IKUTO NANAKI

Sono un brillante tecnico di una centrale nucleare, fin da piccolo il mio sogno era diventare una personalità nel campo dell'energia nucleare; ora che lo sono diventato, nonostante tutti i problemi, sono contento della scelta che ho fatto e se potesi tornare indietro lo rifarei senza pensarci due volte.

Tuttavia, adesso che so con certezza che la mia vita finirà in breve tempo, non posso far altro che pensare a come l'ho trascorsa in questi 38 anni: i miei primi ricordi sono agrodolci; infatti a partire dalla mia carriera scolastica sono sempre stato identificato con il piccolo genio, tutti i miei insegnanti hanno sempre riposto grande fiducia ma anche grandi aspettative in me, caricandomi di un peso forse esagerato per un ragazzino.

Non sono mai stato molto socievole e la mia timidezza è sempre stata il mio limite peggiore, ma queste mie caratteristiche, unite all'aura di irraggiungibilità che mi circondava, non mi hanno mai permesso di avere degli amici: questa è l'unica cosa di cui mi pento.

Oggi però ho avuto la possibilità di riscattarmi: quando il nostro datore di lavoro ci ha chiesto chi era intenzionato a rimanere all'interno della centrale per aiutare i soldati e gli scienziati a risolvere la situazione, io ho capito che era giunto il mio momento; non ho figli, non ho mai avuto una donna anche se mi sono innamorato un paio di volte, i miei genitori sono morti due anni fa in un terribile incidente automobilistico: insomma sono solo.

Spero che un giorno, dopo la mia morte, qualcuno, passando accanto alla mia tomba, si ricordi del mio gesto ed esprima una piccola preghiera per la mia anima; non voglio diventare un eroe ma voglio solo permettere ai bambini di sorridere di nuovo, alle famiglie di vivere felici insieme, agli anziani di godere sereni gli ultimi anni della loro vita: io amo il mio paese e amo coloro che vi abitano, per questo motivo sono disposto a tutto pur di proteggerli, anche se dovessi essere condannato all'anonimato o peggio alla Damnatio Memoriae perchè non sono riuscito nel mio intento.

YUMIKO KENJI

Sono rimasta alla centrale attirandomi l'odio di tutta la mia famiglia: i miei genitori non hanno più voluto parlarmi, mio marito mi ha baciata per l'ultima volta e i miei figli sono corsi da me in lacrime pregandomi di restare con loro: io però avevo già preso la mia decisione.

Ora che mi ritrovo a lottare per la salvezza del mio paese mi accorgo di essere incredibilmente sola: perchè sono circondata da tanto egoismo? Possibile che i miei cari non abbiano compreso con quanta fatica io abbia compiuto questa scelta?

Non è facile decidere di andare in contro a morte certa senza però avere dall'altra parte la sicurezza di riuscire nella propria impresa; per me sarebbe stato molto più facile comportarmi egoisticamente decidendo di tornare dalla mia famiglia ma, se lo avessi fatto, non sarei più stata in grado di guardarmi allo specchio perchè avrei condannato a morte tutti loro e il mio paese: sono una delle poche persone che potrebbe essere in grado di risolvere questo problema e se ciò che serve a salvare i miei figli e i loro figli è il mio sacrificio, allora sono disposta a compierlo.

Il mio ultimo desiderio è quello di uscire dalla centrale, dopo aver sistemato il problema, e morire sotto il ciliegio in fiore che ho sempre visto nel parco vicino alla centrale: chiudere gli occhi per sempre mentre un fiore si posa sul mio grembo, ormai completamente radio-attivo, con la speranza di aver ottenuto il perdono dei miei cari.