Capitolo
1
Sono troppo stanca
Anche
quella mattina, Sakura, si svegliò a causa dell’impellente bisogno di correre
al bagno ed anche quella volta fu alquanto doloroso.
L’orologio
segnava le cinque e mezza di mattina, solitamente era l’ora nella quale, se non
era in missione, usciva per fare jogging. Solitamente,
perché nelle ultime due settimane aveva rispettato quel rituale non più di tre
volte e per questo si sentiva tremendamente in colpa con se stessa, non era
minimamente accettabile comportarsi come Naruto e saltare gli allenamenti di
rinforzo per gambe e braccia, anche se si trattava di una semplice corsa. Si
diede una sciacquata al viso ed una veloce pettinata ai capelli, decisa più che
mai a scendere in strada per la corsa mattutina.
Durante
la corsa notò che dall’ultima volta la tuta sembrava più stretta. Ipotizzò ad
un lavaggio errato in lavatrice ma poi ricordò a quando risaliva l’ultima corsa
e si infuriò di nuovo con se stessa pensando di essere ingrassata e di non aver
smaltito correttamente gli ultimi pasti.
Non
era la sola a correre la mattina, al Villaggio della Foglia erano molti gli inquilini dell’alba, coloro che si
svegliavano presto per correre nella nebbia mattutina. Solitamente le corse
duravano fino all’apertura dei negozi, ed anche Sakura correva sempre fino a
quell’ora.
“Accidenti!
Questi giorni di pausa mi hanno stravolto l’equilibrio.” Pensò questo mentre si
sedeva su di una panchina, grondante di sudore. Si asciugò la fronte con la
maglietta e si guardò intorno. Il sole stava lentamente facendo capolino da
dietro la montagna degli hokaghe e la nebbiolina
iniziava lentamente a diradarsi a causa dei raggi del sole. “Credo che sia il
caso di andare a correre anche dopo pranzo, altrimenti non riuscirò mai a
recuperare.”
«Buongiorno
Sakura.» La voce era inconfondibile. Rock Lee, in verticale, si era fermato
davanti alla panchina, sorridente e paonazzo, attendeva che il maestro lo
raggiungesse.
«Ciao
Rock Lee.» Si vergognò tantissimo nel mostrarsi esausta a quell’ora del
mattino. «Oggi trenta giri del villaggio correndo in verticale?»
«Si,
e domani solo su due dita.» Gli occhi gli brillavano come ogni volta che gli si
presentava un’ardua sfida. «Tu, invece? Hai già finito l’allenamento? Sei
esausta.»
“Maledizione,
si è accorto che grondo sudore.” «No, riprendo solo un po’ di fiato, era da un po’
di tempo che non correvo la mattina, mi sono rilassata troppo.»
«Sakura…abbiamo corso con le squadre la scorsa settimana ed
anche in quel caso hai smesso prima del solito, non sarà che tu abbia qualche
problema?»
«Problema?»
«Si,
magari non assumi i cibi in maniera corretta o, senza farti allarmare, il tuo
cuore ha dei problemi e ti fa stancare molto prima. Credo che sia il caso di
parlarne con l’Hokaghe.»
“Ma
guarda che presuntuoso so-tutto-io-sulla-forma-fisica”
Sakura
avrebbe avuto da ribattere tante cose ma Rock Lee corse di nuovo via ancora
prima che potesse aprir bocca. Rimase sola ad osservare la polvere che si
poggiava dopo il suo passaggio. Ebbe modo di rifletterci.
“Effettivamente
questo brusco cambiamento del mio corpo mi lascia al quanto perplessa. Forse
sarebbe davvero il caso di andare a parlare con Tsunade.”
Si
rilassò qualche altro minuto e tornò a casa. Si sdraiò fino a tarda mattina, quando
era sicura di trovare Tsunade sveglia e con pochi
postumi di una sicura sbornia della notte prima. Quando raggiunse il palazzo
dell’Hokaghe dovette attendere perché Tsunade era ancora addormentata. Finalmente, quando fu
ricevuta, poté raccontare tutto all’Hokaghe e ciò che
ella le rispose non le piacque per niente.
«Seguimi agli ambulatori. Non preoccuparti, voglio solo farti
una visita ginecologica.»
Sakura
acconsentì ma aveva paura, come mai ne aveva avuto in vita sua. Furono i minuti
più lunghi e imbarazzanti della sua vita. Quando l’Hokaghe
ebbe finito si tolse i guanti con un’espressione di rassegnazione in volto.
Sakura
stette in silenzio e cominciò a rivestirsi. Il cuore gli batteva fortissimo e
le braccia tremavano mentre si rimetteva gli slip.
«Otto
settimane.» Fu il responso di Tsunade. «Una non
preparata fisicamente come te non se ne sarebbe accorta prima delle nove.»
«Tsunade…»
«Sakura,
tu sei incinta.»