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Autore: kannuki    27/01/2011    2 recensioni
Sembra che il destino si sia accanito contro Caroline Forbes. Dimentica dei fatti antecedenti la sua seconda morte, è costretta a scappare da Praga minacciata dalla stessa persona che si era presa cura di lei fino a quel momento. Si sveglia su un treno diretto in Transilvania, perde i residui della sua innocenza e diventa pura vendetta.
"Continui a credere di essere una pedina sulla scacchiera delle entità superiori... una volta passati da questa parte, noi sfuggiamo le leggi del mondo.”
"Ed io che pensavo che essere una vampira fosse una disgrazia, come un brufolo di sabato sera..."
“Sei una frignante rompicoglioni problematica e senza speranza con una scopa ficcata nel culo, tesoro mio.”
Nevrotica era un aggettivo gentile, in confronto.
Genere: Dark, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Caroline Forbes, Damon Salvatore, Katherine Pierce, Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Pardon Me, But Your Teeth Are in My Neck'
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Mi hai mandato là fuori sapendo che l'avrei incontrato?” domandò con un filo di voce.

Chi?”

Caroline lo guardò con gli occhi colmi di lacrime e Louis la fissò per un lunghissimo momento senza capire a chi si riferisse. “Non sapevo fosse qui. Le esatte parole sono state 'piuttosto mi faccio castrare'.

Puoi portarmi a casa?” domandò accostandosi a lui per evitare gli sguardi indiscreti degli altri invitati.

Non vuoi ascoltare ciò che ha da dire?”

Caroline scosse la testa e le lacrime scivolarono lungo le guance. “Cavolo...” bisbigliò passando in fretta le dita sotto gli occhi.

Un fazzoletto strofinò leggermente sulle guance e Caroline tirò su col naso “grazie, sei adorabile” scherzò battendo le palpebre con un sorriso diretto a Louis che sbatté violentemente sul muso di Luka, serio come non l'aveva mai visto, il fazzoletto ravvogliato fra le dita. Caroline smise di sorridere e si rabbuiò imbarazzata per aver mostrato così chiaramente i suoi sentimenti.

Da quanto tempo sei tornata?”

Qualche settimana.”

Elena ti ha detto...”

Sì... ho avuto... cose da fare” mormorò spezzando parole e frasi. “Stavo andando via.”

Luka la fermò spostandosi di un passo. Caroline congiunse le mani davanti al corpetto e stritolò la borsetta da sera intonata al vestito. Non intendeva fare una scenata o lasciar capire che stavano discutendo. Era la prima regola, in quelle occasioni. Si lasciò circondare la vita. Aveva le mani sudate.

Caroline piantò gli occhi sul bottone chiuso della camicia e per l'ennesima volta si chiese come fosse senza vestiti. Luka l'accarezzò lungo la chiusura lampo del vestito e Caroline sussultò e lo fissò. Aveva il respiro pesante, la stava stringendo oltre il limite della decenza e sembrava sul punto di voler dire qualcosa. Non riusciva a restare arrabbiata, sta sbollendo a contatto col suo corpo. Si era innamorata di lui, non poteva negarlo. Non voleva allontanarlo. “Perchè mi ha mentito?” sussurrò nel suo orecchio sentendolo il respiro sul collo, il petto alzarsi e abbassarsi come se stesse facendo un enorme sforzo.

Perchè ti volevo viva.”

La verità divenne chiara e vibrante e tutti i dubbi che aveva, furono cancellati da quelle semplici parole. Non aveva pensato alla spiegazione più semplice.

Io ti amo...” bisbigliò e la frase scivolò sinuosa nell'orecchio, si infranse nel cervello e la svegliò completamente. Luka ricevette il più sonoro ceffone della storia dell'uomo e un coretto di voci femminili trasalì di fronte alla scena.

Caroline lo guardò furibonda. Avrebbe voluto investirlo di parolacce. Aveva passato settimane schifose senza di lui, inventando universi paralleli e verità aleatorie. Aveva analizzato le parole di Melkart con attenzione certosina, soppesato i suoi sentimenti in merito, interrogato i ricordi fino allo sfinimento. Caroline era sicura che Luka la amasse o provasse qualcosa per lei. Aveva confermato l'ultima ipotesi, la più assurda di tutte.

Una grossa parte di lui sapeva sarebbe successo. Non aveva mai visto quell'espressione di sofferenza sul suo volto. Le brillavano gli occhi di rabbia e lacrime e tremava mentre stringeva le labbra per non riversargli addosso quello che pensava. E anche in quel momento pensò che era bellissima, smessa l'aria di lady che aveva indossato per tutta la serata. Avrebbe voluto sfilare le forcine nascoste nell'acconciatura e farle perdere il controllo del tutto. Poi il cellulare gli ronzò nella tasca, dimentico della telefonata che aspettava e Luka tornò in se, il fastidio alla guancia che gli faceva venir voglia di strofinarla fino a farlo svanire, gli occhi degli invitati addosso e la ferita semi mortale che le aveva inferto dipinta sul viso. Si sarebbe fatto perdonare. Una cosa per volta, pensò rispondendo alla chiamata. Si allontanò dalla stanza a grandi passi e Caroline annichilì e non riuscì a credere ai propri occhi: se ne andava mentre erano alla resa dei conti?! Abbassò le spalle e sospirò sconsolata. Strofinò una mano sulla fronte e trasalì quando Louis comparve all'improvviso.

Sei pazza a colpire un Anziano di fronte a tutti?” bisbigliò abbassando la voce il più possibile “ci sono delle regole da rispettare. Tu non lo fai, io me ne frego ma il resto di loro non la pensa così!”

Caroline lo guardò battendo le palpebre. Stava dicendo sul serio?! Luka aveva risposto con palese indifferenza al suo gesto impulsivo che rivelava il suo stato d'animo e lui cianciava di stronzate gerarchiche?! “Louis, ti voglio bene ma in questo momento potrei ucciderti!”

Che sta succedendo?”

Oh, finalmente! Il caro vecchio e gay Anziano che adorava i suoi vestiti! “Non sarei mai dovuta venire qui...” bisbigliò. “Potete riportarmi a casa?”

Melkart la guardò appena e si concentrò sul figlio. “E' vera la voce che mi è appena giunta? Ha osato schiaffeggiare un Anziano?”

Louis la guardò di sottecchi e annuì “e mi ha minacciato di morte...”

Caroline arricciò la faccia in una smorfia di insofferenza. “Stavo scherzando, lo sai che...”

Silenzio” ruggì il Greco con ferocia. “Non aggravi la sua posizione!”

Posizione? Aggravare cosa?! “Voi siete pazzi!” esclamò allontanandosi dai due uomini seguita da un coretto di voci indignate.

Non osare uscire da questa stanza, donna!”

Caroline si bloccò davanti ad un compatto muro di vampiri. Erano piuttosto stizziti e ci avrebbe scommesso la testa, molto più forti di lei. Cominciò a preoccuparsi seriamente.

Non credo sia a conoscenza delle regole che vigono nel nostro ambiente” mormorò Louis a voce un po' alta. “La sua educazione è stata del tutto ignorata dal vampiro che l'ha trasformata.” La fissò con sguardo ammonitore “posso sorvolare la sua affermazione dettata da un momento di rabbia.”

Ha comunque offeso un superiore. Che sia condotto qui e si proceda alla punizione.”

Punizione?! Caroline aprì bocca per protestare ma lo sguardo gelido di Louis la fece richiudere in fretta.

***

Il ritratto di un uomo frustrato, pensò trovandolo seduto sulla scalinata di marmo del giardino. “E' richiesta la tua presenza con urgenza” mormorò scivolando sui gradini di fronte a lui.

Perchè?” domandò con gli occhi che scintillavano nel buio “me ne sbatto del taglio della torta...” Luka strofinò i capelli spettinandoli “ho vinto l'appalto. Evviva” borbottò con aria mogia.

Complimenti!”

Mh...” mormorò annuendo come se la cosa non fosse molto importante. “Non credevo di averla ferita a tal punto. Dovrò farmi perdonare. In qualche modo.”

Posso darti un consiglio?”

Il vampiro scrollò le spalle e gli fece cenno di procedere.

Mordila.”

Luka lo guardò allibito e si voltò verso di lui “da quando sei tornato in vita, la tua mente ha deviato nella perversione. In quale mondo dovrebbe convincerla a perdonarmi?”

In nessuno, ma la toglieresti dai guai. Il suo gesto inconsulto non è passato inosservato.”

Per forza. Ha rimbombato nella sala, mi fa ancora male la faccia” mormorò toccando la mascella. “C'è davvero qualcuno a cui interessa questa storia?”

Sì. Ai duecentocinquasette invitati che l'hanno vista 'offendere un Anziano'.

Luka alzò gli occhi al cielo e imprecò “ma porc! Queste cazzo di regole mi hanno stufato!” esclamò rimettendosi in piedi. “Siamo i capoccia, cristo santo! Dovremmo riscriverle da capo!”

Nessuno ci impedisce di farlo.”

Me lo segno sull'agenda! Giuro su dio che sarà la prima cosa che farò domattina!”

Cerca di fare la voce grossa e la faccia cattiva” gli suggerì divertito “impressiona la massa.”

Dobbiamo aggiungere anche qualche effetto speciale per i novizi?”

Se lo ritieni opportuno” lo prese in giro e Luka lo fulminò con un'occhiata “ma quanto ti diverti?”

Sto cercando di sdrammatizzare. Caroline è terrorizzata. Credo abbia capito per la prima volta la portata delle sue azioni.”

Caroline cominciava a provare un po' di paura. Era sola, al centro della stanza circondata da vampiri rabbiosi, di fronte al vecchio Melkart che a quanto pareva, era la figura più anziana la dentro. Potevano fare la voce grossa quanto volevano, incatenarla per l'eternità o ucciderla direttamente. Non avrebbe mai chiesto scusa a quell'idiota senza cervello che le aveva strappato il cuore! Incrociò le braccia e alzò il mento, sprezzante. Quando lo vide apparire con l'aria cupa e il viso rigido, fece una smorfia e Louis capì che sarebbe andata di male in peggio.

Non aggravare la tua posizione” le sussurrò all'orecchio girandole intorno.

Siete una massa di pazzoidi” sibilò col respiro affrettato. Luka le arrivò sui piedi e Caroline lo guardò sprezzante.

Sta a te decidere se graziarla o punirla.”

Mettimi sulle ginocchia e sculacciami, vecchio caprone, pensò trattenendo una linguaccia in direzione del vecchio Greco. Louis si schiarì la voce e mascherò un risolino.

Sarebbe il caso che ti scusassi...” mormorò chinandosi su di lei. “Per salvare le apparenze.”

Piuttosto mi faccio impalare!”

Louis si battè la mano sulla fronte prendendo un enorme respiro. “Caroline!” sibilò e la ragazza lo ignorò tornando a rivolgersi a Luka. Lo guardò negli occhi e la sua rabbia feroce si incrinò.

Non volevo ferirti...”

Brutto bastardo, non riusciva a rimanere arrabbiata con lui. “Mi hai spezzato il cuore, deficiente” bisbigliò con un filo di voce.

Possiamo parlarne in privato? Per favore?”

Dio, sì!

Luka la condusse via e Caroline gli andò dietro tremando sempre di più. Adesso era sconvolta. Quello di prima era un minuscolo assaggio. Il castello le faceva venire i brividi, e lei stessa si era resa conto di quanto fosse 'minuscola' rispetto a tutta quella gente. Ma dove la stava portando?, si domandò guardandosi intorno. Luka spalancò una porta e la chiuse dietro di loro, sprangandola immediatamente. Caroline si guardò attorno. Quella sala era piuttosto calda e confortevole. E silenziosa. Bellissima come tutte le altre, pensò rimirando il mobilio, i quadri, le candele accese... il letto... un sopracciglio si contrasse e restò inarcato. Un letto a baldacchino. I suoi vestiti in giro. Caroline annichilì e smise di pensare al paesaggio interno.

Il castello è privato” spiegò percependo la sua crescente confusione. “Di proprietà dello sposo. E' una storia lunga...”

Oh...” sussurrò immobile. “Sei... ospite?”

Come molti altri invitati al ricevimento. “Vieni...”

Caroline lo guardò appena. Restò immobile e ignorò la sua mano. Era distratta dal letto. Come al solito quando era in una stanza con lui. L'associazione era immediata. “Non dovevi allontanarmi, io non l'avrei mai fatto...” sussurrò rimandando il desiderio a un altro momento.

Mi sono sposato una sola volta, illegalmente, e quando è morta, ho giurato di non farlo mai più. Di non legarmi a nessuna donna in quel modo...” mormorò guardandola negli occhi.

Caroline si accorse che era imbarazzato. La cosa la tranquillizzò e la riportò ad un piano paritario.

Se Louis ti parlasse dei suoi sentimenti, non gli rideresti in faccia...”

Non lo sto facendo neppure con te...”

Mi sento lo stesso un completo idiota.”

Caroline si sentì improvvisamente molto lusingata. “Dove hai lasciato il sarcasmo?”

Nell'altro completo” rispose a tono.

Non sei idiota...”

Spera di non vedermi mai col catalogo delle ultime novità elettroniche.”

Caroline sogghignò “è per questo che sei diventato verde quando ti ho detto...”

E' difficile spiegare lo stato d'animo in cui ho vissuto in questi ultimi mesi...” Luka si staccò dalla porta e vagò per la stanza, irrequieto. “Come sei arrivata?”

Non lo so. C'erano un sacco di pipistrelli... non ho visto niente...”

Phoebe” mormorò. “Phoebe è speciale. E' l'unica che sia riuscita a tenere testa a Melkart e l'ha convinto a sposarla...”

Pensa tu...”

"… ed è una delle poche Anziane di cui siamo a conoscenza" rivelò notando il suo divertimento scomparire.

"Ma hai detto..."

Ho tralasciato un sacco di cose. Louis ti avrà detto che non abbiamo contatti con gli altri vampiri. Soprattutto non quelli 'giovani' come te.”

Caroline annuì, inquieta. Quel 'giovani come te' le aveva ricordato l'enorme differenza di età fra loro.

In tempi antichi, quando un vampiro trasformava la sua 'vittima', ne era responsabile fino alla morte. Petrova era stata una dei pochi a saltare il passaggio. E' per questo che Louis la detestava tanto, aveva interrotto la catena secolare.”

Non nominarla” sussurrò desiderando con urgenza una sedia. L'unica era occupata da Luka, Caroline sedette sul bordo del letto provando una strana sensazione.

Luka ne seguì tutti i movimenti senza fiatare. “Louis ti ha preso in custodia quando Eileen ti ha uccisa. Si è assunto un'enorme responsabilità di sua spontanea volontà. Semplicemente per curiosità. E' sempre stato molto schivo e riservato, ha soppresso i sentimenti fino a farli scomparire. Sei arrivata tu, con i tuoi occhioni, i tuoi boccoli dorati, l'aria della bambina bisognosa di cure e l'hai 'risvegliato'...”

Caroline arrossì. La faceva sentire una specie di Lolita!

Gli hai ricordato cosa mancava nella sua vita. Ora vede le cose da un altro punto di vista.”

Bene...” sussurrò incrociando le braccia sul seno, seduta in bilico sul letto. “Qualcosa di buono ho fatto...”

Nessuno di noi si aspettava di vederti sopravvivere.”

Caroline lo guardò senza parole.

Luka si alzò ricoprendo il pavimento di passi inquieti. “Ho biasimato la scelta di Louis di ricondurti alla vita. Eri così fragile...” sussurrò e arrivò di fronte a lei, inchinandosi sulle gambe. Afferrò la mano con l'anello incantato e la strinse fra le sue. Il corpo reagì all'istante ma doveva fare la brava e ascoltare senza distrarsi.

Quando ho tolto l'anello e ho visto la tua reazione, mi sono detto 'proviamoci. Ha sempre tempo per rinunciare alla vita'...”

Ma io non volevo...”

L'ho capito dopo. Ti stuzzicavo per ascoltare le rispose, per vedere le reazioni... eri 'persa'... ma salvabile...”

Faceva tanto damigella in pericolo. “Esagerato...”

Devi perdonarci, siamo un po'...”

Maschi” sussurrò ipnotizzata “adorate sentirci chiedere 'aiuto'...”

Luka sorrise fra se “mi facevi sentire utile.... e sì... anche molto uomo.”

Caroline virò al viola intenso e non commentò. Anche lui la faceva sentire una donna desiderata ogni volta che apriva bocca o la guardava.

Non ti ho detto che c'erano Anziane fra noi perché non volevo perderti” mormorò baciandole la mano. “Sono stato egoista... ma ti volevo tutta per me.”

Il cuore le cadde nello stomaco e rimbalzò in gola, facendo su e giù un paio di volte.

Mi detestavi, ci hai messo molto a fidarti di me..”

Ho cominciato a farlo la sera in cui mi hai trovata addormentata sul divano” bisbigliò “sei stato molto dolce... non me l'aspettavo.”

Luka si sedette accanto a lei e Caroline si schiarì la voce, imbarazzata. Le sfiorò la guancia voltandola verso di se. “Spiegami come fai a mandarmi al diavolo di fronte a tutti, rischiando di finire davvero all'altro mondo e ad avere paura di me, ora...”

Ho paura di sentire qualcosa che non mi piacerà” confessò “finora ti sei venduto bene...”

Carol, io ti amo... e vorrei che restassi con me, stanotte.”

Il cuore esplose nel petto e Caroline allargò visibilmente gli occhi. “Ti è passato l'imbarazzo?” domandò battendo le palpebre per un improvviso nervosismo da ansia da prestazione. Drizzò la schiena, sfilò la mano dalle sue e si allontanò dal letto. “Ero ad una festa prima di venire qui. Avranno notato la mia assenza, devo tornare a casa...”

Luka la guardò incredulo. Stava scappando e non fingeva neppure di farlo. “Carol...”







  
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