Non era passato troppo tempo da quando l’aereo era decollato da Newark e si preparava ad atterrare a Chicago.
Una giovane donna bionda era seduta su un sedile accanto al finestrino, il mento appoggiato alla mano sinistra e lo sguardo vacuo, come se non vedesse le nuvole candide davanti agli occhi verdi. In grembo, aperto nel mezzo, un libro spiegazzato, segno che era stato letto più e più volte.
Avrò fatto
bene ad
andarmene? Non è passato neppure un giorno e già ho rimorsi… Il
matrimonio con
Robert, il lavoro all’ospedale, e soprattutto lui, la mia condanna
eterna.
Abbassò il viso sulle ginocchia e con la mano libera accarezzò il titolo del libro.
E chi
pensava, quando
leggevo questo libro a quindici anni, che lo avrei trovato davvero il
mio
Rochester?
Allison Cameron in Chase, ma ancora
per poco, sbuffò
tristemente e si mise comoda sul sedile, ripromettendosi mentalmente di
passare
il viaggio… a non pensare.
Troppe cose aveva lasciato indietro a Princeton, troppi quesiti senza
risposta,
o con verità troppo dolorose per il suo cuore già provato.
Sapeva che sarebbe dovuta tornare per sistemare le questioni
burocratiche del
suo divorzio, ma sperava che il ritorno a casa l’avrebbe aiutata a
superare
maggior parte delle preoccupazioni.
Senza rendersene conto, prese ad arrotolare il libro, perdendo il segno
e
procurandogli una piega nuova sul dorso della copertina.
Perché sono
tanto
ansiosa? Ho già un lavoro al policlinico di Chicago, mamma e papà sono
felici
che torni ma è come se una parte di me, quella parte che mi rende viva,
fosse
rimasta nell’ufficio di House, dopo quell’addio che tanto mi ha
lacerato. Dovrei
maledirlo, ha rovinato il mio matrimonio e l’uomo che avevo sposato ma…
non
riesco a odiarlo. Amore e odio, la linea sottile tra questi due
sentimenti non
mi ha mai fatto tanto male.
Rendendosi conto che stava riducendo
a brandelli il suo
libro preferito, smise di torturarlo e cercò la pagina dove era rimasta
al
decollo: l’addio di Jane da Thornfield House e dal suo amato padrone.
Ridacchiò amaramente per tutte quelle similitudini e la signora seduta
accanto
a lei la guardò male. Allison non si scompose, avendo avuto a che fare
per
cinque anni con gli occhi glaciali del suo ex-capo, le altre occhiate
le
sembravano carezze.
Dio, non
avrebbe
dovuto pensare a quegli occhi tanto misteriosi, tanto belli da far male
all’anima, tanto azzurri da perdercisi e credere di essere in cielo o
in fondo
al mare.
Gli occhi del suo amore impossibile, gli occhi di Gregory House.