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Autore: Miss Piggy    04/03/2011    3 recensioni
Un oceano di certezze, spazzato da un uragano improvviso, che non vuole placarsi. Un turbinio di emozioni, che stravolgeranno la vita di una donna che pensava di aver già raggiunto l'apice della felicità, senza fare i conti con gli uomini.
Genere: Erotico, Romantico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Kagura, Naraku, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Le parole che uscirono dalla bocca di Inuyasha la colpirono in faccia come uno schiaffo. Rimbombarono per qualche secondo nella sua mente, lasciandola intontita. Quando riprese coscienza, la prima cosa che pensò fu che si trattasse di uno scherzo, di uno sfizio di quel doppiogiochista di prendersi gioco di lei per l’ennesima volta. Così un’ondata di rabbia l’avvolse e lei, senza riuscire a controllarsi, alzò una mano e lasciò che questa andasse a colpire il viso di lui.
Kagome ansimava, dopo quello sforzo sovrumano che sembrava averla prosciugata di tutte le sue forze.
Lui alzò una mano per appoggiarla sul punto dove lei gli aveva sferrato il colpo. Incredulo e spiazzato, non aveva la ben che minima idea di come poter uscire da quella situazione.
“Sarà meglio che me ne vada, ho solo commesso un grosso sbaglio. Arrivederci.” Sussurrò lui, come in trance.
“Vattene, impostore! Persino in casa mia ti prendi gioco di me! Pensi che io sia una stupida, che non abbia capito che ti stai prendendo ancora gioco di me?! Prima mi insulti, mi fai del male e poi ti catapulti qui per finire l’opera?! Stronzo! Fuori!” Ansimava e questa volta non aveva fermato le lacrime, che cadevano copiosamente sulle sue guance.
A quella vista, Inuyasha si sentì un verme. Capiva che l’aveva ferita profondamente, non capiva come, ma quelle lacrime per una donna erano segno di ferite dolorose. Aveva pensato di trovarsi di fronte ad un colosso, che non avrebbe mai ceduto, che nonostante tutte le sue provocazioni e gli insulti non sarebbe riuscito a scalfire. Ora che l’aveva disintegrata, dilaniata, squarciata, non si sentiva più così sicuro. Quegli occhi tristi e quelle lacrime sincere l’aveva colpito, proprio lì dove pensava che nessuno sarebbe più riuscito ad entrare. Gli erano arrivate dritte al cuore, sciogliendolo, ammorbidendo la sua corazza, portandolo fino a rincorrerla dentro casa, ad abbassare quel muro di orgoglio che aveva costruito per anni.
Il dolore alla guancia non era nulla in confronto a quello che provava dentro.
Portato dall’istinto, non se ne andò, ma fece qualche passo verso di lei, guardandola negli occhi. Kagome indietreggiò, intimorita da lui, con la paura dipinta in volto. Urtò contro il divano, perse l’equilibrio e ci cadde sopra, sedendosi. Lui si posizionò di fronte a lei, in piedi, senza smettere di osservarla.
“Pensi davvero che ti avrei corso dietro fino a qui solo per prenderti per il culo? Non credi che mi sarebbe bastato aspettare domani invece di mettermi a correre come un dannato per tutta la città? Pensavo fossi un po’ più acuta, Kagome!” disse lui, serio.
Lei non si mosse, intimorita dalla sua presenza di fronte a lei. Sapeva che qualsiasi mossa sarebbe stata sconveniente.
“Non credere che non mi sia sforzato per dire quello che hai appena sentito! Non chiedo mai scusa, anche se capisco di essere nel torto marcio! Eppure tu.. tu mi hai fatto.. mi hai fatto sentire in colpa, cazzo! Mi hai guardato con quegli occhi, piangendo, praticamente disperata! Ho capito che avevo solo una cosa da fare e l’ho fatta.” Disse, tutto d’un fiato, come sputando fuori quello che aveva dentro.
Kagome non riusciva a credere alle sue orecchie. Aveva di fronte colui che praticamente odiava da anni e improvvisamente quell’uomo si stava rivelando a lei, scoprendo i suoi sentimenti più profondi, che cercava di nascondere.
Incredula, si prese la testa fra le mani. Rimane in quella posizione per qualche secondo, poi alzò di nuovo lo sguardo su Inuyasha. Lui si era chinato su di lei, appoggiando le mani sulla spalliera del divano, bloccandola.
“Per favore, smettila di piangere o potrei non resistere. Mi distruggi.” Le sussurrò, con voce calda.
“E se non potessi farlo? Se mi avessi colpito troppo a fondo per potermi fermare ora?” lo sfidò lei.
“Mi troverei costretto a baciarti, mi dispiace. Forse così potrei consolarti.” Soffiò lui all’orecchio di Kagome, provocandole una scossa di brividi sulla schiena.
“Non ne avresti il coraggio! E poi.. mi disprezzi troppo, ti si legge in faccia ogni volta che entro in quell’ufficio che preferiresti bere dell’acido piuttosto che sopportarmi!” ringhiò lei.
“Forse perché non voglio ammettere, nemmeno a me stesso, che infondo hai qualcosa che mi intriga. Mi piacciono le donne che sanno tenermi testa.”
“Il problema è che a me non piacciono gli uomini che fanno gli sbruffoni. E tu rientri appieno in quella categoria.” Disse lei, sorridendo maligna.
Non avrebbe ceduto alle sue lusinghe! Sentiva il suo respiro caldo su di lei e le sue labbra erano più vicine del previsto, così che non poteva non  notare quanto erano carnose. Il profumo della pelle di Inuyasha l’aveva praticamente intontita, era così mascolino e intenso, ma doveva resistere. Sentiva che il fascino di quell’uomo stava premendo sulla sua forza d’animo, che la sua bellezza e il suo savoir-faire stavano per far breccia nelle sue difese.
“Chi si odia, si ama, cara Kagome, non te l’ha mai detto nessuno?” disse lui, sorridendo e avvicinandosi a lei ulteriormente, tanto che quasi le loro labbra si sfioravano.
Lei puntò i suoi occhi in quelli di lui, caparbia e imbronciata. Non voleva che lui approfittasse di lei, di quel suo momento di debolezza, doveva fare appello a tutta la sua forza.
“Allora lo fai apposta! Non ti ho detto di smetterla di fare l’imbronciata? Mi vedo costretto ad abusare di te, non ho altra scelta!” rise lui, togliendo le mani dalla spalliera e appoggiandole sulle spalle di lei. Con forza la distese sul divano, mentre lei cercava di divincolarsi con tutte le sue forze. Le salì sopra, a cavalcioni, e avvicinò il suo viso a quello di Kagome, bloccandole le braccia sopra la testa.
“Non ti devi azzardare, io ti..” ma quello che Kagome avrebbe fatto non riuscì a dirlo, in quanto le sue labbra furono coperte da quelle di Inuyasha, calde, morbide ed esperte. Non rispose al bacio, decisa a non cedere, ma le mani di lui allentarono la presa alle sue braccia e si misero ad accarezzarle il viso, passando poi ai capelli e successivamente al collo. Quei piccoli movimenti fecero perdere a Kagome il lume della ragione, e si aggrappò a lui con tutta sé stessa, rispondendo con enfasi a quel bacio così inaspettato, così proibito.
Lui rise e lasciò che la lingua di lei si infilasse nella sua bocca e che giocasse con la sua, mentre lui infilò le sue mani sotto la sua maglietta, accarezzando la sua schiena. Kagome la inarcò, con decisione, premendo il suo corpo contro quello di lui. Stava commettendo l’errore più grande della sua vita, ma non riusciva a fermarsi, nessuno doveva fermarli.
Si staccò da quel contatto, guardando Inuyasha con rancore.
“Sei un’impostore, lo sai?” sussurrò lei.
“Mi sembra che questo impostore però ti stia piacendo. O mi sto sbagliando?”
“Ho mai detto che mi fai ribrezzo?”
“Mi sembrerebbe di sì, giusto poco fa.”
“Evidentemente mi sono sbagliata. Errare è umano, Inuyasha.” Disse Kagome, sciogliendosi dall’abbraccio, e premendolo con forza sul divano. Si sdraiò su di lui, attorcigliando le gambe attorno ai suoi fianchi.
“Non credi che potrei anche farti del male adesso? Sei consapevole di questo fatto? Ti avverto perché una volta in ballo, mi sarà difficile fermarmi.” Sussurrò lui, sorridendo sornione.
“E allora non fermarti, Inuyasha!” disse lei, pronunciando il suo nome con enfasi, come se potesse eccitarla ancora di più.
A quelle parole Inuyasha perse il controllo. Affondò le sue mani nei capelli di Kagome, tirandola verso di lui, baciandola con passione, mentre lei afferrava il suo viso, come per far sì che le loro labbra non si staccassero. Improvvisamente, lui si alzò di colpo, facendola cadere a terra e subito gli fu sopra. Le sfilò la maglietta e i pantaloncini, osservando con avidità quel corpo che prima aveva osato schernire. I seni erano sodi, il ventre piatto e le cosce scolpite. Aveva già notato quanto il suo corpo fosse ben fatto durante i giorni che avevano passato insieme, insinuando il suo sguardo furtivamente nella sua scollatura o sotto il suo vestito quando accavallava le gambe. Ora, però, poterlo possedere, toccare, accarezzare così lo mandava in estasi.
Iniziò a baciarle il collo, le spalle, fino ad arrivare all’incavo dei suoi seni. Scese piano fino al suo ombelico, soffermandosi un po’ per sentirla respirare più forte, eccitata. Decise di scendere, leccando l’interno delle sue cosce, sfiorando appena le sue intimità con una mano, notando con piacere che le mutandine erano già inumidite.
Risalì piano e la baciò di nuovo.
“Il solo pensiero che fino a poco fa non mi sopportavi e ora siamo in questo stato è esilarante e allo stesso tempo così eccitante, Kagome.” Sussurrò lui, piano, come per non infrangere quell’attimo così delicato.
“Non esitare troppo allora, o potrei anche cambiare idea!” disse lei, pur sapendo che era una bugia. Non sarebbe più riuscita a fermarsi, ormai.
Mentre lui tornò a baciarla, accarezzandola, lei decise di spogliarlo. Gli tolse la maglietta e i pantaloni, lasciandolo vestito soltanto con i boxer. Non poteva immaginare che sotto quei vestiti si potesse celare una simile meraviglia. Accarezzò i suoi pettorali, le sue spalle, le sue gambe come per verificare che fossero effettivamente tangibili, e non soltanto il frutto della sua fantasia.
Constatò con piacere che era muscoloso, sodo e forte, continuando ad sfiorarlo. Scese piano verso il basso, passando una mano sui suoi boxer, sentendoli tesi e gonfi. Compiaciuta, infilò la sua mano all’interno, iniziando a massaggiare il suo sesso.
Inuyasha non la pensava tanto audace, così che quando lei fece quel movimento ne rimase stupito ed affascinato. Sapeva il fatto suo, quella sfacciata, pensò con piacere.
In risposta a quello che Kagome stava facendo, aumentando in maniera esponenziale il suo piacere, slacciò il suo reggiseno, scoprendo così i suoi seni. Si tuffò a capofitto sui suoi capezzoli, leccandoli e stuzzicandoli. Kagome ansimò di piacere, ed inarcò la schiena, facendo sì che lui potesse sfilarle le mutandine. Si staccò dai suoi seni e si avviò verso il suo ventre, quando lei si sfilò dalla sua presa e lo fece sdraiare sulla schiena.
Gli tolse l’ultimo indumento che ancora li separava e, arrossendo inaspettatamente, si rese conto che Koga non poteva certo competere con.. certi standard, ecco. Lui si accorse dello sguardo di lei e compiaciuto, sorrise, mentre lei iniziava ad avvicinarsi al suo sesso. Baciò il suo ventre, le sue cosce ed infine decise di leccare quello che l’aveva lasciata di stucco. Lo leccò con piacere, aiutandosi con le mani, finendo per metterlo tutto in bocca, sentendo che Inuyasha ansimava profondamente, estasiato. Lei non si fermò e aumentò la velocità, sentendo il respiro di lui aumentare d’intensità, fino a che lui non la bloccò.
La baciò, sentendo il suo sapore tra le loro labbra, trascinandola sopra di lui e penetrandola senza esitazione. Lei sussultò, si morse le labbra e chiuse gli occhi, cercando di non mostrare ad Inuyasha che stava provando dolore, non voleva sembrargli una stupida verginella. Era quasi un anno che non faceva più sesso.
Senza interrompere il contatto, lui gli fu sopra e iniziò a muovere il suo bacino con lentezza, provocando a Kagome brividi di piacere. Lei aggrappò alle sue spalle possenti e avvolse le sue gambe attorno al suo bacino, per facilitargli il movimento, mentre lui aumentava il ritmo. Il respiro di entrambi si stava facendo affannoso, il sudore stava imperlando le loro pelli e sentivano che erano al limite. Kagome si strinse più forte a lui, iniziando a tremare, emettendo un respiro lungo e tremolante, segno che aveva raggiunto il punto più alto della sua eccitazione. Lui, al limite, dovette interrompere il loro contatto, lasciando che fosse lei a concludere. Infatti, lo attirò a sé e lo accolse ancora in bocca, fino a che lui iniziò ad ansimare forte e si irrigidì. Pochi secondi e lei si ritrovò inondata del suo seme.
Si accasciarono entrambi, esausti. Lei si avvicinò alla mensola che stava accanto al divano e prese lo straccio che aveva appoggiato sopra ieri. Sputò quello che aveva in bocca, gettò lo straccio lontano e si sdraiò sul divano. Lui la raggiunse, si accoccolò accanto a lei e l’abbracciò. Quel moto improvviso di tenerezza la stupì, al punto tale che non seppe che altro fare, se non rispondere a tanto affetto.
Intrecciarono le loro gambe, e lei appoggiò la sua testa sul suo petto, sentendo le pulsazione del cuore di Inuyasha rallentare, fino a raggiungere il normale battito.
Rimasero così, in silenzio ed avvinghiati per un lasso di tempo che non riuscirono a misurare, finchè Kagome non infranse quel sogno.
“Ma cosa abbiamo fatto? Cosa abbiamo combinato? Ti rendi conto?” sussurrò lei, quasi spaventata.
“Me ne rendo conto perfettamente. Abbiamo fatto del sano sesso, e non sei nemmeno tanto male, devo ammetterlo!” disse lui, divertito.
“Fin lì c’ero arrivata anche io! Ma ti rendi conto che domani dovremo lavorare insieme? Che passeremo intere giornate a lavorare con il peso di quello che abbiamo appena fatto?”
“Per te è un peso, Kagome, non di certo per me. Sono felice di quello che ho fatto, non lo rimpiango e anche se dovrò lavorare al tuo fianco non sarà sicuramente un problema. Avrò solo più tempo per guardati ed osservarti meglio, tutto qui.” Rispose lui, con semplicità.
Infondo aveva ragione. Non c’era nessun problema, era soltanto lei che si sentiva in colpa con sé stessa. Non aveva mantenuto le sue promesse, aveva dato fondo alla sua voglia di un uomo e di essere posseduta senza pensare a tutto quello che questo poteva provocare. Se solo l’uomo in questione fosse stato un altro! Invece lei aveva scelto proprio quello sbagliato, colui che aveva provocato tanto dolore, che tanto disprezzava, che poco fa l’aveva fatta ansimare di piacere. C’era solo una cosa da fare, ammettere le sue colpe, e mettersi il cuore in pace. Era stata colpa della sua vulnerabilità, non sarebbe più capitato. Ma era quello che voleva davvero? Infondo stava così bene fra le sue braccia, così serena. Per il momento decise di godersi quegli attimi, quando si sarebbe svegliata da quel sogno avrebbe pensato a come trovare una soluzione.
Sorridendo, si strinse più forte a lui, e si lasciò cullare dalle sue carezze, fino a che entrambi caddero in un profondo sonno. L’uno aveva prosciugato le energie dell’altro, ma i loro lineamenti erano distesi. Erano felici.


in una pausa di studio ho sfornato questo capitolo. Un piccolo incontro
un po'.. acceso! : )
Spero vi piaccia!

   
 
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