Libri > Fairy Oak
Ricorda la storia  |      
Autore: Cucuzza2    26/03/2011    12 recensioni
«Vedi, Vì», disse. «Per tutti, giovani e vecchi, arriva un momento nel quale c'è bisogno di poche parole, e poi di gesti silenziosi.»
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

 Coerenza

“Una volta m’innamorai del lato oscuro della tua luce”. Pastorea feat.Morgan
 

Pervinca gettò il biglietto sul tavolo ed alzò gli occhi al cielo
«Vaniglia», disse, esasperata. «Senti, ho chiesto a te perché sei la scrittrice in famiglia, ma quando la pianterai di scrivere scemenze?».
Babù alzò un sopracciglio. «Non sono scemenze», mormorò, fissando la sorella negli occhi.
Pervinca sospirò. « E va bene», disse. «Non saranno scemenze, ma sono decisamente troppo sdolcinate per...»
«Un matrimonio, Vì!», esclamò Vaniglia. «Ma è possibile che tu...»
«Senti, sarà pure un matrimonio, ma io proprio odio frasi del tipo...», disse, controllando il biglietto. «Una volta m’innamorai del lato oscuro della luce. Mieloso.»
Una mano si poggiò lieve sulla sua spalla.
«A me sembra perfetta », disse Grisam. «Geniale. Fatta su misura. Pensaci, Vì.»
Vaniglia rise. «Ma la chiami ancora Vì?», chiese. «Insomma, state per sposarvi e...»
Vì fece cenno a Grisam. «Jim la chiama in modi assurdi», scherzò. «Tesoro, amoruccio, matitina...»
«Sono dolci, non assurdi!», protestò Vaniglia, poi cambiò tattica. «A proposito, Vì, l’abito da sposa...»
Pervinca fece una smorfia. «La zia può insistere quanto vuole, non metterò mai quella roba. Anzi, vado subito a trasformarla in un bel calab...»
«Vì!»
«Com’è andato il vostro ultimo volo mattutino?», fece Grisam, intravedendo aria di tempesta.
«Bene», disse Vì, poi abbassò la voce. «All’inizio Babù proprio non voleva alzarsi, ma poi l’ho convinta io con tutte quelle frasi stucchevoli che piacciono a lei».
Vaniglia sospirò, esasperata. «Io vado di là», si congedò. Poi si sollevò appena la terra ed uscì piano dalla stanza.
Rimasero immersi nel silenzio. Un attimo, due.
Grisam prese piano la mano di Pervinca.
«Ti amo, Vì», disse.
Lei avvampò appena, ma cercò di mantenere un certo contegno. «Sai che le moine non fanno per noi, Grisam.»
«Ehi, ti rendi conto che stiamo per sposarci?», chiese lui. «Guarda che anche i Magici del Buio sanno essere dolci».
Lei strinse piano la sua mano.
«Siamo innamorati da quindici anni», mormorò Grisam, sorridendo. «Sono volati, eh?».
Pervinca finse di ricomporsi. «Burdock, guarda che quello che ho detto a Vaniglia vale anche per te!», scherzò.
«Ne sei proprio sicura?»
Vì lo guardò intensamente, e lui ricambiò lo sguardo.
A vederlo così serio a Pervinca venne da ridere.
«Non se ne parla, Grisam! Io sono una persona coerente!»
Lui sorrise appena. «Se sei davvero così coerente non puoi prima dichiararti e poi tirarti indietro così!»
Vì scosse forte la testa.
«Pensaci, Vì», continuò Grisam. «Dare un po’ di credito alla versione di Scarlet, anche se lei rompe e tanto, non sarebbe affatto male.»
Pervinca accennò un sorriso. «Saremmo un po’ in ritardo, non trovi?».
«Non si è mai in ritardo per questo, Pervinca.»
Lui si avvicinò appena al suo viso. Ora era a solo pochi centimetri.
«Ti ho detto mille volte che le moine non fanno per me.»
«Sicura che Vaniglia non ci stia spiando?»
Vì alzò le spalle, e Grisam continuò ad avvicinarsi prima lentamente, poi sempre più velocemente.
Diventava sempre più grande, enorme.
Poi tutto sfumò, in un dolcissimo attimo.

 

*
 

      China alla scrivania, Tomelilla era intenta ad appuntare silenziosamente alcuni ingredienti sopra ad un taccuino.
Era attorniata da una calma solo apparente, percorsa da forti turbolenze. La fiamma delle candele tremolava appena. Udì dei rumori.
Un passo, due.
«Duff.»
Non era una domanda, solo una desolante affermazione.
«Tomelilla, il matrimonio.»
Lei socchiuse gli occhi. «Non mentire, Duff. Il matrimonio è dopo. C’è un altro motivo, vero?»
Duff si schiarì la gola. «Ho visto Grisam e Pervinca...»
«Baciarsi? Nulla di sconvolgente, era ora. Pervinca non poteva fare la sostenuta per sempre.»
Seguì un breve silenzio. Un attimo, due.
«Lillà.»
Lei sussultò. La chiamava raramente in quel modo, e quando succedeva c’era sempre un ottimo motivo.
«Le turbolenze?», chiese. «Le ho sentite anch’io, Duff. Sta per succedere qualcosa.»
Lui annuì. Un sospiro, due.
«Lillà, ho pensato che forse... forse Pervinca...», farfugliò, e si schiarì la voce. «Forse Pervinca non è... Non è la sola ad essere... Ad essere...»
Tomelilla socchiuse gli occhi. «Sono vecchia, Duff.»
«Sei più giovane di tanti ragazzi».
A lei sfuggì un sospiro. «Non ci si può innamorare alla mia età, lo sai.»
«Lillà, tu sei innamorata di me da quando eravamo anche più giovani di Grisam e Vì.»
Tomelilla socchiuse ancora gli occhi. «Usa il mio vero nome solo quando siamo in reale pericolo, intesi?»
«L’hai detto tu: siamo vecchi!», esclamò lui. «Siamo molto più in pericolo ora che ai tempi della guerra.»
Un sospiro, due.
«Cosa vuoi da una vecchia zia, Duff?»
«Solo una piccola certezza che no sempre avuto».
Lei socchiuse gli occhi stancamente. «Se è solo questa che cerchi, tienila pure. Anch’io l’avrò».
Duff sorrise appena e la guardò ancora per un attimo, poi fece per andarsene.
«Duff», disse ancora Tomelilla.
Lui si girò.
«Dì a Pervinca che deve mettere il vestito lungo, che lo voglia o no.»
«Non dovresti imporle ancora tutto, ormai sta lasciando casa», commentò Duff.
«E’ il mio ultimo oneroso obbligo», puntualizzò lei, poi sorrise. «Duff e certezza, andate pure«.
«Posso essere sicuro della certezza?», chiese lui.
«Se non fosse certa non sarebbe una certezza, Duff».
Socchiuse gli occhi e sorrise appena, del sorriso delle persone sagge.
Lui le poggiò la mano su una spalla.
«Vado, Lillà», disse, e si allontanò piano.
Lei si aggiustò ancora il cappello sulla testa, senza smettere di sorridere.
Chiuse il libro e soffiò sulle candele per spegnerle.
La stanza era ormai immersa nel buio.
Un sospiro, due.
Di nuovo giovane?
«Vengo anch’io, Duff!»

 

    *
 

 La lista degli invitati parlava chiaro. L’ultima invitata fece spalancare gli occhi di Vì.

   Robin Windflowers
Nepeta Biggle
Scarlet Pimparnel ☺

 

«Perché anche Scarlet?», chiese Vì.
Vaniglia fece segno ai sorrisi.
«No, povero Scricciolo!», esclamò Pervinca, scuotendo la testa. «Non mi dire che si è innamorato di Scarlet-Lapiaghet!».
Babù annuì. «Il bello è che lei ricambia! Sembra che innamorandosi sia anche migliorata, la ragazza.»
«Oh, che l’amore migliori le persone è fatto noto», intervenne Tomelilla.
Babù ne intercettò lo sguardo e fece cenno a Pervinca, che però si limitò ad alzare le spalle.
Le gemelle, che ormai sapevano intendersi anche solo con uno sguardo, salutarono e corsero nella loro camera.
«Duff e la zia», mormorò Babù.
Pervinca alzò le spalle. «Sono gli zii degli sposi, ed allora?»
Vaniglia le strizzò l’occhio. «Sono innamorati, Vì. Pensaci, da quando la zia non era così felice?»
«Mmh», fece la sorella. «Però è strano. Non vedo sofferenza in giro.»
Vaniglia scosse la testa. «Non pensavo di dirtelo, Vì», mormorò, con un nodo alla gola. «Shirley morirà.»
Vì si paralizzò in un’espressione di stupore.
«Cosa?», chiese Grisam, entrando nella stanza.
«Shirley...», mormorò Pervinca, con le lacrime agli occhi. “L’Infinito Potere, vero?»
Vaniglia annuì tetra. «Sarà Nyla Corbirock», disse.
«E Shirley?»
«Sarà un altro salice.»

 

    *

    «Ti amo, Duff. »
Lui si girò. «Non pensavo l’avresti ammesso, Lillà.»
«Non volevo dirlo perché reputavo il nostro amore stupido ed inutile.»
Lui corrugò la fronte. «Come può un amore essere inutile?»
«L’amore di due vecchi al matrimonio dei loro nipoti. L’amore di due zii senza figli. Non ci vedevo proprio nulla di utile, ma nonostante ciò ti ho sempre amato, Duff.»
Lei gli prese piano le mani.
Da dietro lo stipite Pervinca ridacchiò appena. Grisam le fece cenno.
Dietro l’altro stipite c’era anche Vaniglia, ma lei non poté che trovare commovente la scena.
Tomelilla socchiuse gli occhi, per l’ennesima volta. «Vecchi», disse. «E senza più nipoti ai quali insegnare, questo diventiamo. Senza la Certezza non potrei nemmeno più affrontare la giornata di domani.»
Vaniglia sospirò. Un attimo, due.
Entrò piano nella stanza, avvolta dal silenzio. Duff e Tomelilla non si scomposero.
«Shirley», disse. «Morirà, zia.»
Tomelilla sospirò. «E’ un Infinito Potere, sarebbe finita così in ogni caso», disse. «Lei... lo sa?»
Babù annuì. «Non sarà mai più felice, vero?»
«Non è mai troppo tardi per essere felici», intervenne Duff. «Ricordatelo, o finirai per doverlo reinventare all’ultimo minuto».
Vaniglia annuì, poi si rivolse a Tomelilla. «Pervinca ne approva il cognome, zia», fece, candida, con quel po’ di malizia che era tutto di Vì.
Tomelilla non si scompose, almeno in apparenza. Fissò Duff, poi alzò le spalle.
«Dì a Pervinca di mettersi subito l’abito di nozze, o sarà lei ad essere trasformata in un colibrì che poi Duff provvederà ad incenerire!»

 

*
 

  Tomelilla osservava piuttosto seccata quel che   rimaneva dell’abito di nozze; si vedeva che quella cosa era il prodotto degli sforzi congiunti della magia delle gemelle.
Per carità, fino alla vita l’abito era pressoché immutato; scendendo, però, si vedeva l’ampia gonna bianca tagliata, arrotolata su se stessa e ricucito a mo’ di calzoni.
La zia scosse la terra, contrariata.
«Vì, ti avevo detto di...»
Pervinca fece un sorrisetto. «Scarlet sarebbe felice di avere certe informazioni, zia», disse, candida.
Tomelilla scosse la testa. «Se per questo avrei anch’io delle informazioni da dare a Babù riguardo alla tua coerenza, signorina.»
Vì avvampò.«Duff! Ci spiava!»
«Duff vi spiava», confermò Tomelilla.
Pervinca sbuffò. «Mi aspetto i vostri sforzi congiunti per ricattare me e Grisam su tutto.»
«Pensa a Vaniglia, Vì», rise la zia. «Si sposerà solo fra ben sei mesi, durante i quali la famiglia non controllerà che lei».
Vì alzò le spalle. «Babù, sposarsi dopo di me. Non me lo sarei aspettata da lei, che è così romantica. Aveva già capito tutto su te e Duff da parecchio tempo, dice. Da anni.»
Tomelilla socchiuse gli occhi, in un sorriso stanco. «Sei felice, Vì?»
Pervinca annuì.
«E Babù lo è?»
«Chi più di lei! », esclamò Pervinca. «Da quando è tornato Jim non l’ho vista mettere il broncio una volta. »
Tomelilla socchiuse ancora gli occhi. Sai che non mi rimane molto tempo. Vero, Vì?»
 «E’ per questo che Duff...? », mormorò Vì, con uno sguardo che conteneva più di mille parole.
Tomelilla sorrise appena, e di nuovo socchiuse stancamente gli occhi.
«Vedi, Vì, io e Duff siamo andati avanti per tutti questi anni con un amore che non ha bisogno di parole.»
«Un po’ come me e Grisam?», fece Pervinca, aggrottando la fronte.
Tomelilla annuì. «Ma vedi, Vì, per i giovani come per i vecchi arriva un momento nel quale c’è bisogno di poche e semplici parole, e poi di gesti silenziosi.»
Sospirò, e Pervinca annuì.
L’orologio. Un rintocco, due.
«Stringiticuore! », esclamò la zia. «E’ già tardi. Vieni, Vì. Vaniglia, Dalia e Cicero sono già in piazza. Oh, mamma, non possiamo certo arrivare in ritardo. Un attimo... Ecco, il vestito che ha fatto Primula ora è a posto. E non fare quella faccia, su, vieni! »
Vì le corse dietro, inciampando di continuo sull’orlo di pizzo.

  FINE
(ma anche no)
   

 
  

  

   
 
Leggi le 12 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Fairy Oak / Vai alla pagina dell'autore: Cucuzza2