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Autore: Angemon_SS    26/01/2011    1 recensioni
Durante gli allenamenti mattutini Sakura nota grandi cambiamenti nel suo corpo e nella sua resistenza. Il responso di Tsunade sarà, per Sakura, più terribile di qualunque altra cosa si aspettasse. Ma per capire cosa le sta succedendo deve tornare indietro di alcuni mesi, alla guerra del ferro ed a quella notte che non dimenticherà mai
Genere: Azione, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto Shippuuden
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Capitolo 1

Sono troppo stanca

 

 

 

Anche quella mattina, Sakura, si svegliò a causa dell’impellente bisogno di correre al bagno ed anche quella volta fu alquanto doloroso.

L’orologio segnava le cinque e mezza di mattina, solitamente era l’ora nella quale, se non era in missione, usciva per fare jogging. Solitamente, perché nelle ultime due settimane aveva rispettato quel rituale non più di tre volte e per questo si sentiva tremendamente in colpa con se stessa, non era minimamente accettabile comportarsi come Naruto e saltare gli allenamenti di rinforzo per gambe e braccia, anche se si trattava di una semplice corsa. Si diede una sciacquata al viso ed una veloce pettinata ai capelli, decisa più che mai a scendere in strada per la corsa mattutina.

 

Durante la corsa notò che dall’ultima volta la tuta sembrava più stretta. Ipotizzò ad un lavaggio errato in lavatrice ma poi ricordò a quando risaliva l’ultima corsa e si infuriò di nuovo con se stessa pensando di essere ingrassata e di non aver smaltito correttamente gli ultimi pasti.

Non era la sola a correre la mattina, al Villaggio della Foglia erano molti gli inquilini dell’alba, coloro che si svegliavano presto per correre nella nebbia mattutina. Solitamente le corse duravano fino all’apertura dei negozi, ed anche Sakura correva sempre fino a quell’ora.

“Accidenti! Questi giorni di pausa mi hanno stravolto l’equilibrio.” Pensò questo mentre si sedeva su di una panchina, grondante di sudore. Si asciugò la fronte con la maglietta e si guardò intorno. Il sole stava lentamente facendo capolino da dietro la montagna degli hokaghe e la nebbiolina iniziava lentamente a diradarsi a causa dei raggi del sole. “Credo che sia il caso di andare a correre anche dopo pranzo, altrimenti non riuscirò mai a recuperare.”

«Buongiorno Sakura.» La voce era inconfondibile. Rock Lee, in verticale, si era fermato davanti alla panchina, sorridente e paonazzo, attendeva che il maestro lo raggiungesse.

«Ciao Rock Lee.» Si vergognò tantissimo nel mostrarsi esausta a quell’ora del mattino. «Oggi trenta giri del villaggio correndo in verticale?»

«Si, e domani solo su due dita.» Gli occhi gli brillavano come ogni volta che gli si presentava un’ardua sfida. «Tu, invece? Hai già finito l’allenamento? Sei esausta.»

“Maledizione, si è accorto che grondo sudore.” «No, riprendo solo un po’ di fiato, era da un po’ di tempo che non correvo la mattina, mi sono rilassata troppo.»

«Sakura…abbiamo corso con le squadre la scorsa settimana ed anche in quel caso hai smesso prima del solito, non sarà che tu abbia qualche problema?»

«Problema?»

«Si, magari non assumi i cibi in maniera corretta o, senza farti allarmare, il tuo cuore ha dei problemi e ti fa stancare molto prima. Credo che sia il caso di parlarne con l’Hokaghe

“Ma guarda che presuntuoso so-tutto-io-sulla-forma-fisica

Sakura avrebbe avuto da ribattere tante cose ma Rock Lee corse di nuovo via ancora prima che potesse aprir bocca. Rimase sola ad osservare la polvere che si poggiava dopo il suo passaggio. Ebbe modo di rifletterci.

“Effettivamente questo brusco cambiamento del mio corpo mi lascia al quanto perplessa. Forse sarebbe davvero il caso di andare a parlare con Tsunade.”

Si rilassò qualche altro minuto e tornò a casa. Si sdraiò fino a tarda mattina, quando era sicura di trovare Tsunade sveglia e con pochi postumi di una sicura sbornia della notte prima. Quando raggiunse il palazzo dell’Hokaghe dovette attendere perché Tsunade era ancora addormentata. Finalmente, quando fu ricevuta, poté raccontare tutto all’Hokaghe e ciò che ella le rispose non le piacque per niente.

«Seguimi agli ambulatori. Non preoccuparti, voglio solo farti una visita ginecologica.»

Sakura acconsentì ma aveva paura, come mai ne aveva avuto in vita sua. Furono i minuti più lunghi e imbarazzanti della sua vita. Quando l’Hokaghe ebbe finito si tolse i guanti con un’espressione di rassegnazione in volto.

Sakura stette in silenzio e cominciò a rivestirsi. Il cuore gli batteva fortissimo e le braccia tremavano mentre si rimetteva gli slip.

«Otto settimane.» Fu il responso di Tsunade. «Una non preparata fisicamente come te non se ne sarebbe accorta prima delle nove

«Tsunade…»

«Sakura, tu sei incinta.»

 

 

   
 
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