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Autore: Sophie_moore    17/01/2011    3 recensioni
I due si guardarono e cominciarono a scorrere la rubrica dei loro cellulari, alla ricerca di qualche nome che li riportasse indietro nel tempo, per ricordare qualcuno che fosse all’altezza. Alla sua altezza.
E se Syn fosse in contatto con un ragazzo che potrebbe sostituire temporaneamente il batterista? E se insieme a questo ragazzo arrivasse l'uragano della sorella minore?
Genere: Commedia, Fluff, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 2.
Jade posò nuovamente il cellulare sul comodino, mentre si guardava intorno alla ricerca di qualcosa da fare. Qualcosa di non impegnativo e che non comprendesse la cucina, già al bar dove lavorava si dava alla pazza gioia nel creare panini nuovi. Oddio, pazza gioia, rettificò mentalmente, diciamo che è l’unico divertimento. In compenso, Alex, il proprietario, la pagava almeno il doppio degli altri ragazzi perché era innamorato di lei, e questo, benché influenzasse la sua voglia di andare al lavoro e sorbirsi i suoi flirts, faceva decisamente salire il suo conto in banca, che era decisamente la cosa migliore in tutto quello.
Scosse la testa e si mosse dall’entrata di casa, trascinando i piedi verso il soggiorno. Si appoggiò allo stipite della porta, osservando quel colore così bello e così calmo come il mare di notte. Aveva deciso lei di dipingere il soggiorno di blu e azzurro, come del resto aveva deciso lei su tutto l’arredamento della casa, perché erano i suoi colori preferiti in assoluto. Se chiudeva gli occhi sentiva quasi la calma del mare espandersi per tutto il suo corpo. In realtà, lei non era una persona calma, per niente. Ricordava tutte le note che prendeva al liceo, tutte quelle chiamate a casa ai genitori dai professori.. probabilmente era stata più tempo in Presidenza che nella sua classe. La verità era che non le piaceva la tranquillità, era una ragazza impulsiva e faceva esattamente quello che voleva, pagando le conseguenze a sue spese. Ma poi, era identica a suo fratello, fatto allo stesso modo.
Ridacchiò, lasciando che una valanga di ricordi la investisse. Ricordava il periodo in cui lei e Duncan erano andati a scuola insieme, che le bidelle li adoravano anche se poi dovevano rimediare ai loro pasticci, che il Preside ad un certo punto aveva deciso di fare tutto quello che volevano per far sì che non facessero più danni. Una volta Jade era riuscita ad intrufolarsi in segreteria, grazie a Duncan che flirtava con la segretaria (tutti avevano una cotta per Duncan, al liceo), e aveva messo un cd nella radio di fianco al microfono, in modo che dall’altoparlante risuonasse chiaramente tutto il cd ReLoad dei Metallica. Tutta la scuola sapeva che era un’idea dei fratelli Horsley, per quello erano considerati come dei “boss”. Le ragazze facevano attenzione a passare di fianco a Jade, mentre i ragazzi cercavano di essere il più possibile amici di Duncan.
Non che loro due fossero dei bulli, ma con le loro idee si erano guadagnati il rispetto di tutta la scuola.
Jade si riscosse. Lanciò un’occhiata all’orologio bianco da parete appeso in soggiorno e si batté una mano sulla fronte, ricordandosi che doveva, purtroppo, cominciare a preparare la cena, altrimenti Duncan sarebbe arrivato e si sarebbe lamentato, facendole passare una serata infernale. A volte, lei pensava che doveva scappare via e lasciare Duncan da solo a badare a se stesso, ma poi pensava a lei nel deserto più totale e si faceva prendere dal panico. Senza suo fratello era sempre stata persa, senza un posto dove rifugiarsi o dove piangere o dove ridere o scherzare. Duncan era il suo tutto, quindi accantonava quell’idea bizzarra di scappare e si metteva a lavorare per suo fratello. Dopotutto, aveva quell’assurda paura che lui potesse abbandonarla per trovarsi una sorella migliore. Per quanto lui, sapendo di questo terrore che aveva da quando aveva cominciato il liceo, le avesse ripetuto che era impossibile che lui si trovasse un’altra sorella, Jade continuava a non essere per niente tranquilla.
Cominciò a preparare la cena, che prevedeva una specie di pasticcio con tutto quello che avevano avanzato durante la settimana. Le otto si avvicinavano sempre più in fretta, e lei mise in forno il pasticcio appena suo fratello fece scattare la serratura della porta di casa.
<< Sono a casa!! >> urlò, lanciando il borsone della scuola sul pavimento. Si svestì nell’entrata e arrivò alla cucina solo in maglietta a maniche corte.
Jade lo guardò storto, corse in salotto e prese una coperta, per mettergliela poi sulle spalle. << Voglio che stai bene, l’anno scorso sei stato malato e mi hai fatta impazzire. >> spiegò, prima che lui potesse fare qualsiasi domanda.
Il ragazzo rise e si strinse nella coperta, guardandosi intorno. << Non è pronto? >> chiese, aspettandosi di trovare i piatti in tavola con la cena servita bollente.
<< Ho appena messo in forno la cena, stai rilassato. Non mi dimentico di te. >> lo prese in giro lei, pizzicandogli la guancia con indice e pollice. Sapeva che lui lo odiava.. per quello l’aveva fatto. << Dai, fatti una doccia e poi vieni che sarà pronto di sicuro. >> disse poi, sorridendo.
Duncan scrollò le spalle, si tolse la coperta dalle spalle, mettendola sulla testa della sorella minore, e poi salutò, andando al piano di sopra per farsi una doccia veloce.
 
Quando lui scese, la tavola era come se l’era immaginata: con i piatti fumanti, la birra vicino al bicchiere, tovaglia pulita e tovaglioli dai colori sgargianti. Si sedette al suo posto e augurò un buon appetito veloce, addentando il pasticcio di avanzi affamato.
<< Da quant’è che non mangi? >> chiese Jade, fingendosi schifata.
<< Spiritosa, oggi ho sudato un sacco. >> rispose Duncan a bocca piena, cosa che fece davvero inorridire la sorella.
<< Ti odio. Comunque, oggi ti hanno chiamato al cellulare. >>
Lui si batté una mano sulla fronte, come per dirsi che si era ricordato qualcosa. << Ecco dov’era. >>
<< Sì infatti… dunque, ha chiamato Brian, del liceo.. vuole che tu entri nel suo gruppo dopo aver fatto un’audizione. >> spiegò brevemente la ragazza, piluccando pezzi piccoli di pasticcio.
<< Brian del liceo… dopo cena lo chiamo. >> decise il ragazzo, mettendo a fuoco l’immagine di un ragazzo mingherlino dai capelli neri.
<< Chi era? >> chiese Jade, incuriosita.
<< Un vecchio amico… eravamo nel club di musica insieme.. non lo ricordo molto bene, però ricordo che era un bravo chitarrista. >> raccontò Duncan, annuendo seriamente. Sì, quella era, in realtà, la cosa che ricordava di più di Brian, cioè che fosse un mostro con la chitarra. Si erano trovati spesso, al club, a suonare insieme, e progettavano anche di creare una band, ma poi Brian aveva trovato qualcun altro e il progetto non era più andato in porto.
Finì di mangiare ed afferrò il cellulare, chiamando il numero nel registro delle chiamate. “Brian?” chiese, appena una persona rispose dall’altra parte.
Sì, ciao Duncan! Devo chiederti un favore.. il nostro batterista è.. come dire.. va beh il punto è che ci servi tu per incidere un disco.
“Addirittura un disco? Sei diventato famoso?” lo prese in giro, ridacchiando.
Beh ecco… diciamo che sono famoso con un altro nome!
“E sarebbe..?”
Synyster Gates.
Duncan spalancò gli occhi e la bocca e per qualche minuto non osò proferire parola. “Che… cosa?” chiese, per avere la conferma che Brian, sì quello piccolo e magro, con gli occhiali, fosse diventato quella specie di mostro tecnico degli Avenged Sevenfold.
Eh sì… sono proprio io!” Duncan lo sentì ridacchiare, così si ricompose un attimo. Cavolo, questa non se l’aspettava proprio.
“Oh.. ecco.. complimenti allora, sei migliorato tanto!”
Jade guardava il fratello col sopracciglio inarcato. Che diavolo stava dicendo? Prima lo prendeva in giro e poi sbiancava? Che aveva fatto, l’aveva minacciato? Non riusciva a capire.
Grazie.. allora, che ne dici di venire a Huntington Beach e ricordarmi un po’ come suoni?
“Sì, certo! Ah, io abito ancora ad Huntington Beach.. dimmi solo dove siete e io arrivo!”
Jade si appoggiò coi gomiti al tavolo e osservò il fratello affrettarsi per cercare un foglio ed una penna. C’era qualcosa di diverso negli occhi chiari di suo fratello, e non era una cosa brutta. Anzi, era così bello vederlo sognare di nuovo, perché sì, stava sognando di nuovo.
 
*
<< Io e te faremo grandi cose. >> annunciò Duncan, appena compiuti i sedici anni della sorella.
<< Non credo proprio! >> rispose solenne la ragazza, lanciandogli un’occhiataccia.
Duncan le diede una botta in testa che la fece lamentare, e afferrò la bottiglia di spumante dalla dispensa alcolica di casa.
<< Sei pazzo, papà ti ucciderà!! >> sbiancò la ragazza, cercando di prendergli la bottiglia e rimetterla a posto, ma lui era decisamente più alto e più robusto, non avrebbe potuto nulla contro di lui.
Duncan sorrise e le mise le mani sulle spalle. << Ho un regalo per te. >> le disse e fece l’occhiolino.
<< Questo non c’entra con lo spumante, mettilo a posto! >>
<< Oh sì che c’entra. Noi stiamo festeggiando al nostro futuro successo, diventeremo famosi e tutti vorranno sapere la nostra storia. >> posò la bottiglia sul tavolo e le si mise dietro, facendo il segno dell’orizzonte con la mano. << Immagina, migliaia di persone che aspettano e pagano per vederci, sentirci cantare e suonare.. solo per noi! E i giornalisti, scriveranno tutto su di noi… e vorranno sapere come mai siamo andati via di casa. >>
Jade rimase confusa. << Ma noi non siamo andati via di casa. >> brontolò, cercando di capire dove voleva arrivare lui.
<< Oh sì.. >> la voltò e tirò fuori dalla tasca un mazzetto di chiavi. << Buon Compleanno, piccola star! >> le disse, facendole capire al volo tutto quanto.
*
 
<< J? >> la chiamò Duncan, sventolandole la mano davanti al viso.
Lei si riscosse e sorrise, lanciando un piccolo sguardo al suo regalo di compleanno. << Dimmi! >> posò lo sguardo su suo fratello e lo vide che quasi si tratteneva dal saltellare in modo idiota. << D? >>
<< Oh, tu non.. non hai idea!! >> infatti cominciò a saltellare e prese le mani di sua sorella, portandola a volteggiare in salotto. << Brian Haner, il ragazzo della telefonata non è altro che Synyster Gates degli Avenged Sevenfold.. >>
<< Ommioddio. >> sussurrò solamente lei, sconvolta almeno quanto lo era lui.
<< Esatto!! E domani, amore mio, andiamo a fare il provino per entrare a far parte del gruppo! >>
<< Ommioddio. >> ripeté, incapace di formulare un altro pensiero coerente. Non era possibile. Era un sogno.
 
°°°
 
Il pomeriggio dopo, sia Jade che Duncan si trovarono nel posto che aveva detto Brian. Nessuno dei due aveva dormito, ma questo non importava minimamente.
Entrarono nell’enorme edificio bianco e si trovarono investiti da persone che correvano, facevano fotocopie, portavano caffè, parlavano al telefono. L’impressione di Jade fu una New York dentro New York. Una matrioska.
Fermarono una ragazza con un cartoncino che correva disperata, chiesero degli Avenged Sevenfold e questa indicò loro il piano di sopra, mentre ricominciava la sua corsa furiosa verso un punto indeterminato.
I fratelli si guardarono e si presero per mano, percorrendo quella marea di gente e salendo i gradini cautamente, come se potessero scomparire e lasciarli scivolare in un incubo dove quelle persone di prima volevano ucciderli con asce e spade.
Appena arrivarono al piano superiore, ci fu calma. Era tutto più ordinato, porte nere erano semi aperte sulle pareti bianche del corridoio. D’improvviso una si aprì e comparve lui.
<< Duncan! Quanto tempo! >> si avvicinò e abbracciò Duncan, che sembrò aver perso tutto il suo terrore di prima. Ora sì che era di nuovo Duncan Horsley.
<< Ehi bello.. ti sei messo in riga, vedo. >> rise Duncan, riferendosi alla postura di Brian. Al liceo era piccolo e magro, ora era alto e decisamente ben mezzo.
<< Già, ne sono passati di anni eh? >> chiese Brian, passando poi lo sguardo su Jade. << Piacere, io sono.. >>
<< Lo so chi sei. >> lo interruppe subito, sorridendo dolcemente. << Jade. Sono sua sorella. >> si presentò lei, porgendogli la mano per stringerla.
Lui rimase immobile, ma poi gliela strinse e sorrise. << Allora, Duncan. Non devi far altro che suonare. >> gli disse, mettendogli un braccio attorno alle spalle e facendogli attraversare la porta della stanza dalla quale era uscito. All’interno c’erano i restanti tre componenti degli Avenged Sevenfold, che aspettavano l’entrata di Duncan.
Appena questo entrò, lo guardarono tutti, fissandolo come per cercare dei segni che dicessero se fosse bravo a suonare o no. Non ne erano convinti, ma si fidavano di Brian.
Matt si alzò in piedi e si presentò al ragazzo, come alla ragazza, che fece lo stesso identico sorriso di prima. Poi, portò Duncan aldilà del vetro, dove avevano sistemato una batteria per fargli quella specie di provino.
Erano pronti a cominciare, Duncan con la bottiglietta d’acqua vicino alla gran cassa, i quattro ragazzi seduti sui divanetti con delle cuffie e Jade appoggiata al vetro, quando Duncan si alzò ed uscì dalla stanza. << Posso chiedere una cosa? >> chiese, facendo l’occhiolino a Jade.
<< Certo! >> Brian saltò in piedi, ansioso. Forse aveva più ansia lui che Duncan, sentiva il bisogno impellente di una sigaretta.
<< Può venire Jade di là con me? >> chiese infine.
Jade spalancò gli occhi e lo guardò sconvolta. << Che ci devo venire a fare scusa??? >>
<< Va benissimo, basta che ci fai sentire qualcosa. >> annuì brevemente Zacky, ricevendo il consenso di Johnny e Matt. Allora Brian fece segno di sì e Duncan trascinò la sorella dietro al vetro, mettendole delle cuffie sulla testa.
<< Ma ti sei rincretinito?? >> borbottò la ragazza, togliendosi un attimo le cuffie. << A che ti servo io?? >>
<< Lo sai che suono bene solo quando tu sei con me. >> disse semplicemente. Poi le sorrise e le stampò un bacio sulla fronte. << Guardali. Quando ti capiterà di farti ascoltare da un gruppo così famoso? Fidati di me. >> si staccò e le fece il sorriso, quello che le faceva sempre per toglierle qualsiasi dubbio.
Jade abbassò le spalle, sbuffando, poi annuì e lo guardò eloquentemente.
<< Dear X, mi pare ovvio. >> le fece l’occhiolino e tornò alla batteria. Si infilò delle cuffie e, dopo aver battuto il tempo con le bacchette, partì a suonare. Non era la versione originale, lui l’aveva riarrangiata in modo che potessero farla solo loro due, insieme.
 
Dear pain oh, it's been a long time
Remember when you were holding me tight
I would stay awake with you all night
Dear shame, I was safe in your arms
You were there when it all fell apart
I would get so lost in your beautiful lies
I let you go
But you're still chasing

 
Jade cominciò a cantare appena suo fratello batté il primo colpo sulla batteria. Quella era la loro canzone, da quando l’avevano sentita erano tornati dei bambini che volevano farla diventare loro. L’avevano riadattata, in modo che non ci fosse il bisogno di far intervenire chitarre o altri strumenti. Bastavano solo le corde vocali di Jade e la batteria ed energia di Duncan. Null’altro.
Go ahead
You're never gonna take me
You can bend
But you're never gonna break me
I was yours
I'm not yours anymore
Oh, you don't own me

 
Il fatto che quei quattro ragazzi li stessero fissando, attenti ad ogni loro movimento, non li spaventava affatto. Erano due Horsley, avevano sempre fatto quello che volevano come volevano loro, e se non fosse andato bene agli Avenged Sevenfold non sarebbero di certo morti.
 
Dear hate, I know you're not far
You would wait at the door of my heart
I was amazed at the passion in your cries
Dear anger, you made me so high
You were faithful to show up on time
Such a flame that was burning in your eyes
I let you go
But you're still chasing

 
Brian andava avanti e indietro per la stanza, cuffie permettendo, sperando che il suo vecchio amico facesse buona impressione anche sui suoi amici. Sapeva quanto si stava impegnando, anche se a scuola Duncan non era un granché parlando di voti, nel club di musica metteva tutto se stesso. E doveva ammettere che era migliorato parecchio.
 
Matt ascoltava. Lanciò uno sguardo a Johnny, che stava battendo il tempo sul ginocchio con un sorriso, e a Zacky, che stava ad occhi chiusi.
Lui invece guardava attentamente Jade. Non avrebbe mai immaginato che una ragazzina così piccola e magra avesse una tale potenza nella voce, e soprattutto che cantasse una canzone maschile. Conosceva Dear X, sapeva che era cantata da un uomo, ma lei non aveva problemi nel farla.
 
Go ahead
You're never gonna take me
You can bend
But you're never gonna break me
I was yours
But I'm not yours anymore
Oh, you don't own me

 
La ragazza aprì gli occhi e li incatenò in quelli di Matt, per dimostrargli qualcosa. “Mi senti?” sembrava volergli chiedere. Muoveva a malapena il piede a terra, mentre stringeva convulsamente le cuffie tra le mani, sentendo forte e chiara la batteria di suo fratello. Anche lui si stava impegnando, lo sentiva.
 
Go ahead
Put a target on my forehead
You can fire
But you've got no bullet
I was yours
But I'm not yours anymore
Oh, you don't own me

 
Zacky sorrise, per quanto ne avesse voglia. Forse potevano accettarlo, forse potevano ricominciare. Un barlume di speranza si riaccese nel suo cuore, morendo subito dopo. Forse Jimmy non avrebbe voluto tutto questo.
Scosse la testa ed aprì gli occhi, osservando quel ragazzo alla batteria. Jimmy avrebbe voluto che facessero felici i fans e le fans, sicuramente. E di certo sapeva che non sarebbe stato sostituito perché lui era unico.
 
You tempted me to look back
But everything that we had together was a lie

 
Jade continuò imperterrita a cantare, sempre incatenata a Matt. Era quello che vedeva più preso e critico. Ma poi sorrise, appena finì la frase della canzone. Lo avrebbero preso di sicuro, Duncan era una forza della natura.
 
Go ahead
You're never gonna take me
You can bend
But you're never gonna break me
I was yours
But I'm not yours anymore
Oh, you don't own me

Go ahead
Put a target on my forehead
You can fire
But you've got no bullet
I was yours
But I'm not yours anymore
Oh, you don't own me

 
Lei finì di cantare, ma Duncan si prese qualche secondo per fare una rullata delle sue, cariche e potenti, in modo da far vedere che sapeva suonare anche senza la sorellina a cantare.
La canzone finì del tutto. Lui si alzò e l’abbracciò, ridendo, ed uscirono da dietro al vetro per raggiungere i ragazzi. Brian era quello più sollevato di tutti.
<< Ci pensiamo un attimo e ti mandiamo a chiamare. >> sorrise loro Johnny, facendo intuire che era andato più che bene.
<< Ok, grazie.. c’è un balcone o un terrazzo? >> chiese Duncan, riprendendo fiato.
<< Certo, prendi le scale antincendio e c’è una terrazza. >> spiegò Zacky, accompagnandoli fuori dalla stanza.
I due fratelli si infilarono le giacche e salirono le scale antincendio, ritrovandosi nella terrazza di cui aveva parlato Zacky.
<< Che vuoi fare? >> berciò subito Jade, lanciandogli un’occhiataccia.
<< Fumare. >> rispose serafico lui, ridacchiando. Prese dalla tasca della giacca un pacchetto di Lucky Strike e ne tirò fuori una, mettendosela subito in bocca.
<< Allora lo faccio anche io. >> la ragazza ne prese una a sua volta e se l’accese grazie all’accendino che aveva rubato al fratello qualche anni prima e che era diventato il suo portafortuna.
<< Com’è andata? >> chiese lui, appena prese la prima boccata di fumo.
<< Alla grande. Ti prenderanno e io non ti vedrò mai più. >> decise la ragazza, prendendolo in giro.
<< Ah. No. >> Duncan finì la sigaretta e si mise a camminare, aspettando che qualcosa succedesse. Qualsiasi cosa.


Sophie says:
grazie mille a chi legge e commenta (e chi legge soltanto)!!! Vi prego di portare pazienza, è da tanto che non scrivo su EFP e, in realtà, questa è la prima storia che scrivo sugli Avenged, quindi se ci sono cose che non vi quadrano (voi che siete sicuramente più fan di me ^^' mea culpa ^^') vi prego di farmelo sapere, così posso aggiustare e mettere a posto! Danke sehr ^^
Un grazie particolare alle ragazze commentatrici:
Amor vincit omnia: grazie mille per i consigli! No, non mi sono assolutamente fatta un'idea sbagliata, mi sembri solo una persona molto attenta xD di certo potrei sfruttarti per qualche consiglio e ottime critiche costruttive per migliorare sempre di più =)  (ps, come vedi, ho già ascoltato un tuo consiglio abbreviando i nomi, cosa decisamente più comoda xD) baci!
Public Enemy: merci!! ahah xD sarò estremamente contenta se seguirai la mia storia e se la recensirai ad ogni capitolo! =p In realtà Jade è un personaggio che mi sono inventata sul momento, un po' me e un po' quello che vorrei essere xD *ricambia hig* non sono affettuosa di solito, ma quando si ricevono abbracci gratis è brutto non ricambaire ^_^ alla prossima <3
BBBlondie: abbiamo già una cosa in comune, l'anormalità.. perciò mi stai già simpatica xD per Jade non posso rivelare nulla... spero leggerai ancora per scoprire ^_^ xoxo
ancora un grazie di cuore!! Siate sincere con me per favore, così posso migliorare xD
scusate per la canzone, ma io adoro mettere le canzoni nelle storie che scrivo.. è una fissa ^_^'
 love you,
Sophie.
  
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