REQUIEM PER UN DRAGO VERDE
No, “ucciso” non è il termine corretto:
l’ho squartato, deatomizzato,
fatto a pezzi dall’interno, niente potrà
riportarlo in vita. No, non stavo
giocando di ruolo. Neanche ai videogame.
Magari fosse uno stupido gioco. Tu chi sei? Il mago? Il
guerriero? Il licantropo barbaro che va in ira? Non si gioca
più, adesso. E ho
ucciso un drago.
Era un drago verde. Era il mio
drago verde. Non era pericoloso, lo conoscevano tutti. Viveva
sulla mia maglietta preferita, ignaro dei pericoli di questo Triste
Mondo Malato.
Non dava fastidio a nessuno, non meritava di morire. Se ne
stava lì, placido e dignitoso, avvolto nelle sue spire.
Aveva pietruzze rosse a
fargli da occhi ed altre pietruzze verdi e argentate ad ornare il suo
elegante
corpo scaglioso; nient’altro che pezzettini di plastica e
metallo, le sue
povere scaglie, eppure come brillavano sotto la luce.
Non era che una stupida maglietta a maniche corte, venti
dollari ai grandi magazzini, la mia maglietta del drago. Non era una
maglia da
metallari con quei draghi anni ottanta che ti fissano minacciosi a
fauci
spalancate e sotto il nome di un gruppo, era una maglia da ragazza con
un drago
snello e un po’ orientale, ed era perfetta.
Era perfetta d’estate, attorno al falò, con un
paio di jeans
e la cintura di pelle verde scuro. Era perfetta d’inverno,
con il cardiganone
fatto dalle sante mani di mammà. Era perfetto quando
bisognava tentare di
mettersi in tiro, per sdrammatizzare giacca e pantalone nero.
Era famoso, il mio drago, perché era bello. O forse
perchè
ero bella io, sotto quel drago. Gli avevamo perfino dato il nome, anzi,
un
sacco di nomi: Green Grant, Cyan Bloodbayne, Rhaegal, Drago Verde
Dell’Assenzio, Drago Malfoy…ogni nome portava la
traccia inconfutabile di una
sonora sbornia e di un’allegra serata di risate e cazzeggi.
Quando ancora non esisteva Il Branco.
Quando il branco era il gruppo di amici, quelli che dopo il
diploma se ne sono andati da
Loro non lo sanno: non sanno del Branco, dell’Imprinting e
della Morte Del Drago Verde.
Una volta, quando Emily non c’era ancora, Sam era
già lupo
ma io non lo sapevo e non mi spiegavo il suo strano comportamento, mi
aveva
regalato un paio di orecchini per farsi perdonare l’ennesima
notte di assenza.
Erano semplici pendenti verdi di argento e pietre dure, li aveva scelti
perché
stavano bene con la mia maglietta preferita, e per me era come se
fossero stati
di platino e smeraldi.
Ricordo
che quella sera stessa ero andata da lui con i pendenti e avevo tenuto
addosso
la maglietta del drago mentre facevamo l’amore, nonostante il
caldo innaturale
del suo corpo. È stata l’ultima volta in cui sono
stata davvero felice, e
l’unico testimone della mia felicità perduta
è morto.
Morto
ammazzato.
Sono
perfino tornata nel punto in cui il mio corpo è esploso,
nella speranza che il
mio drago potesse vivere ancora, un po’ malandato forse, ma
sempre lì sul mio cuore.
Invece era a brandelli, una delle pietruzze dei suoi occhi era saltata
via, e
da quello che rimaneva del suo muso affusolato mi fissava con sguardo
orbo e
accusatore.
Ho
pianto a dirotto.
"Le fiabe non raccontano ai bambini che i draghi
esistono”, dicono. “I bambini sanno già
che i draghi esistono. Le fiabe
raccontano ai bambini che i draghi possono essere uccisi".
Quando il drago viene ucciso la favola finisce.
Il drago è morto, e se mai ho avuto una favola, adesso
è
finita con lui.
E l’ho ucciso io.
Note: Fanfiction
scritto per il concorso "Weather
Contest – Characters and Songs" indetto da OnlyMe sul forum
di EFP. Ho notato che ultimamente quando non parlo di Volturi parlo di
Leah... quasi quasi la faccio andare in vacanza da Aro! Scherzo. Aro
gradirebbe, Leah un po' meno.
I nomi del drago sulla
maglietta
di Leah sono storpiature di vari liquori o nomi di draghi verdi di vari
libri
fantasy. Faccio sbevazzare Leah&Friend nonostante la di lei non
maggiore
età perché suppongo che, essendo La Push un
paesello di tre gatti in cui non
c’è un tubo da fare, si esca in compagnie miste in
cui i più grandi portano da
bere. A proposito: Leah nei libri sembra non avere amici suoi
preesistenti al
branco; siccome non mi sembra una cosa molto in linea con il suo
carattere ho
pensato che gli amici di Leah siano attualmente al college. La
bellissima frase tra virgolette sui draghi delle fiabe è di Gilbert
Keith Chesterton.
Grazie in anticipo a chi passerà di qui!