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Autore: Daphne_Descends    19/03/2011    8 recensioni
"Crystal si chiedeva perché dovesse toccare sempre a lei.
A lungo andare si era stufata, non tanto per il viaggio in sé, ma per ciò che l’aspettava alla fine.
Perché Gold quando ci si metteva era davvero insopportabile."

[Gold e Crystal]
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Crystal, Gold
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Manga
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Because he was worth it

 

 
Crystal si chiedeva perché dovesse toccare sempre a lei.
Le prime volte era stato piacevole, doveva ammetterlo, un rilassante diversivo alle sue monotone giornate in laboratorio: faceva una passeggiata, osservava i pokémon nei loro habitat naturali e respirava un po’ d’aria fresca. Ma a lungo andare si era stufata, non tanto per il viaggio in sé – nonostante Fiordoropoli e Borgo Foglianova fossero decisamente troppo distanti – ma per ciò che l’aspettava alla fine. Non capiva perché il professor Oak si ostinasse a farle portare le uova della pensione pokémon fino a Borgo Foglianova, invece di usare il pc – non c’erano alcune prove che il procedimento le danneggiasse, diamine!
Quindi si trovava lì, all’inizio del percorso 29, con l’irritazione crescente e due uova abbastanza pesanti nello zaino. Tremava al pensiero di cosa avrebbe dovuto affrontare di lì a poco.
Giunse a destinazione prima del previsto, purtroppo, e non riuscì a prepararsi psicologicamente al grande evento – non ce l’avrebbe fatta nemmeno con un anno a disposizione.
La “casa dei pokémon” era sempre uguale e gli ospiti che correvano per il giardino sembravano aumentare ad ogni sua visita.
Un piccolo batuffolo rosa, con un cappello dall’aria famigliare ben stretto tra le zampe, le tagliò la strada, facendole quasi baciare il vialetto sterrato, e saltellò via come se niente fosse, canticchiando allegramente.
Crystal fece appena in tempo a riprendersi, prima che un ragazzo voltasse l’angolo, correndo e urlando «Torna subito qui, piccolo-» si interruppe di botto quando la vide e si stampò in faccia un gran sorriso strafottente.
«Crys, che bella sorpresa!» esclamò sistemandosi il ciuffo di capelli corvini, che però rimase ben sparato in avanti «Sei venuta a trovarmi?»
Crystal roteò gli occhi celesti e sospirò «No, Gold. Ti ho portato del lavoro».
Lui fece una smorfia «Era troppo bello per essere vero» mugugnò «La solita tipa super seriosa».
Era quello il motivo per cui Crystal non amava portare le uova pokémon a casa di Gold: quando ci si metteva era davvero insopportabile, nonostante fosse uno dei suoi migliori amici.
«Senti» continuò lui imperterrito «ora non ho proprio tempo, torna domani».
«Scusa?! Sai quanto dista da qui Fiordoropoli? Figurati se ho tempo di fare avanti e indietro anche domani!»
«Quel piccolo demonio mi ha rubato il cappello!» spiegò Gold indignato, indicandosi la testa «Se permetti, questo è più importante di qualsiasi lavoro!»
«Non dirai sul serio?!» esclamò Crystal con un cipiglio alterato, posando le mani sui fianchi pronta a dar battaglia.
«Ciao Crystal, mi era sembrato di sentirti arrivare» salutò allegramente la madre di Gold dalla porta di casa, stroncando sul nascere la discussione.
«Buongiorno signora» disse Crystal con un lieve inchino «Come sta?»
La donna agitò una mano ridacchiando «Gold non ha ancora distrutto niente, quindi va tutto bene. Tu come stai, cara?» le chiese ignorando palesemente il figlio, che incrociò le braccia stizzito.
«Bene! Sono venuta a portare un paio di uova» spiegò Crystal con un sorriso, ormai dimentica del compagno «Le hanno trovate tre giorni fa alla pensione e il professor Oak mi ha chiesto di portarle a Gold».
«Ancora?» esclamò il ragazzo «Non è un asilo nido, questo!»
«Non lamentarti e fai il tuo lavoro!» lo rimproverò Crystal, tirando fuori dallo zaino le due uova e porgendole a Gold.
Nonostante fosse contrariato, le studiò con occhio attento e sbuffò «Un altro Azurill? E questo cos’è? Sembra quasi un uovo di Wynaut. Si può sapere perché mi fate avere sempre queste maledette uova? Ne ho fin sopra i capelli!»
Prima che Crystal potesse rispondere ed esprimere tutta la sua irritazione – perché anche lei si era stancata di andare sempre a Borgo Foglianova – la madre di Gold scoppiò a ridere. «Sei soltanto arrabbiato perché Igglybuff ti ha rubato il cappello. Vai a riprenderlo e spera che non sia uscito dal cancello: l’ultima volta ha fatto parecchi disastri in città» spiegò a Crystal «Ti va un tè nel frattempo, o devi tornare subito al laboratorio?»
Considerando che volando con Tupeon ci avrebbe messo poche ore, aveva tutto il tempo e il diritto di rilassarsi un po’ «Molto volentieri, grazie!»
Gold sbuffò e le ridiede le uova «Tienile ancora un po’, ok? Vedo di recuperare quell’insopportabile pallina rosa e il mio cappello!» le salutò con una mano e corse di nuovo via, seguito subito da Aitaro che dondolava da un albero all’altro.
Crystal seguì la madre di Gold in cucina e la aiutò a preparare il tè, chiacchierando allegramente.
La prima volta che l’aveva vista si era stupita di come una persona così tranquilla e responsabile avesse potuto dare alla luce uno come Gold. Ma poi aveva capito che se Gold era sempre allegro e spensierato, se credeva fino in fondo a quello che diceva ed era una brava persona – perché, nonostante i suoi innumerevoli difetti, doveva ammettere che non esistevano molti ragazzi come lui – era proprio perché alle sue spalle aveva una persona come sua madre.
Era piacevole passare del tempo insieme a lei, perché era come se tutto lo stress e il nervosismo accumulati in città se ne andassero, lasciando soltanto una sensazione di pace.
Tutta la “casa dei pokémon” – così come la chiamavano nei dintorni – emanava serenità, come un’oasi di quiete in un mondo troppo agitato. E Crystal amava passare del tempo lì: era senza dubbio la cosa migliore dei suoi continui viaggi a Borgo Foglianova.
Gold tornò un quarto d’ora più tardi, con un’espressione compiaciuta e il suo adorato cappello di nuovo ben fisso in testa «Missione compiuta!» dichiarò soddisfatto, accasciandosi sulla sedia di fianco a Crys e afferrando un biscotto.
«Igglybuff?» chiese curiosa sua madre, versandogli del tè in una tazza.
Gold si limitò a ridacchiare malignamente, facendo sospirare la donna e alzare le sopracciglia a Crystal.
«Spero che tu non lo abbia di nuovo legato all’albero» l’espressione maliziosa del figlio la convinse ad abbandonare la cucina diretta in giardino, per appurare con i suoi occhi che il piccolo pokémon fosse ancora libero di saltellare qua e là.
«Leghi i pokémon agli alberi?» chiese Crystal con una smorfia.
Gold rispose con un’alzata di spalle e la bocca piena «Solo quelli insopportabili».
Crystal rimase a fissarlo stupefatta – anche se ormai, con Gold, non c’era niente di cui stupirsi – finché lui scoppiò a ridere e le lanciò un’occhiata furba.
«Sei incredibile» borbottò la ragazza.
Gold scrollò le spalle e si mise nel piatto una fetta di torta più grande del normale «Allora, cosa mi racconti?» le chiese addentando la prima forchettata di dolce.
Crystal sorrise ed iniziò a chiacchierare; forse le sue giornate nel laboratorio di Fiordoropoli non erano il massimo del divertimento, per uno come lui, ma per una volta Gold non si lamentò e non la prese in giro, ma si limitò ad ascoltare, mangiare un po’ di torta, annuire e scoppiare a ridere quando gli raccontò dell’ultima trovata di Emerald.
E il pomeriggio passò fin troppo in fretta, perché all’improvviso Crystal si trovò sulla soglia, intenta a salutare la padrona di casa con grandi sorrisi e tante rassicurazioni: “sì, sarebbe stata attenta; no, non c’erano pericoli; a Fiordoropoli la stavano aspettando; il pokégear era carico”. Carezzò Explotaro e Aitaro, che le si erano avvicinati tutti contenti, e si avviò fuori al fianco di Gold.
“Ti accompagno” le aveva detto – non sapeva se fosse stato tutto merito della calda raccomandazione di sua madre o se un po’, solo un pochino, ci teneva davvero.
Pichu squittiva deliziato dalla spalla del suo allenatore e annusava in direzione di Crystal, rilasciando di tanto in tanto qualche debole scarica elettrica; il sole stava calando e un soffio di vento raffreddava lentamente l’aria calda della giornata.
«Non voli subito a Fiordoropoli?» le chiese Gold, dopo essere stato stranamente in silenzio per buona parte della strada.
«Pensavo di partire da Fiorpescopoli e di fare a piedi il percorso 29. Volevo vedere com’era quando cala il sole; è vero che ci sono un sacco di Hoothoot?»
«Parecchi: spuntano come funghi!»
Si fermarono ai bordi del sentiero, alla periferia di Borgo Foglianova, per un ultimo saluto.
«Beh, ho passato un bel pomeriggio» cominciò Crystal con un sorriso, ignorando il nodo che le stringeva lo stomaco «Grazie, Gold».
Lui fece una smorfia «Non posso dire lo stesso per te, super seriosa. Mi hai portato soltanto dell’altro lavoro!»
Crystal non fece nemmeno finta di arrabbiarsi e si limitò a sospirare, tanto Gold non sarebbe mai cambiato e la sua voglia di lavorare sarebbe sempre rimasta pari a zero «Sei il solito scansafatiche» mugugnò tra sé, grattando pichu dietro le grandi orecchie, prima di allontanarsi di qualche passo e alzare la mano in un gesto di saluto «Ci vediamo!»
Gold si grattò la testa e sbuffò, infilando le mani in tasca «Puoi venire anche senza uova, sai?»
Il sorriso di Crystal si allargò e lei accennò una risata «E tu potresti anche fare un giro a Fiordoropoli, una volta ogni tanto!»
Gold ghignò divertito «Vedrò di farti felice. Ma spero per te che avrai pronto qualcosa da mangiare per il mio arrivo. Ah, e voglio fare un salto al casinò!» Crystal gli lanciò un’occhiataccia, che lui ignorò bellamente, ormai abituato «Senza dimenticarci della fantastica Mary!» terminò con sguardo brillante.
«Ciao Gold» lo salutò una volta per tutte, ben decisa ad evitare di porgere orecchio alle sue fantasie – che poi era davvero fastidioso sentirlo continuamente parlare di Mary – e gli diede le spalle, incamminandosi lungo il sentiero.
«Ci si vede, Crys!»
La ragazza si voltò per un istante – voleva solo assicurarsi che Gold tornasse a casa a badare alle uova, niente di più – e lo vide ancora lì, che la salutava agitando un braccio; allora gli sorrise e ricambiò.
 

Perché era vero che Crystal si era stufata di essere costretta ad andare sempre a Borgo Foglianova, ma dopotutto quello era l’unico modo per vedere Gold.
E il lungo viaggio, alla fine, ne valeva davvero la pena.

 

 

 

N/A: Mi è stato chiesto se volevo partecipare ad una challenge per rimpinguare la sezione di Pokémon Special (il meraviglioso manga dei Pokémon, per chi non lo sapesse) ed ho subito pensato: “Diamine, sì!”. Perché, diciamocela tutta, il manga è un insieme di temi e messaggi che l’anime non sarà mai e non è una cattiva idea farlo conoscere in giro.
Quindi eccomi qui a tentare di scrivere sui Dex Holders. Non l’ho mai fatto e non so se ho azzeccato i caratteri, ma Gold e Crys mi hanno ispirato e ci ho provato – io adoro le coppie litigiose!
Non c’è niente di romantico, si tratta più che altro di amicizia, ma se proprio volete vedere la Mangaquest qualche lieve sfumatura c’è (giusto perché la mia vena sentimentale non può essere facilmente soppressa). Può essere ambientata qualche anno dopo la saga di Emerald e se vi state chiedendo perché l’ho scritta e pubblicata, vi dico solo che non lo so nemmeno io.
Spero soltanto che vi sia piaciuta!

   
 
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