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Autore: Joy    20/02/2011    8 recensioni
"Sei facile alle lacrime, tu."
[Damon/Rose]
Post 2x11.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Damon Salvatore, Rose Famil
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: Ombre

Titolo: Ombre
Autore: Joy
Citazione: “L’amore fugge come un’ombra” da “Le allegre comari di Windsor” di Shakespeare

Fandom: The vampire diaries
Personaggi: Damon\Rose
Avvertimenti: One shot
Genere: Romantico
Breve introduzione: “Sei facile alle lacrime, tu.”
N.d.A(facoltativo): Post 2x11.


 

 

Rose non piange.

Riposa tra i cuscini del mio letto.

Non si muove. Mi osserva attraverso la penombra, con sguardo dolce e i suoi occhi sono asciutti.

Non ha più forza e nemmeno paura.

Le siedo vicino, stringo appena la sua mano abbandonata sul lenzuolo e attendo.

Attendo insieme a lei.

 

 

 

“Stai cominciando ad assomigliare a tuo fratello.” commentò, con tono ironico, la prima volta che passammo la notte insieme.

M’irrigidii, naturalmente. La conoscevo quanto bastava per trascorrere con lei una piacevole serata, ma perché accettassi un’azzardata psicoanalisi sui miei stati d’animo, era necessario qualcosa di più di una notte piovosa e di un paio di bicchieri di cognac.

Si accorse del mio disappunto, potrei scommetterci, ma decise d’ignorarlo, come se non fosse il caso di dargli peso.

M’irritò ancor di più.

“Quell’espressione preoccupata si addice a Stefan.” continuò dopo essersi portata il liquore alle labbra. “Tu sei quello impulsivo, non è così? Quello che si lascia andare.”

Era seduta sul divano di fronte al camino, le gambe nude ripiegate sotto di sé e un braccio appoggiato con noncuranza alla spalliera imbottita.

Sorrisi sarcasticamente.

“Voleva essere un invito, questo?”

Lei alzò le spalle e non rispose.

“Sarai solo una delle tante.” commentai con fredda naturalezza, accavallando le gambe e adagiandomi contro lo schienale della poltrona.

Volevo ferirla, ma lei non parve turbata.

Si chinò per posare il bicchiere sul pavimento e si sporse verso di me.

La vecchia maglietta che indossava le scivolò da una spalla ed io percepii il suo profumo, leggero e fruttato.

“E cosa ti fa pensare che tu, invece, non lo sarai?” mi disse, piegando le labbra in un sorriso seducente.

Riconobbi che era piuttosto bella, prima di relegare il pensiero in secondo piano rispetto alla rabbia.

“Hai vissuto con la stessa persona per più di cinquecento anni.” asserii, appropriandomi di un fastidioso tono eloquente.

Spalancò gli occhi, colpita.

Assaporai la vendetta, senza chiedermi perché cominciasse ad avere un vago retrogusto amaro.

“Io e Trevor eravamo una famiglia.” ribatté lei calma, ma era chiaro che si stava trattenendo a stento.

“Certo.” commentai, senza nemmeno sforzarmi di trattenere un risolino beffardo. “Lui, lo scapolo allegro e tu, l’amica innamorata - non corrisposta- che rischia la vita per sistemare i suoi colpi di testa. O forse dovrei usare un’altra parola?”

Troppo.

Avevo passato il segno.

Me ne pentii quasi all’istante, ma lei si era già alzata per abbandonare la stanza, gli occhi lucidi di lacrime.

“Aspetta.” mi affrettai per trattenerla, afferrandole il braccio.

Era più sottile di quanto avessi immaginato.

Tutto in lei gridava fragilità.

Ancora non volevo ammetterlo, ma mi piaceva il suo modo di essere donna: sensuale e privo false dimostrazioni di forza.

“Mi dispiace.” ammisi, allentando la presa sul suo polso. “Ho esagerato.”

Lei stirò le labbra senza sorridere, ma si rimise a sedere, in attesa.

Mi piaceva anche la facilità con cui riusciva a perdonarmi…

Mi osservò in silenzio, gli occhi tristi leggermente arrossati.

“Sei facile alle lacrime, tu.” commentai bonario, e non riuscii a trattenermi dallo sfiorarle affettuosamente la guancia.

La sua pelle era morbida.

Lasciò per pochi istanti che la mia mano le accarezzasse il viso e i capelli, poi l’afferrò e la strinse con decisione.

“So che ami Elena.” disse.

Percepii del rimpianto dietro le sue parole, ma non riuscii a contraddirla.

Aveva ragione.

Rose si era dimostrata da subito assai capace nel leggere le mie emozioni.

Sciolsi la mano dalla sua stretta e odiai me stesso per il senso di colpa che non ero più in grado di arginare.

Fu lei a trattenerla, questa volta, e adagio se la portò al seno.

Sentii la pelle calda e nuda, sotto il tessuto sottile e l’aroma dolciastro del liquore che amava.

La desideravo.

Desideravo che scacciasse la solitudine, almeno per una notte, e pregai che il mio egoismo non le facesse del male.

Non volevo più fargliene…

Lei si avvicinò ancora.

“Non importa.” sussurrò quasi mi avesse letto nel pensiero. “Non m’ importa.”

Il suo respiro mi sfiorava il collo deliziosamente.

Affondai le dita tra i suoi capelli e senza fingere amore, le baciai la bocca con tenerezza.

Il suo profumo m’inebriò la mente. Mi ricordò l’infanzia, trascorsa sotto gli alberi frondosi e il sapore zuccherino delle mele selvatiche.

Accantonai il rancore, percorrendo le curve seducenti sotto la sua maglietta, e quando ripetei la stessa strada con le labbra, la sentii fremere sotto di me.

Fragile.

Le sfiorai i fianchi, infiammato di passione e lei mi attirò a sé, concedendosi con abbandono.

Fiduciosa.

La carezza delle sue mani sulla mia pelle era colma d’affetto, troppo simile all’amore per poterlo ignorare.

Amore sincero.

Mi ritrassi di colpo.

La sua pelle candida era illuminata sensualmente dal bagliore delle fiamme e lei mi osservava incerta.

“Non voglio ferirti.” le sussurrai con semplicità.

“Non lo farai.” mi rispose subito. “È una notte troppo fredda per trascorrerla da soli.” e sdraiandosi, svelò il suo corpo.

Una mano tesa, senza pretese.

Non potei rifiutare.

Mi rifugiai tra le sue braccia.

 

Forse non l’amai perdutamente, ma fu quanto di più vicino alla felicità potessi desiderare.

Conobbi la pace dopo centoquarantacinque anni.

Era questo il suo potere: farmi sentire in pace.

… E lo è ancora.

 

Mi risvegliai tra i cuscini sparsi del divano, mentre lei ancora dormiva.

Osservai il suo profilo, rischiarato dalla luce flebile del camino: sembrava incredibilmente innocente.

Troppo per me.

Distesi su di lei una coperta leggera e dopo averle baciato brevemente la guancia, mi alzai per andarmene.

“L’amore fugge come un’ombra.” la sentii sussurrare quand’ero già alla porta.

Aveva ragione.

Ed ebbe ragione anche la sera successiva, quando mi fece notare che l’ombra si muove ruotando, e torna sempre al punto di partenza.

Non fu solo per una notte.

 

 

 

È buio.

E come quella prima notte, sta cominciando a piovere.

Posso sentire le gocce che s’infrangono contro il vetro, il loro ritmo costante, quasi ipnotico.

Chiudo gli occhi per cercare, dentro di me, l’immagine chiara e rasserenante di lei, seduta davanti al camino, con un bicchiere di cognac tra le mani e una coperta che non copre del tutto la sua nudità.

Ma la Rose reale mi osserva dal letto, ed è pallida e sofferente e madida di sudore.

Nessun aroma zuccherino e liquoroso intorno a lei, ma soltanto un bicchiere vuoto ai piedi del letto.

Continuo a pensare che usare lo strozzalupo per curare il morso di un licantropo sia una soluzione troppo ingenua, per essere efficace. Ma non riesco a dirlo a lei.

Mi guarda e abbozza un sorriso triste. “Se non funzionerà, dovrai uccidermi.” bisbiglia con voce roca.

Non rispondo.

“Lo prometti?” insiste lei.

Stringo più forte la sua mano.

“Funzionerà, vedrai.” sussurro convinto.

 

FINE.

 

Questa storia si è classificata quarta al contest “One-sided love” indetto da amimy.

 

Stile, punteggiatura e lessico:9.5/10
Grammatica e sintassi:15/15
Originalità:9.5/10
Attinenza al tema e rispetto degli obblighi: 9.5/10
IC dei personaggi:10/ 10
Gradimento personale: 5/5
Totale: 58.5/60
Hai uno stile molto piacevole da leggere, chiaro e scorrevole al punto giusto.
Non mi è piaciuta molto la scelta grafica che hai fatto, spezzando così le frasi andando a capo(non so se sia un problema del mio computer o se fosse una cosa voluta), perché la lettura ne risulta molto rallentata.
Grammatica e sintassi sono perfette.
Mi è piaciuto il modo in cui la storia si divida in due parti grazie al flashback. Hai fatto un sapiente uso dei tempi verbali, incastrando alla perfezione il ricordo nella parte ambientata al presente che fa a cornice.
Eccellente la caratterizzazione di Damon: hai reso il suo carattere molto bene, senza eccedere né nella cattiveria né nella dolcezza.
La citazione è perfetta per esprimere quel sentimento sfuggente e contorto che si forma fra Rose e Damon, e la lite è stata descritta molto bene.



 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  
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