A
Narciso.
Il più bel fiore di tutti i giardini del mondo.
Prologo
Una coppia passeggiava in un grande giardino vicino ad un'imponente casa coloniale.
L'uomo era alto e robusto, i capelli chiari erano tagliati molto corti, lunghe basette ne incorniciavano il viso sottile e candido, su cui spiccavano occhi mai visti prima. Il primo era castano scuro con riflessi dorati, il secondo era invece di un azzurro intenso, con pigmenti argentei.
Il possente braccio stringeva a sé la donna della sua vita.
Era di corporatura minuta, i capelli rosso fuoco le scendevano sulle spalle arrotolati in morbidi boccoli, incorniciando una fronte alta e un paio d'occhi castano dorati, tendenti al verde.
Gli zigomi alti lasciavano spazio a labbra color dei petali di una rosa.
Stringeva qualcosa tra le braccia, come se fosse la più importante che aveva. Si trattava di un frugoletto di pochi mesi, gli occhi lo specchio di quelli della madre, coperti da qualche ciuffo ramato.
Sorrideva alla vista dei visi dei genitori, le labbra carnose s'allargavano lasciando trasparire due fossette e le gengive sdentate.
Uno sguardo che non sarebbe mai riuscita a dimenticare. Lo sguardo castano scuro e azzurro intenso. Lo sguardo degli occhi diversi.