Fanfic su attori > Robert Pattinson
Segui la storia  |       
Autore: Betti    09/03/2011    4 recensioni
E se Rachel, incontrasse Robert? Potrebbe cambiare idea su di lui? E lui, potrebbe farle cambiare la sua opinione?
In guerra, può sbocciare l'amore dato che il contrario accade molto spesso?
(Attenzione: questo è il seguito di "Non tutte amano Robert Pattinson..." quindi fate prima un saltino di là per avere le idee un po' più chiare sulla trama. :) Poi, se la storia vi "garba" passate pure di qui! Grazie)
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'If I fall in love with you'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Tutine aderenti e parsonggi famosi

Telecamere, tutine aderenti, teatri importanti e personaggi famosi

 

Rachel pov

 

Jessie abita di fronte a me da circa… un anno e mezzo; per la precisione sullo stesso pianerottolo.
La vecchietta che ci abitava prima è morta a centosei anni e, quando ho notato l’occasione, mi sono fatta avanti per Jessie con i figli della nonnina in modo da accaparrarmi l’appartamento senza troppi complimenti.
In realtà io e lei ci conosciamo dal terzo anno delle superiori. Siamo diventate migliori amiche subito, dopo una litigata furibonda in sala mensa perché io stavo con il ragazzo che piaceva a lei. Lucas Trip mi pare. Ne ho dedotto che non le piacciono affatto le bugie ed io, da stronza patentata quale sono, non le ho ancora detto che ho incontrato il grande amore della sua vita senza prenderne il numero. Ma glielo farò sapere presto, almeno credo.
Sono tornata a Los Angeles da tre giorni e dopo la giornata “fortunata” dove ho incontrato quel pirla sono rimasta a Londra per altri quattro. Una settimana che non le parlo di questa cosa. Sto iniziando a reputarmi una pessima amica.
Vivo a Los Angeles da sempre ma Jessie si è trasferita qui quando aveva diciassette anni; è stato un brutto colpo per lei dover traslocare dal padre, dopo che la madre è scappata in Messico con l’avvocato che l’ha sostenuta – in tutti i sensi – durante e dopo il divorzio dal marito. Dopo le superiori le nostre strade si sono divise ma siamo sempre rimaste in contatto: io dai teatri della città dove tutt’ora recito e faccio musical, lei dal college dove ha studiato lingue con la specializzazione in francese, russo e arabo. Ho sempre pensato che non poteva scegliere lingue peggiori, ma la decisione non spettava a me.
È cinque lunghi anni che lavoro in una compagnia teatrale e ho racimolato un po’ di soldi, oltre a quelli che i miei genitori mi mandano ogni mese da quando ho comprato casa… duemila dollari circa, centinaio più, centinaio meno. Ma possono permetterselo e gliene sono grata, dato che mio padre suona musica jazz e mia madre è cardiochirurgo all’Ucla Medical Center di Los Angeles.
Detto questo, non riesco a non pensare al fatto di non essere stata sincera con la mia “seconda sorella” – dato che una ce l’ho già e si chiama Lindsay – ed è da quando ho messo piede a casa che dormo circa tre ore per notte. Non sarebbe male se io questa sera non avessi uno spettacolo da fare. Grease per la precisione, al Kodak theatre.
Sono in camerino per prepararmi da un quarto d’ora ma la truccatrice deve ancora arrivare ed io non ho la forza per alzare il sedere dalla sedia e iniziare a vestirmi.
- Rachel! Muoviti che tra un’ora si va in scena! – Jordan, il regista, mi sveglia dal torpore della sedia imbottita e mi fa scattare in piedi:- Entra nel ruolo di Sandy perché voglio vederti brillare questa sera! È l’ultima sera prima di finire con il ciclo di rappresentazioni del mese! –
E grazie a Dio! È due e dico due anni che facciamo sempre gli stessi spettacoli! Grease o Dirty Dancing, Dirty Dancing o Grease! Non ne posso davvero più!
- Ma, dov’è Tracy? Ti deve truccare! TRACY! VIENI SUBITO NEL CAMERINO DI RACHEL O TI LICENZIO SEDUTA STANTE, DOVESSI TRUCCARLA IO! –
Okay, Jordan è stressato, molto stressato. Anche se non ne vedo realmente il motivo: agenti di spettacolo hanno fatto avanti e indietro dai migliori posti della platea da sempre, almeno da quanto ne so, e continuano a dire che “pondereranno un’offerta adatta al nostro tipo di aspettative”. Sinceramente, io l’unica offerta che o visto è stata quella di Sydney, la co-protagonista, per farla lavorare in un teatro di paese fuori città; ovviamente ha declinato in maniera garbata l’invito con le parole: “Dopo una gavetta simile non ho intenzione di tornare indietro, sono destinata a brillare”. A trentasei anni, se lavori ancora qui come co-protagonista – e perché sei la moglie del regista – non credo ci sia molto da brillare; ma i sogni sono sogni proprio per questo.
Tracy arriva trafelata davanti al mio camerino:- Scusa, Jordan, ero in bagno; ho mangiato troppo ieri sera. –
- NON MI INTERESSA SE HAI MANGIATO TROPPO IERI! DOVEVI ESSERE QUI DIECI, E DICO DIECI MINUTI FA! – Respira, anche perché gli potrebbe partire un ictus da un momento all’altro con tutto quest’accumulo di stress e riprende, un po’ più calmo:- Ora truccala, e la voglio perfetta questa sera. AVANTI! VI VOGLIO TUTTI PRONTI SUL PALCO TRA QUARANTA MINUTI! – Se ne va con passo deciso e scompare dalla mia vista, grazie a Dio. Voglio bene a Jordan perché mi sceglie come protagonista in quasi tutti i suoi musical ma quando urla mi provoca di quelle emicranie!
- Scusa per il ritardo, Rachel. –
- Ah, tranquilla Tracy. Non sono Jordan io! Poi avrei bisogno di una dormita quindi ho la voglia sotto le scarpe di recitare questa sera. –
- No! Non dirlo! Devi essere perfetta questa sera… - Mi guarda con occhi sognanti, probabilmente immaginando il trucco per la serata:- Sarai la mia Sandy preferita! –
Detto questo, apre la sua valigia con gli attrezzi del mestiere: ombretti, pennelli, fard, fondotinta, mascara, rossetti spugnette e tutto quel che segue per iniziare a lavorare sul mio viso. Tempo venti minuti, con Claire, la parrucchiera, armeggia dietro di me e sono pronta: una Sandy quasi uguale all’originale tranne che per i capelli scuri. Indosso il primo abito di scena e vado sul palco, che ha il sipario chiuso, con tutti gli altri membri della compagnia.
Jordan dà gli ultimi ordini per la serata ai macchinisti e agli addetti alle luci e alla musica prima di dedicarsi a noi:- Ci siamo tutti? –
- Sì, signor Memphis: Rachel e Ian sono pronti per le prime scene, poi abbiamo sua moglie Sydney, le comparse, Allison, Michael, Lenny, Carl, Diana, Donna e tutti gli altri. Siamo pronti per le ultime direttive prima di andare in scena. – Julia, l’aiuto regista, compila dei moduli che non ho mai capito a che cosa servissero prima degli show e Jordan prende le fila del discorso:- Bene, ragazzi. Questa sera, come ben sapete, è la nostra ultima rappresentazione di “Grease” e quindi dovete brillare sotto i riflettori; dovete essere delle star in tutto e per tutto: non voglio che sbagliate le battute, nel caso in cui ci siano problemi tecnici sappiate improvvisare, le note dovete prenderle come sempre e non stonate mai. Mi raccomando. Ora, preparatevi per le ultime cose che andiamo in scena tra quindici minuti. –
Possibile che stasera siano tutti così agitati e io no? Okay che è l’ultima sera ma… sinceramente non capisco.
Meglio chiedere a Ian, dato che lui è sempre informato sui gossip della compagnia:- Hey Ian, ma si può sapere che succede stasera? Jordan è peggio del solito… -
- Ciao bambola… - mi metto a ridere, se non fosse che lo tratto come mio fratello l’avrei già sposato; ma facevamo il bagno assieme da piccoli quindi credo sia meglio lasciar perdere:- Non sai che succede questa sera? Ah, ti trovo sempre troppo poco informata sui fatti mia cara… -
- Io ho da fare, non penso mica sempre agli altri come fai tu! Comunque raccontami che non possiamo parlare tra una scena e l’altra… -
- O magari potremmo appartarci tra la fine del primo e l’inizio del secondo tempo… – Fa il sorriso seducente, che scemo.
- Dai, muoviti! –
- Okay, okay – alza le mani in segno di resa: - Questa sera vengono dei tipi per dei contratti cinematografici! E qualche attore famoso; spero venga JLo così, alle spalle del suo Marc Anthony ovviamente, potrei provare a conquistarla! –
- Stupido. – Gli sorrido: Ian è sempre stato follemente attratto da Jennifer Lopez. Credo sia il suo più grande fan… Per chi se lo stesse chiedendo ha tutti i suoi cd. Ma non è gay, anzi.
Una mattina l’ho beccato con la ragazza del bar sotto casa mia. Al bar. Diciamo che io ero andata a prendere la colazione ma, siccome la conosco, ero passata dal retro per una di quelle brioche che fanno loro per delle ordinazioni speciali; io la ordino sempre perché non riuscirei a sopravvivere a sei ore di prove, al mattino, senza un po’ di zuccheri… e insomma, lei si era presa una pausa. Con Ian. Nel retro. Diciamo che vederli non era la mia priorità ma almeno Ian ha dovuto spiegarmi tutto… mi sarei davvero arrabbiata se non me ne avesse fatto parola. Mi ha detto che l’amore era sbocciato tra un caffè e l’altro. È finita dopo un mese perché, a detta di Ian, non c’era dialogo.
- Si va in scena! – Jordan passa tra di noi bisbigliando la fatidica frase e così, come al solito, io ed Ian ci abbracciamo prima di metterci dietro alle quinte.
- In  bocca la lupo, Sandy! –
- Crepi, "Danny"! –
 

* * *

You're the one that I want (You are the one I want) ho, ho, ho honey! 
You're the one that I want (You are the one I want) ho, ho, ho honey! 
You're the one that I want (You are the one I want) ho, ho, ho honey!
The one that I need oh yes indeed!!

Sinceramente, a parte i soliti agenti in prima fila, non vedo così tanti attori: anzi, non ne vedo proprio nessuno oppure… eccolo lì! Sì! Sono quasi sicura che quello sia… giro, presa… okay, adesso posso vederlo meglio dato che balliamo rivolti verso il pubblico… sì, è sicuramente Jake Gyllenhaal, al novantanove per cento. Ah, quanto mi piace quell’attore; mi dispiace per Ian perché non vedo la mitica Jennifer ma… oddio Jake è da panico. Poi si è appena mollato con quella la… com’è che si chiama? An, sì Taylor Swift mi pare; chissà se verranno a farci visita nei camerini! Non vedo l’ora che questa canzone finisca, così potrei chiudere in bellezza… mi vedo già sui giornali che abbraccio Jake… Ah!

 
Oh yes I need!

Sì, Jake, sei proprio l’unico che vorrei adesso, in camerino.
Mi stringo di più alle spalle di Ian che mi tiene in equilibrio precario sulla schiena e sorrido, terribilmente in fibrillazione per i pensieri fatti finora.
Si chiude il sipario prima degli inchini ed abbraccio parte della compagnia, poi le tende si riaprono e le luci rimangono fisse su di noi. Lo spettacolo è stato splendido e Jordan, per la prima volta da cinque anni a questa parte, esce dalle quinte con un sorriso da far invidia alla pubblicità del dentifricio sbiancante.
Io ed Ian siamo abbracciati fingendo la coppia dei bravi fidanzatini fino alla fine, ci inchiniamo tutti a uno a uno e le tende si richiudono in mezzo all’applauso di tutta la platea.
Che serata fantastica!
- Ian! Sei stato favoloso! –
- Anche tu, Rachel! Ah, lavoreremo ancora insieme vero? –
- Che domande! – Lo abbraccio stretto e lui ricambia calorosamente.
Ha la tutina nera aderente: credo che anche Jennifer Lopez gli cadrebbe ai piedi, in questa situazione.
- Vado in camerino! Magari Jennifer mi sta aspettando! –
- Sì, certo. Sul tavolo trucco… corri che sennò scappa! –
Passo dal telo scuro che separa il palco dal  il piccolo corridoio comunicante con le quinte ed arrivo alla porta, tra un saluto e l’altro, con scritto “Rachel”. Entro.
Quanto adoro il mio camerino lo so solo io: ha un divanetto in pelle chiara a due posti, un piccolo tavolino di vetro, la specchiera con le mie cose, pareti colorate, profumo che inonda la stanza.
Sul tavolino c’è un grande mazzo di fiori tra le tonalità del rosa e del bianco; orchidee, i miei fiori preferiti. Guardo tra la carta colorata ma non trovo alcun biglietto. Nulla. Mi limito ad annusare i fiori e notare quanto sono belli… chissà chi può averli mandati: Jessie no, non è da lei, e poi verrebbe di persona, esclusa; Ian… mah, forse sì, forse no. Anche se fatico a credere che possa essere stato lui; Jordan… sì, forse sì. Alla fine, sarà per chiedermi di prendere parte alla sua prossima trovata… probabile. Non me ne vengono altri al momento che avrebbero potuto mandare dei fiori a me, stasera per di più.
- Allora? Mia cara attrice professionista… piaciuta la sorpresa? – Sì, è stato Jordan. Nuovo contratto, arrivo!
- Bellissimi Jo, semplicemente stupendi. – Mi volto verso di lui e sorrido, lui ricambia abbracciandomi: ha delle piccole rughe attorno agli occhi e l’aria un po’ stanca, ma felice. I capelli neri e corti un po’ scompigliati e le sembianze ricordano un ragazzino. La maglia a maniche corte rossa e blu, i jeans slavati e i suoi trentadue anni scarsi; se non fosse che è nevrotico…
Per chi se lo stesse chiedendo sì, ci sono uscita tre volte. Poi lui si è innamorato di Sydney, più vecchia di quattro anni rispetto al mio regista, e l’ha sposata, due anni fa circa. Si sono incontrati al cinema, stavano guardando “Quel mostro di suocera” – film che non reputo capace di far scattare la scintilla – e dopo un mese che si frequentavano sono andati a vivere insieme.
- Sono contento che ti piacciano; so che ami le orchidee. Sei stata favolosa questa sera, dico davvero. – Si siede sul divano e mi fa cenno di accomodarmi.
Spero sia “Mamma mia”, adoro  cantare gli Abba, oppure “Footlose” o magari “Notre Dame de Paris”. Sorrido al solo pensiero di essere scelta per Esmeralda. Con una gonna lunga con delle medagliette attaccate in cintura e una maglia stretta e bianca, magari smanicata…
- High School Musical! – La voce di Jordan mi riporta qui, in questo camerino, su questo divano crema.
- Eh?!? – Okay, mi è uscito un verso un po’ troppo stridulo; forse però non se ne è accorto.
- Ho detto: “High School Musical”!
Non è semplicemente fantastico? Ieri sera, Sydney ed io ci siamo messi a lavorare un po’ su dei titoli e trovo che “High School Musical” sia lo spettacolo migliore per la prossima stagione. Non trovi? –
No! Non sono affatto d’accordo! – Certo, l’ho pensato anch’io, credo sia una trama perfetta! Anche se… non abbiamo più l’aria da adolescenti. – Spero di dissuaderlo da quest’idea folle, oltre che orribile. Non verrà nessuno a vederci! Solo mamme divorziate e marmocchi tra i dieci e i dodici anni con la mania per i pop-corn e l’urlo facile. Mi sento male al solo pensiero.
- Figurati! Sei ancora bellissima Rachel e interpretare Sharpay Evans non sarà affatto difficile per te! – Mi dà un colpetto sulla spalla per rassicurarmi anche se di rassicurante non ci trovo nulla in questa faccenda. Cioè… “High School Musical”? Stiamo scherzando spero.
- Comunque… Sharpay non è bionda? L’ho visto una volta che mia nipote era incollata davanti alla televisione con le scarpe di sua madre… stava imitando Sharpay e scusa ma non credo sia così educativo come musical. –
- Noi non siamo qui per educare ma per divertire! E per vendere! Comunque pensaci su che tra un mese e mezzo inizieranno le prove, dopo che tutti avranno firmato i contratti. – Si alza dal divanetto e mi sorride, io non ci riesco a farlo.
Jordan nota la mia espressione e cerca di rassicurarmi: - Sempre che qualche agente non ti noti prima e tu possa fare qualche film, o cd. Stai tranquilla, per me non ci sarà alcun problema e… beh, dopo questa serata non posso fare altro che augurarti buona fortuna per la tua carriera!–
Mi alzo e lo abbraccio:- Grazie di tutto Jo, mi ricorderò per sempre di questo periodo ma… hey! Non ho ancora un contratto io! Chi ti dice che non lavorerò più con te? –
- Rimarremo comunque in contatto? –
- Certo, che domande. E, grazie. –
Esce dal camerino ed io mi siedo davanti allo specchio per tornare quella di sempre; sono davvero stanca oggi. Ho un po’ di occhiaie e l’acconciatura è scesa, così inizio a togliere ad una ad una le forcine che tengono ferma questa specie di impalcatura voluminosa.

Toc, toc.
- Sì, sì Jordan. Entra pure, non sono ancora nuda. – Mi metto a ridere ma c’è un sospiro imbarazzato.
- Magari. –
Una voce roca, ma che non appartiene a quella di Ian o a qualcuno della compagnia. Che sia Jake Gyllenhaal? L’ho visto in platea, forse mi ha notata ed è scattata la scintilla.

Allora, al mio tre voltati.
Okay.
Uno…
Due…
Tre!
Tre!
Mi volto: oh.
- Ciao. – Sì, esatto è lui. Ma lui non Jake ma… Robert. Come fa a trovarmi e poi che cosa gliene dovrebbe importare di me?
- Mh… ciao. – Mi schiarisco la voce prima di rispondere al saluto e lui sorride imbarazzato. Tocca a me parlare:- Si può sapere che cavolo ci fai qui? –
Okay, forse mi sono posta in maniera cattiva ma, fatemi sedere; odio talmente tanto quest’uomo che… Argh! Che rabbia!
- Ci vivo. – Sorride.
Ma che ha da ridere?
- Vivi al Kodak Theatre? Non avrei mai immaginato… custode notturno? –
- Che cosa? No, no! Vivo a Los Angeles, intendo. –
- Ah, beh bravo. –
- Sei stata brava questa sera. –
- Grazie. – Mi volto verso lo specchio e comincio a struccarmi con delle salviette che mi ha lasciato Tracy prima dello spettacolo.
Robert, che seguo con la coda dell’occhio, si siede sul divano.
- Beh? – Gli chiedo notando tutta questa confidenza.
- Scusa? – Sembra assorto e agitato, molto agitato.
- Dicevo: beh? Che vuoi? –
- Proprio non mi sopporti, vero? –
- Che perspicace! –
- Bene. Allora ti chiederò una cosa veloce: – prende fiato, tanto, troppo fiato – che ne dici di andare a bere qualcosa, dopo lo spettacolo? –
- Eh? – Spalanco gli occhi. Lui che chiede a me di uscire? A me? Ma dico, scherziamo? – Okay, dov’è la telecamera? –
- Che? –
- La telecamera. Jessie probabilmente avrà scoperto che ti ho incontrato una settimana fa a Londra ed ora, anziché uscire lei con te, cosa che farà dopo essersi fatta una risata per aver visto la mia figura di merda che ho “prodotto” dopo una serata fantastica come questa e dove sono felice per aver finito di recitare in un musical che va avanti da due anni… beh, lei vuole farmi uscire con te e saprà che il mio sarà un no e che quindi poi voi potrete andare a ridere alle mie spalle in santa pace… e il mio odio verso di te si alimenterà sempre di più fino a che, quando sarò una grandissima stella del cinema, potrò sputtanarti nel caso in cui io lo voglia ed essere libera di… -
- La smetti? – Robert si è alzato e mi ha preso i polsi; i miei polsi. Mi ritraggo. Non si deve permettere di toccarmi eh!
- Cosa? Cosa? –
- Ripeto: la smetti? Io non so chi sia Jessie, non so perché tu ti sia messa in testa questa cosa della candid camera, non so perché tu non abbia detto a nessuno che ci siamo incontrati – e di questo te ne sono grato – non so perché sono venuto qui questa sera e non so perché abbia chiesto di uscire a una persona a cui non importa nulla di me. –
Sono sbalordita. Decisamente. L’essere sa fare un discorso articolato… e senza passarsi la mano tra i capelli eh!
- Beh, non è vero che non me ne importa nulla. –

Sei proprio scema. Certo che non lo sopporti. Che discorsi!
Robert mi guarda con aria strana:- Cioè… sì, forse un po’… Hai ragione, non mi interessi. –
- Ma perché? – Perché? Perché? E adesso come rispondo.
- Beh, diciamo che non sei il mio tipo: per carità, sei bello ma mi sembri… vuoto. –
- Vuoto? Oh mio Dio… do davvero quest’impressione? – Sembra triste; ma che ci posso fare se è il mio pensiero?
- No! Cioè, io ti reputo così ma ci sono molte persone che ti vorrebbero sposare, gay compresi, e quindi non credo sia la mia opinione a cambiare il mondo. –
- Invece sì. –
- E perché? Non te ne dovrebbe importare nulla di una sconosciuta come me. –
- Beh, non sei proprio una sconosciuta; ho visto “Grease” tre volte da quando tu reciti qui. –
- Credo tu stia scherzando. – Rido
Nervosamente, mi sento terribilmente e disagio, ora.
Non può essere.
- No, affatto. La prima sera sono venuto con dei miei amici per vedere com’era questa compagnia della quale tutti ne parlano bene; era solo curiosità, nient’altro. Non volevo neanche venirci.
Poi ti ho sentita cantare, ti ho visto recitare e Tom, il mio migliore amico, ha detto che sei davvero carina. Sono venuto altre due volte per vederti e canti davvero bene. Ti avrei chiesto di uscire dopo uno dei tuoi spettacoli ma ci siamo incontrati a Londra e non mi sembrava vero… ti ho riconosciuta sul tetto di quell’hotel di lusso e, alla sera in ascensore, sono stato felice di rivederti. – Si passa una mano sui capelli, è nervoso:- Ho sentito davanti ad un’edicola due ragazzi che parlavano di questa rappresentazione, dicendo che sarebbe stata l’ultima; allora mi sono deciso a venire qui, per chiederti di uscire. Ma tutto è stato inutile, quindi… ora posso anche andare. Spero di rivederti presto, Rachel. –
Si alza dal divano e si volta, verso la porta.
Sono senza parole.
Lui esce con lo sguardo basso e le mani nei jeans scuri, dopo aver indossato un cappellino blu con la visiera.
Non riesco a muovere un muscolo, non riesco a fare nulla. L’attore che detesto più al mondo mi ha fatto una specie… di… dichiarazione.
Mi alzo dal divano ed esco dal camerino anch’io, seguendolo a passo svelto per fermarlo. Intravedo Robert di spalle, con la mano che porta al retro del teatro.
- No, aspetta. – Ho il fiatone per la corsa e le guancie in fiamme.
Robert si volta sorpreso di vedermi, incredulo che lo abbia seguito, con un sorriso spontaneo sul volto con la barba da tagliare.
- Non sei così antipatico, in fondo. – Sorrido e mi tengo una mano sullo stomaco, sicura che mi possa scoppiare un polmone da un momento all’altro.
- Allora, ci vieni con me a bere qualcosa? Potresti cambiare idea. –
- Dammi mezz’ora per prepararmi. Ma non metterti in testa strane idee, che non sei il mio tipo. –
- Questo l’ho afferrato. –
Mi volto verso il backstage guardando un’altra volta Robert, che acconsente ad aspettare un po’.
Sia chiaro, non mi sta simpatico, non l’ho mai conosciuto però… forse, a volte ho torto anch’io.

 
Spazio autrice: Okay, forse non è il massimo… Anzi, sicuramente. Però ho fatto del mio meglio :)
Chissà che cosa accadrà… Probabilmente l’appuntamento (se possiamo definirlo così) sarà un completo disastro… o forse no. 

Per chi tifate? Rachel o Robert?
Si accettano scommesse: lei cadrà ai suoi piedi? Io non ne sarei tanto sicura, ha un bel caratterino la nostra protagonista. Che spero uscirà nei prossimi capitoli… 

Ditemi che ne pensate perché così mi regolo se andare avanti o se la storia è un completo fiasco.
Mando un bacio a tutti quelli che leggono… xD
Ciao!

Dalla Sara.
P.S.: Allora, Danny e Sandy sono i protagonisti di "Grease" per chi non lo sapesse (Ian e Rachel non hanno un'amnesia temporanea che sbagliano i nomi xD)
Il Kodak Theatre esiste davvero, è uno dei più importanti di Los Angeles... Non ne ho trovati altri e quindi ho messo questo qui.
Mi piace molto Jake Gyllenhaal e quindi volevo comparisse il suo nome da qualche parte... Magari anche più avanti.

  
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su attori > Robert Pattinson / Vai alla pagina dell'autore: Betti