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Autore: LaMicheCoria    05/02/2011    5 recensioni
Alessandria d'Egitto, 30 a.C.
La voce di Egitto era rauca, crepitante, come gli ultimi resti di un ceppo divorato dal fuoco. Impero Romano lasciò cadere il braccio lungo il fianco, senza osare guardare in viso il vecchio Re.
Ricordava ancora la sua voce, anni prima, forte e potente, mentre narrava di Dei, Leonesse e Falchi, di Piume, Cuori e Bilance. Le sue parole erano affascinanti, i suoi occhi lucenti, l’oro ai polsi e il turchese al collo risplendevano come soli e cieli d’estate.
Che rimaneva ora, di quel Re?

Cleopatra è morta. Ottaviano vuole portare Egitto a Roma. Dopo 3000 anni di storia e potere, Egitto sa di non avere altra scelta se non una..Nilo, mio Dio, mio Signore, Padre Fecondo, Padre della Terra Nera.
Vengo a te, dalle cui acque io presi Vita, sulle cui sponde io Crebbi, tra le cui onde desidero Morire.

[Personaggi: Impero Romano, MaleGender!Antico Egitto]
Genere: Slice of life, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Antica Roma, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Gender Bender
- Questa storia fa parte della serie 'Memoriae Romae'
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Titolo: Ptah creò il mondo con la Parola. Senza di Essa, il mio mondo è distrutto.
Autore:  Nemeryal
Fandom: Axis Power Hetalia
Rating: Verde

Genere: Slice of Life, Triste
Avvertimenti: Missing Moments
Personaggi: Impero Romano, MaleGender!Antico Egitto, Ottaviano

Pairing: Nessuno.
Trama:  La voce di Egitto era rauca, crepitante, come gli ultimi resti di un ceppo divorato dal fuoco. Impero Romano lasciò cadere il braccio lungo il fianco, senza osare guardare in viso il vecchio Re.
Ricordava ancora la sua voce, anni prima, forte e potente, mentre narrava di Dei, Leonesse e Falchi, di Piume, Cuori e Bilance. Le sue parole erano affascinanti, i suoi occhi lucenti, l’oro ai polsi e il turchese al collo risplendevano come soli e cieli d’estate.
Che rimaneva ora, di quel Re?

Dedica: a Silentsky ^^
Note: Io adoro l’Antico Egitto *V* Il mio sogno più grande sarebbe quello di diventare egittologa! Chissà se ci riuscirò mai LOL
Piccola nota e poi vi lascio:
31 a.C., Battaglia di Azio. Marco Antonio viene sconfitto dalla truppe di Ottaviano. La causa della sconfitta, secondo Antonio, sono da ricercare nel voltafaccia delle truppe navali di Cleopatra che se ne sono andata nel bel mezzo dello scontro.
Cleopatra si finge morta e si fa rinchiudere nel mausoleo per non subire le ire di Antonio. Questi, avendo creduto alla falsa notizia, si getta sulla propria spada, ma non muore sul colpo. Venuto a sapere della falsità della notizia, Antonio viene portato dai suoi servitori al mausoleo, dove muore fra le braccia di Cleopatra.
Ottaviano è deciso a portare in trionfo Cleopatra, per mostrare a Roma la sconfitta dell’Impero che aveva cercato di minare la sua solidità, ma la Regina, nel 30 a.C. secondo la leggenda si suicida facendosi mordere da un aspide [anche se oramai è praticamente dimostrato che ad ucciderla dovrebbe essere stato un altro rettile], fatto entrare nelle sue stanze nascosto in un cesto di fichi.
E’ la morte dell’ultima regina dell’Antico Egitto, che diviene provincia romana dopo 3000 anni di storia e potere.

Wordcounter: 905 (escluso titolo e note finali)

 

Ptah creò il mondo con la Parola. Senza di Essa, il mio mondo è distrutto

 

Alessandria d’Egitto, 30 a.C.

 

Egitto era vecchio. Vecchio e stanco.
Impero Romano entrò nelle sue stanze senza attendere di essere presentato: aveva vinto ad Azio, era lui il signore, ora.
Il piccolo servitore seduto ai piedi di Egitto sgranò gli occhi alla sua entrata, si inchinò profondamente e raccolse in silenzio la tavoletta del senet, ritirandosi senza una parola.
Romano posò l’elmo accanto ad un cesto di vimini pieno di fichi; rimase a fissare i frutti per qualche istante per cercare di scorgere, nell’ombra, il luccichio mortale di un aspide.
-Non c’è nessun serpente lì dentro, amico mio- la voce di Egitto era rauca, crepitante, come gli ultimi resti di un ceppo divorato dal fuoco. Impero Romano lasciò cadere il braccio lungo il fianco, senza osare guardare in viso il vecchio Re.
Ricordava ancora la sua voce, anni prima, forte e potente, mentre narrava di Dei, Leonesse e Falchi, di Piume, Cuori e Bilance. Le sue parole erano affascinanti, i suoi occhi lucenti, l’oro ai polsi e il turchese al collo risplendevano come soli e cieli d’estate.
Che rimaneva ora, di quel Re?
Un essere misero, piegato dal tempo e dalla fatica, rugoso, con la voce spenta, gli occhi opachi e gioielli anneriti dallo scorrere dei secoli; non c’erano più animali, solo sabbia, sabbia vermiglia nella clessidra della morte.
-Ottaviano mi porterà in trionfo, non è vero?- chiese Egitto, intrecciando le dita nodose –Non ha rispetto per la misera Cleopatra. Non ha rispetto per il misero Egitto, piegato dal tempo e dalla fame-
-Ottaviano sarà buono con te- provò a spiegargli Romano –La tua economia, il tuo popolo, Ottaviano salverà tutto questo-
-Salvare?- gridò Egitto, alzandosi in piedi, imponente, spaventoso.
Era il Re che afferrava il nemico per i capelli, che schiacciava gli avversari sotto i sandali, era Horus tra i mortali, Ra in cielo, Osiride nell’Amenti.
Romano arretrò, accecato dallo splendore del pettorale col Falco, dal Disco Solare che ardeva come fiamma sopra il capo del Gran Re. La corona Atum1 risplendeva di luce divina e in uno sfavillio di lapislazzulo comparve il khepresh, la Corona Blu, il copricapo della battaglia, del Faraone Guerriero. E nella vecchiaia era come Ra, con la carne d’oro e le ossa d’argento2.
Il Dio avanzò di un passo, maestoso come Ramses II, Toro Possente, Nato da Ra, Amato da Amon3, con il nemes sulle spalle e l’ureo dagli occhi di granato. Erano occhi che ardevano del sangue bollente dei nemici.
Romano voltò il capo incapace di sostenere un istante di più quella vista grandiosa e dolente insieme. Quando poté di nuovo guardare, Egitto era tornato ad essere un vecchio grinzoso, col la linea del kohl a segnare il profilo degli occhi tristi; il passato, dorato e glorioso, macchiato di sangue e di vittorie, di sconfitte e di vendette, non era che un lontano ricordo che bruciava al tramonto.
-Che cosa farai?- chiese allora Romano, con la gola secca, arida, e gli occhi stanchi.
Egitto masticò qualcosa nella bocca impastata dalla vecchiaia e si guardò le mani, la pelle cadente e le macchie scure sul dorso. Rialzò il capo e accolse un sorriso triste sulle labbra secche e livide.
-A Menfi si diceva che il creatore del mondo fosse Ptah. “Il dio creò l’universo con il suo cuore e con la sua lingua, modellando il mondo con il potere della parola4- sospirò –Questo mio mondo è nato dalla Parola, Romano. Senza di essa, il mio mondo è distrutto-
-Non capisco- ammise Romano, corrugando la fronte.
Egitto si voltò, intrecciando le mani dietro la schiena e osservando il sole brillare sulla città.
-Cleopatra era l’ultima che ancora sapeva leggere la scrittura che Thot ci concesse e ci fece conoscere. La Bandiera Mossa dal Vento è immobile. Il Bastone che mi si sosteneva si è infine rotto5-
-Che cosa farai?- domandò ancora Romano, sentendo il cuore stringersi nel petto.
Egitto tornò a guardarlo e sorrise.

 

 
-Romano!- esclamò Ottaviano, sorpreso di vederlo tornare a mani vuote –Dove si trova Egitto?-

 
Il Nilo scorreva.
Fonte di Vita, Puro e veloce, canto divino nel silenzio dei mortali.
Nilo, mio Dio, mio Signore, Padre Fecondo, Padre della Terra Nera.
Vengo a te, dalle cui acque io presi Vita, sulle cui sponde io Crebbi, tra le cui onde desidero Morire.

 
Romano chinò il capo, incapace di rispondere.

 

Hapi, mia Signora e mio Signore.

 
-Rispondi, Romano!- la pazienza di Ottaviano era al limite.

 
Creatore della Luce che giunge dalla Tenebra
Colui che rende grasse le greggi
Potenza che modella ogni cosa
Nulla può vivere senza di Lui
Il popolo veste del lino dei Suoi campi
Tu hai fatto sì che la terra potesse bere senza sosta
Nel mentre che Tu discendi dalla Tua via dal Duat6

 
Romano, finalmente, parlò. Alzò il viso, stanco e segnato dall’incontro con Egitto, verso Ottaviano.
-E’ andato a purificarsi nelle Acque del Nilo, com’è giusto che sia prima dell’incontro con un Dio-

 
Alle tue braccia mi affido, Hapi, Padre e Madre mio.
A te mi affido, oh Nilo, Padre e Madre della mia terra.
Qui io Muoio.

 

Un mercante stava costeggiando la riva del Nilo, quando, d’un tratto, sentì un vagito provenire dalle canne.
Avvicinatosi, vide un neonato adagiato con cura tra i papiri intrecciati, quasi un Dio gli avesse creato quel giaciglio così accogliente, perché venisse trovato.
Il mercante si chinò e prese il piccolo tra le braccia, osservando stupito lo scarabeo d’oro che teneva fra le manine7.

 

Qui io Rinasco.

 

 

 
1La Corona Bianca e Rossa dell’Egitto Unificato
2Così viene descritto Ra in una delle leggende. Credo fosse quella di Sekhmet, ma non ci metterei la mano sul fuoco.
3I Titolo di Ramses II, presi da Wikipedia che non si mai XD
4 http://www.anticoegitto.net/deiptah.htm
5 Nella Terra Nera d’Egitto, la parola inizia ad assumere una certa importanza. I geroglifici –dal greco Hieros (sacro) e Glyphein (incidere)-, i simboli che ci permettono di conoscere la storia del popolo dei Faraoni e decifrati solamente nel 1822 da Jean-François Champollion, venivano rappresentati nella scrittura con due simboli: il bastone -Medu- e una bandiera presumibilmente mossa dal vento -Necer-.
Il primo segno indica la parola, il secondo la divinità.
I geroglifici, la scrittura, rivelata agli Egizi da Thot, il dio dalla testa di Ibis –o di babbuino- erano intrisi della presenza del dio, erano sacri, erano vivi.
Lo stesso uso del bastone per rappresentare la “parola” è indicativo dell’importanza che la stirpe del Nilo dava ad essa. Era lo strumento che permetteva al morto di pronunciare le formule per accedere all’aldilà. Per arrivare alla salvezza, vi era bisogno della parola. Il bastone era indispensabile.

(Il Segreto dei Geroglifici, Christian Jacq, edito da Piemme Pocket)
6Mia traduzione del testo di una preghiera ad Hapi (la divinità Ermafrodita rappresentante lo Spirito del Nilo) preso dal sito inglese di Wikipedia. Il Duat è l’aldilà egizio. In inglese è “Heaven” ma non esiste una vera e propria parola corrispondente nel vocabolario egizio.
7Lo scarabeo, Khepri era, appunto, simbolo di rinascita.

   
 
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