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Autore: Rota    16/02/2011    3 recensioni
Quel ragazzino lo ricordava ridente, elegante ed educato. Lo ricordava con un sorriso ingenuo sulle labbra, un volto pulito e curato.
Lo ricordava ai grandi balli, pieni di dame fluttuanti e signori distinti – lui sembrava distinguersi dalla folla, con quell’aurea di leggiadra maestosità e raffinatezza, tipica di chi ha una salda e nobile tradizione alle spalle. Il fasto, per lui, aveva il suono dolce del potere regale.

[Campagnia di Russia - FranciaRussia]
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Francia/Francis Bonnefoy, Russia/Ivan Braginski
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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*Autore: margherota
*Titolo: Burnt land – I
*Fandom: Axis Powers Hetalia
*Personaggi: Ivan Braginski (Russia), Francis Bonnefoy (Francia)
*Genere: Introspettivo, Sentimentale
*Avvertimenti: Shonen ai, What if…?
*Rating: Giallo
*Prompt fanfic100_ita: 084. Lui
*Prompt maridichallange: Neve
*Parole: 347
*Note: Ogni informazione possibile che possiate trovare su quanto io scrivo è qui à http://it.wikipedia.org/wiki/Campagna_di_Russia
In particolare, mi rifaccio agli avvenimenti riguardanti la città di Mosca.



Quel ragazzino lo ricordava ridente, elegante ed educato. Lo ricordava con un sorriso ingenuo sulle labbra, un volto pulito e curato.
Lo ricordava ai grandi balli, pieni di dame fluttuanti e signori distinti – lui sembrava distinguersi dalla folla, con quell’aurea di leggiadra maestosità e raffinatezza, tipica di chi ha una salda e nobile tradizione alle spalle. Il fasto, per lui, aveva il suono dolce del potere regale.
Quel ragazzino, Ivan, era sempre stato una grande Nazione. Imponente, sconfinata. Una Nazione che collegava l’estremo Oriente e la civile Europa, in un complesso miscuglio di culture diverse che rendevano molteplice il suo pallido volto e sapiente la sua lingua.
Quante parole doveva conoscere, quella mente – quante sfaccettature della stessa, bassa umanità.
Francis conservava memoria di tutti quelli che, in qualche modo, potevano interessargli – e Ivan, proprio lui, gli interessava alquanto, per una serie di motivi davvero particolari.
Forse, perché restava ogni volta incantato dalle sue movenze quando prendeva una di quelle delicate ragazze delle sue terre e la portava a ballare, lasciando che l’ampia gonna frusciasse carezzando l’udito con un suono soave.
Forse, perché pur non riuscendo bene a comprendere la grandiosità di un pregiato vino preferendo la compagnia di una volgare e rozza bevanda alcolica popolana, sapeva ridere con energia e fargli compagnia meglio che una bottiglia di champagne.
Forse, semplicemente, per la neve, la neve soffice, la neve bianca, la neve meravigliosa che lo copriva interamente, rendendo il sorriso così puro e candido – come quello di un bambino – che gli era sorto spontaneo il desiderio di sporcarla di nero, macchiandola con il suo nome. Il suo, solo il suo, perché tutti potessero vederlo.
I piccoli fiocchi di ghiaccio avrebbero segnato il suo cammino, in tante piccole impronte indelebili, sporche di nero pece.

Avrebbe vissuto attimi di infinita passione per quel sorriso lercio del suo nome.

L’invasione della Russia ebbe inizio nel Giugno del 1812. Dopo aver inviato un’offerta di pace a San Pietroburgo e non ricevendone risposta, Napoleone Bonaparte iniziò l’invasione partendo dalla Polonia. Inizialmente, non incontrò che poca resistenza e riuscì a penetrare il territorio russo con facilità.
Fino a Mosca.



   
 
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