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Autore: Strega_Mogana    29/12/2005    3 recensioni
Un'unione tra magia e Sailor Moon...
Genere: Fantasy, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Alternate Universe (AU), OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Mamoru si avvicinò alla sua dolce Usako, stava ancora singhiozzando fissando il pavimento, aveva appena assistito allo sterminio della sua famiglia, si era appena resa conto di aver vissuto per anni nella menzogna, di aver nascosto la sua natura per troppo tempo.

- Usako...- mormorò mettendole una mano sulla spalla.

Ma Usagi non aveva voglia di parlare con nessuno, si alzò dalla sedia e corse fuori sbattendo la porta alle sue spalle. Il mago stava per rincorrerla quando Adreiu lo fermò:

- Deve stare un po’ da sola. – gli disse deciso ma visibilmente provato – Vi parlerò io della sua famiglia. Sicuramente Mamoru avrà già capito cos’è successo in realtà. – e l’occhiata che gli lanciò avrebbe congelato anche le fiamme dell’inferno.

Mamoru annuì piano.

- I libri di storia la chiamano La strage dei Bianchi. – disse con un sussurro appena udibile – Anni fa Zakar aveva scoperto che le streghe bianche godevano di una straordinaria longevità, voleva carpire i loro segreti, voleva esser eterno per governare sul pianeta, voleva che il mondo fosse continuamente nel caos. Ordinò ai suoi uomini migliori di uccidere più streghe e stregoni bianchi possibili e di portargli il loro sangue.

- Cosa?- urlò Minako inorridita – Il sangue?

- Ma certo. – fece Taiki sistemandosi gli occhiali sul naso – Bevendo il loro sangue Zakar poteva assorbire parte dei loro poteri e della loro longevità.

Mamoru annuì:

- Il piano era questo e sembrò funzionare all’inizio, poi Zakar scoprì che l’effetto così a lungo desiderato aveva breve durata.

- Ci sterminò quasi tutti. – prese parola Adreiu – Furono uccisi uomini, vecchi, donne e bambini. Zakar con i suoi seguaci non si fece scrupoli davanti a niente, per questo siamo in isolamento ora, per questo siamo così pochi. Robert e Selene erano i più giovani rimasti, Sarah e Usagi le uniche bambine… le uniche nostre speranze. Gli avevamo nascosti nella speranza di tornare come un tempo, ci sarebbero voluti anni… ma, almeno potevamo sognare un futuro sereno. Quando Zakar li ha trovati e li ha uccisi, noi siamo morti con loro.

- Perché credere che anche Usagi fosse morta?- chiese Yaten.

- Hanno fatto esplodere la casa… non ritrovammo mai i corpi ma, se uno stregone potente come Robert, non si era slavato sapevamo che anche le due bambine erano morte.

- Usagi ha detto che suo padre la teletrasportata dalla nonna. – rifletté Taiki – Probabilmente lei le ha bloccato i poteri per non far sentire la sua energia, per non esser braccata da Zakar.

- E’ plausibile. – fece Elson – La nonna di Usagi, che poi era la madre di Selene, era un tipo molto astuto. Voleva proteggere la nipote, la ha bloccato i poteri e le ha cancellato la memoria in modo che non ricordasse mai le sue origini magiche e che non potesse usare, accidentalmente, la magia.

- E ora cos’è cambiato? – chiese Ami.

- La nonna è morta. – rispose Mamoru – E, dopo quattro anni, la sua magia non è più forte come un tempo. Probabilmente Usagi iniziava a ricordare qualcosa, il suo subconscio iniziava a mandarle dei segnali. Io ho sentito che faceva strani sogni prima che ci incontrassimo, aveva delle intuizioni direi quasi... empatiche: la sua natura iniziava ad uscire allo scoperto.

- Ma non è finita. – disse Elson con sguardo grave – Quello che Usagi non sa, e forse non lo sapeva neppure da piccola, è che suo padre era il Monaco Superiore prima di Adreiu.

- Come? – fecero in coro gli altri.

- Già,- rispose Adreiu con un sospiro – Robert aveva scritto una specie di testamento poco dopo la sua nomina a Monaco Superiore. Diceva che, in caso di sua morte improvvisa, io dovevo sostituirlo fino a quando una delle sue due figlie avesse potuto prendere il suo posto. Quando tutta la famiglia è stata sterminata il consiglio degli stregoni ha deciso di rendere la mia carica perenne, visto che non c’erano eredi a cui dare l’incarico. Ma con il ritorno di Usagi…

- Lei diventerà il nuovo Monaco Superiore, per discendenza diretta, come voleva suo padre. – finì la frase Elson.

Usagi era rimasta dietro la porta a sentire i loro discorsi, chiuse gli occhi e corse via… doveva riflettere.

 

***

 

Mamoru restò da solo nell’ufficio del suo amico Taiki.

Doveva parlare con Usagi, prima che lo facesse qualcun altro, qualcun altro come Adreiu che, si capiva benissimo, non lo vedeva molto di buon occhio. Era comprensibile il tuo risentimento, in fondo lui era un ex seguace di Zakar... anche lui aveva partecipato a quella strage, magari non direttamente ma era colpevole quanto gli altri.

- Tutto solo?- chiese una voce nell’ombra.

- Non ho voglia di litigare con te. – rispose stanco il mago alzandosi per andare alla finestra – Lasciami in pace.

- Non ho intenzione di litigare. – fece Seiya uscendo dall’ombra – Non ora almeno.

- Allora perché sei qui? – chiese fissando il panorama fuori.

Seiya lo fissò, era stupido... perché doveva farlo? Perché sentiva il bisogno di farlo? Non aveva una conversazione civile con Mamoru da anni, anzi, ora che ci pensava bene, non avevano mai avuto una conversazione civile.

Se ne sarebbe pentito, già lo sapeva.

- Lasciala andare Mamoru. – disse dopo un po’ – Usagi sarà sempre diversa da noi... le streghe bianche sono come estranei.

- Io non rinuncio a lei!- rispose risoluto Mamoru - L’amo Seiya... dovresti capire quello che provo.

Il mago sgranò gli occhi sorpreso:

- Cosa vorresti dire con questo?

- Ho visto come guardi Rei...- spiegò Mamoru voltandosi verso l’altro – non sono poi così cieco.

Seiya si guardò attorno lievemente imbarazzato.

- Sì... beh.. lei non fa che pensare a te.

- Lo so, ma so anche se c’é un uomo in grado di aiutarla, quello sei tu.

- Un complimento da Mamoru...- mormorò con tono sarcastico – che emozione. 

- Sfottimi pure quanto vuoi Seiya, tanto ho ragione.

- Io vengo per darti un consiglio e mi becco la paternale. Ti preferisco quando mi insulti.

- Posso rimediare subito se vuoi, - rispose l’altro con un lieve sorriso denigratorio – basta che mi provochi.

- Per quanto la tentazione sia forte, ho del lavoro da fare. – si voltò verso la porta ma si fermò con la mano sul pomello d’ottone lucido - Se non vuoi lasciare Usagi dovrai dirle la verità, poi vedremo se vorrà ancora dormire con te.

Seiya uscì dalla stanza, Mamoru si trovò a fissare la porta chiusa.

Sì, doveva proprio parlarle.

 

***

 

Usagi si era persa per l’ennesima volta, quel castello era un labirinto di corridoi tutti uguali, aveva svoltato senza guardare e si era trovata davanti ad una lunga scala a chiocciola.

L’aveva salita quasi senza pensare, troppo presa dalle nuove scoperte che aveva fatto.

Si era trovata in cima ad una delle torri del castello, non sapeva neppure quale, ma non era questo l’importante. Si avvicinò piano alla fine del muro di pietra: da quell’altezza si vedeva più della metà del castello e quasi tutto il parco attorno, in lontananza vedeva lo scintillare della superficie di un lago, c’era una fitta foresta sul lato nord, il sole iniziava lentamente il suo viaggio verso l’Ovest. Usagi contemplò il panorama, un’arietta fresca le sfiorò la pelle facendola rabbrividire, si massaggiò le braccia e si mise a sedere a terra, forse doveva tornare ma si stava bene in quella pace.

Poggiò la testa sulle ginocchia e chiuse gli occhi facendo lunghi e profondi respiri: doveva accettare quell’assurda situazione.

Ma non voleva.

Non sapeva nulla di magia, non sapeva neppure come controllarla e ora si trovava a capo di gente che no aveva mai visto, lei non era pronta, non ne era in grado.

- Perché a me?- mormorò continuando a tenere gli occhi chiusi – Perché io?

Improvvisamente sentì qualcuno metterle un mantello caldo sulle spalle, sussultò appena e sorrise immaginando Mamoru ma, quando aprì gli occhi, non trovò il suo amato. C’era un uomo accucciato davanti a lei, dietro a lui c’erano tre donne.

- Papà...- mormorò Usagi con le lacrime agli occhi – Sarah... mamma... nonna.

- Perdonaci se ti abbiamo lasciata sola Usagi. – fece l’uomo con un dolce sorriso.

- Non era nostra intenzione abbandonarti al tuo destino. – echeggiò Selene avvicinandosi al marito.

- Forse é anche colpa mia. – gracchiò la nonna scotendo il capo gravemente – Avrei dovuto immaginare che morendo la mia magia non avrebbe più fatto effetto, doveva prepararti per questo giorno figliola. Mi dispiace.

- Non... non sono certa di farcela... – balbettò la strega stringendosi nel mantello rosso del padre – io... non ne ho la forza.

- Certo che sei forte!- le rispose la sorella – Se non lo fossi stata non saresti qui. Devi stare tranquilla... ora sei spaventata, ma tutto andrà per il meglio.

Usagi li guardò uno per uno... era un sogno? Era realtà? Non lo sapeva... non gliene importava nulla...

- Grazie. – mormorò asciugandosi gli occhi.

- Noi saremo sempre al tuo fianco bambina mia. – fece Robert alzandosi in piedi – Quando ti senti sola alza gli occhi al cielo... noi saremo sempre lì con te.

Usagi alzò la testa... si era addormentata.... un sogno.. aveva fatto solo un sogno. Istintivamente alzò gli occhi al cielo: il crepuscolo era iniziato, c’era ancora troppa luce per vedere le stelle eppure... quattro astri luminosi brillavano proprio sopra la torre dov’era seduta lei.

Sorrise e si alzò, un mantello rosso cadde a terra; lo raccolse e lo guardò bene: era lo stesso mantello che suo padre le aveva messo sulle spalle nel sogno. Lo strinse forte al petto assaporandone il profumo pungete, era proprio quello di suo padre.

- Allora non é stato un sogno. – mormorò con il viso ancora affossato nella stoffa rossa, alzò lo sguardo e tornò a guardare le quattro stelle – Grazie.

La quattro stelle brillarono più forte mentre Usagi scendeva dalla torre. 

 

***

 

Zakar fissava la notte che lo avvolgeva meditativo, c’erano tante scoperte che lo avevano travolto come un fiume in piena.

Era certo che le streghe bianche fossero sull’orlo dell’estinzione, ormai i quattro vecchi che erano rimasti non gli sarebbero neppure serviti per rinvigorire la sua vita.

Ed ora arrivava questa piccola streghetta... questa mocciosa impertinente che non solo aveva i poteri delle streghe bianche ma era anche il successore di Robert.

Lui lo conosceva Robert... certo che lo conosceva, aveva avuto il piacere di battersi contro di lui molte volte, la sua linfa vitale gli era stata molto utile.

Fece un profondo respiro assaporando l’aria malsana che c’era in quel posto: un vecchio cimitero.

Davanti a lui una cripta di marmo bianca.

- Robert...- sibilò passando una mano pallida sul freddo marmo – tua figlia sarà molto utile per i miei piani.

 

   
 
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