CAPITOLO 29: la fine del volo
Cadde fra le braccia di Erik, simile ad una farfalla,nel suo mantello azzurro
cupo…simile ad una farfalla a cui un ragazzino viziato avesse per gioco
strappato le ali.
All’uomo che la amava più di chiunque altro al mondo mancò
perfino il fiato per gridare la sua disperazione: potè soltanto
stringerla forte a sé,con dita convulse.
Qualcosa di caldo gli macchiò le mani…il sangue di una vittima
sacrificale…
Barion ansimava sbigottito.
Non era rimorso ciò che provava,perché in quel momento nessuna
emozione davvero umana riusciva a penetrare nel suo animo malato.
Era però assolutamente incredulo.
Una donna aveva sacrificato la propria vita per salvare
quell’infame… questo non poteva essere vero, non poteva!
Prima che Erik potesse fare alcunché,un terzo sparo pose fine a quella
tragica vicenda.
Alle loro spalle, un pallidissimo ed esangue Visconte da Chagny era riuscito,
allo stremo delle forze, ad estrarre il revolver dalla propria tasca.
Il Visconte era sempre stato un eccellente tiratore, e neppure questa volta
mancò il suo bersaglio.
Una pallottola trapassò la nuca di Barion,che si afflosciò a
terra, morto sul colpo prima di aver perpetuato la sua vendetta, ma troppo
tardi per evitare di versare sangue innocente…
Raoul ansimò pesantemente,prima di risprofondare nell’incoscienza.
La sua ferita non si era rivelata mortale, ma sufficiente per strapparlo quasi
alla vita.
Vita che invece stava rapidamente abbandonando la giovane Christine.
La ragazza aveva gli occhi spalancati, e batteva freneticamente le palpebre,
come inondata da una luce che nel corridoio scuro non c’era.
Un debole sorriso di soddisfazione le stirò le labbra pallide.
Erik pianse,pianse,pianse stringendola contro il suo petto.
Sentiva il calore abbandonare lentamente quella pelle di porcellana, sentiva il
cuore perdere lentamente i suoi battiti, mentre il sangue di lei inzuppava
copioso i vestiti di entrambi.
Sentiva che di lì a pochi minuti, la sua solitudine sarebbe stata di
nuovo eterna,e più dolorosamente di prima.
Sentiva che tutto il male che aveva compiuto in vita sua era ora scontato,
rimesso da quel gesto d’amore supremo che lei gli aveva appena
dimostrato,perdendo la propria vita per lui.
Esiste qualcosa di più grande e più puro rispetto a ciò
che la bocca pronuncia.
Il silenzio illumina l'anima, sussurra ai cuori e li unisce.
Il silenzio ci porta lontano da noi stessi, ci fa veleggiare nel firmamento
dello spirito, ci avvicina la cielo; ci fa sentire che il corpo è nulla
più che una prigione, e questo mondo è un luogo d'esilio.
Kahlil Gibran
Non ci fu una parola,fra loro.
Solo un gioco di sguardi in cui le loro anime si impartirono un ultimo,
esasperato addio.
Non era destino che il loro amore vivesse felice, ed Erik aveva imparato anni
prima che non si può disobbedire al fato che domina perverso le nostre
vite.
Presto, il suo giovane angelo giacque freddo,immobile e zuppo di sangue fra le
sue mani…
Erik non seppe dire quanto tempo fosse passato.
A lui parvero ore,ma probabilmente non si trattò che di pochi minuti.
Intorno a lui esplosero le grida disperate di Meg e di Madame Giry,
accompagnate da alcune ballerine, che tentarono di rianimare il
Visconte,riportandolo ai piani superiori e correndo a chiamare polizia e
dottori.
Madame accarezzò con occhi colmi di lacrime di angoscia il viso della
sua piccola Christine.
Non riusciva ancora a credere a quanto era successo.Non voleva farlo…
Meg si era rintanata in un angolo, come impazzita di dolore, e continuava a
piangere disperata, addossandosi ogni colpa per quella morte improvvisa,
giungendo perfino a percuotere di pugni infantili il cadavere di Barion, come
in cerca di una vendetta impossibile.
Erik non dava segni di vita,sembrava essersi mutato in granito.
Si mosse solo per scostare le mani di Madame, che tentavano di sollevare il
cadavere dalle sue braccia.
Strinse la ragazza ancora più a sé, cullandole la testa contro il
petto, e fissando ostinatamente il vuoto.
Madame comprese la sua necessità di rimanere solo.
Dovevano dargli qualche ora per affrontare quella situazione….
Prese Meg per un braccio, e insieme alle altre risalì decisa verso il
mondo esterno.
Le lacrime solcavano ancora le guance di entrambe,e il cuore di Madame sembrava
essersi improvvisamente ricordato di provare umani sentimenti.
Soffriva per essere stata una delle cause involontarie di quella
tragedia… e non se lo sarebbe perdonata mai, di questo era certa: la sua
coscienza non glielo avrebbe permesso.
Non appena furono rimasti soli in quel luogo buio e intriso del tremendo odore
della morte e del sangue, Erik sospirò, asciugandosi due ultime furtive
lacrime.
Sollevò il suo angelo fra le braccia, e lo portò fino alla sponda
del freddo lago sotterraneo.
Lì la depose a terra,rimanendo per un attimo a contemplare quei tratti
di assoluta e perfetta bellezza, esaltati dalla debole luce che si rifletteva
sulla superficie d’acqua e dalla luce tremula delle poche candele ancora
accese.
Deglutì, cercando di vincere quel tremendo groppo alla gola.
Si allontanò da lei per un attimo soltanto.
Il tempo di ritrovare una corda, e di legare i polsi della donna che lo aveva
amato tanto da donare la sua vita per lui, ai suoi.
Nello stringere indissolubilmente quei nodi, non provava quasi più
tristezza. Sapeva che avrebbe deluso le sue aspettative,vanificato il suo folle
sacrificio. Ma sapeva di non poter più vivere senza l’amore
che,anche solo per poco,aveva assaporato con lei.Non provava più vero
dolore…
Anzi,un inaspettato senso di sollievo…fra poco, sarebbero stati di nuovo
insieme,in una dimensione dove nessuna colpa, nessun crudele passato, nessuna
deformità aberrante avrebbe potuto distorcere i loro sentimenti, le loro
anime…il loro puro,perfetto,splendente amore.
Sollevò per l’ultima volta quel corpicino gracile e freddo fra le
braccia, e insieme con lei si avventurò verso il centro del lago, dove
l’acqua si faceva più fredda, torbida e profonda.
Posò un ultimo disperato bacio sulle sue labbra bianche,e poi chiuse gli
occhi, attendendo che l’oscurità intorno a loro si facesse
profonda,più profonda…eterna.
Que lui avez-vous fait, pour qu'elle s'en aille ?
Que lui avez-vous fait, quelle bataille ?
Avez-vous gagné, à nous séparer ?
Que lui avez-vous fait, pour qu'elle choisisse
De mourir loin de moi
Sans que je puisse, la serrer dans mes bras ?
Que lui avez-vous fait, pour qu'elle me laisse
Le poids de vos regrets, de ma tristesse ?
C'est fini, je m'en vais
Je voulais savoir la vie, maintenant je sais
Je suis si fatigué
Je ne veux plus rien
Simplement m'allonger, et lui prendre la main
La poser sur mon cœur, oublier ma douleur
C'est fini, je m'en vais
Je voulais savoir la vie, maintenant je sais
Le miel de ses baisers
La douceur de ses yeux
Je vais les emporter
Et les donner à Dieu
Adieu ma Juliette
C'est l'éternité, qui nous attend
C'est fini, je m'en vais
Enfin trouver l'oubli trouver la paix
Je suis si fatigué
Je ne veux plus rien savoir
Simplement m'allonger
Traverser le miroir
Retrouver ma Juliette pour l'éternité
Elle nous attend...
Mort de Romeo, Romeo&Juliette