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Autore: damnjaybi    27/01/2011    9 recensioni
Melanie aveva solo bisogno di qualcuno che l'amasse. Qualcuno che l'avrebbe aiutata a dimenticare tutto il dolore.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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But what happens when karma, turns right around and bites you?
And everything you stand for, turns on you, despite you?


Ma cosa succede quando la buona stella ti si rigira contro e ti morde?
E tutto quello per cui hai sempre combattuto ti si rivolta contro e ti disprezza?
-When I’m gone.
EMINEM.


 

Un urlo invase la casa. Melanie cadde in ginocchio, la testa tra le mani.
Sentiva la madre ridere della sua reazione, avrebbe voluto alzarsi e scappare, il più lontano possibile da lì.
Alzò lo sguardo.
‘Sei ubriaca, non sai quello che dici.’ Un’altra lacrima scivolò lungo la sua guancia.
‘No, sto benissimo. Sono incinta, non sei contenta Mel?’
Contenta? Come poteva essere contenta?
Da quando i suoi si erano separati, la madre non faceva altro che ubriacarsi e portarsi a letto ogni sera un uomo diverso, davanti ai suoi occhi.
Digrignò i denti, sentì il sapore del sangue invaderle la bocca. Trattenne a stento un conato di vomito.
‘Contenta? Cosa dirai a tuo figlio quando ti chiederà del padre? Che lui è frutto di una notte con uno sconosciuto? Che sei una puttana?’ Le urlò contro tutta la rabbia che sentiva dentro.
Era davvero troppo per lei, in fondo aveva solo diciassette anni e quel ruolo di badante della madre la disgustava. Non era quello che voleva per il suo futuro.
Con le poche forze rimaste, Melanie si tirò in piedi e guardò nuovamente la madre, ubriaca, che si reggeva al divano per non perdere l’equilibrio.
Vide il braccio della donna sollevarsi e poi tutto accadde troppo velocemente. Sentì solamente un dolore atroce sulla guancia sinistra, la toccò, era bollente.
Notò la sua espressione soddisfatta, e la nausea si fece sentire nuovamente.
‘Così impari ,ragazzina.’ Un forte odore di alcool arrivò alle narici di Mel, che riuscì a stento a non vomitare.
La guardò per l’ultima volta, la guardò con odio.
Quella non era la vita che voleva.
Salì velocemente le scale che portavano al piano superiore.
Entrò nella sua stanza, buttò alcune cose in una borsa, prese la giacca e scese nuovamente al piano inferiore, dove trovò la madre ancora lì, come l’aveva lasciata pochi secondi prima.
Si sentì terribilmente in colpa, quella donna non sapeva muovere un passo senza il suo aiuto, andandosene l’avrebbe condannata a morte. Ebbe un attimo di esitazione.
‘Cosa aspetti? Vattene! Vai da quel traditore di tuo padre.’
Melanie non se lo fece ripetere due volte, si avviò a passo svelto verso la porta.
Prima di uscire, le lanciò un’occhiata schifata.
‘Stammi bene, stronza.’ Furono le ultime parole della ragazza.
Afferrò le chiavi della macchina e uscì velocemente di casa, sbattendo la porta dietro di sé.
Entrò velocemente in auto e si accomodò sul sedile. Mise in moto ,appoggiò le mani sul volante e fissò il vuoto davanti a sé.
Una lacrima rigò la sua guancia. Le faceva strano piangere, lei non lo faceva, mai.
Si asciugò il viso con la manica della felpa, guardò per l’ultima volta quella casa, quella casa che l’aveva vista crescere, quella casa dove aveva trascorso la sua infanzia.
Ripensò agli ultimi mesi e la sua opinione cambiò radicalmente,la guardò con disgusto.
Tornò a guardare avanti, spinse il piede sull’acceleratore e partì.
Un’altra lacrima le accarezzò la guancia.
La gola le bruciava terribilmente,le gambe avevano perso tutta l’energia e gli occhi erano gonfi e rossi.
Si concentrò sulla strada.
Dove sarebbe andata?
Dal padre,sì, dal padre. Avevano sempre avuto un buon rapporto e lui non le avrebbe negato ospitalità.
Si sarebbe abituata alla sua nuova famiglia, alla sua nuova moglie e ai suoi nuovi figli.
Da quando i genitori si erano separati, lei non aveva perso i contatti con il padre, anzi si sentivano spesso per telefono o e-mail, lui però non era a conoscenza delle condizioni della madre. Non sapeva delle condizioni di Melanie.
Sospirò, si sentiva davvero esausta.
Parcheggiò vicino al parco e scoppiò in un pianto liberatorio. Stringeva con forza i capelli, sembrava volesse strapparli. Le lacrime scendevano calde sulle sue guancie e ormai non cercava neanche più di spazzarle via. Dietro quelle lacrime si nascondeva il dolore che aveva provato quei due mesi, quegli orribili mesi. Digrignò con forza i denti e singhiozzò rumorosamente. Il petto di Mel era scosso da forti scariche.
Si sentiva sola,vuota e lacerata dentro.
Le strade erano deserte, forse a causa dell’ora, era notte fonda.
‘Meglio’ pensò Mel. Nessuno almeno avrebbe assistito a quello spettacolo. Tornò a singhiozzare, più rumorosamente di prima, chiuse la mano in un pugno e la sbattè con violenza sul finestrino. Sentiva il sangue scorrerle tra le dita, ma non le importava minimamente.
Quella notte avrebbe dormito lì, era troppo tardi per andare dal padre e non si voleva far trovare in queste condizioni.
Si accomodò meglio sul sedile .Era stanca, terribilmente stanca.
Chiuse gli occhi e si addormentò rapidamente.
Lei era una ragazza forte. Ce l’avrebbe fatta, avrebbe superato anche questa.

 

  
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