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Autore: Sun86    31/01/2011    9 recensioni
Dopo il mancato matrimonio Akane prende un importante decisione che porterà Ranma per diversi mesi lontano da casa... ma cosa succede se il più temibile tra i rivali di Ranma, Shinnosuke, si trasferisce inaspettatamente a Nerima? come si comporterà Akane? e se Ranma lo scoprisse,cosa sarà disposto a fare per non perdere Akane? e soprattutto, se non fosse così scontato che questa volta i due tornino insieme? lo scoprirete solo leggendo!
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Akane Tendo, Ranma Saotome, Shinnosuke, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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CREPUSCOLO
 

1) Addii…

<< Fa freddo... sei tu che andando via hai chiuso la porta del mio cuore,
lui è la che aspetta, non riesco a dirgli che tu non tornerai più
e lui nel frattempo sente freddo fissandola...
chissà cosa farà quando si renderà conto che tu sei andato via >>
Emanuele Astuti
E <>>




Un nuovo giorno sta per avere inizio a Nerima. Il sole timidamente spunta dal suo rifugio notturno, l'aria pungente della sera lascia posto alla frizzante rugiada mattutina, il canto degli uccelli che si risvegliano accompagna lo spegnersi dei lampioni lungo le strade. Lentamente la cittadina assopita fuori della mia finestra riprende vita, riposata e serena dopo un lungo sonno ristoratore, io invece, neanche questa notte sono riuscita a chiudere gli occhi senza ritrovarmi davanti lui, il suo volto, il suo sguardo mentre mi dice ancora una volta addio.
Sono passati quasi tre mesi ormai da quel momento, ma nella mia mente è tutto così nitido, così chiaro, così dannatamente doloroso, che sembra ieri. Ogni notte, la mia mente vendicativa, mi rimostra sempre più prepotente e sprezzante quell’immagine, il momento in cui per la prima volta mi è parso davvero, dopo due anni, che tutto fosse finito
Giusto tre mesi fa, in una mattina come questa, mia sorella Kasumi e la Signora Nodoka, la madre di Ranma, vennero a svegliarmi con un sorriso complice sulle labbra, raggianti come non mai, e senza che potessi capire né come e né perché, mi ritrovai a fissare la mia immagine allo specchio fasciata da un bellissimo abito bianco.
Solo in quel momento capii il motivo di tanta frenesia da parte loro, ma troppo sorpresa e confusa, per pormi le domande più importanti, le lasciai completare l'opera rimettendomi totalmente nelle loro mani, completamente incapace di oppormi.
Non potevo forse? No! la risposta più giusta è che non volevo.
Non saprei dire quanto tempo passai davanti alla mia immagine riflessa, come alla ricerca di una qualche risposta che solo lei potesse darmi, ma tutto ciò che riuscii a scorgere fu timore. Proprio in quell’attimo, come se avesse ascoltato il mio richiamo silenzioso, qualcuno irruppe nella stanza ridestandomi dai miei pensieri.
Quello che provai trovandomelo davanti mi è ancora incomprensibile. Lui era lì, davanti a me, vestito di tutto punto per quello sarebbe dovuto essere il giorno più importante della nostra vita, tuttavia la sua espressione era spaesata, confusa... spaventata...
“Sei bellissima” mi disse, la sua voce era poco più di un sussurro eppure riuscì a toccare irrimediabilmente il mio cuore. Per la prima volta in due anni, aveva speso una parola carina per me, sapevo lo sforzo che stava facendo considerando la sua gran timidezza, per questo, quella semplice frase acquisì un nuovo valore, diverso se vogliamo... più importante...
Cosa provai in quel istante? Speranza, immensa speranza!
Non riuscii ad esitare oltre. Dovevo capire, dovevo sapere, non so dove trovai il coraggio, eppure con mia stessa sorpresa riuscii a pronunciare quelle parole…
<< Ranma, tu mi ami, vero? >>
I secondi dopo averle pronunciate mi parvero infiniti, il silenzio diventò assordante, la speranza crebbe a dismisura senza che io potessi controllarla, ma poi lui parlò sancendo la fine di tutto. Speranze, sogni, illusioni… spazzate via come un castello di sabbia dopo un onda.
<< Ma che dici cretina! Come potrei mai amare un maschiaccio violento e privo di sex appell come te? >>
Quella che ne seguì, fu una risata isterica che lo accompagnò fuori della stanza, lui si richiuse la porta alle spalle, ed io, potei percepire chiaramente in me il cuore frantumarsi in cento... mille... un milione di pezzi.
Cosa fu quello che provai poi? Dolore, un profondo dolore!
Non so dove trovai il coraggio e la forza di trascinarmi all'altare all'interno del dojo poco dopo, forse nell'illusione forzata di aver capito male, di aver solo immaginato le sue parole, di aver forse colto come al mio solito, il senso sbagliato di quella frase. Tuttora me lo chiedo, fatto sta, che anche l'ultima illusione si dissolse nel nulla nel momento in cui un esplosione travolse il dojo. Pochi istanti dopo mi ritrovai sola in una palestra che, ormai era completamente distrutta...
Lui se ne era andato via, all'inseguimento dell'ennesimo scontro, mai stanco di voler dimostrare al mondo intero la sua forza, perchè per lui molte cose erano fondamentali... la sua virilità raggiungibile con la Nannichuan, i combattimenti e, infine ma non meno importante, il suo inseparabile, indomabile orgoglio...
In tutto questo ovviamente, non c'era spazio per me. Fu lì, in quel istante che presi la decisione più importante della mia vita, quella che avrei dovuto prendere gia due anni prima, ma che da sciocca egoista ho sempre rimandato, il solo pensiero di una vita senza lui, mi sembrava inconcepibile, non sarebbe stata vita... Ma amare significa anche saper rinunciare, ed in quel momento più che mai, fu una realtà che non potei più nascondermi...
Era sera ormai, quando ritornò a casa frustrato e malconcio, segno che lo scontro contro Ryoga, Happosay e Kuno doveva da poco esser finito. Sul suo volto potei leggere la delusione per aver perso per l'ennesima volta, la possibilità di tornare uomo a tutti gli effetti e, non potei non provare pena per lui...
Nella sala da pranzo di casa mia tutto sembrava essere tornato alla normalità, alla solita routine di tutti i giorni... Kasumi e la signora Nodoka in cucina, Nabiki concentrata sulla sua calcolatrice, mio padre e il Signor Genma alle prese con la solita sfida a chi è più bravo a barare a shoji... Tutto sembrava come sempre, tutti sembravano quelli di sempre, ma in quella sala qualcosa era cambiato... Io avevo finalmente accettato la realtà e, presto avrebbero dovuto farlo anche loro...
Quella stessa sera, dopo che le mie sorelle, Ranma e sua madre si congedarono per andare a letto stanchi della lunga giornata, mi avvicinai decisa a mio padre e al signor Genma, ancora assorti nel loro gioco e, con tutto il coraggio che riuscii a radunare in me stessa, comunicai loro la mia decisione...
Cosa fu quello che provai in quel momento? Vuoto, un incolmabile vuoto!

 

<< Mi basta un attimo per dirti addio, ma è il tempo
con cui dovrò conviverci che mi spaventa >>
Rafa El Coche



Esiste un suono più rilassante del vento che fa muovere le foglie tra gli alberi? O un rumore più rasserenante della cascata che si getta violenta nel fiume? Qualcosa di più estasiante del profumo del muschio selvatico e, dell'aria pura che si respira in una foresta? La risposta per me è una sola... No! Non esiste. Ma c’è qualcosa peggiore della solitudine? Si! La consapevolezza di esserne stato l’unico responsabile, il rimpianto di aver permesso alle circostanze di rovinare la propria vita, senza far niente per impedirlo. La soluzione a tutto ciò? Rassegnarsi e farsene una ragione!
Sono passati mesi ormai da quando il prato umido della foresta mi fa da letto e il cielo stellato da tetto, a volte mi sembrano anni, altre secoli, tuttavia ancora non riesco ad abituarmi...
La sera in cui lasciai il dojo Tendo, mi promisi di non guardarmi più indietro, m’imposi, di non lasciarmi sopraffare dalla tristezza, di non permettere alla rabbia di tormentarmi, eppure non passa giorno, minuto, secondo che i miei pensieri non ritornino là, a quella piccola cittadina che per due anni mi ha fatto da casa, a quel dojo che in un certo senso ho sempre considerato anche un po’ mio, a quella famiglia di cui ho sempre sentito di far parte... a lei che ho sempre percepito come parte di me, ma che ora, insieme a tutte la altre certezze che avevo, mi ha abbandonato.
Ancora una volta, la mia mente vola a quella sera, dopo il mancato matrimonio, quando rientrai a casa, nonostante tutto sembrasse come il solito, fu impossibile non notare la differenza... Non c'era il mio solito maschiaccio arrogante e pieno di se ad attendermi, pronta a fulminarmi con la sua collera, tanto meno la sua risata cristallina e i suoi occhi accesi di vita, no, quello che ritrovai quella sera fu uno sguardo spento, gelido, lontano...
Non che mi aspettassi di vederla sprizzare gioia da tutti i pori, dopo che aveva rischiato di essere uccisa da quelle tre pazze di Ukyo, Shan-pu e Kodachi, ma quello sguardo mi gelò il sangue nelle vene. In quel momento, percepii che le cose per noi sarebbero drasticamente cambiate, eppure una piccola parte di me si illuse che, sbollita la rabbia, lei sarebbe tornata quella di prima, che forse era solo un momento passeggero dettato dalla collera, ma il giorno dopo con mia grande delusione le cose non erano cambiate, e questo lo capii nel momento stesso in cui fui svegliato quella mattina da Kasumi...
Lei era gia andata via, si era avviata a scuola senza aspettarmi, non era difficile capire che mi stesse evitando, mi riproposi di raggiungerla e chiederle scusa, per qualunque cosa le avessi fatto o le avessi detto anche se in quel momento non riuscivo proprio a spiegarmi la ragione che poteva spingerla ad allontanarmi... o peggio ancora, ad odiarmi...
A scuola cercai in ogni modo di avvicinarmi, di parlarle, ma non vi riuscii, mai un solo istante di quel giorno mi rivolse lo sguardo, come se nemmeno fossi presente nella stessa stanza, come se per lei non ci fossi mai stato... Non mi sorpresi, quando notai che non mi aveva aspettato nemmeno per tornare a casa dopo scuola, ma ero più deciso che mai a porvi rimedio, perchè tutto potevo sopportare, tranne che mi escludesse dalla sua vita...
Cosa che a quanto pare lei aveva gia fatto e, fu proprio mia madre a confermarmelo una volta tornato a casa...
<< Ranma tesoro, posso parlarti un momento? >>
La sua espressione era delusa, triste, quasi compassionevole.
<< Di cosa vuoi parlarmi mamma? >>
<< Dimmi Ranma, cosa provi per Akane? >>
Confesso che in quel momento sarei voluto scappare dalle domande di mia madre, le parole che voleva estorcermi, mi spaventavano molto più della sua Katana, ma qualcosa nel suo sguardo mi fece desistere.
<< Eh? M..ma c..che domande sono? >>
<< Per favore, rispondi sinceramente figliolo! >>
Cosa potevo dirle? Quale era la verità? Nemmeno io la sapevo con certezza. C’erano volte in cui sentivo di amarla più della mia stessa vita e, il pensiero di perderla mi era insopportabile, come la volta in cui a Riugenzawa mi aveva lasciato per quello smemorato del suo amichetto d’infanzia, o peggio ancora, quando ho stretto il suo corpo privo di vita in quella maledetta grotta sul monte Hook.
Ma c’erano anche altre volte, quando mi chiamava mezzo uomo, quando mi colpiva a sangue ingiustamente, quando la scongiuravo di credermi e lei mi guardava con disprezzo. In quelle volte la odiavo.
<< I.. io.. n.. non ne sono sicuro ma c.. credo... beh si insomma i.. io >>
<< La ami? >>
Non risposi, ma credo che il mio viso di un rosso sfavillante lo fece per me...
<< Vedi figliolo, ieri sera Akane ha comunicato a tuo padre e a Soun che ha deciso di rompere il vostro fidanzamento e, di fronte alla sua richiesta così decisa loro non hanno potuto dire di no! Ora tu e Akane non siete più fidanzati >>
Non saprei spiegare quello che provai in quel istante, dentro di me, qualcosa esplose. Avrei voluto dire qualcosa, ma un nodo strettissimo alla gola me lo impediva, cercai di correre da lei per chiedere una spiegazione, ma le gambe si rifiutavano di muoversi, per un lungo, interminabile istante mi parve che la terra sotto i piedi si fosse sgretolata ed io stessi precipitando in un baratro profondo da cui era impossibile risalire...
<< P.. per.. perchè? >> fu tutto quello che riuscii a balbettare.
<< Non so dirtelo caro. Credo che questo dovresti chiederlo a lei, ma se davvero la ami e non vuoi perderla, forse sei ancora in tempo per fare qualcosa >>
<< Lei... dov'è lei ora? >>
<< Credo sia in camera sua >>
Mi sembrarono interminabili i minuti che passai fuori della sua porta, cercando il coraggio per affrontarla, e alla fine ci riuscii... Entrai richiudendomela alle spalle, ignorando la piccola piramide umana che si stava formando dietro di lei, alzai lo sguardo verso la finestra e la vidi, con lo sguardo rivolto verso l'esterno, come se non si fosse nemmeno accorta della mia presenza...
<< Perchè? >> le chiesi cercando di dare alla mia voce, il tono più naturale e calmo possibile, ma quello che vi uscì fu solo un lamento strozzato...
<< E' meglio così, credimi Ranma >>
<< Non capisco! Spiegati meglio per favore >>
<< Beh hai visto anche tu com’è andata no? Non ci permetterebbero mai di sposarci. Le tue fidanzate carine e i tuoi pseudo rivali sarebbero sempre lì, pronti ad impedirlo... Con qualunque mezzo e, a qualunque costo. Un matrimonio non dovrebbe essere questo... dovrebbe essere un momento felice, l'inizio di una nuova vita tra due persone che si amano e che vogliono stare insieme... ed è più che evidente Ranma, che per noi non è, e non sarà mai così >>
<< E tu come fai a dirlo eh? Come hai potuto prendere una simile decisione da sola e senza consultarmi? >>
<< In realtà lo hai detto tu Ranma. Hai affermato che non mi amavi e non avresti mai potuto farlo. In fondo più di una volta hai precisato che il nostro fidanzamento esisteva solo per i nostri genitori o sbaglio? >>
<< S.. si ma... >>
<< Ma nulla. Il matrimonio è una cosa sacra, un giuramento che vale tutta la vita, non un gioco o un combattimento da vincere a tutti i costi e, sinceramente credo che non sia giusto condannarci ad una vita senza amore solo per una decisione presa da altri >>
<< No! Tu non puoi dire sul serio! Chi ti dice che io... che io.. io non... >>
In quel istante per la prima volta volse lo sguardo verso di me, e le parole ancora una volta mi morirono in gola << E’.. è davvero questo quello che vuoi? >>
Nei suoi occhi parvero formarsi delle lacrime, finalmente per un istante rividi quella fiamma di vita che li aveva sempre caratterizzati, resi splendidi, unici, ma fu un solo istante, lei chiuse gli occhi per rimandare indietro le lacrime forse e, quando li riaprì la fiamma era scomparsa, annuì ma il suo sguardo era di nuovo spento... vuoto!
<< Allora, se hai proprio deciso, questa sera stessa, andrò via... per sempre stavolta. Ti auguro di essere felice... Addio Akane! >>
<< Addio Ranma >>
Uscii da quella stanza con il cuore infranto e i pensieri in subbuglio, fuori di quella porta cinque paia d'occhi mi fissavano con amarezza e disperazione, ma vi feci appena caso, preparai le mie cose e dopo aver salutato, ringraziato ed essermi scusato con tutti me ne andai via, per sempre, da quella casa. Alzai esitante lo sguardo verso la sua finestra e la vidi lì, ancora nella stesso modo in cui l'avevo lasciata poco prima, come se in tutto quel tempo non si fosse mai mossa, un ultimo sguardo, un saluto silenzioso, e poi sparii dietro il grande portone del dojo...

Era un pomeriggio come questo... anche quel giorno il sole stava tramontando dietro le montagne, anche quel pomeriggio un nuovo crepuscolo stava accogliendo la sera... quello stesso crepuscolo che aveva appena segnato il tramonto della mia vita.






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N.D.A. : Dietro alcuni suggerimenti ho corretto molti "orrori" presenti nel primo capitolo, è in corso la revisione anche dei capitoli successivi. Molto probabilmente saranno ancora riscontrabili nel testo degli sbagli, soprattutto per quanto riguarda l'uso dei tempi verbali. Ma purtroppo meglio di così non sono riuscita a fare.

   
 
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