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Autore: HeartBreath    15/02/2011    1 recensioni
Versione di Gerard e, dopo, quella di Frank di una situazione divertente o snervante (dipende dai punti di vista, voi che ne dite?)... E' il mio secondo tentativo di fan fiction sui My Chemical Romance, un po' spinto, ma spero vada bene =D
Genere: Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Frank/Gerard
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Gerard
8:58.
Il cervello mi si accese a quell’ora – accese per modo di dire.
Stanco, mi rigirai nel letto per prendere coscienza della realtà. Come ogni mattina dopo una bella sbronza, mi assicurai di non aver dimenticato niente.
Allora, misi insieme i pensieri fissando il soffitto bianco, come mi sono ubriacato: al dopo-concerto organizzato da Ray. Data: 13 Aprile. Ora: quasi le 9:00. Luogo..., girai la testa verso sinistra. In Paradiso.
Frank dormiva beato accanto a me. Piccolo, bellissimo, indifeso in un modo che solo io notavo – forse perché solo con me lo esternava. Si era sforzato di non bere troppo la sera prima, per un appuntamento importante che aveva alle 9:45. Eppure era crollato a letto poco dopo mezzanotte senza lasciare che mi divertissi un po’.
Avrei dovuto perdonarglielo?
Quasi scoppiai a ridere. Come no…
Era così bello guardarlo dormire.
Guardai oltre Frank, i numeri illuminati della sveglia. 8:59.
Soffocando un risolino per non fare rumore, mi sporsi sul letto e strattonai il cavo che legava la sveglia alla corrente.
Meno male che Frankie ha il sonno pesante…
Tornai a sdraiarmi comodo sul lato destro del materasso, continuando a fissare il mio honey.
 
 
Frank
Aprii gli occhi lentamente, quasi in contemporanea col momento in cui ero uscito da qualche sogno beato che non riuscivo a ricordare.
Un sogno ancora più bello: la prima cosa che vidi. Il viso di Gerard che mi sorrideva.
“Buongiorno”
“’Giorno Gee…” mi stiracchiai tra le lenzuola. “Da quanto sei sveglio?”
“Oh, da poco più di mezz’ora. Ti guardavo mentre dormivi”
Sorrisi intenerito. Strusciai la guancia sul cuscino, chiudendo gli occhi un attimo. “Che ore sono?”
Non lo vidi, ma dalla voce di Gerard il suo sorriso doveva essersi allargato. “Le 9:38”
“EH!?” spalancai gli occhi. “Le 9:38!? Cavolo, devo essere dal commercialista tra sette minuti!! Mi ero anche impostato la sv…” delirando, il mio sguardo arrivò al comodino. La sveglia era staccata dalla presa. Lanciai immediatamente un fulmine dagli occhi a Gerard. “Tu…!”
Gerard non smetteva di sorridere. “Volevo continuare a guardarti dormire. Sei così bello…” mugolò, dolce.
“RAZZA DI STRONZO!! Ho rimandato per due volte questo appuntamento per colpa delle prove della band, e ora che il concerto è passato tu mi stacchi la sveglia!?” saltai giù dal letto, furioso. Cercai dei vestiti puliti nell’armadio della stanza.
Gerard non staccava gli occhi da me, divertito. Fottutamente divertito.
“Maledizione Gerard! Non ho nemmeno il tempo di farmi la doccia e puzzo di cadavere!” di tutta fretta, mi allacciai i jeans e feci per afferrare una camicia, quando Gerard, con solo i boxer a coprirlo, si tirò su e mi venne incontro.
“Va bene, basta giocare. Vieni qui” mi prese per i fianchi e mi baciò.
Lo spinsi subito via. “No, io sono incazzato! ‘Fanculo Gee, potrei ucciderti qui e subito! Vado, ci vediamo dopo” infilai le braccia nella camicia, intento ad abbottonarmela.
Gerard mi afferrò per il polso. “No, tu non te ne vai”
“Non dire cazzate, devo attraversare il quartiere in cinque minuti”
Gerard mi tirò il braccio, costringendomi ad attaccarmi al suo corpo. “Fra un paio d’ore, forse…” sussurrò, sfiorandomi il collo con le labbra.
Allarme rosso: è arrapato! Devo defilarmi. “Gerard piantala! Dai, non posso rimandare ancora, devo andare”
“Tre ore…”
“Gerard!!”
“Che ci posso fare, mi ecciti quando cerchi di ribellarti…” ormai era partito, niente gli avrebbe fatto cambiare idea.
Forse era proprio questo a eccitarmi. Il fatto che, per la determinazione che Gerard dimostrava sempre nel volermi, presto sarei stato troppo soggiogato da lui per pensare a qualsiasi altra cosa – all’appuntamento, a quanto mi sarei vergognato per non essermi presentato, a quanto il mio ragazzo fosse stronzo…
Gerard mi buttò sul letto senza complimenti, stendendosi subito su di me.
“G-Gee… Devo and…”
Mi zittì col contatto tenero e voglioso delle sue labbra. “Non posso più fermarmi”
Mi strappò di dosso la camicia – letteralmente, sentii uno strap – e iniziò a baciarmi il petto tatuato.
“Gee… Gee, ti… prego…” la mia voce tremava.
Colpo di grazia, lo sapevo bene. Suppliche in quel tono smorzato erano di certo musica per le orecchie di Gerard.
“Goditelo, honey. Mi sa che oggi restiamo a casa” disse con un filo di voce.
“Gee, no…”
“Così impari a mandarmi in bianco dopo un concerto” ghignò, slacciandomi i jeans.
  
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