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Autore: essie    27/01/2011    14 recensioni
-Come ti chiami?- chiedo con un sospiro, sparando la prima domanda che mi viene in mente.
-Edward Cullen- risponde istantaneamente, tendendomi la mano.
Rido divertita. –Sì, e io sono un vampiro!-
Mi guarda accigliato. –Cosa c’è che non va nel mio nome?-
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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Ihihih, eccomi qui con un'idea pazza venutami in mente ieri pomeriggio. Ho scritto tutto in mezzora =)  Perdonate gli errori: domani provvederò a correggere per bene il testo, adesso sono un po' di fretta.

Mi farebbe davvero piacere sapere cosa ne pensate.

Spero vi piaccia.

 

I casi della vita!

 

Dai, dai, dai!

-Il suo nome, signorina?-

Mi mordicchio nervosa il labbro inferiore. –Isabella Swan-

La donna, provvista do elenco degli invitati, mi guarda severa. –Non scherzi, per favore. Il suo nome vero?-

E che cazzo!

Tiro fuori la carta d’identità, sbattendogliela sotto il naso con foga. Sono stufa. Sono stufa di vedere il mio nome come se fosse una barzelletta! D’accordo, mi chiamo Isabella Swan come la protagonista della saga di Twilight, quattro libri idioti su una ragazza timida e imbranata che si innamora del classico “bello e impossibile”, il quale scoprirà essere un vampiro. I due mettono insieme e, superati i prevedibili ostacoli, alla fine si sposano e hanno una figlia dal nome impronunciabile. E, adesso che è uscito anche il film, la gente è davvero insopportabile!

-Oh!- balbetta la donna, sforzandosi di non ridere, dopo aver dato un'occhiata all'elenco. –Entri pure, è nella lista-

La sorpasso senza dire niente, imbufalita, e mi ritrovo in un ampio salone dal pavimento di marmo, illuminato. Mi perdo nella folla di persone che sorseggiano champagne e chiacchierano allegramente, cercando un volto noto.

-Ehi, Bella!- urla una voce dietro di me. Mi volto e vedo Rosaline che saltella agitando la mano nella mia direzione, eccitata.

-Tesoro!- esclama abbracciandomi quando la raggiungo. –Come stai?-

Faccio una smorfia. –Al solito. Niente di nuovo. E tu?-

-Alla grande!- si accarezza il pancione, gli occhi luccicanti.

-Bella!- tuona Emmerson, futuro marito di Rose, raggiungendoci. –Ma…- fa una faccia scandalizzata. –Dov’è Edward? Ahahah, non dirmi che ti sei dimenticata del tuo amore eterno…-

Mi allontano stizzita, dopo averlo mandato gentilmente a quel paese, e mi avvicino al tavolo degli alcolici buttando giù un bicchierino di un qualcosa che mi brucia la gola.

-Sai, dovresti fare attenzione con quello- sussurra qualcuno alle mie spalle.

-Non sono affari tuoi- replico, ancora incazzata, senza girarmi.

Questa giornata è iniziata proprio male, e sta finendo anche peggio.

-Fai un po’ come vuoi- borbotta il tizio dietro di me, il tono offeso. Ops.

-Senti- sbotto voltandomi. –Ho avuto una giornata di merda, dovrò pur…- mi blocco. Davanti a me non c’è nessuno. Cazzo, anche le allucinazioni! Sono messa bene!

Gironzolo un po’ per la sala, senza di meglio da fare. Insomma, questa teoricamente è la festa di fidanzamento di Jessica, una mia vecchia amica. Peccato che la festeggiata non si veda in giro!

Indosso un abito nero al ginocchio, il quale aderisce al mio corpo neanche fosse una seconda pelle, evidenziando curve che non pensavo di avere. Quando mi sono guardata allo specchio ho stentato a riconoscermi: possibile che quella donna dalla vita sottile, le gambe lunghe e magre, non eccessivamente formosa… fossi io? Devo ringraziare Allie, mia migliore amica e stilista personale.

Durante la noiosa serata parlo con Lauren, finta bionda amica di Jessica; con un certo Benjamin, un tipo molto simpatico; e con una ragazza irlandese dai vaporosi riccioli rossi, Maggie. La sala si riempie sempre di più, soffocandomi: possibile che Jess e il futuro marito conoscano così tante persone?!

Alla fine esco nella spaziosa terrazza, gradevolmente illuminata, respirando l’aria fresca della sera di luglio. Mi perdo con lo sguardo per le vie di Manhattan, piene di luci e colori.

-Cosa ci fa una così bella ragazza qui fuori tutta sola?-

Mi volto di scatto, riconoscendo la voce di poco prima. Non è un’allucinazione! Davanti a me c’è un ragazzo pallido, alto, dai capelli di una strana tonalità del castano sparati in tutte le direzioni, come se l’avessero fulminato, un sorrisetto a incurvare le sue labbra morbide.

-Ci stai provando?- abbaio, per niente incantata dalla sua bellezza particolare.

Il suo sorriso si amplia. –Forse-

-Mi hai seguita?-

-Forse-

-Comprati un vocabolario, idiota- ringhio innervosita, rabbrividendo a causa del leggero vento.

Lo sento ridacchiare.

-Co… cosa stai facendo?- domando incredula e lievemente imbarazzata quando inizia a sbottonarsi la giacca. –Guarda che se ti spogli davanti a me non ti salto addosso: cambia tattica-.

Alza gli occhi al cielo. –Hai freddo-

-E allora?-

-E allora indossa la mia giacca, così il freddo se ne va- spiega, parlando lentamente, come se davanti avesse una bambina anziché un’indipendente donna di ventitrè anni. Insomma, “donna”… che parola!

Impettita, torno nel salone, lasciandolo fuori da solo. Oh, cazzo: mi sono persa il discorso di Jessica! Sta scendendo dal palco, con un corto abito violetto e i tacchi a spillo, un tizio biondo dall’aria stupida che le tiene la mano. Tutti si accalcano intorno a loro tranne me. Per le congratulazioni ci sarà tempo.

-Si può sapere perché mi tratti così? Non sai niente di me!-

Guardo quel ragazzo, esasperata. Alla luce posso vederlo meglio… e direi che è davvero bello, avrà al massimo un paio d’anni in più di me. Quegli occhi, poi… talmente verdi da sembrare irreali, così intensi e penetranti, velati da una dolcezza disarmante!

-Come ti chiami?- chiedo con un sospiro, sparando la prima domanda che mi viene in mente.

-Edward Cullen- risponde istantaneamente, tendendomi la mano.

Rido divertita. –Sì, e io sono un vampiro!-

Mi guarda accigliato. –Cosa c’è che non va nel mio nome?-

-Smettila di prendermi in giro!-

-Ma non ho detto niente!- protesta, offeso. Wow, è davvero convincente… ci stavo quasi cascando.

-Sai, sei davvero irritante! Chi ti ha pagato per dirmi queste scemenze?-

I suoi occhioni verde smeraldo sono increduli. –Ma cosa…-

Ah, basta!-

Scatto verso l’entrata, salutando con un cenno Rosaline, che chiacchiera allegra con una donna alta dai capelli color caramello.

Che serata di merda. E dire che con quel tipo ci avrei fatto un pensierino… prima che si mettesse a dire idiozie.

 

Una settimana dopo

Oddio, oddio, oddio.

Sta per essere qui! Sta per arrivare!

Oggi la redazione è in fermento: sta per arrivare lui! Ha passato cinque anni in Afghanistan, scrivendo da lì i suoi “articoli” e mettendoli sul web. Tutto il mondo lo adora! Scrive bene: è chiaro, conciso, pulito. Si percepiscono le sue emozioni, i suoi pensieri, senza che lui chiarisca la cosa.

E forse inizierà a lavorare qui, al New York Times! Ha un appuntamento con il capo tra dieci minuti. Nessuno l’ha mai visto in viso, nessuno sa il suo nome; si firmava E.C, forse le sue iniziali. Alcuni, qui dentro, lo considerano un dio.

Jane, la mia segretaria, entra nel mio ufficio come una furia. –E’ arrivato! Dio, Bella!-

Sospiro, distogliendo lo sguardo dal pc, ma in realtà sono molto curiosa.

-E?-

-Dio! E’. Un. Autentico. Schianto-

Alzo gli occhi al cielo. –Bene!-

-Ah, e sta venendo qui-butta lì, come se la notizia fosse di scarsa importanza.

-COME? E il colloquio…-

-Già assunto. Sta facendo il giro degli uffici, sai…-

Qualcuno bussa alla porta. Come non detto.

-Oddio- mi lascio sfuggire, il cuore che batte forte. Sto andando in iperventilazione.

-Dai, Bella. Fa’ lui vedere chi sei-

Prendo un profondo respiro. -Sì- squittisco, torturandomi le labbra con i denti.

-Avanti!- cerco di imprimere nella mia voce un tono deciso e autoritario.

Il ragazzo che compare sulla porta ha un’aria vagamente familiare… capelli rossicci, labbra morbide e piene, pallido, bel fisico… quando i miei occhi incontrano i suoi ricordo. E non posso fare a meno di esclamare un “oh, cazzo!”, facendo sobbalzare Jane.

-Non ci credo!- anche il ragazzo mi ha riconosciuta. Arrossisco, lievemente imbarazzata. Cioè… con tutti i tizi che ci sono al mondo, Dio, perché proprio lui?

-Buon giorno- ridacchia, avanzando verso di me. Quant’è irritante!

Alzo gli occhi al cielo. -Buon giorno-

-Sono Edward Cullen, piacere di conoscerla signorina…- i suoi occhi verdissimi scattano alla targa attaccata alla porta. -…Swan-

Jane scoppia a ridere tenendosi la pancia mentre io abbandono il capo alle mie mani.

-Scusate, ma… cosa c’è da ridere?-

-Oh… oh!- singhiozza lei, le lacrime agli occhi. –Edward Cullen e Isabella Swan nella stessa stanza!- e ricomincia.

-Ah!- dico rivolta al tipo. –Ti rendi conto che mi prenderà in giro a vita?-

Mi guarda sperduto. –Ma perché?-

Scuoto la testa: quando la smetterà con questo sciocco scherzo?

-Bella!- il capo è sulla porta, le sopracciglia aggrottate. –Hai conosciuto Edward?-

-Si… si chiama davvero così?-

Fa una risatina. –Credevi fosse uno scherzo, eh? Sì, è il suo vero nome-

Edward osserva la scena, incuriosito. Quanto è strano chiamarlo in quel modo!

-Naturalmente- continua il capo con un sorriso, -non è a conoscenza della… della cosa, essendo rimasto praticamente fuori dal mondo per cinque anni-

-E’ assurdo-

Annuisce. –Lo so. Ah, e conoscetevi per bene: da adesso lavorerete insieme- accenna un saluto e scompare-

Sospiro e guardo Edward. Non mi ci abituerò mai!

-Jane?-

-Sì, Bella?- sorride professionale. E’ strana davvero, quella ragazza.

-Io e… ehm, Edward usciamo-

Prendo la borsa e vado verso di lui, la rappresentazione della curiosità.

-Ok!- trilla Jane ammiccando. Sollevo gli occhi al cielo.

-Dove andiamo?- mi chiede Edward a bassa voce quando lo prendo a braccetto, conducendolo all’uscita.

-In libreria, mio caro. E al cinema. E’ appena uscito “Twilight”, ed io non voglio perdermelo-

 

   
 
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