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Autore: Arwen297    02/03/2011    4 recensioni
Avevamo lasciato le nostre eroine poco dopo la vittoria contro Adrien. "Abenteuer in Wien" è il seguito della mia prima fanfic "Unite per l'Eternità". Vecchie fiamme e nuove liete notizie attendono Michiru e Haruka.
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yuri | Personaggi: Haruka/Heles, Michiru/Milena, Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la fine
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- Questa storia fa parte della serie 'Unite per l'Eternita''
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2^Capitolo: Volo AR 5345

Il mattino dopo la sveglia iniziò a suonare alle cinque del mattino, Heles tuttavia era già sveglia non lo aveva ancora detto a Milena per colpa del suo immenso orgoglio ma l’idea di volare in aereo la terrorizzava, era una cosa ridicola e lo sapeva bene, non tanto perché non era l’unica sulla faccia della terra ad avere la fobia del volo, ma piuttosto perché lei era la guerriera che aveva ricevuto la protezione di Urano, e quindi aveva un’affinità particolare con il vento e con tutto ciò che andasse ad alta velocità. In teoria quindi avrebbe dovuto essere la prima persona alla quale piaceva volare, ma di fatto non lo era. Anzi era esattamente il contrario! Si girò verso Milena che dal canto suo dormiva beatamente, sembrava qualche angelo caduto per sbaglio sulla Terra al quale erano state staccate le ali. Dopo un sonoro sbadiglio svegliò Milena.

“E già ora?” rispose lei con gli occhi ancora mezzi chiusi

“Sono le cinque e dieci sarà meglio che tu ti dia una mossa altrimenti arriveremo sicuramente in ritardo ed è meglio evitare visto che è un volo intercontinentale e può essere affollato” disse Heles alzandosi per andare in bagno a lavarsi il viso con dell’acqua gelida prima di lavarsi i denti per poi iniziare a vestirsi. Quando tornò in camera Milena anche se ancora era in stato comatoso per il sonno era comunque riuscita ad alzarsi e appena la vide si diresse verso il bagno per farsi velocemente una doccia. Il cielo era ancora buio e il sole doveva ancora sorgere,tuttavia sentì Sidia in cucina parlare allegramente con Ottavia, mai possibile che quelle due avevano così tanta energia? Eppure erano tornate quando lei e Heles stavano già dormendo. Sempre che fossero tornate a casa per dormire, cosa che poteva anche non essersi verificata e loro non avrebbero mai potuto saperlo. Il getto di acqua tiepida della doccia l’aiutò ben presto a svegliarsi, agitata non lo era assolutamente, era stata abituata fin da piccola dai suoi genitori a prendere l’aereo per voli sia brevi che molto lunghi, sia con condizioni meteriologiche impeccabili sia con quelle disastrose. Già i suoi genitori, un velo di tristezza si fece nuovamente largo nel suo stato emotivo, aveva più volte provato a chiamare a casa per dare la notizia della sua imminente partenza per Vienna, ma o non rispondeva nessuno oppure rispondeva la loro domestica dicendo che i suoi non erano in casa, e questo si verificava molto di rado quando ancora lei era in casa.

Mezz’ora dopo il quartetto era diretto in aeroporto, Sidia era stata la prima ad essere pronta e aveva preparato la colazione mentre le altre tre erano impegnate con i preparativi, come ultima cosa Milena dopo essersi vestita infilò la formula sotto la manica della giacca, sperando di non doverla usare a Vienna, ma era meglio essere prudenti, per lo stesso motivo indossò al polso anche l’orologio ricetrasmittente per mantenersi in contatto con le sue compagne a Tokyo: se ci sarebbe stata un estrema urgenza sarebbe stata immediatamente a Tokyo. Heles aveva insistito per guidare almeno per l’ultima volta la sua macchina, perché molto probabilmente a Vienna non sarebbe stata lei l’autista, o almeno questo è quello che sperava Milena perché altrimenti avrebbero preso chissà quante multe. Quando arrivarono in aeroporto la struttura era quasi deserta, o almeno così sembrava, tanto che non ebbero nessuna difficoltà a imbarcare i bagagli, a parte il fatto che l’Hostess che si occupava dell’imbarco dei bagagli fece un po’ di storie per autorizzare l’ingresso come bagaglio a mano del violino di Milena, cosa che fece quasi saltare i nervi alla ragazza, visto che non aveva minimamente intenzione di lasciarlo nelle mani degli addetti al trasporto bagagli il suo strumento per paura che con qualche colpo si danneggiasse irreparabilmente.  Persero quasi mezz’ora a discutere, ma poi alla fine la donna che avrà avuto sui quarantacinque anni lasciò passare lo strumento perché Heles aveva iniziato a flirtarci a posta per convincerla, cosa che risultò al quanto semplice.

“Ah ah ah avere un fascino maschile può tornare utile hai visto?” esclamò Heles mentre si avviavano verso i controlli per l’imbarco.

“Hai solo avuto fortuna che molto probabilmente la hostess sarà stata una zitella, visto quanto era acida Hel, ma l’hai vista? Il massimo della cordialità!” rispose ironica Ottavia “molto probabilmente avrà sperato veramente che tu le sganciassi non ti dico cosa” concluse la ragazzina.

“Non ci resta che aspettare che chiamino il nostro volo per l’imbarco dei passeggeri” osservò Milena sedendosi su una sedia della sala d’aspetto vicino agli imbarchi. Avrebbero dovuto aspettare un’ora buona: l’orologio dell’aeroporto segnava le sette precise. Meglio così, almeno sarebbero stati tra i primi a imbarcarsi anche se l’attesa era abbastanza lunga.

Heles invece anche se non tradiva l’agitazione, era molto agitata avrebbe avuto quello che si dice “battesimo dell’aria” da li a poco meno di un’ora, buffo però come se lei non fosse già stata battezzata dal vento. L’idea di essere sospesa a chilometri e chilometri dal suolo la terrorizzava, era decisamente meglio che non ci pensava.

 

Il tempo che li separava dalla partenza passò piuttosto velocemente in chiacchiere e commenti rivolti alle persone che passavano per andare a imbarcare i bagagli, e Milena riuscì a non pensare poi così tanto ai suoi genitori che volutamente, perché lo avevano fatto a posta ne era certa, non avevano voluto rispondere alle sue chiamate. Erano praticamente due anni che non andava a casa, da quando aveva dovuto necessariamente dire ai suoi che Heles era una donna, loro che avevano la mente così chiusa l’aveva praticamente cacciata di casa. Non che le interessasse perché in fondo la sua casa era dove si trovava Heles, la bionda infatti era per lei una famiglia, e dopo l’arrivo di Ottavia il suo senso di famiglia era cresciuto.

“Preghiamo i signori passeggeri del volo AR 5345 di procedere con l’imbarco e i dovuti controlli grazie, il volo parte tra venti minuti” risuonò una voce femminile in tutto l’aeroporto.

“Be allora divertitevi” disse loro Sidia

“Tenteremo ma i momenti di svago credo che saranno minimi” le rispose Milena “comunque per qualsiasi emergenza non esitate a chiamare e torniamo nel più breve tempo possibile” continuò poi scoprendo il polso con la ricetrasmittente.

“Pensa a vivere a pieno questo momento, non pensare ad essere una guerriera per un mese sopravivremo sicuramente” le disse Sidia stampandole un bacio sulla guancia “ Buon viaggio! E chiamateci appena arrivate” concluse

“Tu non fare arrabbiare Sidia e fai i compiti che quest’anno hai l’esame” esclamò la violinista rivolta a Ottavia prima di abbracciarla

“Si non  sono più una bambina…Buon viaggio”

Dopo i saluti le due ragazze andarono a passare i controlli contro eventuali attacchi terroristici, e furono costrette a mettere nel cestino apposito sia i due orologi ricetrasmittenti sia le cinture per via della fibbia.

“ Mi piacerebbe fare un lavoro così, sai che panorami che vedono quelli negli schermi?” le disse Heles molto maliziosa.

“Si come se non conoscessi già a memoria come sono fatta dopo cinque anni che stiamo insieme…che scema! E poi guarda che nelle macchine per la privacy siamo tutti dei manichini non si accorgono se uno e maschio o femmina quelli che guardano!” rispose Milena

“Sei molto informata vedo” controbatté l’altra

“Basterebbe solamente che tu stessi un po’ attenta alla tv sai” rispose l’altra  “cosa che non fai mai eccetto quando parlano di motori”

“Quante ore di volo sono?”

“Dodici ore Hel, e poi devi aggiungere le nove ore di fuso orario, dovremmo portare indietro gli orologi di nove ore, ma comunque in aereo si può tranquillamente dormire, poi figurati il direttore ci ha riservato la prima classe in aereo, quindi staremo comode ”

“D’accordo…” Non era molto convinta del dormire in aereo, forse Milena sarebbe riuscita a dormirci ma lei sicuramente per quanto era tesa non ci sarebbe mai riuscita, magari si sarebbe messa a leggere il giornale che aveva comprato in aeroporto. Entrate nell’aereo si accorsero subito che era uno di quelli eleganti, gli interni erano tutti in colore avorio e bordò, sia in prima che in seconda classe, e con sorpresa delle ragazze sia la prima che la seconda classe erano pienissime di passeggeri, la maggior parte dei quali sembravano di ritorno in Europa. I due posti che avevano prenotati erano in un ottima posizione, Milena per esperienza sapeva che il posto peggiore in aereo era quello vicino all’ala perché si sentivano fortemente i cambi di direzione del mezzo, e vista la grandezza del boing non invidiava lentamente i poveretti che erano capitati a cavallo delle due ali come posto.

“Amo dove preferisci stare? Vicino alla finestra oppure nella poltrona centrale?” disse Milena girandosi verso Heles, anche se lei avrebbe preferito stare vicino al finestrino per godersi la vista del mare da quell’altezza.

“No no stai pure tu vicino alla finestra così non corro il rischio che quello che si siede nella terza poltrona ti faccia il filo!” la buttò sul ridere Heles, anche se in realtà l’agitazione ormai era ai massimi livelli, e per fortuna non era costretta a vedere giù di sotto perché lontana dal finestrino. La sua affermazione provocò una risata argentina in Milena.

“Me lo metti sopra per favore?” le chiese Milena già seduta al suo posto passandole la custodia del violino.

“Si ok!” rispose lei, doveva cercare di tenere la mente occupata il più possibile per non pensare al decollo imminente. Non sapeva neanche perché appena seduta si aggrappò cercando di non farsi notare, sempre per il suo sconfinato orgoglio al sedile, per sentirsi più sicura. Ma evidentemente il suo stato d’animo come infinite altre volte non era passato inosservato agli occhi di Milena.

“Hel ma sei sicura che vada tutto bene? Hai un colore simile a quello dei morti” le chiese infatti la compagna dubbiosa.

“ Si perché?” rispose lei

“Sembri ancorata fin dentro la carne nel sedile, non per fartelo notare ma se cade l’aereo cade anche il sedile”

“Cioè Mile ma vaffanculo!!!” esplose la bionda senza neanche volerlo, ma il fatto che Milena aveva intuito che cosa non andava solo dal suo comportamento non le piaceva, non voleva sembrare una bamboccia.

“Non mi dire che hai paura di volare, potevi dirmelo veniva Sidia con me al tuo posto, ma comunque stai tranquilla non è niente di traumatico un volo, devi solo cercare di non pensare che sei a chilometri e chilometri dal suolo” continuò Milena nel tentativo di rincuorarla, intrecciando le sue dita a quelle dell’altra “E poi dimentichi che ci sono io vicina, mi dici sempre che sono un tranquillante per i tuoi nervi al solo starti vicina, usami no?”

“Parli semplice te…hai volato un sacco di volte” si rabbuiò Heles

“Amo eddai, non casca il mondo”

La conversazione tra le due fu interrotta dalla comunicazione che ricordava ai viaggiatori di spegnere i cellulari al momento del decollo, e di riaccenderli in seguito solamente se prima di spegnerli era stata impostata la modalità aereo, altrimenti dovevano rimanere spenti fino ad atterraggio avvenuto. Dopo di che le hostess iniziarono a esporre i vari strumenti presenti per eventuali emergenze: l’uso delle mascherine dell’ossigeno che in caso di emergenza sarebbero cadute sopra ogni viaggiatore dall’alto, poi  illustrarono l’utilizzo dei giubotti di salvataggio per eventuali atterraggi in acqua. Tutte cose che Milena sapeva già, ma che non fecero altro che aumentare l’agitazione di Heles. Agitazione che si fece ancora più intensa di quanto non lo fosse già quando l’aereo iniziò a rollare per allinearsi con la pista da cui si sarebbe alzato in volo. Il corridoio che portava alla pista sembrava al quanto pieno di toppe perché sembrava abbastanza discontinuo.

“Hel ci siamo si è fermato all’inizio della pista… stai tranquilla che vedrai che non è così malvagia la cosa, e poi te ami la velocità” disse Milena dopo aver dato un’occhiata fuori dal finestrino e ottenendo un suono molto simile a un grugnito come risposta da parte dell’altra ragazza, che forse per sentirsi più sicura le aveva piantato le unghie nel braccio che stringeva forse con troppa forza per i gusti di Milena, che però cerco di non lamentarsi almeno fin quando l’aereo non si fosse stabilizzato in quota. Dopo pochi istanti dall’interno dell’aero si sentì chiaramente il rumore delle quattro turbo ventole che iniziavano a girare a velocità più elevata prima che il boeing iniziasse a prendere velocità. Milena iniziò a mordersi un labbro per la presa di Heles sul suo braccio sopra al bracciolo che avevano in comune. Fu questione di instanti prima che l’aereo assumesse la tanto caratteristica posizione obliqua segnale che si stava alzando, informazione visiva che fu confermata dalla tipica sensazione di essere sollevati da qualcosa che ti spinge da sotto e che ti porta verso l’alto.

Dopo circa otto minuti, il segnale di tenere le cinture allacciate si spense.

“Heles mi stai stritolando il braccio se vai avanti di questo passo non potrò neanche più suonare!” protestò lei dopo essersi liberata dalla cintura di sicurezza con l’altra mano.

“Sai Mile credo che non sia poi così male sai l’aereo” le disse Heles liberandole il braccio. “ E poi torno a ripetere che mi basta averti vicino e mi fai da tranquillante neanche il Lexotan funziona meglio di te”  le disse passandole un braccio dietro le spalle per tirarla verso di se.

“Hel non ti sei scordata che mi devi parlare assolutamente della tua ex di ieri sera vero?” chiese Milena

“No certo che no, ma abbiamo dodici ore di tempo a disposizione vuoi che non ci bastano per parlare di lei?” rispose la bionda “E poi se permetti vorrei stare un po’ con te accanto senza porci problemi di nessun tipo, il relax esiste anche per noi non trovi?” concluse baciandola dolcemente. Un bacio carico d’amore che porto le stesse sensazioni che portavano con se i loro baci da ormai cinque anni pensò Milena mentre passava le sue braccia attorno al collo della compagna.

Dodici ore di viaggio erano sicuramente tante, per fortuna però che ben presto l’equipaggio propose una serie di film sulla televisione di bordo piuttosto interessanti che occuparono un po’ di tempo, distraendo veramente i passeggerei dal volo che stavano compiendo, e soprattutto tenevano occupata Heles che li seguiva attentamente ridendo di gusto ad alcune battute divertenti, cercando tuttavia di non muoversi tanto perché Milena dopo circa due ore di viaggio si era addormentata pesantemente mezza abbracciata a lei, e le sarebbe immensamente dispiaciuto svegliarla. Vederla dormire equivaleva a vedere un’entità superiore o almeno era così ai suoi occhi che non si stancavano mai di osservare il viso della violinista quando era perfettamente rilassato e preso nei suoi sogni. Sogni che però la portavano chissà dove e chissà in compagnia di chi, questo Heles non avrebbe mai potuto saperlo. Ma vederla così serena, dopo tanti giorni che avevano visto Milena tormentata da incubi che avvertivano solo lei Ottavia un mese prima, vederla ora rilassata nel sonno la rendeva felice. Al pensiero che solo un mese prima l’avrebbe potuta perdere per colpa di Even si rabbuiò totalmente non avrebbe mai dimenticato il dolore che aveva provato dopo aver scoperto la sua assenza, e questo sicuramente l’avrebbe aiutata a proteggerla come era suo dovere in futuro. Così tra vari pensieri e il film, le prime quattro ore di viaggio passarono abbastanza velocemente e Heles quasi si sorprese quando le hostess iniziarono a girare per distribuire il pranzo, e dovette anche se a malincuore svegliare la sua compagna almeno il tempo del pranzo che si rivelò soddisfacente contando che comunque si trovavano su un aereo. Dopo il pranzo Milena tirò fuori una manciata di spartiti fuori dalla borsa accompagnati da gomma e matita ben decisa a revisionare il pezzo che aveva quasi finito di comporre e che sarebbe presto entrato a far parte del suo repertorio.

“ Di che brano si tratta?” le chiese curiosa Heles

“Oh..già mi sono dimenticata di dirlo a te, Ottavia e Sidia” disse lei rovistando tra i quattro fogli pieni di correzioni e cancellature “Tieni leggi e dimmi cosa ti sembra, questa è la versione definitiva della prima parte del brano, si so che non puoi provarla al piano” concluse passandole uno spartito sul quale spiccava in alto il titolo del brano che stava componendo.

“Outer Senshi Theme”  era Heles che leggeva tra se e se il titolo “Hai dedicato a tutte e quattro il brano?” chiese poi sorpresa.

“Si in un certo senso si, diciamo che è un concentrato di emozioni di squadra” rispose la violinista sorridendole prima di cancellare una nota e sostituirla con una di mezzo ottavo più alta.

“wow..appena mi capita un pianoforte a tiro devo provarla mi incuriosisce”

“Be credo che allora dovremo leggermente modificarla perché credo che abbia un estensione molto alta per un piano forte”

“Bo poi vediamo la provo e se c’è qualche nota che stona la mettiamo a posto insieme”

“Ok..a proposito mi parli della tua ex?Sono curiosa!” le chiese per l’ennesima volta Milena

“Se… curiosa? Meglio dire che sei gelosa!” rispose Heles ghignando “ comunque non è stata niente di importante per me, voglio dire un’attrazione che almeno dal mio punto di vista non usciva dall’attrazione fisica, con te è diverso se è questo che volevi sapere”

“Be ci credo, sembra una troia quella non puoi proprio paragonare me a una persona come lei, non dico donna perché sarebbe un’offesa sia per me che per te”

“ah ah ah il mio amore è geloso”

“Non sono gelosa!!!”

La restante parte del volo proseguì senza particolari eventi, tolto il fatto che alla fine del volo, quando sorvolavano il Mar Mediterraneo a meno di due ore dall’arrivo beccarono una turbolenza che fece ballare l’aereo, cosa non molto piacevole ma non fu niente di allarmante, anche se l’agitazione che si era sopita durante il viaggio riaffiorò nell’animo di Heles, che iniziò a muovere la gamba come sempre quando era nervosa. Cosa che non sfuggì ovviamente a Milena, che per tutta risposta le mise una mano sulla gamba mentre guardava dal finestrino. Sarebbero arrivate a mezzogiorno rispetto all’orario locale austriaco, e quindi avrebbero avuto praticamente mezza giornata volendo per raggiungere l’abitazione che le era stata assegnata e girare un po’ per la città dopo che lei avesse concluso gli accordi per le prove al teatro di Vienna.

“Preghiamo i signori passeggeri di allacciare le cinture di sicurezza, siamo in arrivo a Vienna in perfetto orario, l’atterraggio avverrà tra dieci minuti, vi ringraziamo per aver scelto la nostra compagnia di volo Arrivederci” risuonò

“Speriamo che non vediamo le montagne russe” brontolò Heles.

“Ma no stai tranquilla, sarà solo un po’ fastidiosa la frenata quando tocca con le tre ruote a terra ma non è niente di preoccupante Hel”

“Va be” rispose accigliata l’altra.

Giunto su Vienna l’aereo compì una vistosa quanto improvvisa virata per allinearsi con la pista prima di iniziare la discesa, la città sotto di loro sembrava un covo di formiche laboriose che man mano che si avvicinavano al suolo prendevano la forma di macchine, autobus e persone.

Da quanto riuscì a intuire Milena l’aeroporto era situato leggermente al di fuori della capitale austriaca, in quanto avevano appena lasciato le case quando vide comparire la pista sotto di loro, e avvertendo la discesa dell’aereo che sembrava essersi fermata quando sotto di loro vi era la città, strinse ancora più forte la presa sulla gamba della compagna come per rassicurarla. Il contatto con il terreno fu relativamente delicato visto le dimensioni dell’aereo e anche la frenata per quanto forte durò poco, e ben presto i passeggeri esplosero in un sonoro applauso rivolto al comandante.

“Ma che applaudono a fare?” pensò tra se e se

“ E’ un’usanza Heles si usa applaudire quando il pilota fa un bell’atterraggio non troppo incasinato”

Quando l’aereo si fermò nel posto indicato al pilota dalla torre di comando dell’aeroporto , dovettero aspettare circa dieci minuti in piedi al suo interno prima che le navette arrivassero  a pochi metri dalle scale per permettere ai passeggeri di raggiungere la struttura dell’aeroporto incolumi visto che l’aereo si era fermato lontano dall’edificio. Arrivati in aeroporto dovettero aspettare nella sala di ritiro dei bagagli l’arrivo delle loro quattro valige, e Milena se pur con difficoltà riuscì ad assicurare il violino tramite la cinghia della custodia su una delle due borse, in modo da trasportarlo in assoluta tranquillità.

“Hai la minima idea di come raggiungere l’albergo?” chiese Heles una volta usciti dalla sala di smistamento dei bagagli.

“Ehm credo che il direttore abbia mandato un’autista apposito o almeno così era scritto nell’e-mail con cui ci siamo messi d’accordo per la sistemazione una volta giunta a Vienna”

“Wow ti trattano come una star del cinema”

“Non esagerare credo che vogliano solamente fare bella figura verso i teatri di Tokyo” rispose Milena

“Mile qualcosa mi dice che il nostro autista è quel signore la” le disse Heles indicando un uomo sui quarant’anni che in effetti recava su un foglio il nome e cognome della ragazza e sotto il nome del teatro.

“Si credo di si che sia quello andiamo” rispose l’altra.

Raggiunsero l’uomo cercando di scontrare meno persone possibili anche se era una cosa piuttosto complicata con le loro valigie e visto quante persone c’erano nell’aeroporto.

“ Buongiorno” esordì Milena in inglese.

“O buongiorno a lei, deduco che sia la signorina Kaiou giusto?” le rispose l’autista.

“Si esattamente sono io”

“ok allora se mi potete seguire, raggiungiamo la macchina che è parcheggiata proprio qua fuori” rispose lui rivolta alle due facendo loro strada verso la macchina, che si rivelò essere una bmw serie 7 blu con l’interno in pelle color avorio con le rifiniture marroni lucide.

“Wow questo direttore ti tratta proprio da principessa non c’è che dire” commentò Heles una volta sedute in macchina “guarda che spettacolo di macchina che ha mandato” concluse senza smettere di guardarsi intorno per studiarsi fino ai minimi dettagli la macchina.

“bo se lo dici tu Heles…lo sai che non me ne intendo io di macchine”

“Mi ha detto il direttore che devo portarvi nell’abitazione riservata ai musicisti ospiti del teatro dico bene?”

“Si esatto” rispose la violinista

“E’ la prima volta che viene a Vienna signorina?”

“Si è la prima volta che suono proprio in territorio europeo, fino ad ora mi sono limitata alla scena puramente nazionale”

“A ho capito, quindi debutta sulla scena europea”

“Si esattamente.” Rispose la ragazza

Milena mentre parlava era colpita dai palazzi viennesi, tutti diversi rispetto a quelli a cui era abituata a Tokyo, a palazzi di ultima costruzione si accostavano palazzi dell’1800 e viceversa, creando una accozzaglia di stili che rendeva le strade sempre diverse.

Note Autrice: Capitolo un pà lunghetto spero che non sia risultato troppo noioso, così come spero che non vi annoierete nel seguire questo racconto che sarà senz'altro più tranquillo di "Unite per L'Eternità" e anche del terzo racconto che seguirà a questo. Grazie a tutti coloro che recensiscono e  a quelli che leggono ciò che scrivo oppure hanno inserito la storia tra le ricordate, seguite o preferite.
Arwen297
   
 
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