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Autore: _Lightning_    27/03/2011    4 recensioni
E se Jim, invece di imbarcarsi sull'RLS Legacy e vivere favolose avventure sul Pianeta del Tesoro, fosse un pirata?
E se, alla ricerca di un imbarco, incontrasse proprio il vecchio Silver e si unisse a lui e alla sua ciurma?
Genere: Avventura, Azione, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Jim Hawkins, John Silver, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: Incompiuta
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VII

Don't Stay




 
 



Le fiamme erano tutt'intorno a lui. Divampavano con violenza, scottandogli la faccia e arroventandogli i polmoni.

Non c'era via di fuga, in quel cerchio di fuoco invalicabile.

Girò su sè stesso, cercando comunque un varco tra le fiamme, un punto dove sembrassero meno alte e potenti. Individuò uno stretto passaggio non ancora bruciato e si scagliò in quella direzione, saltando oltre il fuoco e pregando di non morire bruciato. I suoi piedi atterrarono con un tonfo dall'altra parte; si guardò brevemente intorno e si rese conto di essere in un corridoio apparentemente senza fine, anch'esso completamente tinto di rosso e arancione per il riverbero delle fiamme: sembrava quasi un miraggio tremolante per il calore.

Il fuoco dietro di lui avanzava più velocemente di quanto avrebbe dovuto, come se lo stesse inseguendo. Cominciò a correre, senza riuscire a scorgere chiaramente la fine di quel tunnel infuocato, a parte un puntino di luce appena visibile in quel bagliore che gli faceva lacrimare gli occhi. Corse con tutte le sue forze, ma la distanza dall'uscita sembrava solo aumentare... il fuoco dietro di lui gli bruciava il collo in vampate dolorose e presto si sentì la schiena in fiamme... ma era quasi arrivato, ancora pochi passi e sarebbe uscito. Ma la luce di fronte a lui fece un repentino balzo all'indietro, sottraendosi da lui e tornando a essere un vago puntino in lontananza.

Per lo stupore, inciampò e seppe che era la fine. Le fiamme lo avvolsero...


Jim aprì di scatto gli occhi, tremando incontrollabilmente. La luce gli ferì gli occhi, e dovette sbatterli più e più volte per riuscire a mettere a fuoco il soffitto di legno sopra di lui. Era sdraiato in un letto che non era sicuramente il suo, e sembrava aver ingaggiato battaglia con le lenzuola, che si erano aggrovigliate in una specie di camicia di forza che ostacolava i suoi movimenti. Si sentiva estremamente debole, non sapeva dire se la causa fosse l'incubo che aveva appena fatto o qualcosa accaduto nella realtà. Era stranamente difficoltoso concentrarsi sugli eventi accaduti il giorno prima – almeno credeva che fosse il giorno prima – e non aveva la minima idea di come fosse capitato lì, a parte la vaga consapevolezza di aver avuto un incidente.

Ancora scosso, voltò lentamente la testa di lato e distinse i contorni sfocati di una stanza piuttosto piccola. Davanti a lui c'era una vetrinetta stracolma di strumenti di navigazione: sestanti, cannocchiali, bussole e un astrolabio che sembrava d'oro dall'aspetto piuttosto antico. Alla destra della vetrinetta scorgeva una porta di legno, chiusa con un chiavistello a combinazione; alla sinistra della porta, addossata all'angolo, c'era una massiccia scrivania sopra la quale era appesa una carta nautica che mostrava l'area di Montressor e dello spazioporto. Il piano era ingombro di quel che a prima vista sembravano carte nautiche, ma da quella distanza non ne era del tutto sicuro.

Si mise a sedere sul letto e una fitta lo punse allo sterno, si portò una mano al punto dolente e si rese conto di avere delle fasciature che lo stringevano al petto. Improvvisamente ricordò come si fosse procurato quella ferita, anche se non riusciva ancora a capire dove fosse finito. Forse nell'alloggio di Silver? No, gli sembrava inverosimile che un pirata ricercato come lui potesse avere una casa lì a Montressor, oppure affittare una stanza in una locanda senza destare sospetti. Mise per un attimo da parte quelle riflessioni, dicendosi che prima o poi Silver e B.E.N. sarebbero tornati e gli avrebbero spiegato tutto... anche se in effetti era lui quello che aveva molto da spiegare.

Si alzò cautamente dal letto e scoprì con piacere che, a parte le fitte al petto, riusciva a stare in piedi senza problemi, così mosse qualche passo incerto per la stanza, sgranchendosi le gambe intorpidite e avvicinandosi alla scrivania. Vide che molti fogli erano fittamente coperti da una scrittura piccola e precisa, mentre altri erano scritti con una grafia disordinata e a stento comprensibile. Era abbastanza sicuro che quest'ultima appartenesse a Silver e si chinò per leggere meglio. C'erano molti appunti di latitudini e longitudini, nomi e orari e delle rotte erano tracciate sulle varie carte nautiche sparse un po'ovunque, insieme a delle annotazioni ai bordi. Ben presto però, si stufò di decifrare i geroglifici di Silver, così voltò le spalle alla scrivania e vide con stupore che alla parete di fronte a lui era appesa un'enorme mappa stellare che la copriva quasi del tutto. Rappresentava nei minimi dettagli l'intero Eterium, fino ai confini attualmente conosciuti.

Si avvicinò, scrutò a lungo la mappa e finalmente individuò Montressor, così piccolo da essere pressocchè invisibile. Jim si sentì estremamente piccolo e insignificante, di fronte all'enormità dell'Eterium. Persino i grandi imperi di Terran e Procyon sembravano occuparne solo una minuscola porzione. Affascinato, continuò a cercare i nomi di alcune zone o pianeti che conosceva, stupendosi dell'estrema accuratezza con la quale era stata disegnata la mappa. 

Seguendo l'istinto, cercò la Nebulosa Starlast. Non fu difficile trovarla: era a poca distanza dai confini Nord-Occidentali dell'Impero e Jim, dando un'occhiata alla scala sul bordo della mappa, capì perchè non erano mai riusciti ad addentrarsi fino al centro di quel ammasso di gas e polveri. Era semplicemente sterminata e confrontandola con alcune delle altre centinaia di nebulose sparse per l'Eterium, vide che era una delle più enormi, seconda solo alla Nebulosa Cassius, più grande di qualche chilometro e loro prima difesa per il confine settentrionale.

Jim era così preso dalla mappa che non si accorse del ticchettio della serratura a combinazione e venne colto alla sprovvista dalla porta che si apriva di colpo. Sobbalzò violentemente, si girò di scatto e vide che la soglia era occupata dall'imponente sagoma di Silver. Questi lanciò uno sguardo al letto, poi si accorse che Jim era già in piedi e gli rivolse un sorriso che lui ricambiò debolmente.

«Vedo che ti sei finalmente ripreso,» esordì il pirata, entrando nella stanza e chiudendo la porta dietro di sé.

«Sì, adesso mi sento molto meglio,» rispose cauto, spostando il peso da un piede all'altro in imbarazzo.

Non sapeva se dovesse ringraziarlo per averlo salvato o se dovesse invece scusarsi per averlo costretto a vedersela con Scroop. Nell'indecisione, si fissò le punte dei piedi nudi, che si stavano congelando sul pavimento freddo. Silver percepì il suo disagio e ruppe quel silenzio teso:

«Stavi sbirciando la mappa, eh?»

«Sì...» Jim si schiarì un poco la voce. «È interessante, non ne avevo mai visto una così grande e precisa.»

«Ti direi che l'ho pagata fior di dobloni, ma non mi crederesti mai. Così, ti dico che l'ho rubata a un ricco mercante Calaniano in una delle mie prime scorrerie. Un vero affare, credimi. È stata disegnata da uno dei cartografi più abili dell'ultimo secolo, non è un oggetto che puoi comprare al primo negozio nautico che vedi.»

Si avvicinò alla cartina e puntò il tozzo dito su una sottilissima linea dorata che percorreva un'area non molto distante da Montressor e che si intrecciava con altre linee, formando un intricato groviglio che Jim, a prima vista, aveva preso per decorativo.

«Qui sono riportate le tutte rotte sicure per spostarsi nell'Eterium. Un lavoro immenso... devo molto a quel cervellone: se non fosse stato per lui, sarei già in galera da anni!» 

Qui scoppiò in una risata fragorosa che scosse l'aria. 
Jim era lieto che l'atmosfera si fosse alleggerita, ma non poteva fare a meno di pensare che tra poco avrebbe dovuto spiegare molte cose al vecchio cyborg...

«Dove siamo?» chiese, per allontanare il momento della verità.

«Su una nave mercantile ormeggiata a Crescentia. Sei a casa, si può dire.»

Jim lo guardò leggermente stupito. Non si era reso conto di essere su una nave, e non si aspettava certo che Silver ne usasse un tipo così pesante e lento. Notando la sua perplessità, il cyborg si affrettò a spiegare:

«Andiamo, sono un pirata ricercato, non posso attraccare con il mio galeone come se niente fosse! E non ho nemmeno un galeone, al momento...» sospirò affranto, e Jim credette di udire un flebile, acuto sospiro a fargli eco. «Già, la Calico Jack mi ha abbandonato dopo otto anni di onorato servizio, pace al suo scafo. Diciamo che ho preso in prestito questa nave per avvicinarmi al porto e reclutare una nuova ciurma... e sì, anche quella è stata quasi tutta catturata nella mia ultima spedizione. Mi sto rammollendo, per le Perseidi! Quei cani della Marina ci hanno teso un'imboscata a tradimento, avrei dovuto prevederlo!» s'inalberò agitando il pugno meccanico, evidentemente furente per l'accaduto.

Jim mise un preventivo passo di distanza tra loro, e Silver parve rendersi conto solo allora di essersi lasciato andare alle escandescenze, riprendendo così un contegno.

 
«Comunque, la Marina non penserà mai che abbia il fegato di avvicinarmi a uno dei più grandi porti esistenti. Inoltre, l'ho fermamente convinta che mi trovi da qualche parte vicino al Confine Est. A sbrigare tutte le pratiche burocratiche per l'attracco ci ha pensato B.E.N., mentre io mi limito a girare di notte per i pub del porto... sai, lì tutti hanno l'abitudine di tenere la bocca chiusa ed entrare nella mia ciurma costituisce un buon incentivo per non spifferare tutto a quelli della Marina,» aggiunse con fare confidenziale, schermandosi la bocca con una mano quasi a spifferargli un segreto.
 
Ci fu un attimo di silenzio, durante il quale Jim pensò disperatamente a un modo per prolungare la conversazione ed evitare così le domande del cyborg, ma quest'ultimo fu più rapido:

«Ora che ti ho parlato di me, credo che sia il tuo turno di raccontarmi qualcosa, non trovi?» 

Il tono di Silver non sembrava ostile, né irato, ma lasciava trasparire indubbiamente una vena di diffidenza che non si curò di nascondere. 
Gli fece cenno di sedersi sul letto, mentre lui afferrava la sedia per lo schienale e la posizionava di fronte ad esso, sedendosi con le massicce braccia incrociate. Jim deglutì e si sedette a sua volta, trovandosi faccia a faccia con il pirata. Sentendosi pervadere una spiacevole sensazione di gelo, cominciò a parlare.


 


Angolo dell'Autrice

Prima di tutto, ribadisco che mi dispiace molto per non aver aggiornato la settimana scorsa, ma era veramente sommersa dai compiti e non ero proprio nell'umore per scrivere...mi stupisco di me stessa per aver buttato giù queste quattro orribili righe. Tornando al capitolo in sé...sì, in pratica è solo una lunga e noiosa descrizione, avevo intenzione di scrivere anche il dialogo tra Jim e Silver, ma non avevo cuore di farvi aspettare così tanto...
Insomma, codesta parte è di passaggio! La potreste tranquillamente saltare a piè pari... sarò sincera: quando non sono nell'umore per scrivere, mi perdo nelle descrizioni :'D
Abbiate pazienza, la prossima volta non vi deluderò! 

-Light-

P.S. L'incubo è un dettaglio importante, non è lì per caso u.u 



 
-Tutti i diritti appartengono a Stevenson, per la storia originale "L'Isola del Tesoro, e alla Disney per il film 'remake'  "Il Pianeta del Tesoro"; la storia è scritta senza alcun scopo di lucro-
-Alcune informazioni sono prese dal videogioco Disney "Il Pianeta del Tesoro - Battaglia su Procyon"-
   
 
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