- Ciao, come va? Io sto bene, Sandra. E quindi stai sicuramente bene anche tu. Sandra, Sandra, Sandra...
- Che vuoi, Sandra? – risponde Sandra di scatto.
- Se sapevi parlare potevi anche dirmelo prima, Sandra – la rimbrotto. – E’ normale che io ho trascorso diciotto anni, dico, diciotto senza sapere che tu sapevi parlare, eh, Sandra?
- Ma io prima non sapevo parlare – risponde. – Sai, è tipo con un fantasma. Tu dici “Sandra” tre volte ed ecco il risultato.
- Okay, Sandra. Ma tu dove ti trovi?
- In un posto opposto a quello nel quale ti trovi tu.
- Allora sei in un bel posto!
- No – sospira. – Nemmeno la metà. Io sono dove sei tu, solo che la tua destra è la mia sinistra e la mia sinistra è la tua destra.
- Capisco, allora sei girata!
- Sì.
- Non c’ero arrivata. Sandra, ho diciotto anni, non nove.
- Mmh.
- E tu quanti anni hai?
- Quanti ne hai tu.
- Io ne ho diciotto, quindi sicuramente anche tu. O erano diciassette?
 
Laura, infermiera, non la smetteva più di guardare quella sua insolita paziente.
Sandra, la migliore amica di Sandra, della propria immagine riflessa in uno specchio.