante in un bazar di ceramiche.

“perché Daichi?” domandai dinuovo e dai miei occhi uscirono nuovamente le lacrime. Era un mese e passa,da quando Daichi si era ammalato che non facevo altro che piangere. Inuyasha si era fermato alle mie spalle, ma io lo ignorai e continuai a parlare con mio marito. Chissà che stesse facendo Sesshomaru in quel momento. Ma a lei poco importava.

“Perché? Prima Sesshomaru, poi i bambini, ora tu. Perché tutte le persone che amo e a cui vioglio bene mi abbandonano? E’ così tremendamete ingistu e privo di senzo. Perché?” piangevo a dirotto, ma a quanto pare da mio marito non posso più ricevere risposta. Inuyasha e dietro di me. Ancora. Non ha delicatezza! Quanta pazienza devi avere con lui Kagome. Non ce la facevo più volevo restare sola con mio marito e lui doveva andarsena da li.

“Ma non hai un minimo di delicatezza, Inu…” mi alzai e mi voltai di scatto per digliene quattro ma mi bloccai appena vidi che la persona che stava dietro di me non era Inuyasha ma …

“Se… Sesshomaru?” domadai incredula e tentando di asciugare i residui di lacrime rimaste tra le mie palpebre e ciglia.

Lo sguardo di Sesshomaru era gelido e controllato. Freddo e impassibile come dieci anni fa. Ma adesso mi domando che cosa ci faccia lui li’ e al cimitero soprattutto.

Vidi Sesshomaru annui e pormi in modo impassibile una domada.

“Chi c’è sepolto li, Rin?”

Lo guardo incredula ma non abbasso lo sguardo. Non mi ha degnata nemmeno di un saluto. Non mi sono mai vergognata di mio marito e non comicerò a farlo adesso davanti a qualcuno che mi ha abbandonato per dieci anni.

“Mio Marito.” Gli rispondo fiera e per un attimo lo vedo sgranare gli occhi.

“Tu marito?” mi domada con aria leggermente disgustata e molto disapprovativa e io …a me sta iniziado a salire una certa furia.

“Si, Si, Sesshomaru Mio marito.” urlo fiera e orgogliosa di essere stata la moglie di un uomo come Daichi.

Lui inarca un sopracciglio nel notare che gli avevo risposto per le rime. Lo ignorai e mi voltai verso la tomba dove cominciai a pulire la lapide e a cambiare i fiori secchi con quelli fresci. Mio marito si è sempre meritato il meglio quando era in vita e io farò lo stesso adesso che è morto. Non ho ancora ben inteso che ci fa Sesshomaru qui.

“Che ci fai qui Sesshomaru? Che vuoi da me? O sei solo venuto a sfidare tuo fratello? “

Lui inarca un sopracciglio e io continuo

“Ti avverto Sesshomaru torci un solo capello ad Inuyasha adesso che ha una moglie e un figlio e un altro in arrivo e te la vedrai con me. So che se ti sfido morirò, ma meglio così almeno raggiungerò mio marito!” Conclusi

“Non sono qui per Inuyasha e se ci tieni a saperlo abbiamo fatto pace, come si dice fra voi umani. Tra noi demoni, non ci uccidiamo più a vicenda e so anche che Inuyasha e sposato con Kagome e che ho un niponte e presto ne avrò un altro. Nipote intedo. Quello che mi sorprende è apprendere che tu abbia un marito.”

“E che c’è di strano? Sono una donna di ventanni. E comunque avevo un marito Daichi è morto il mese scorso, mio figlio Riu due anni fa e ho perso anche tre figli che non sono mai venuti alla luce.  Perché mi hai abbandonata all’ epoca?”

“Volevo darti una vita felice,RIn?”

“Se tu questa la chiami vita felice? Be potevi anche evitare di disturbarti. Si, lo ammetto ho avuto momenti felici, con Daichi, Riu, Inuyasha , Kagome e il villaggio, ma la mia famiglia è tutta morta! Daichi ne è la prova è seppelito proprio qui di fronte a me e Riu tre tombe più avanti. Se la mia vita deve essere costellata da persone che nell’ arco di cinque anni mi abbandonano, be preferisco di gran lunga morire. Ora se tutto questo tu lo hai fatto per me, adesso spiegami perché sei tornato?” dissi terminando il mio monologo.

“Te lo dirò solo una volta Rin. In questi anni mi sono reso conto di aver sbagliato a lasciarti. Mi sono sempre detto che invece avevo fatto bene ma adesso non ce la faccio più. Rin io ti amo e vorrei che tu fossi la mia compagna di vita e…”

“Sesshomaru ti prego ho seppellito mio marito da solo un mese! Non puoi pretendere che lo dimentichi e…”


“non lo pretendo Rin. Ti sto solo chiedendo di tornare a viaggiare con me! Sai che ti amo e con il tempo vorrei essere tuo marito, ma so che al momento non è possibile e…”

“Tornerò a viaggiare con te a delle condizioni.”

“Quali?” domadò Sesshomaru.

“La prima ogni mese torneremo qui da Daichi e Riu e ci fermeremo qualche giorno a casa di Kagome e Inuyasha.”

Vidi sesshomaru inarcare un sopracciglio e poi sospirare e accettare.

“Conoscerai gli abitanti del villagio e …”

“Non posso Rin, sono un demone”

“A poco a poco.”

Sesshomaru sospirò

“va bene, Rin.”

“Mi concederai del tempo per assimilare la morte di Daichi e considerare te come mio futuro marito, ma ti avverto non so quanto tempo ci vorrà.

Sesshomaru annuì.

“Bene, per il momento e tutto andiamo al villaggio che preparo le mie cose e lo dico a Inuyasha e Kagome”

Sesshomaru annuì di nuovo poi mi voltai verso Daichi.

“Ciao Daichi, amore mio ci vediamo fra un mese!”

E MI avviai al villaggio…

 

Sarà strano ma Sesshomaru si fermò davanti la tomba di Daichi e pensò…

“ Sei stato suo marito e la hai resa felice per tutti questi anni, quindi grazie Daichi. Al resto prometto che penserò io e la amerò come tu hai fatto fin ora, Amico.”

Poi passò alla tomba del piccolo Riu e pensò

Moristi giovane piccolo cucciolo d’ uomo, ma il tuo esistere ha reso Rin adulta e vera... donna e una madre speciale. Avrei voluto esserci per poterti salvare quella notte quando moristi. Mi spiace, piccolo cucciolo d' uomo. Mi spiace Riu.”

 Sesshomaru si avviò verso Rin ma prima sentì due voci.

Ho fatto del mio meglio per vivere Sesshomaru, ma sono solo un umano, ma so che mia moglie prima o poi con te sarà di nuovo felice quindi sono io che ti ringrazio. Di solo una cosa a Rin da parte mia….P.S. I love you! Lei e Kagome erano fissate con questa frase.” Disse Daichi

Ehi, signor demone io sono Riu e se io sono morto non è colpa tu e questo la mamma lo sa” disse Riu con voce infantile

Sesshomaru era immobile e pensava che la famiglia di Rin doveva essere davvero speciale e avrebbe riferito la frase di Daichi a Rin.

“Ti muovi Sesshomaru o ti lasciò li.”

“Arrivo.”

E si Daichi, Riu e Rin erano delle persone davvero speciali e lui aveva l’ onere di viaggiare e sperare di condividere la propria vita con una di esse.

RIN!

 

THE  END

ALLORA CHE VE NE PARE FATEMI SAPERE UN KISS MEI CHAN

   
 
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