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Autore: Lady Nix    01/04/2011    0 recensioni
qusta storia parla di un amore sbocciato tra sopprusi e sofferenze,
del coraggio di una donna per salvare sua figlia da un destino oscuro,
e della rabbia di un angelo caduto,cacciato dai cieli e rilegato sulla terra per via della sua ferocia.
spero vi piaccia.
i raccomando mandatemi una recensione per farmi sapere cosa ne pensate.
Genere: Dark | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 3
Primi incontri, prime fughe
Ripresi coscienza lentamente, la prima cosa che senti fu un gran mal di testa, ma a quello preferivo non badarci almeno per il momento, poi mi resi conto di essere distesa in un letto, apri gli occhi lentamente e mi ritrovai in una stanza abbastanza grande illuminata solo dalla flebile luce di un lume posto sopra ad un grande comò di legno scuro situato accanto alla porta. Ero in un enorme letto sarà stato almeno tre piazze coperta da delle lenzuola di seta nera e da un copriletto anch’esso nero, immediatamente capi di avere indosso solamente la biancheria intima. Feci scorrere lo sguardo  per la stanza e riconobbi i miei vestiti posati su una poltrona. Cosi scesi dal letto lentamente e cercando di far il minor rumore possibile mi rivesti alla svelta. Non appena ebbi finito di indossare la giacca la porta si aprì e davanti a me si staglio lo stesso uomo(o meglio angelo) che avevo visto nel cortile della scuola. Restammo in silenzio per un lungo istante mentre ci osservavamo a vicenda. Sembrava contrariato, richiuse la porta lentamente senza distogliere gli occhi dai miei e appena la serratura fu scattata disse con una voce cupa e oscura, nella quale si avvertiva la rabbia crescente appena sotto la superficie < dove credi di andare?>
Era li a meno di un metro da me dovevo trattare con calma stare attenta ad ogni mia parola usare un tono di voce dolce e moderato. Ma naturalmente questo andava contro ciò che ero, contro il mio infinito orgoglio
Cosi risposi con tutta la mia considerevole arroganza guardandolo dritto negli occhi,sorridendo sarcasticamente e facendo mostra di un coraggio che era lontano dall’appartenermi < a fare colazione al bar ti prendo nulla?> lui sorrise alle mie parole. Un sorriso che duro solo un istante e poi sempre soppesandomi rispose questa volta fui io a sorridere. Avevo trovato qualcuno come me. Questo di sicuro non era un bene.
rispose avvicinandosi,  non mi mossi da dove ero per dimostrargli che non avevo paura, anche se sinceramente me la stavo facendo sotto. E poi anche se mi fossi mossa dove sarei potuta scappare all’interno di una stanza chiusa a chiave. L’unica mia possibilità sarebbe stata l’effetto sorpresa. Si avvicino di un altro passo e mi prese il mento con una mano costringendomi a guardarlo in quegli occhi neri come l’ossidiana, ma con striature rosso sangue. inumani.
effettivamente era vero, aveva i capelli pieni di polvere e la faccia sporca di fuliggine, segno che non mi ero sbagliata e che era lui la presenza da cui mi sentivo spiata in continuazione. Strinse di più la sua presa gia salda sul mio mento e disse< vuol dire che ci insaponeremo la schiena a vicenda>
scansai non so come la sua mano e mi diressi con uno scatto repentino verso la porta, ma lui fu più veloce e mi colpi al viso con la mano, cosi forte da farmi cadere sul pavimento. Dalla posizione in cui mi trovavo sembrava più grande, o forse non era solo un illusione visto che  sollevo le sue enormi ali nere che invece di sfiorare il pavimento come pochi attimi prima, ora toccavano il soffitto nello spazio angusto della camera, e mi ringhio, un ringhio basso e prolungato diverso da quelli che avevo sentito nella fuga, ma ugualmente se non più terrificante.
mi intimo la voce inasprita dalla rabbia. La parte più testarda di me mi incitava a rispondergli per le rime e ad affrontarlo, ma questa volta ,per fortuna, l’istinto di auto conservazione fu più forte.
Feci come mi aveva chiesto e questo sembrò calmarlo, infatti abbasso le ali il, e riprese una postura normale.
Eravamo di nuovo uno di fronte all’altra a soppesarci a vicenda. pochi metri ci separavano. Dopo un istante disse con aria arrogante. E si, avevo proprio trovato pane per i miei denti < da me non si scappa ragazzina>
  accidenti al mio caratteraccio! Rise, seriamente divertito all’idea
  e mi fece cenno con una mano. Soppesai l’idea di tentare un'altra fuga mi avverti
ok adesso dovevo seguire il mio istinto e avvicinarmi o la mia testa e tentare la fuga?...........istinto, meglio rimandare la fuga a quando avessi avuto almeno una possibilità. Mi avvicinai lentamente a lui, adesso solo un passo ci divideva. Allungo le mani e prendendo con forza i miei fianchi mi costrinse ad aderire perfettamente al suo corpo. Misi le mani sul suo petto e comincia a spingerlo via < lasciami andare maledetto bastardo>
mi dimenai di più iniziando ad insultarlo, cosi lui strinse di più la presa sui miei fianchi facendomi gemere dal dolore. ripete infastidito
un altro gemito mal represso mi sfuggi dalle labbra. Allento la presa e abbassando lievemente la testa mi sussurro piano all’orecchio una delle sue mani mi scivolo sul sedere, mi costrinsi a restar ferma nonostante tutto. Le sue labbra si posarono lievi sul mio collo, baciandolo lentamente sensualmente. Rimasi rigida un pezzo di ghiaccio. gli chiesi nel tentativo di distrarlo


chiese stupito allontanandosi dal mio collo per guardarmi negli occhi
fece un sorrisetto arrogante e rispose< io so sempre tutto piccola, abituatici> rimasi in silenzio tentando di reprimere la mia rabbia, sarebbe stata decisamente una cattiva idea fallo incazzare giusto?......ma chi sa perché questa rassicurazione non mi faceva prudere meno le mani dal desiderio di fargli il culo. volsi i miei occhi dai suoi, non volevo guardare quello suo sorrisetto arrogante.
chiese tornando a baciarmi il collo e a sfregare il suo corpo contro il mio. Ma si può sapere come cavolo facevo a cacciarmi sempre nei guai? Avvolte mi sembrava proprio di essere una calamita per i guai……ma che dico guaio  non rende bene l’idea questa è una catastrofe. In più non sapevo che cavolo di fine avevano fatto i miei amici.
< allora?> mi incito a rispondere aumentando lievemente la pressione sui miei fianchi. Tornai alla realtà con un batter di ciglia < mia nonna mi chiamava cosi, perciò da quando è morta mi faccio chiamare con il mio secondo nome, Marì>

avevo qualche problemino di concentrazione visto che ero letteralmente appiccicata al suo corpo con le sue mani che mi palpavano il sedere e mi spingevano ancor di più, sentivo la sua eccitazione aumentare, mentre il suo respiro si faceva più veloce al mio orecchio. 
E mentre le sue mani si spostavano sopra la maglia sue e giù dal l’accetto del reggiseno al mio sedere e la sua bocca baciava e succhiava il mio collo, i miei pensieri diventavano sempre più leggeri e sfuggenti, mentre il mio intento di restare ferma e di non assecondarlo diventava sempre più difficile da realizzare.
mi sussurro all’orecchio. Cavolo NO . Non mi sarei fatta scopare come una puttana, mi allontanai bruscamente da lui e lo colpì in pieno volto. Non l’avessi mai fatto i suoi occhi iniziarono a brillare dalla  rabbia, le sue ali si sollevarono facendolo sembrare ancora più grosso, il suo corpo si in rigidi, e le labbra si arricciarono scoprendo i denti e emettendo un ringhio che mi face accapponare la pelle. Gridai terrorizzata da quella vista, tentai di allontanarmi, ma lui mi prese per il collo e mi scaravento sul letto. Ero terrorizzata non feci neanche in tempo a sollevarmi che lui mi fu sopra, mi immobilizzo stendendosi su di me , posizionandosi tra le mie gambe e bloccandomi le braccia sopra la testa. Mi sentivo inerme in balia  di un mostro. Strinse la presa sui miei polsi facendomi male, e con il viso a meno di un centimetro da me disse pieno di rabbia< ti conviene stare attenta ragazzina, so essere di buona compagnia, ma se mi fai arrabbiare ti farò patire le peggiori torture infernali tanto da farti rivedere il concetto di dolore. ci siamo capiti?> strinse ancora di più la presa sui miei polsi, graffiandoli, facendoli sanguinare ripete scuotendomi per dare più enfasi alle sue parole.
dissi con tono arrogante e sfidandolo
finì la frase con un lieve sorriso e avvicinando di più la sua testa alla mia.
affermai decisa
disse e la sua bocca calò con violenza sulla mia. cercai di spingerlo via, ma ero immobilizzata cosi gli morsi la lingua fino a sentire il sapore del sangue. Non appena mollai la presa David rotolò su un fianco premendosi una mano sulla bocca sanguinante
urlo, ma lo senti a mala pena. Corsi verso la porta e l’apri iniziando a correre senza badare alle guardie che mi inseguivano. L’unica cosa a cui pensavo era trovare una via di fuga, perché non avevo paura di ciò che Devid avrebbe potuto farmi una volta presa, bensi dell’attesa. Svoltai a destra in un corridoio e notai delle scale secondarie, pregando che conducessero all’esterno iniziai a salire due gradini per volta.  Sali il più in fretta possibile, sempre con quei demoni alle calcagna. aprì il portello e l’aria fresca della del mattino mi inondò il viso, e la fievole luce del sole che sorgeva mi fece stringere gli occhi. Corsi a perdifiato nel campo arrischiando un occhiata alle mie spalle e vidi…….. niente, non mi stavano seguendo. Non mi fermai a chiedermi perché. Corsi fino a casa, poi lentamente salì per la scala posta sotto la finestra di mio fratello senza far rumore e percorsi il tetto fino alla mia stanza, seguendo la strada che avevo fatto centinaia di volte, quando volevo andare ad una festa oppure se come in questo caso tardavo troppo e sapevo di trovare mia madre in cucina intenta a preparare il caffè per dare la sveglia a mio padre. Una volta in camera entrai nel mio bagno e denudatami feci una lunga e rilassante doccia calda. Usci dal bagno che erano ormai le sette e mezza e visto che alle otto avevo appuntamento con i ragazzi, i quali speravo fossero ancora vivi, mi vestì velocemente con jeans neri, una canotta bianca con schizzi arancioni, delle scarpe chiuse con la zeppa, del trucco leggero e una collana. Dovevo sembrare del tutto normale a mia madre. presi il cellulare che per fortuna non si era rovinato dopo la pazza notte appena trascorsa e scesi in cucina. Salutai brevemente i miei genitori, che essendo ancora mezzi addormentati non mi chiesero nulla della serata e uscì di casa diretta al centro commerciale dove ci sarebbe stato il nostro appuntamento.

 

Non riuscivo a parlare mi doleva troppo la lingua, anche se la ferita era già guarita senza lasciare traccia la sentivo ancora dolorante. Mi diressi velocemente nella stanza delle udienze Lucan aveva indetto una riunione di tutti i caduti . durante il tragitto incontrai Altea la compagna di Stefan lui come la maggior parte dei caduti aveva trovato la propina compagna. Chissà se anche gli altri avevano avuto tutti questi problemi, improbabile sono sicuro che l’unico ad essere stato predestinato ad una compagna così testarda ero io. Entrai nella stanza erano già tutti li mancavo solo io dissi rivolto a Lucan e agli altri caduti, disse con un sorrisetto Dante, un possente angelo, che aveva trovato la sua compagna in Elen una donna Libica dall’aspetto di una fata, spesso mi chiedevo come facesse a sopportarlo. Lucan si schiarì la voce per evitare altri commenti ed evitare che la situazione come sempre sfociasse in una scazzottata di quelle epiche che ti sfondano, noi caduti siamo di indole molto orgogliosi e devoti alla guerra, basta un non nulla per scatenare la nostra furia. < vi ho convocati qui perché ultimamente ci sono state un po’ troppe uccisioni da parte dei dannati in superficie: vampiri, licantropi, goul, spettri, e demoni inferiori di ogni genere cacciano senza ritegno. Questo naturalmente sta destando sospetti in superficie, quindi dobbiamo agire il più velocemente possibile, partirete per le varie parti del globo con le vostre compagne che sono valchirie per metter fine a questa follia dilagante, e dovrete farlo il più in fretta possibile perché se non interveniamo noi saranno inviati degli angeli dall’alto e questo darà vita ad una nuova guerra per governare il mondo e ciò porterà ad un nuovo apocalisse e non possiamo permetterci di aspettare chi sa quant’ altro tempo prima che l’umanità diventi di nuovo cosi corrotta e facilmente governabile da noi.> il silenzio scese nella stanza tutti apettavamo che Lucan dicesse noi i luoghi che dovevano raggiungere e le classi da sterminare. Ci fu un altro istante di silenzio prima che Lucan riprendesse< allora Dante tu con la tua luce ( è cosi che chiamiamo le nostre compagne) ti occuperai dei licantropi nelle ingland, và e partite entro una settimana- Dante lasciò la stanza per adempiere al suo compito- tu Stefan invece con la tua luce ti occuperai dei goul, parti anche tu in settimana- Stefan abbandono la stanza- Bran tu e la tua luce vi occuperete dei demoni trasformisti, ai due settimane, con te verranno Brizo e Norman accompagnati dalle loro luci> i tre abbandonarono la stanza seguiti da Braian che insieme a Cristanna doveva occuparsi dei demoni inferiori in altre parti del globo. Ero rimasto solo nella stanza Lucan si volto a guardarmi annui silenziosamente , cosi Lucan si alzo e sorridendo mentre si dirigeva nelle sue stanze seguito da me disse
<è molto combattiva, forte e orgogliosa,ma riuscirò a piegarla al mio volere e una volta fatto sono sicuro diventerà un ottima guerriera>

annui in segno d’assenso e fermandosi davanti alla porta  dei suoi  alloggi disse < se è stata destinata a te ci sarà u motivo, mostrale il tuo vero io e saprà amarti> rientrò nelle sue stanze mentre io visto che non potevo uscire per colpa del sole mi diressi velocemente verso la sala di addestramento.

  
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