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Autore: XShade_Shinra    03/03/2011    4 recensioni
Attendere l’autobus non è mai interessante, anzi, è una di quelle cose che si cerca di evitare come la peste bubbonica, se è possibile.
E quel giorno non fece eccezione.

[ Jounouchi + Yuugi + Bakura - no pair ]
[ FanFiction partecipante alla Challenge "The COW-T - Terza settimana" indetta su maridichallenge ]
[ FanFiction partecipante alla Challenge "2010: a year together", indetta dal Fanfiction Contest ~ { Collection of Starlight } ]
Genere: Comico, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Joey Wheeler/Jounouchi Kazuya, Yami no Bakura, Yuugi Mouto
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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-Wait a Minute! (8 novembre) -
Attendere l’autobus non è mai interessante, anzi, è una di quelle cose che si cerca di evitare come la peste bubbonica, se è possibile.
E quel giorno non fece eccezione.
[Jounouchi + Yuugi + Bakura - no pair]
FanFiction partecipante alla Challenge "The COW-T - Terza settimana" indetta su maridichallenge
FanFiction partecipante alla Challenge "2010: a year together", indetta dal Fanfiction Contest ~ { Collection of Starlight }

-Titolo: Wait a Minute!
-Autore: XShade-Shinra
-Manga: Yu-Gi-Oh!  
-Pairing: no pair
-Genere: Gen, Comico 
-Rating: Verde  
-Warning: E se... 
-Capitoli: One-Shot
-Prompt: Attesa (COW-T); #192 - Milkshake alla fermata dell'autobus (AYT)
-Disclaimer: Tutti i personaggi di questa storia sono maggiorenni e comunque non esistono/non sono esistiti realmente, come d’altronde i fatti in essa narrati. Inoltre questi personaggi non mi appartengono (purtroppo...), ma sono proprietà dei relativi autori; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro ma solo per puro divertimento.
-Note: I milkshake nel mondo di YGO sono già stati usati in un'altra FF: Momenti di quotidiana follia di NatsuVIII.



- Wait a Minute! -


Attendere l’autobus non è mai interessante, anzi, è una di quelle cose che si cerca di evitare come la peste bubbonica, se è possibile.
E quel giorno non fece eccezione.
Kaiba era riuscito nel suo sogno e, con l’aiuto del fratello minore Mokuba, aveva costruito e aperto finalmente Kaibaland, il paese dei balocchi. C’era veramente di tutto là, oltre alle sale-arena predisposte per giocare a Magic and Wizards, e non poteva certamente mancare un’area ristoro, con annesso un intero Burger World.
Anche Jounouchi fu d’accordo con me nel dire che Kaiba era uno che faceva veramente le cose in grande. Anche troppo, a volte.
L’unica pecca di Kaibaland era la posizione un po’ fuori mano rispetto al centro; prendere la corriera era obbligatorio per la maggior parte delle persone, ma ne valeva veramente la pena.
In quanto Re dei Giochi – grazie, mio doppio! – Seto mi aveva personalmente invitato tramite Isono, e mi aveva detto che potevo portare con me una persona che sarebbe entrata gratuitamente. Kaiba si era dimenticato di specificare che non avrebbe gradito la presenza di Jounouchi, poiché i due non si potevano veramente soffrire, quindi, appena ci vide arrivare all’orario prestabilito per essere in anticipo rispetto all’apertura ufficiale, fece un’aggiunta al cartello che stava fuori: “Vietato l’accesso ai cani e ai Bonkotsu”. Inutile dire che come primo approccio Seto aveva veramente rischiato che il mio amico gli fagocitasse la testa. Nonostante la tempesta iniziale, che si risolse grazie all’intervento di Mokuba, tutto proseguì nel migliore dei modi e potemmo prendere parte entrambi all’evento, dove foto e autografi fioccarono per tutti e tre.
Così, dopo essere stati ospiti da lui per l’apertura del suo parco giochi, abbiamo partecipato un po’ alle attività e poi siamo andati a prendere l’autobus per tornare a casa, non prima però di essere passati a svaligiare il Burger World.
« Tanto è gratis per noi, oggi. » disse Jou, mandando in fallimento Kaiba con un iper-ordine che una persona normale avrebbe mangiato in una settimana.
Dopo esserci abbuffati, andammo via – Kaiba fu salutato da Jou con un sorrisone… l’indomani a scuola sarebbe stata guerra! –, dirigendoci alla fermata dell’autobus mentre centellinavamo i nostri milkshake. Io avevo scelto quello alla fragola, il mio amico aveva preferito il cappuccino, ma non aveva certo rinunciato a prenderne due, chiedendo anche quello al cioccolato.
« Kaiba ci ucciderà. » mormorai, avvicinando la bocca alla cannuccia, mentre mi sedevo sulla panchina di legno sotto la tettoia di plexiglass.
« Può essere, » affermò Jou « ma ne è valsa la pena. » disse, completando la frase con un rutto, poggiandosi di fianco a me.
Soffocai una risata per non strozzarmi con quel freddo dolce, e continuammo a bere mentre parlavamo di tutto quello che era capitato durante l’evento, da chi aveva pianto di gioia, ai ragazzini che avevano dei mazzi veramente forti, a chi aveva preferito stare all’aperto vicino alla fontana.
Avevamo mezz’ora di attesa, dovevamo sfruttarla tutta per non morire di noia.
Ma a poco meno di dieci minuti dall’arrivo del tanto sospirato autobus…
« Grr… »
…un ringhio a noi conosciuto ci fece voltare verso il marciapiede.
« Ba—Bakura?! » facemmo a occhi sgranati, vedendo lo Yami del nostro amico Ryou camminare per la strada con fare arrabbiato, avvolto nel suo talare in stile Matrix.
Nel sentirsi chiamare, sollevò lo sguardo e ci fulminò con i suoi occhi rossicci.
« Non mi rompete le palle anche voi, chiaro?! » fece, additandoci.
Deglutimmo a vuoto nel vedere che era dell’umore adatto per una bella partita a Monster World, e per poco non ci strozzammo con i nostri milkshake.
« Serve aiuto, Aibou? » mi domando Yami, pronto ad intervenire.
« No, tranquillo. Non so perché ma non penso sia intenzionato a farci del male, stavolta. » gli risposi, per poi rivolgermi al doppio del mio amico: « Che ti è successo, Bakura? » azzardai a domandare, sentendolo ringhiare in risposta. Perché avevo la netta sensazione che, in realtà, non lo volessi sapere?!
« Oggi il mio ospite è voluto andare alle poste per spedire un pacco a suo padre come regalo di compleanno, e – indovinate un po’!? – sono entrati dei ladri per fare una rapina… ma io dico! E chi si doveva far prendere come ostaggio?! »
Nessuno di noi due osò rispondere: data la furia di Bakura ci sembrava palese.
« Ryou, ovviamente! Se non fossi intervenuto, si sarebbe lasciato anche sparare, quell’idiota! » ringhiò, facendoci stringere di più tra noi per istinto di sopravvivenza, come i pulcini.
« Sono troppo inca***to. » aggiunse, come se non si fosse capito… « La sfiga e l’umiliazione mi perseguitano! » borbottò.
« Avanti, Bakura, non te la prendere… » Jounouchi fu più coraggioso di me e parlò per primo « Ryou ti sarà grato, non credi? »
« Non è questo il punto! Dopo che li ho messi K.O. li volevo accecare con la loro pistola, ma mi ha implorato di non farlo… Che stupido. In compenso li ho buttati a terra e me ne sono andato, spero che abbiano chiamato la polizia perché se lo meritano… » disse, per poi prendere fiato e urlare tutta la rabbia che aveva in corpo: « NON CI SONO PIU’ I LADRI DI UNA VOLTA, SANTO RA! »
Lo guardammo ad occhi sgranati, mentre la cannuccia dei nostri milkshake pendeva di lato. Era questo il suo problema maggiore?
« Che vergogna per la nostra categoria, che umiliazione. Imbecilli. » continuò a dire. In controluce sembrava quasi che la testa gli fumasse, ma forse era solo uno scherzo dato dalle luci aranciate del tramonto…
« Ehm… capisco… » feci, sudando freddo. Ma quanto dovevamo aspettare, ancora, perché arrivasse l’autobus?!
« No che non capisci! » urlò, facendomi sussultare « Ora devo pure aspettare ‘sto ca*** di autobus dei miei maroni! Perché non si usano più i cammelli, Sobek?! Perché?! Erano così comodi! »
« Mi dispiace, Bakura. » fece anche il biondo, porgendogli il bicchiere intonso che aveva poggiato di fianco a sé « Vuoi? »
Lo spirito egiziano lo guardò come se gli stesse offrendo degli escrementi di fennec.
« Che roba è? » domandò, sollevando un fine sopracciglio albino.
« Si chiama “milkshake”, è come un frappé americano, ed è al cioccolato. Ti farà bene almeno all’umore. » spiegò Jounouchi, mentre beveva un po’ del proprio. Per fortuna non era rimasto quello al cappuccino… la caffeina non avrebbe giovato ai suoi nervi, già abbastanza provati.
« Uhn… » mugolò Bakura, prendendo in mano il bicchiere senza nemmeno ringraziare, per poi farsi di forza spazio tra noi per sedersi comodo e al caldo, visto il venticello freddo di Novembre.
Ne bevve un sorso, poi un altro e un altro ancora.
« E’ buono… » fece, leccandosi un labbro – una scena da brivido.
« Sì, ed è offerto da Kaiba! » sorrise Jounouchi, tirando su il dolce frullato dalla cannuccia.
Bakura non volle investigare oltre e gustò il milkshake senza dire altro. Guardandogli l’espressione del viso, notai che sembrava più rilassato, anche se non aveva ancora fatto tornare il mio amico Ryou.
L’unica cosa positiva era che quel milkshake aveva creato una specie di zona franca alla fermata dell’autobus, permettendoci per la prima volta di stare insieme a lui senza temerlo, nonostante l’attesa stesse diventando snervante.
« Quale autobus aspetti? » gli domandai tra una sorsata e l’altra.
« Il J. » rispose piano.
« Uhn? » fece Jou, sporgendosi affinché lo potessi vedere in faccia « Ma il J non passa nel quartiere dove abita Ryou. »
« Infatti, non devo tornare alla casa del mio doppio. »
« E da chi? » chiesi, non riuscendo ad immaginare chi dovesse incontrare… o, meglio, non volendo immaginare chi dovesse incontrare.
« Mi sembra ovvio, no? Vado a prendere Malik al porto; arriva tra poco. » disse sereno.
« E come fai a sapere che Malik torna in Giappone? » domandai ancora, sorpreso della fitta rete di conoscenze che avesse.
« Voi fate un triangolo con Kaiba, io invece mi accontento di uno solo. » ghignò, riprendendo a ciucciare la cannuccia.
Io e Jou ci guardammo allibiti, ma non avevamo abbastanza coraggio per dirgli di aver capito male e avere esposto la sua sponda, preferendo impegnare le nostre bocche per finire di bere il frappé, creando un silenzio imbarazzante ma non innaturale, che durò finché non apparve un autobus all’orizzonte, con la colonna sonora di un coro di angeli.
Bakura fu più fortunato di noi, ed il suo autobus arrivò per primo.
« Beh, vi saluto. Ci si vede, Faraone! » mi salutò, senza degnare minimamente il mio amico, che lo guardò storto, corrugando la fronte.
« Odioso. » borbottò Jounouchi, mentre vedevamo il J allontanarsi.
« Jou? » lo chiamai, mordicchiando la cannuccia di plastica trasparente « Secondo te… Ryou lo sa che Bakura utilizza il suo corpo per… » feci, arrossendo.
Senza dirci altro, riprendemmo a bere, finché non si sentì il classico rumore di aria aspirata, segno che avevamo finito il milkshake – diventato orami uno scudo “anti-argomenti scomodi”.
Avremmo dovuto comprarlo più spesso… e deciderci a prendere la patente e non dover più dipendere dai mezzi pubblici ed evitare così certe avventure snervanti!


§Owari§
XShade-Shinra

  
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