Don’t…
[Tra le fiamme
dell’inferno.]
Sherlock fissa John e si avvicina, facendolo arretrare
finché non c’è altro che il muro e pochi centimetri cubi di aria a separarlo
dall’inferno.
John ruota la testa e sposta lo sguardo lontano da quegli
occhi di ghiaccio, quegli occhi in grado di annientarlo dall’interno, pezzo per
pezzo.
“Non—“ e non riesce a continuare, perché una lunga mano
sottile gli afferra la mascella. Lo zittisce e riporta gli occhi di John dove
dovrebbero stare, dove lui vuole che
stiano.
E lo guarda, gli entra dentro e scava nella sua anima.
John s’impietrisce, perdendosi nella paura più cieca, e
chiude gli occhi, li sbarra.
Ma Sherlock ottiene sempre quello che vuole, a qualsiasi
costo.
John sente il suo respiro mischiarsi a quello dell’altro e,
Dio, quanto vorrebbe che diventasse la sua aria, la sua personalissima aria.
Proprio quella che in questo momento gli manca.
Schiude le labbra e rantola, sospira, ansima.
Un nome gli rimbomba nella testa, ma è sbagliato, tutta
quella situazione è sbagliata.
Il suo respiro
si fa ancora più vicino e John apre lentamente gli occhi, come richiamato da
qualcosa di antico, d'indicibile, da qualcosa il cui nome non può essere
pronunciato.
Una mano gli scivola sotto il maglione e le gambe
tremano.
Eccitazione
e paura.
“S-Smettila” balbetta John con la voce tremante, ma
Sherlock sordo accosta le labbra al suo collo.
E John brucia, dentro e fuori.
Va a fuoco, il suo mondo sta andando a fuoco e lui non
può fare niente per salvarlo, non vuole, non…
“Sme-ettila”
Lo prega, lo implora, ma l’altro non lo ascolta e punta
dritto al suo obbiettivo.
Un’altra mano scivola via, ma questa volta verso il
basso.
“Sherl—“ questa volta la sua voce si spezza in un
singhiozzo, un mero rantolo su quel nome, quel nome che desidererebbe tanto
gridare.
Ma non può, non vuole. Non così, non contro un muro, non…
Un suono di frustrazione si scontra contro i suoi denti e
gli fa perdere quel poco fiato che era riuscito a racimolare.
Incomincia ad ansimare apertamente e alza il volto verso il
soffitto, quel soffitto così immacolato e bianco, niente a vedere con i colori
che stanno tingendo la sua vita, quell’attimo.
“Smettila, Dio, ti prego smettila di—“ ma anche questa
volta viene interrotto.
Zittito in un bacio che sa di passione, di bisogno, di un
bisogno incolmabile.
John gli stringe i capelli, quei riccioli neri con cui ha
sempre voluto giocare, gli stessi che ora vorrebbe strappare per mettere fine a
tutto questo.
Mettere fine a quel bacio.
Mettere fine a quella che è solo una mera illusione.
Ma Sherlock insiste e penetra nella sua gola, nella sua
anima, nel suo cuore.
Brucia, brucia tutto quello che incontra.
Eccolo l’inferno.
Eccolo che arriva, eccolo che lo accoglie.
Dio, quegli occhi, quegli occhi lo stanno uccidendo.
“No—“ cerca di imporsi con la voce spezzata.
La sua mano tremante preme sul petto dell’altro, lo
spinge via, cerca di allontanarlo, ma Sherlock aumenta la stretta sul suo
cavallo, quasi irritato.
John ansima e si lascia scappare un gemito.
Alto, troppo alto, sta volando troppo in alto.
Vuole scendere, vuole scendere da quella giostra dei
piaceri, delle illusioni.
Non vuole che succeda così, non vuole averlo così, non…
Un altro bacio sul suo collo, un’altra cicatrice sul suo
cuore.
Sta sanguinando, sta sanguinando dentro.
Lentamente.
“Sherl-lock, Sherl—“ gli afferra i capelli, quei dannati
ricci, e tira, tira.
Sente Sherlock rabbrividire sotto il suo tocco, percepisce
i suoi denti affondare nella sua carne.
Una scarica di eccitazione gli attraversa la schiena e lui
stringe la presa.
Sente gli occhi pizzicare e vorrebbe tanto gridare,
urlargli, che lo sta uccidendo.
Lo sta uccidendo nel modo peggiore possibile.
“A-Ah!” si lascia scappare all’ennesimo marchio inflitto
sulla sua pelle.
Fa
male.
E ansima, alza la testa, lasciandogli involontariamente
il campo completamente libero, mentre lui rimane assolutamente prigioniero.
Prigioniero dei propri sentimenti.
Sentimenti non condivisi, incompresi.
Sente un tintinnio e in un attimo i pantaloni cadono,
senza lasciagli possibilità.
E trema.
Trema dall’eccitazione, trema dal terrore, perché da lì
in poi non c’è più ritorno.
Non vuole che succeda così, non vuole essere scopato
contro un muro, non…
“B-Basta, smettila!”
Le sue mani tremanti corrono sulle spalle dell’altro e
tentano nuovamente di respingerlo, questa volta con più forza, con la forza
della disperazione.
Sherlock si blocca immediatamente, non aveva previsto
quella reazione, quella forza.
Alza gli occhi e incontra quelli di John così pieni di
rabbia, terrore, angoscia e…
Gli sfugge qualcosa, qualcosa gli sfugge in quegli occhi.
Non ha mai visto niente di simile in John, che sia
pericoloso?
Sherlock, con gli occhi illuminati, passa il braccio
intorno al bacino di John attirandolo a sé.
Non vuole lasciarlo scappare, non vuole perderlo.
Non lui, non John.
Deve rimanere con lui, è solo suo.
Subito lo stringe più forte a sé.
Le mani si arrampicano sulla sua schiena e lo bloccano.
John trema, sentendole strisciare come serpenti, avide
della sua pelle.
Non deve cedere o non ci sarà ritorno.
“Sh-Sherlock, ti prego, ascolta-mi”
E lui, non lasciando mai la presa, lo accontenta per la
prima volta da quando tutto è incominciato.
Alza lo sguardo e pianta di nuovo i suoi occhi su di lui.
No, no, no.
Non di nuovo.
John sente il suo cuore rimbombare nelle orecchie e pressare
per uscire, per scappare.
Per un attimo esita e Sherlock se ne accorge, quasi
rincuorato.
Afferra la nuca dell’altro e la avvicina alla sua.
Da quella posizione può vedere perfettamente gli occhi
dell’altro spalancarsi e inondarsi di paura.
No, un altro bacio no.
John ne morirebbe, non sopravvivrebbe, non questa volta.
Ed è un attimo, uno scatto.
Un singolo istante, ma che pare durare una vita.
Il viso di John è voltato, rasente al muro, e gli occhi
sono bassi.
Sente le fiamme lambirgli le gambe e divampargli nel
petto, alimentate da quello sguardo di ghiaccio che non si stacca dalla sua
figura.
E Sherlock non può fare altro, non riesce a capire.
John lo sa e deglutisce, sentendo l’abisso dei suoi
sentimenti inghiottirlo.
“Smettila” ripete per la milionesima volta, la voce è
ferma ma piena di emozioni represse.
Il mondo si ferma lentamente, ogni respiro diventa
infinito e ogni secondo un eternità.
Sherlock lo osserva, lo studia, ma come sempre non riesce
a comprenderlo, non come vorrebbe.
Per lui, John è sempre stato un'incognita, un caso
inestricabile.
Il
mistero della sua vita.
Vede i suoi occhi fuggire e la sua presenza allontanarsi,
come se stesse cercando di scappare. Da
lui.
Un prurito lo prende al petto.
Allunga una mano verso il viso dell’altro per riprendere
possesso di quegli occhi che sono, devono,
essere suoi.
“Smettila, Sherlock!”
John rifugge al contatto, evitando che il fuoco che ha
dentro finisca per soffocare entrambi, solo dopo averlo fatto si rende conto di
aver urlato.
Sospira pesantemente, trattenendo le lacrime e
imponendosi quelle parole.
Deve farlo.
Deve,
deve, deve.
Non deve nasconderlo, non deve far finta di niente, non…
Si morde il labbro, mentre quegli occhi gli mangiano il
cuore.
“N-Non… tu non…” balbetta con lo sguardo basso e vorrebbe
vomitare.
Vomitare il cuore, l’anima e quelle dannate parole.
E Sherlock è lì che lo osserva, che non capisce, eppure
tutto gli faceva pensare che a John non dispiacessero i suoi trattamenti.
Cosa era andato storto?
Tutto, avrebbe risposto John.
Tutto perché John non voleva essere scopato contro un
muro, non voleva essere uno sfogo, non voleva diventare l’ennesimo indovinello
da risolvere.
Alza lentamente gli occhi su di lui e prende la sua
decisione, l’ultima, la definitiva.
Lo sguardo di Sherlock è fisso nel suo, e non esiste
altro.
Una lunga carezza, quasi impercettibile scende lentamente
lungo lo zigomo di John e lascia dietro di sé solo fuoco.
Un fuoco nero che rischia di uccidere entrambi e John,
non può permetterlo, non…
Stringe la sua
mano, convulsamente, e abbassa nuovamente lo sguardo.
“Smettila di illudermi, Sherlock.”
***Angolino del cambio colore***
Ebbene sì, finisce così. Niente lemon, lime o altro xD.
Sono sempre stata terribilmente bastarda e masochista,
infatti sguazzo nell’angst che è un piacere =D.
Insomma, in questo fandom c’è troppo fluff, un po’ di
sano angst non fa mai male, no? *la inseguono con i forconi*
Passando alle cose serie(?) spero che Sherlock e John vi
siano risultati IC. Sinceramente io li trovo molto in character, ma essendo io
un’appassionata di tutti i Sherlock
Holmes, avrei potuto fare un miscuglione da paura e aver creato un casino
illeggibile xD Quindi se avete voglia di martoriarmi per avere scritto una cosa
OOC (il cielo me ne salvi) ditemelo, perché per me è un argomento fondamentale,
non scrivo se so di scrivere qualcosa che i personaggi non
direbbero/farebbero/penserebbero mai.
Basta, mi cucisco la bocca se no non la finisco più xD
Volevo solo ringraziare chiunque abbia letto, commentato,
preferito, ricordato la mia precedente shot su questo fandom Trust
me [Perchè lui]