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Autore: The Masked    15/02/2011    4 recensioni
Lo odiavo con tutta me stessa. E allora per quale motivo pensavo a lui in ogni istante della mia esistenza? Perché non riuscivo a spezzare le catene che mi legavano a lui? La verità, che negavo a tutti soprattutto a me stessa, era che lo amavo. Un amore pericoloso, letale come quell’uomo.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Rangiku Matsumoto
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Lo odiavo.

RangikuxGin

 

 

 

Lo odiavo con tutta me stessa.

Odiavo i suoi occhi. Arroganti. Sicuri. Superiori.

Odiavo il suo sorriso. Malizioso. Sarcastico. Strafottente.

Odiavo il suo carattere. Crudele. Cinico. Spietato.

Odiavo tutto di lui.

E allora per quale motivo pensavo a lui in ogni istante della mia esistenza?

Perché non riuscivo a spezzare le catene che mi legavano a lui?

La verità, che negavo a tutti soprattutto a me stessa, era che lo amavo.

Un amore pericoloso, letale come quell’uomo.

Come una falena attratta dalla luce del fuoco mi ero avvicinata a lui e mi ero gettata nella brace ardente lasciandomi travolgere da quel calore, da quella passione…e mi ero bruciata.

Fin dal primo momento avevo capito che era pericoloso stargli vicino.

Sapevo perfettamente che mi avrebbe fatta soffrire.

Sapevo di non avere alcuna protezione in mezzo a quelle fiamme.

Eppure mi ero gettata senza esitazione alla ricerca di quella luce.. di quel calore intenso che ti penetra l’anima annientandoti.

E nonostante quel fuoco si fosse allontanato da me io continuavo ad ardere e a soffrire protendendo le mani verso una salvezza che non sarebbe mai arrivata.

Perché non c’era salvezza.

Non con lui.

Non contro quel fuoco.

Come una drogata in crisi d’astinenza annaspavo alla ricerca di qualcosa che mi permettesse di sostituire quel vuoto che provavo.

Quando se n’era andato via aveva strappato una parte della mia anima e se l’era tenuta in modo che quel pezzo di me fosse sempre suo.

E a me cosa era rimasto di lui?

Solo i ricordi. Nostalgici. Dolorosi.

 

“Rangiku, quand’è il tuo compleanno?”

“Io non me lo ricordo. Sono rimasta troppo tempo sola per ricordarmelo.”

“Da oggi non sarai più sola! Ci sarò sempre io con te. Sarò sempre al tuo fianco. Sempre”

“Promesso?”

“Promesso.”

 

Bugiardo.

Come faceva a mentire così bene? 

Come faceva a rimanere così tranquillo quando mentiva?

La mia unica occasione di rivedere quel viso che tanto odiavo era nei sogni.

 Non appena chiudevo gli occhi assopendomi, infatti, lui era lì davanti a me con quel suo solito ghigno.

Avrei voluto urlare, colpirlo, picchiarlo fino a rendere quel ghigno un ammasso di poltiglia sanguinolenta, ma nei sogni come nella realtà non si controllano i propri sentimenti, quindi mi lasciavo andare completamente, aggrappandomi a lui, alla sua forza, stringendolo forte in modo che non potesse più sparire.

Abbandonandomi come sempre a quel calore.

Almeno nei sogni poteva essere completamente mio.

Poi lo spogliavo con necessità animale bramando la sua carne, divorandolo completamente.

Divorando le sue labbra morbide, assaporando la sua lingua.

Poi il resto era passione.

Una fusione di corpi, di sospiri e di urla.

Spesso mi ero domandata per quale motivo quei sogni mi sembravano così reali, forse per bisogno, forse per necessità, forse solamente perché avevo bisogno di lui.

Ma purtroppo svaniva subito, non appena aprivo gli occhi mi rendevo conto dell’illusione e allora stavo male.

Ogni volta era come morire.

Eppure probabilmente era proprio quella parte di sofferenza a rendermi viva.

 

 

  
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