Bene, eccomi qui. Nuova sezione che
non ho potuto fare a meno di spulciare in questi giorni, da quando ho notato
che è stata aperta.
Sono totalmente innamorata di questa
serie televisiva, quindi sapevo che prima o poi mi sarei ritrovata a scriverci
su! Ormai – chi mi conosce, lo sa perfettamente – sono abbonata al mondo
delle Drabbles. Quindi, come potrete vedere a breve, mi sono dedicata a delle
piccole Drabbles per ciascuna delle quattro ragazze. Spencer, Aria, Hanna ed
Emily. :3 (Perdonatemi se non sono riuscita a stare dentro alle 100 parole –
sono comunque tutte di 110 - ma spero che le apprezzerete comunque. D: )
Per chi non avesse ancora visto la
1x16, avverto che ci saranno dei piccoli spoiler.
Quella puntata mi ha ispirata parecchio e non potevo rinunciare a scriverci su!
(:
Non sto qui a farvi perdere altro
tempo, se non con l’augurarvi buona lettura!
Le dedico a loro.
Alle mie Girls, che con me seguono
questa splendida serie. Vi adoro.<3
Invisible.
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Maybe.
Forse
Emily aveva sempre avuto ragione riguardo a Toby Cavanaugh. Forse qualcuno
aveva voluto incastrarlo e se lui fosse stato davvero innocente tutte le nostre supposizioni sarebbero crollate come un
castello di sabbia travolto da un’onda gigantesca.
Per
quanto mi riguarda però, probabilmente erano già crollate. «Lui è diverso.»
«In
che senso?»
Me lo avevano detti i suoi occhi,
quel pomeriggio.
«Volevo
dire che lui… è diverso rispetto a quello che pensavo.» Sospirai mentre Emily
alla scrivania teneva la testa sui libri. «C’è qualcosa in lui che… non so.»
«Wow.
Una domanda a cui Spencer Hastings non sa rispondere? Interessante.»
Ridacchiò lei, mentre io già sorridevo.
Sì forse,
pensai.
●●●
Forgive.
“Ho dato io a tua madre il biglietto del
museo.”
Le
parole di Hanna rimbombavano ancora nella mia testa. Quasi surreali, avevano
ancora la stessa intensità con la quale – raggiungendo il mio cuore – mi avevano
trafitta.
“Non
è così che si comportano le migliori amiche.” Scrissi, velocemente, alla fine
della pagina di quel quaderno che usavo per sfogarmi ogni qual volta che mi
succedeva qualcosa.
Ma
lo sapevo infondo – nonostante la profonda delusione che provavo nei suoi riguardi – che era tutta colpa di
A.
Lo
squillare del telefono mi distolse dai quei pensieri: non poteva essere altro
che lei. Riagganciai.
Non
potevo perdonarla per quello che aveva fatto. Non ancora.
●●●
It’s to late.
Aria aveva riattaccato. Di nuovo.
Era
arrabbiata, non potevo di certo biasimarla. D’altronde avevo commesso un
grosso, grave errore, ed ormai era troppo
tardi per rimediare.
Tenevo
ancora il telefono in mano - mentre le lacrime già scivolavano sulle mie guance
- quando Caleb comparve in cima alle scale blaterando qualcosa riguardo a degli
asciugamani.
Tentai
di rispondergli, ma la mia voce strozzata dalle lacrime lo insospettì. Mi si
sedette accanto, chiedendomi cosa fosse accaduto.
Cercai
di spiegargli ma, infondo, non volevo che mi vedesse in quello stato. «Non sei
obbligato a stare qui ad ascoltarmi. Vatti a fare la doccia.»
Si
alzò allora, ma poi ci ripensò. «Può aspettare.»
●●●
Paige.
Vidi
Paige, a bordo vasca, con i piedi in ammollo nell’acqua. Fissava un punto
indefinito e quando mi avvicinai non si voltò nemmeno. «Stai bene?» Le
domandai.
Forse
il fatto che non mi avesse richiamata aveva un motivo. Sentii un filo di
sconforto mentre mi spiegava cosa le era successo. Era strana.
«Credo
di aver chiuso col nuoto.» Sospirò.
Seppure
sembrava una ragazza combattiva, Paige, era comunque molto fragile. Me l’aveva
dimostrato proprio quella sera quando era venuta a chiedermi scusa.
«Quando è stata l’ultima volta che hai nuotato
per divertimento?» Le chiesi, dopo un po’.
E quando
fu finalmente in acqua la vidi sorridere,
come non aveva mai fatto.