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Autore: Serenity Moon    14/02/2011    12 recensioni
"Okay che le ragazze ormai erano tutte felicemente fidanzate.
Okay che lei era l'unica che ancora non aveva trovato un ragazzo.
Okay che questa cosa la faceva rosicare (e molto), ma non per questo avevano il diritto di rovinarle la pagina del 14 febbraio!
A lei dopotutto San Valentino piaceva!"
Perché dopotutto San Valentino è la festa degli innamorati non dei fidanzati... E l'amore può essere dolce esattamente come il cioccolato;)
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ichigo Momomiya/Strawberry, Ryo Shirogane/Ryan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il cioccolato dell'amore

 

 

 

"San Valentino,

la festa di ogni cretino,

che crede di essere amato

ma non sa che viene fregato"

 

 

  • Grazie mille Purin-chan!-

Ichigo Momomiya sbuffò irritata davanti alla pagina rovinata del suo diario.

La filastrocca della festa degli innamorati, che la sua cara amica aveva deciso di ricordarle, non lasciava nemmeno un millimetro libero per scrivere i compiti che avrebbe dovuto svolgere per quel giorno.

Avrei dovuto comprare un diario più grande- disse in un sospiro strappando un pezzo di carta da un quaderno e aggiungendolo all'agenda con del nastro adesivo.

Non appena arrivata al caffè gliene avrebbe dette quattro.

Okay che le ragazze ormai erano tutte felicemente fidanzate.

Okay che lei era l'unica che ancora non aveva trovato un ragazzo.

Okay che questa cosa la faceva rosicare (e molto), ma non per questo avevano il diritto di rovinarle la pagina del 14 febbraio!

A lei dopotutto San Valentino piaceva anche se avrebbe dovuto festeggiarlo a casa, da sola, accoccolata sul divano con una coperta patchwork e una tazza di cioccolata calda a guardare un film strappa lacrime...

"Basta Ichigo, ora non esagerare!" si disse prima che fosse troppo tardi e potesse davvero sprofondare nella depressione da single.

"E' un giorno come gli altri" ricordò a se stessa mentre la campanella suonava decretando la fine di un'altra noiosa settimana di scuola.

Adesso sarebbe dovuta andare al caffè a lavorare come un somaro mentre le sue amiche si dilettavano in pettegolezzi e si scambiavano consigli su cosa era più romantico tra un coniglietto di peluche e una tartarughina ripiena di cioccolatini alle mandorle.

Già se le immaginava.

-Io gli ho fatto recapitare a casa l'intera collezione delle sinfonie di Chopin-.

-Io gli ho preparato una torta a forma di cuore!-

-Io ho chiesto a papà di rimanere a casa con i miei fratellini così per una volta possiamo uscire senza problemi-.

-Io ho rinunciato ad un programma importantissimo per stare con lui!-

Non avrebbe mai potuto credere che le sue amiche un giorno si sarebbero ridotte così... Sdolcinate, coccolose, innamorate!

Arrivò al caffè in perfetto orario ma anche se così non fosse stato nessuno le avrebbe detto niente. Erano tutte troppo impegnate a pensare ai propri 'uomini'.

Da una parte quella situazione le piaceva, poteva fare quel che voleva senza impicci, dall'altra le dava un po' di fastidio perché sentiva che piano piano stava perdendo le sue migliori amiche e tutte in una volta sola.

Erano settimane ormai che non uscivano, che non parlavano o facevano qualcosa di divertente insieme. Per un motivo o per un altro erano sempre tutte impegnate con i loro tesorini e Ichigo si era ritrovata giorno dopo giorno sempre più sola.

Suo malgrado le sfuggì un altro sospiro guardandole tutte e quattro sedute ad uno dei tavoli del locale, perse nei loro romantici sogni. Scosse la testa e ritornò al suo lavoro.

In cucina Keiichirou stava quasi per diventare pazzo. Il telefono squillava ininterrottamente da almeno un'ora e le prenotazioni per il fatidico 14 fioccavano come neve a natale. Doveva anche occuparsi del locale, preparare dolci e sfornare biscotti a più non posso per soddisfare le richieste dei clienti che affollavano l'oramai famosissimo caffè Mew Mew.

Ogni tanto lo stesso Ryou era costretto a lavorare visto che le altre quattro cameriere avevano deciso che il loro compito da qualche tempo a questa parte era quello di controllare che tavoli e sedie fossero stabili per la tutela dei clienti.

A fine giornata, come sempre si ritrovarono tutti in cucina. Ichigo stava finendo di spolverare gli ultimi tavoli, poi avrebbe raggiunto i suoi amici per la quotidiana fetta di torta della chiusura.

Le altre erano già attorno al grande piano marmoreo che Keiichirou usava per preparare le sue leccornie e con fare indifferente sbocconcellavano il loro dolce.

-Ehm, Akasaka-san- fu Minto ad attirare l'attenzione del pasticcere intento a lavare le ultime stoviglie.

-Sì?- chiese lui con la sua solita dolcezza.

-Mi chiedevo, non è che potrei avere il 14 libero? Vedi, vorrei fare una sorpresa al mio ragazzo...-.

Quattro paia d'occhi si puntarono sulla raffinata ragazza dai capelli corvini in quel momento totalmente concentrata sulla tazza di the fumante che stringeva fra le mani.

-Credo non ci sia nessun problema- asserì il ragazzo, - se le altre sono d'accordo...- aggiunse poi in attesa del giudizio del popolo.

-Veramente volevo chiederti la stessa cosa anch'io- si lanciò Purin.

-Anch'io- la timida vocina di Retasu si aggiunse a quella delle amiche.

-Mi inserisco nella lista- Zakuro invece sbalordì tutti.

-Ragazze, così su due piedi non so cosa dirvi. Mi prendete alla sprovvista. Non posso tenere aperto il locale se nessuna di voi può venire-.

Le quattro si guardarono. Ognuna supplicava silenziosamente le altre di rinunciare per il proprio bene, ma nessuna aveva la minima intenzione di desistere. Desideravano tutte ardentemente avere quel giorno libero, ma d'altro canto il senso di colpa per costringere Keiichirou a chiudere in una giornata così importante e fruttuosa era considerevole.

Ichigo entrò proprio nell'istante in cui il ragazzo dai lunghi capelli castani sospirò.

-Akasaka-san, che succede?- gli chiese istintivamente preoccupata. Si vedeva lontano un miglio che c'era qualcosa che non andava.

-Lunedì restiamo chiusi- annunciò addolorato.

-E perché?- chiese la rossa stranita per poi aggiungere subito dopo aver fatto due calcoli: - Lunedì è San Valentino, non puoi chiudere!-

-Lo so Ichigo, ma le ragazze hanno bisogno di rimanere a casa. Non posso tenere aperto se loro non ci sono- spiegò.

-Ci sarò io. Non ho impegni e verrò a lavorare-.

-Da sola?!?- Cinque voci si accavallarono tutte con toni totalmente diversi: ironia, stupore, preoccupazione, incredulità e commozione.

-Sai che novità!- esclamò Ichigo risentita. -Saranno mesi ormai che lavoro da sola, quindi smettetela con quelle facce sorprese. Uscite coi vostri bei maritini, del locale mi occupo io- asserì convinta e decisa.

-Sei sicura?- Keiichirou cercò conferma. Certo, era nel carattere di Ichigo sacrificarsi per una buona causa, ma non gli andava per nulla doverla costringere a lavorare solo per tenere aperto il locale.

-Sicurissima. Davvero Akasaka-san, non ho nulla da fare. Rimarrei a casa a guardare film sdolcinati, almeno così mi rendo utile-.

Keiichirou annuì e le sorrise gentilmente. Ichigo era un tesoro. La adorava, letteralmente!

-Bene, allora è aggiudicato! Vado a casa, ci vediamo domani. Ciao!- salutò tutti con un sorriso e una sventolata di mano e stretta nella sua sciarpa color lampone prese la via del ritorno.

 

Lunedì iniziò nel modo più frenetico possibile. Come al solito Ichigo non sentì la sceglia e si ritrovò a correre come una forsennata per non arrivare in ritardo prima a scuola e poi al locale. Dopo otto estenuanti ore passate a vedere le sue compagne scambiarsi bigliettini rosa colmi di cuoricini e sguardi languidi con i rappresentanti della razza maschile dell'istituto, si diresse di gran carriera al Caffè Mew Mew dove era sicura di trovare un Keiichirou più che disperato e un Ryou sull'orlo di una crisi di nervi.

I suoi timori si avverarono solo a metà. Keiichirou in effetti era agitatissimo, ma aveva trovato un ottimo metodo per sfogare le sue preoccupazioni: aveva sostituito lo sbattitore elettrico con la frusta a mano, un vero toccasana. Per quello che riguardava Shirogane, sembrava essersi volatilizzato. Di lui non c'era traccia.

Sarà a distribuire baci e cioccolatini alle sue amichette” si disse mentre una strana morsa le attanagliava lo stomaco. “Finiscila Ichigo” si intimò e scosse la testa a destra e sinistra per allontanare quel brutto pensiero.

-Cameriera!-urlò qualcuno riportandola con i piedi per terra e Ichigo gliene fu estremamente grata.

Stette un'ora buona a fare la spola fra la sala e la cucina. Il locale non era mai stato così pieno anche se la maggior parte delle richieste erano da asporto. Per un attimo rimpianse di essersi offerta per quel gravoso compito ma il sorriso che Keiichirou le dedicò poco dopo aver confezionato l'ennesimo pacco di biscotti le scaldò il cuore e le donò nuova energia.

Il portone si aprì di nuovo e Ichigo corse festosa ad accogliere i nuovi clienti, ma invece che la solita coppietta di innamorati si ritrovò davanti un immenso mazzo di fiori.

-C'è la signorina Ichigo Momomiya?- chiese una voce da dietro quell'infinità di petali profumati.

-So-sono io- balbettò la ragazza titubante.

-Bene, questi sono per te- le disse porgendole i fiori che si rivelarono più pesanti di quanto la rossa potesse immaginare.

-Grazie- rispose soltanto e lo vide allontanarsi a bordo di un'auto colma di bouquet da consegnare. Portò dentro il mazzo abbastanza sbalordita e subito corse in cucina a prendere un vaso da riempire d'acqua.

-Wow!-esclamò Keiichirou non appena le vide. -Sono bellissime. Chi le manda?-

-Non lo so. Non c'è nessun biglietto- rispose la ragazza continuando a cercare fra i petali, attenta a non rovinarli. -Undici... Dodici... Tredici rose rosse e una gardenia- disse dopo aver finito di contare. -Sono stupende. Akasaka-san, non saranno mica opera tua vero?- chiese d'un tratto Ichigo sospettosa.

-Con molto rammarico devo dire di no. Ma ti confesso che mi sarebbe piaciuto- le disse con un'espressione tanto buffa che lei non poté trattenersi dallo scoppiare a ridere.

-Grazie lo stesso- gli disse mandandogli un bacio con le dita e tornò in sala al suo lavoro.

Ogni tanto, tra un servizio e l'altro, l'occhio le cadeva su quelle splendide rose e soprattutto sul delicato fiore bianco che si stagliava in netto contrasto col rosso come un diamante lucente. Era curiosa di sapere chi le aveva inviate, più che altro per poterlo ringraziare adeguatamente. Istintivamente pensò che quella persona era un ragazzo, ma poteva benissimo essere suo padre oppure un pensiero da parte delle sue amiche come ricompensa per il favore che aveva fatto loro lavorando al loro posto. Poteva essere chiunque e per qualunque motivo...

Continuò a pensare e formulare ipotesi fino all'orario di chiusura, quando Keiichirou, esausto la informò che finalmente avevano finito.

Ichigo si stiracchiò beata. Era sfinita, ma uno strano senso di soddisfazione faceva sì che la stanchezza scivolasse via senza creare tanti fastidi. Crollò scompostamente su una sedia e tirò uno sbadiglio. Non voleva tornare a casa, ma d'altronde non c'era nient'altro da fare. Il locale brillava, i piatti erano tutti stati lavati, gli avanzi accuratamente conservati...

Keiichirou la trovò con le guance gonfie e il mento sorretto dal palmo della mano.

-Tutto ok, Ichigo?- le chiese ma lei non rispose.

Era rimasta incantata dall'eleganza del suo amico. La divisa da pasticcere era scomparsa, sostituita da un raffinato vestito nero con tanto di cravatta.

-Wow, Akasaka-san, sei uno schianto!- esclamò mettendosi in posizione eretta, sbalordita. -Hai un appuntamento?-

Il ragazzo imbarazzato si portò una mano alla nuca ed annuì. -Farai un figurone!- lo rassicurò lei con un'incoraggiante pacca sul braccio.

-Grazie, sei sempre un tesoro Ichigo. Senti, hai bisogno di un passaggio per tornare a casa?- le chiese premuroso come al solito.

-No, no vado a piedi. Una bella passeggiata mi aiuterà a sciogliere i muscoli- gli disse stirando un braccio.

-Non so proprio come ringraziarti per oggi. Senza di te sarei stato perso- confessò il ragazzo con la voce colma di gratitudine. Ichigo istintivamente sorrise. Voleva un mondo di bene a Keiichirou, per lui avrebbe fatto di tutto. Era contenta di essergli stata utile e poi grazie a quella lunga giornata aveva potuto allontanare i suoi pensieri che irrimediabilmente andavano a parare sempre da una parte, ovvero a una coperta e un film da guardare in solitudine. Ancora una volta quella scenetta desolante le apparve davanti agli occhi e per un attimo rabbrividì. No, non voleva proprio tornare a casa. Un'idea le balenò in mente.

-Sai Akasaka-san? Credo proprio di sapere come puoi sdebitarti per oggi- fece l'occhiolino al ragazzo che la ricambiò con un luminoso sorriso.

 

Ryou Shirogane era a dir poco esausto. Aveva trascorso l'intera giornata a girovagare per Tokyo per consegnare tutti i dolci prenotati e ora si sentiva stremato. L'ultimo viaggio lo aveva costretto ad andare in uno dei più lontani e squallidi quartieri della capitale ed era sicuro che per rimuovere l'immagine dell'anziana donna in calore che, in vestaglia e boa di piume, lo aveva accolto in casa sua gli ci sarebbero voluti almeno tre anni di terapia.

Chissà come era andata al locale?

Sapeva per certo che Ichigo aveva sgobbato per tutto il giorno e che il povero Keiichirou aveva lavorato a più non posso per soddisfare tutti, ma aveva qualche dubbio sul fatto che proprio tutto fosse filato liscio.

Infilò la chiave nella toppa della porta sul retro ed entrò, padrone indiscusso di casa sua. Posò tutto sul primo ripiano che trovò e con indifferenza si diresse verso il piano di sopra, contento di potersi finalmente concedere una doccia e un bel sonno ristoratore.

Una strana musichetta e la luce accesa in cucina però lo distolsero dal suo intento. Tornò sui suoi passi e una volta arrivato dietro la porta a doppio battente della stanza restò allibito.

-Ichigo, che ci fai qui?- chiese colmo di stupore.

La ragazza smise di canticchiare ed alzò la testa sorpresa.

-Oh, buonasera Shirogane-kun, bentornato- lo salutò con un sorriso.

Ryou entrò e per poco non si mise ad urlare.

-Ma che stai facendo?-

Il ripiano da lavoro di Keiichirou era tutto sporco di qualcosa che somigliava vagamente al cacao, scodelle e pennelli erano sparsi per tutta la cucina e le guance di Ichigo avevano cambiato colore: avevano assunto una dolce sfumatura marrone.

-Non avevo voglia di tornare a casa e così ho chiesto ad Akasaka-san se potevo usare la cucina per preparare i cioccolatini-.

-Quelli alla fragola?- chiese il biondo d'un tratto più che interessato.

Ichigo annuì e continuò: -Li faccio ogni anno. Di solito li regalo a qualcuno ma stavolta non saprei proprio a chi darli. A dirla tutta non so nemmeno perché li sto preparando- si lasciò sfuggire inavvertitamente per poi arrossire.

-Beh, se è così allora ne approfitto io!- Ryou arraffò un cioccolatino e senza tanti complimenti lo mise in bocca, gustandolo fino in fondo. Assaporò il dolce cioccolato sciogliersi e rivelare il gusto nascosto della fragola e del latte perfettamente amalgamati fra loro a creare un insieme unico e singolare allo stesso tempo.

Ichigo lo osservò stupita e contenta.

-Non sapevo ti piacesse tanto il cioccolato alla fragola- disse mentre il biondo si impadroniva di un altro dolcetto.

-Oh Ichigo, ci sono tante cose che mi piacciono e che tu non sai...- lasciò apposta la frase in sospeso, ma lo sguardo che le lanciò di sottecchi la diceva lunga sul fatto che lei facesse parte di quella lista. La ragazza comunque non se ne accorse o fece finta. Allungò le mani verso il vassoio sul quale aveva disposto le sue creazioni e lo allontanò dalle grinfie del biondino che mugugnò sconsolato.

-Ah sì?- ribatté. - Bene, allora facciamo un gioco. Un cioccolatino per ogni cosa che ti piace- lo sfidò.

-Questo non è un gioco. Al mio paese questo lo chiamiamo ricatto- si lamentò Ryou.

-Io lo definirei piuttosto baratto. Allora, ci stai?-.

Ryou la guardò di traverso. Era un gioco pericoloso quello, ma per amore dei cioccolatini alla fragola di Ichigo era disposto a rischiare.

-Ok. Vediamo un po'...- si mise a pensare a qualcosa da dire per guadagnarsi la sua ricompensa. -Mi piace la musica classica- esclamò convinto.

-Questo lo sapevo già- gli rispose stizzita la ragazza e per poco non lo colpì col mattarello che teneva in mano. Decise di posarlo.

-Ma se non te l'ho mai detto!- Ryou cercò di difendersi.

-Come se ci volesse un'arca di scienze per capirlo! Hai dato un ballo ed invitato a suonare una delle migliori pianiste al mondo. Se non ti piacessero quel genere di cose avresti organizzato un party ed ingaggiato un DJ-.

-Da quant'è che sei diventata così deduttiva?- le chiese ironico. -Suppongo a questo punto che dirti che mi piacciono le moto non vada bene... Vero?-

-A meno che la Suzuki che hai di sotto non sia una bicicletta con la carrozzeria truccata...- Ichigo scosse la testa facendo ballare i codini. -Ritenta-.

-Vediamo, vediamo-. Ryou si mise a pensare seriamente stavolta, un po' per i cioccolatini, un po' perché davvero voleva che Ichigo sapesse qualcosa in più su di lui. Magari conoscendolo meglio avrebbe smesso di vederlo come uno snob altezzoso ed antipatico. Si concentrò e poco dopo seppe cosa dirle.

-Mi piacciono i fiori- esordì.

-Davvero?!?- Ichigo era sbalordita. -E quali?-

-Questa vale per due- sottolineò il ragazzo.

-Una e mezza- concordò Ichigo. Prese un cioccolatino e lo tagliò a metà. Una parte la mise in bocca l'altra la donò al suo amico che la prese fra le dita e la osservò pronto a rispondere.

-Il mio preferito è la gardenia- disse tornando con la mente indietro nel tempo. -Quando ero piccolo il nostro giardino ne era pieno. Mia madre le coltivava con una devozione che ho visto in pochi. Mi è sempre piaciuto. E' così elegante e delicato, ma anche deciso. Ci sta tantissimo a sbocciare e talmente poco a sfiorire... Però ha un profumo meraviglioso. Lo adoro-.

Ichigo lo guardò ancora una volta stupita e contenta. Dopotutto anche il bel biondino aveva un cuore e lo stava aprendo proprio a lei.

Vide che il suo sguardo era lontano, concentrato su qualcosa in particolare, un dettaglio che quel giorno abbelliva la cucina. Il mazzo di fiori che qualcuno aveva fatto recapitare ad Ichigo. Fu allora che la ragazza capì. Tredici rose ed una gardenia. Il suo fiore preferito.

Un sorriso si allargò sul suo volto. Se prima quei fiori le piacevano adesso li amava perché sapeva che dietro c'era ben più di un semplice atto di gentilezza. C'era affetto puro e sincero, che nasceva da un cuore solitario, sì, ma anche dolce e capace di amare.

Prese due cioccolatini e glieli diede. Ryou seppe che lei aveva capito.

Il gioco continuò.

-Mi piace il mare di notte, quando il silenzio è assoluto e si sente soltanto lo sciabordio delle onde-.

Un cioccolatino.

-Mi piace guardare le stelle ed immaginare che siano davvero capaci di realizzare i desideri-.

Ichigo gli porse un altro dolcino.

-Mi piace svegliarmi ad orari assurdi la mattina solo per poter vedere l'alba. E' una sensazione unica, come se stessi per fonderti col mondo e capisci davvero di farne parte-.

La ragazza si distrasse e con la fantasia iniziò a vagare fra i mondi descritti dal biondo dimenticandosi dei cioccolatini. La confessione seguente la riportò con i piedi per terra.

-Mi piace tutto quello che fai- le disse dedicandole uno dei suoi sguardi sciogli-ghiaccio. -Perché ci metti passione e dai attenzione ad ogni minimo particolare- spiegò mostrandole uno dei dolcetti a forma di rosa perfettamente rifinito.

-Mi piace quando arrossisci. Vedere le tue guance fare a gara con i tuoi capelli mentre abbassi gli occhi, come ora- le disse descrivendo esattamente le sue azioni.

Ryou si alzò dallo sgabello sul quale aveva preso posto e fece il giro del tavolo fino a ritrovarsi a pochi centimetri da lei.

-Mi piacciono i tuoi capelli...- le disse e le sue dita si persero fra le ciocche scarlatte.

-Le tue mani...- e timidamente le toccò le dita sporche di cacao.

-Le tue labbra...- si avvicinò ancora di più e prima di sfiorarle con le sue, finalmente confessò: -mi piaci tu-.

Quello fu il bacio più dolce della vita di entrambi. Inaspettato, ma desiderato, frutto di confidenze che avevano permesso a due cuori di sbocciare ed aprirsi l'uno per l'altro, di sentimenti nascosti che infine erano riusciti a prendere il sopravvento e mostrarsi per quello che erano veramente. Quello fu un bacio al sapore di cioccolato, fragole e amore.

Quando a malincuore dovettero separarsi, avevano tutti e due le guance infuocate per l'imbarazzo e la felicità. Si guardarono negli occhi e videro la stessa cosa, il riflesso di ciò che volevano.

-Dammi una possibilità-. Le parole di Ryou scivolarono come la sua mano sul viso accaldato della ragazza che subito distolse lo sguardo e non rispose.

Ichigo sospirò un paio di volte come per voler recuperare la lucidità che però in quel momento era in piena vacanza dall'altra parte del globo. Non si aspettava proprio che la serata prendesse quella piega. Ma sapeva di dover decidere e in fretta.

-Forse è meglio se torni a casa-. Ryou comprese di averla messa in difficoltà e sperò in quel modo di aiutarla un po'. Forse se si fosse presa del tempo... Il suo bene veniva prima di tutto anche se il suo cuore gli urlava di star zitto. Non voleva che lei se ne andasse, il suo unico desiderio era che lei scuotesse la testa e gli dicesse che preferiva rimanere con lui almeno per un altro po'.

Ichigo invece annuì e si diresse al lavabo per sciacquarsi le mani. Poi prese il cappotto e con estrema lentezza lo indossò.

-Non dimenticare i fiori-. Per poco non li lasciava lì.

Quando fu a pochi metri dal portone però non riuscì più a muovere un passo.

'Che sto facendo?' si chiese.

Si voltò e lo vide ancora lì, le mani in tasca e gli occhi azzurri fissi sulla sua figura velati da un sottile strato di malinconia. La speranza era solo una minuscola pagliuzza che spariva ad ogni suo passo verso l'uscita.

-Ryou, mi accompagni?-.

Un bellissimo sorriso illuminò il volto del ragazzo che non ebbe bisogno di rispondere. Infilò la giacca e subito le fu a fianco. Lei ricambiò il sorriso e con un gesto del tutto naturale gli porse la mano che lui strinse con tenerezza.

-Ovunque Ichigo. Ovunque-.

Ed insieme si incamminarono accompagnati da tredici rose, una gardenia e tanti dolci baci al sapore di cioccolato e fragole.

 

 

 

 

 

 

 

 

A tutti un romanticissimo San Valentino, con tutto il mio affetto, la vostra

Serenity 

   
 
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