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Autore: Jolly Camaleonte    24/01/2011    6 recensioni
Sherlock fissa John e si avvicina, facendolo arretrare, finché non c’è altro che il muro e pochi centimetri cubi di aria a separarlo dall’inferno.
Sherl/John taaanto angst.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson , Sherlock Holmes
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Another World.'
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Dont... [Tra le fiamme dell'inferno.]

Don’t…

[Tra le fiamme dell’inferno.]

 

Sherlock fissa John e si avvicina, facendolo arretrare finché non c’è altro che il muro e pochi centimetri cubi di aria a separarlo dall’inferno.

John ruota la testa e sposta lo sguardo lontano da quegli occhi di ghiaccio, quegli occhi in grado di annientarlo dall’interno, pezzo per pezzo.

“Non—“ e non riesce a continuare, perché una lunga mano sottile gli afferra la mascella. Lo zittisce e riporta gli occhi di John dove dovrebbero stare, dove lui vuole che stiano.

E lo guarda, gli entra dentro e scava nella sua anima.

John s’impietrisce, perdendosi nella paura più cieca, e chiude gli occhi, li sbarra.

Ma Sherlock ottiene sempre quello che vuole, a qualsiasi costo.

John sente il suo respiro mischiarsi a quello dell’altro e, Dio, quanto vorrebbe che diventasse la sua aria, la sua personalissima aria.

Proprio quella che in questo momento gli manca.

Schiude le labbra e rantola, sospira, ansima.

Un nome gli rimbomba nella testa, ma è sbagliato, tutta quella situazione è sbagliata.

Il suo respiro si fa ancora più vicino e John apre lentamente gli occhi, come richiamato da qualcosa di antico, d'indicibile, da qualcosa il cui nome non può essere pronunciato.

Una mano gli scivola sotto il maglione e le gambe tremano.

Eccitazione e paura.

“S-Smettila” balbetta John con la voce tremante, ma Sherlock sordo accosta le labbra al suo collo.

E John brucia, dentro e fuori.

Va a fuoco, il suo mondo sta andando a fuoco e lui non può fare niente per salvarlo, non vuole, non…

“Sme-ettila”

Lo prega, lo implora, ma l’altro non lo ascolta e punta dritto al suo obbiettivo.

Un’altra mano scivola via, ma questa volta verso il basso.

“Sherl—“ questa volta la sua voce si spezza in un singhiozzo, un mero rantolo su quel nome, quel nome che desidererebbe tanto gridare.

Ma non può, non vuole. Non così, non contro un muro, non…

Un suono di frustrazione si scontra contro i suoi denti e gli fa perdere quel poco fiato che era riuscito a racimolare.

Incomincia ad ansimare apertamente e alza il volto verso il soffitto, quel soffitto così immacolato e bianco, niente a vedere con i colori che stanno tingendo la sua vita, quell’attimo.

“Smettila, Dio, ti prego smettila di—“ ma anche questa volta viene interrotto.

Zittito in un bacio che sa di passione, di bisogno, di un bisogno incolmabile.

John gli stringe i capelli, quei riccioli neri con cui ha sempre voluto giocare, gli stessi che ora vorrebbe strappare per mettere fine a tutto questo.

Mettere fine a quel bacio.

Mettere fine a quella che è solo una mera illusione.

Ma Sherlock insiste e penetra nella sua gola, nella sua anima, nel suo cuore.

Brucia, brucia tutto quello che incontra.

Eccolo l’inferno.

Eccolo che arriva, eccolo che lo accoglie.

Dio, quegli occhi, quegli occhi lo stanno uccidendo.

“No—“ cerca di imporsi con la voce spezzata.

La sua mano tremante preme sul petto dell’altro, lo spinge via, cerca di allontanarlo, ma Sherlock aumenta la stretta sul suo cavallo, quasi irritato.

John ansima e si lascia scappare un gemito.

Alto, troppo alto, sta volando troppo in alto.

Vuole scendere, vuole scendere da quella giostra dei piaceri, delle illusioni.

Non vuole che succeda così, non vuole averlo così, non…

Un altro bacio sul suo collo, un’altra cicatrice sul suo cuore.

Sta sanguinando, sta sanguinando dentro.

Lentamente.

“Sherl-lock, Sherl—“ gli afferra i capelli, quei dannati ricci, e tira, tira.

Sente Sherlock rabbrividire sotto il suo tocco, percepisce i suoi denti affondare nella sua carne.

Una scarica di eccitazione gli attraversa la schiena e lui stringe la presa.

Sente gli occhi pizzicare e vorrebbe tanto gridare, urlargli, che lo sta uccidendo.

Lo sta uccidendo nel modo peggiore possibile.

“A-Ah!” si lascia scappare all’ennesimo marchio inflitto sulla sua pelle.

Fa male.

E ansima, alza la testa, lasciandogli involontariamente il campo completamente libero, mentre lui rimane assolutamente prigioniero.

Prigioniero dei propri sentimenti.

Sentimenti non condivisi, incompresi.

Sente un tintinnio e in un attimo i pantaloni cadono, senza lasciagli possibilità.

E trema.

Trema dall’eccitazione, trema dal terrore, perché da lì in poi non c’è più ritorno.

Non vuole che succeda così, non vuole essere scopato contro un muro, non…

“B-Basta, smettila!”

Le sue mani tremanti corrono sulle spalle dell’altro e tentano nuovamente di respingerlo, questa volta con più forza, con la forza della disperazione.

Sherlock si blocca immediatamente, non aveva previsto quella reazione, quella forza.

Alza gli occhi e incontra quelli di John così pieni di rabbia, terrore, angoscia e…

Gli sfugge qualcosa, qualcosa gli sfugge in quegli occhi.

Non ha mai visto niente di simile in John, che sia pericoloso?

Sherlock, con gli occhi illuminati, passa il braccio intorno al bacino di John attirandolo a sé.

Non vuole lasciarlo scappare, non vuole perderlo.

Non lui, non John.

Deve rimanere con lui, è solo suo.

Subito lo stringe più forte a sé.

Le mani si arrampicano sulla sua schiena e lo bloccano.

John trema, sentendole strisciare come serpenti, avide della sua pelle.

Non deve cedere o non ci sarà ritorno.

“Sh-Sherlock, ti prego, ascolta-mi”

E lui, non lasciando mai la presa, lo accontenta per la prima volta da quando tutto è incominciato.

Alza lo sguardo e pianta di nuovo i suoi occhi su di lui.

No, no, no.

Non di nuovo.

John sente il suo cuore rimbombare nelle orecchie e pressare per uscire, per scappare.

Per un attimo esita e Sherlock se ne accorge, quasi rincuorato.

Afferra la nuca dell’altro e la avvicina alla sua.

Da quella posizione può vedere perfettamente gli occhi dell’altro spalancarsi e inondarsi di paura.

No, un altro bacio no.

John ne morirebbe, non sopravvivrebbe, non questa volta.

Ed è un attimo, uno scatto.

Un singolo istante, ma che pare durare una vita.

Il viso di John è voltato, rasente al muro, e gli occhi sono bassi.

Sente le fiamme lambirgli le gambe e divampargli nel petto, alimentate da quello sguardo di ghiaccio che non si stacca dalla sua figura.

E Sherlock non può fare altro, non riesce a capire.

John lo sa e deglutisce, sentendo l’abisso dei suoi sentimenti inghiottirlo.

“Smettila” ripete per la milionesima volta, la voce è ferma ma piena di emozioni represse.

Il mondo si ferma lentamente, ogni respiro diventa infinito e ogni secondo un eternità.

Sherlock lo osserva, lo studia, ma come sempre non riesce a comprenderlo, non come vorrebbe.

Per lui, John è sempre stato un'incognita, un caso inestricabile.

Il mistero della sua vita.

Vede i suoi occhi fuggire e la sua presenza allontanarsi, come se stesse cercando di scappare. Da lui.

Un prurito lo prende al petto.

Allunga una mano verso il viso dell’altro per riprendere possesso di quegli occhi che sono, devono, essere suoi.

“Smettila, Sherlock!”

John rifugge al contatto, evitando che il fuoco che ha dentro finisca per soffocare entrambi, solo dopo averlo fatto si rende conto di aver urlato.

Sospira pesantemente, trattenendo le lacrime e imponendosi quelle parole.

Deve farlo.

Deve, deve, deve.

Non deve nasconderlo, non deve far finta di niente, non…

Si morde il labbro, mentre quegli occhi gli mangiano il cuore.

“N-Non… tu non…” balbetta con lo sguardo basso e vorrebbe vomitare.

Vomitare il cuore, l’anima e quelle dannate parole.

E Sherlock è lì che lo osserva, che non capisce, eppure tutto gli faceva pensare che a John non dispiacessero i suoi trattamenti.

Cosa era andato storto?

Tutto, avrebbe risposto John.

Tutto perché John non voleva essere scopato contro un muro, non voleva essere uno sfogo, non voleva diventare l’ennesimo indovinello da risolvere.

Alza lentamente gli occhi su di lui e prende la sua decisione, l’ultima, la definitiva.

Lo sguardo di Sherlock è fisso nel suo, e non esiste altro.

Una lunga carezza, quasi impercettibile scende lentamente lungo lo zigomo di John e lascia dietro di sé solo fuoco.

Un fuoco nero che rischia di uccidere entrambi e John, non può permetterlo, non…

Stringe la sua mano, convulsamente, e abbassa nuovamente lo sguardo.

“Smettila di illudermi, Sherlock.”

 

 

 

 

 

***Angolino del cambio colore***

Ebbene sì, finisce così. Niente lemon, lime o altro xD.

Sono sempre stata terribilmente bastarda e masochista, infatti sguazzo nell’angst che è un piacere =D.

Insomma, in questo fandom c’è troppo fluff, un po’ di sano angst non fa mai male, no? *la inseguono con i forconi*

Passando alle cose serie(?) spero che Sherlock e John vi siano risultati IC. Sinceramente io li trovo molto in character, ma essendo io un’appassionata di tutti i Sherlock Holmes, avrei potuto fare un miscuglione da paura e aver creato un casino illeggibile xD Quindi se avete voglia di martoriarmi per avere scritto una cosa OOC (il cielo me ne salvi) ditemelo, perché per me è un argomento fondamentale, non scrivo se so di scrivere qualcosa che i personaggi non direbbero/farebbero/penserebbero mai.

Basta, mi cucisco la bocca se no non la finisco più xD

Volevo solo ringraziare chiunque abbia letto, commentato, preferito, ricordato la mia precedente shot su questo fandom Trust me [Perchè lui]



   
 
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