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Autore: allegretto    05/03/2011    4 recensioni
Dopo il ritorno di Dean dagli inferi, il rapporto con suo fratello Sam è peggiorato. Il fratello maggiore, sconvolto dalla sua esperienza laggiù, non riesce più a imporre la sua volontà sul più piccolo e anzi gli ha lasciato le redini del comando. A sbloccare la situazione ci pensa Bobby ingaggiando anche l'angelo Castiel, il quale ha tutto l'interesse di far diventare Sam nuovamente dipendente da Dean, in modo che costui si senta di nuovo forte e in grado di uccidere Lilith! Attenzione: spoiler quarta stagione!
Genere: Commedia, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bobby, Castiel, Dean Winchester, Sam Winchester
Note: AU, What if? | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Quarta stagione
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CAPITOLO 1

 

“Ok, va bene, ci sentiamo più tardi... si, ciao”, l'uomo chiuse il telefono e lo posò sul tavolo. Si diresse poi verso il frigorifero, lo aprì, afferrò una birra e la portò verso il tavolo. Si sedette con un sospiro, con uno schiocco fece saltare via il tappo e ingoio una lunga sorsata di birra pensando alla recente conversazione telefonica. Sbattendo la bottiglia di birra giù sul tavolo di legno proruppe in un grido: “E va bene! Ne ho abbastanza di questo casino!”

Iniziò così a fare dei passi per tutta la lunghezza della cucina, borbottando tra se e se e tentando di trovare una soluzione al problema che gli stava così a cuore.

Dopo un paio di minuti passati a camminare attorno al tavolo, si fermò e guardò il soffitto.

Non ci poteva essere alcun modo per risolvere la faccenda, a meno che non intervenisse qualcuno ad aggiustare le cose. L'unico problema era ricordarsi il nome.

“Vediamo Cas-sandra? No, non è quello. Cas-sio? No, neanche quello. Umm, Cas-tiglia? No, maledizione, no”.

Sempre più nervosamente, passeggiò per tutta la casa non facendo caso ai libri a terra che cadevano sollevando nubi di polvere.

Improvvisamente si bloccò davanti alla scala che conduceva al piano superiore.

“Andiamo, andiamo, so che Dean me lo ha detto un sacco di volte come si chiama; era Cas... Cas... Cas... Castie!, si, è Castiel!”, esclamò dapprima sottovoce, poi sempre più in crescendo, fino all'urlo finale.

Con il nome dell'angelo ormai acquisito e un abbozzo di piano formatosi nella sua testa, rimaneva un'unica cosa da fare. Appoggiandosi al tavolo, Bobby incrociò le braccia sul petto e urlò: “CASTIEL, CASTIEL, vieni giù subito da me!”.

Aspettò per un po', lanciando sguardi a destra e a sinistra per cogliere qualche segno di movimento e tutto sommato non fu così sorpreso quando non ne vide neanche uno. Ciò, però, non lo avrebbe scoraggiato.

“Bene! Non vuoi venire a parlare con me? Perfetto. Allora starai ad ascoltare quello che volevo dirti. Sono stanco e stufo di come si sta mettendo per i fratelli Winchester. Dean e Sam sono bravi ragazzi e a me non piace quello che la vostra piccola guerra sta facendo a loro. Voglio dire, tu hai detto a Dean che lui ha rotto il primo sigillo! Era già abbastanza sconvolto per quello che gli è accaduto, giù, nell'inferno, e non c'era bisogno che tu aggiungessi anche questo. E tu ti aspetti che lui sia un forte cacciatore di demoni come lo era prima? Sei pazzo? Non ti serve a niente alterare la realtà e portare quei due in un mondo parallelo per far credere a Dean che lui è un cacciatore e convincerlo a seguire quella strada”

Bobby sbuffò, incredulo.

“Si, come se quel ragazzo non lo sapesse già. Dean è un cacciatore nato, lo è sempre stato e lo sarà sempre. Potrebbe smettere di esserlo in qualsiasi momento, se lo volesse. So che tu hai pensato che quel teatrino messo su con quell'altro pazzoide con cui ti accompagni, poteva aggiustare la questione. Bene, hai completamente ceffato la situazione! Se vuoi che Dean ritorni a essere quel bravo eliminatore di eventi sovrannaturali, come lo era in passato, gli devi ridare quello che lo ha fatto diventare così”.

“Non capisco”. Una voce calma risuonò alle sue spalle.

“Merda!” esclamò Bobby facendo un salto.

Si girò di colpo trovandosi al cospetto di un giovane uomo vestito con un lungo impermeabile dal colore neutro.

“Gesù, non hai una tromba, un'arpa o qualcos'altro che tu puoi suonare prima di comparire davanti a noi poveri umani. Mi hai fatto quasi venire un attacco cardiaco!”.

Castiel lasciò cadere la testa da un lato e osservò con attenzione il vecchio cacciatore “Mi dispiace. Non volevo spaventarla.”.

“Non è caduto nulla stavolta”, Bobby esclamò, cercando di calmarsi. Si sedette sulla sedia e poi, alzando la testa, verso l'angelo, esclamò “Allora vuol dire che mi stavi ascoltando?”

“Ho sentito ma non ho capito. Che cosa è che devo ridare a Dean?”, chiese Castiel.

“Suo fratello Sam.”, rispose Bobby.

“Ma io non ho Sam.” affermò, deciso, Castiel “Non è con Dean, ora?”

“Sì e no.”, rispose Bobby con una smorfia dipinta sul volto, che confuse ancora di più l'angelo. “Vedi? Sam è con Dean, ma lui ha bisogno del suo Sammy.”.

Vedendo l'angelo attonito, Bobby roteò gli occhi e si accinse a spiegare.

“Dean è sempre stato un forte e valido cacciatore per una ragione: lui aveva bisogno di proteggere il suo fratellino Sammy. Anche dopo che Sam è cresciuto, Dean si è sempre sentito come se lui dovesse proteggerlo. E' come un padre si sente nei confronti dei propri figli e con una buona ragione: Dean ha praticamente cresciuto Sam. Non solo lui è un fratello più grande, protettivo, lui è anche un iperprotettivo padre, hai capito?”

“Sì, adesso sì.” Castiel rispose.

“Bene.” replicò Bobby “Ora con Dean sempre in veste di fratello maggiore e padre, Sam ha sempre ricambiato la figura del fratello minore come se non si fosse accorto di essere diventato grande e forte come un toro. Ha sempre seguito la leadership del fratello, ma quando Dean è andato, umh...giù, Sam non ha avuto nessuno che gli stesse dietro o che lo proteggesse. Ha dovuto arrangiarsi da solo e imparare a sopravvivere e lui lo ha fatto. E poi Dean è tornato indietro con tutti i suoi ricordi intatti, che, se me lo permetti, avreste dovuto cancellarglieli!” esclamò Bobby, sbattendo una mano sul tavolo. Il gesto non impressionò minimamente l'angelo, il quale non diede alcun segno di emozione.

Sospirando, il vecchio cacciatore si sedette e riprese a parlare “Comunque, quel Dean era messo veramente male. Così, invece di riprendere i loro vecchi ruoli, i ragazzi li hanno invertiti. Sam cercando di prendersi cura di Dean, ad aiutarlo ad aprirsi con lui, a convincerlo a raccontargli quello che gli era accaduto in quei quattro mesi e a Dean a lasciargli fare il fratello più grande.”

“Tu vuoi che Dean si imbarchi nelle tua guerra? Allora dovrai fare in modo di ridargli il suo vecchio ruolo: proteggere il suo indifeso fratello e dovrai convincere Sam ad accettare questo ruolo, con le buone o con le cattive. E so che non sarà facile. Sam è più testardo di suo padre. Quando quel ragazzo si mette in testa una cosa è impossibile fermarlo!”

“Tu vuoi che io fermi Sam?”, Castiel chiese dubbioso.

“No, no quello non è quello che ti ho detto!”, Bobby gridò, alzandosi di scatto dalla sedia e avvicinandosi all'angelo. “Io volevo dire che tu devi trovare il modo di forzare Sam ad accettare di essere il più piccolo fra i due fratelli; un modo dove accetti, senza discutere, l'aiuto e la protezione di Dean. Se tu troverai ciò, Dean ritroverà quello di prima, forte e coraggioso, pronto per la tua guerra”.

“Interessante”, Castiel disse. “Grazie signor Singer. Lei è stato di grande aiuto”.

Un forte boato proveniente da fuori attirò l'attenzione di Bobby che si diresse a grandi passi verso la finestra. Quando si girò, si accorse che l'angelo era sparito e solo a quel punto collegò i due eventi. Si diresse verso il suo studio, si sedette sulla sua amata vecchia poltrona e si accinse ad aspettare accanto al telefono, sicuro che avrebbe presto squillato.

 

In uno squallido motel nel Nebraska

 

Dean uscì fuori dal bagno seguito da una nuvola di vapore, avvolto in un asciugamano stretto attorno alla vita. “Tutto tuo Sam!”, esclamò, prima di sdraiarsi sul letto con le mani dietro la testa.

“Non ora Dean”, rispose Sam seduto al tavolo accanto alla finestra e con lo sguardo incollato allo schermo del suo portatile. “Penso di aver trovato qualcosa di interessante...”

“Ciao ragazzi” Castiel li salutò, comparendo nel bel mezzo della stanza.

“Cavolo, hai veramente bisogno di un campanello attaccato al collo” bofonchiò Dean, saltando su a sedere e afferrando un paio di jeans e una maglietta pulita.

“Che cosa sei venuto a fare qui, Cass?” esclamò Sam, alzandosi in piedi e mettendosi tra lui e suo fratello. “Un altro piccolo lavoretto per Dean?” aggiunse minaccioso.

“Sam!”, esclamò Dean, scoccando un'occhiata di avvertimento a suo fratello minore “Stai indietro!”, aggiunse alzandosi in piedi e mettendo una mano sul braccio di Sam.

“E' tutto a posto Dean”, Castiel lo rassicurò.

“No, non lo è” disse Dean. “Datti una calmata Sam. Sediamoci e stiamolo a sentire, ok?”.

“Si, certo, come se non sapessi che sta per fregarti un'altra volta e tu glielo lascerai fare ma stavolta glielo impedirò” sibilò Sam, divincolandosi poi dalla stretta al braccio. Si sedette sul letto e stette a guardare il fratello e l'angelo con astio.

“Va bene, Cass. Perché sei qui? Qualche problema?”, chiese Dean, finendo di vestirsi.

“un amico mi ha illuminato su voi due. Mi ha mostrato come sistemare la faccenda e farvi ritornare d'amore e d'accordo come lo eravate prima” Castiel spiegò tranquillamente poi fece due passi verso i giovani che lo stavano a guardare attoniti e toccò leggermente le loro fronti, facendo piombare i Winchester in un profondo sonno.

“Ora aggiustiamo tutto” bisbigliò prima di scomparire.

 

Più tardi

 

Dean sbatté le palpebre più volte prima di aprire completamente gli occhi. Le sue iridi verdi osservarono il soffitto per alcuni secondi, poi si stropicciò gli occhi cercando di ricordarsi perché stava dormendo completamente vestito fuori dalle coperte. Un flash della conversazione con Castiel gli illuminò la mente. Si mise seduto sul letto e chiamò “ Sam! Sam! Stai bene?”.

“Sto bene, Dean”, una piccola voce squittì vicino a lui.

“Un bambino? Che diavolo succede?”, Dean pensò in un lampo, girandosi a guardare chi ci fosse nel letto del fratello. La luce del primo sole illuminava parzialmente la stanza, ma quello che vide lo lasciò a bocca aperta. La camicia e i jeans di Sam avvolgevano come un sudario il corpo di un bambino di circa tre anni e per Dean quello era senza ombra di dubbio suo fratello, solo con ventidue anni di meno. Scoppiò in una fragorosa risata come non ne faceva più da lungo tempo, quasi fosse una liberazione.

“Dean! Dean! Non è divertente!” Sam piagnucolò da sotto l'ammasso dei suoi vestiti. La sua piccola fronte si aggrottò il suo labbro inferiore tremolò. Cercando di non soffocare dalla sua stessa camicia esclamò: “Mi ha fatto tornare di nuovo un bambino piccolo!!!”.

  
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