“Ti aspettavo, Goemon” la voce tranquilla
di Hikijo alla sua sinistra ebbero l’effetto di bloccare immediatamente la sua
corsa. Si voltò lentamente, ammirando suo malgrado la compostezza e la dignità
con cui il suo avversario l’aveva aspettato: comodamente seduto a gambe
incrociate su una piccola roccia e con la spada appoggiata al fianco. Hikijo si
alzò con calma dalla roccia, si mise in ordine il kimono, prese la spada per
dirigersi con tutta calma verso l’avversario, il quale si mise in posizione.
Notò che sussultò leggermente vedendogli l’occhio sinistro “E quello?” gli
domandò freddo ma non per questo meno perplesso “Posso vedere il Chi” gli disse
secco Goemon “Congratulazioni ,disse allora Hikijo senza battere ciglio, sei
pronto?” gli chiese tranquillo “Prima di iniziare mi devo scusare con te in
quanto non riesco ancora a controllarlo, quindi non posso disinnescarlo” iniziò
Gomeon rimettendo a posto la sua spada per tirare fuori quella di Raffaele “Non
preoccuparti” rispose Hikijo con un piccolo cenno della testa prima di
attaccarlo. Le lame si incontrarono con gran fracasso, si muovevano rapide come
fulmini, senza che ognuna riuscisse a ferire il nemico e questo perché Goemon
cercava disperatamente di ignorare le segnalazioni dell’occhio sinistro,
impresa non proprio facile. Erano entrambi talmente presi dal combattimento che
non si accorsero dell’arrivo di Lupin e degli altri, i quali si limitarono a
guardare la scena senza azzardarsi a distrarre i combattenti, sebbene sfuggì
quasi a tutti un grido di sorpresa vedendo l’occhio rosso di Goemon, urlo che
avvisò quest’ultimo di non essere solo, sentendosi così pieno di energie. Dopo
un ennesimo attacco frontale, entrambi saltarono in aria, incrociarono le lame
per poi ritornare a terra con una elegante capriola. Tutti trattennero
bruscamente il respiro: erano entrambi chinati per terra e non si poteva dire a
colpo d’occhio chi avesse avuto la peggio quando videro Hikijo rialzarsi molto
lentamente mentre Goemon continuava a rimanere chinato voltando loro le spalle,
senza dare quindi informazioni riguardo le sue condizioni. Hikijo ,che sembrava
stare bene, fece due passi, tentò un altro passo, si bloccò bruscamente, guardò
in basso, guardò in cielo, per poi cadere a terra con una lentezza irreale.
Quando il suo corpo toccò terra, Goemon si alzò in piedi per poi voltarsi
guardando incolume il nemico. Ci fu un attimo di silenzio, il tempo perché i
presenti si rendessero conto di quanto fosse accaduto per poi correre esultanti
verso l’amico. Intanto Goemon ,guardando
senza alcuna emozione il cadavere di Hikijo disteso ai suoi piedi e finalmente
nell’impossibilità di nuocere, ripose lentamente nel fodero la spada di
Raffaele mentre la soddisfazione di aver vendicato la sua famiglia e di aver in
un certo senso permesso al suo amato nipote di vendicare la madre cominciava
lentamente a zampillare dal suo animo. Rimase in silenzio tenendo gli occhi
chiusi e respirando lentamente l’aria del bosco ,che in quel momento per lui
era l’odore della vittoria, finchè la voce di Lupin lo richiamò alla realtà
“Goemon” l’espressione di Lupin come gli altri era tesa e spaventata a causa
dell’occhio sinistro, rosso come il fuoco “Goemon ,disse Lupin indicando
l’occhio, che …che cosa…?” “Finalmente, io posso vedere il Chi, Lupin” rispose
tranquillo toccandoselo con delicatezza “Ma come hai fatto?” gli chiese
Jigen guardandolo teso “Non so
rispondere. Lo vedo e basta. Vado al tempio per riprendere Raffaele, intendo
farlo seppellire in Giappone con tutti gli onori che si merita” e dicendo
questo si allontanò. Calò il silenzio in cui Jigen nell’attesa ne approfittò
per accendersi una sigaretta e guardarsi intorno per parlare con Kaoru ma non
la vide “Dov’è Kaoru? ,chiese preoccupato, non era con te, Lupin?” gli chiese
guardando l’amico “Era venuta a darti man forte ,rispose Lupin, ma non l’hai
incontrata?” “No” rispose Jigen voltandosi a vedere il bosco prima di mettersi
a correre sparendo in poco tempo in mezzo al verde seguito a ruota dagli altri
“Kaoru, Kaoru, mi senti?” urlò a squarciagola senza udire risposta. La paura cominciò
ad invaderlo lentamente, come un veleno: che cosa poteva esserle successo?
Pregò che non le fosse accaduto qualcosa. Continuò a cercarla angosciato per un
buon quarto d’ora finchè la voce lontana di Lupin lo spinse a raggiungerlo. Lo
vide in lontananza grazie al colore della giacca, che spiccava vistosamente in
mezzo a tutto quel verde. Avvicinandosi notò che c’era anche gli altri e tutti
riuniti intorno a qualcosa, con aria decisamente cupa “Che sarà accaduto?” si
domandò accelerando il passo fino a raggiungere i suoi amici “Che è successo?”
domandò a Lupin, il quale lo guardò preoccupato, aprì la bocca per poi
richiuderla subito prima di indicare un qualcosa che indossava un vestito blu.
Si sentì la bocca asciugarsi e lo stomaco chiudersi, si costrinse ad
avvicinarsi per vedere Kaoru a terra, con gli occhi chiusi e l’aria innocente
ed indifesa, come un bambino. Si chinò sulle ginocchia mentre Goemon comparve
in quel momento con in braccio il corpo di Raffaele. Guardò freddo il corpo di
Kaoru senza dire niente guardando Jigen prenderle con delicatezza la testa
,sentendo il soffice contatto dei suoi capelli sulle mani, e passandole l’altra
mano sotto le gambe sollevandola facendo combaciare quel viso delicato e dolce
col suo torace. Lupin e i suoi amici non dissero niente, sentendo il silenzioso
ordine di Jigen di non disturbare né lui né il suo bisogno di stare in
silenzio, limitandosi quindi a guardarlo esprimendo i loro sentimenti per la
sofferenza del loro compagno unicamente con le espressioni di dolore che non
riuscivano a cancellare dai loro volti. Guardando fisso davanti a sé e senza in
realtà vedere niente, a parte il suo ultimo sogno distrutto volare in cielo,
Jigen con il viso che non tradiva la minima emozione ,come aveva fatto e forse
avrebbe fatto altre volte, si avviò lentamente verso l’uscita di quel bosco che
era stato testimone della morte di Kaoru e degli altri personaggi, seguito
silenziosamente dagli altri. “Jigen ,la voce di Goemon non lo fece voltare ma
ebbe l’effetto di interrompere il suo cammino, mi dispiace” disse lentamente
Goemon. Jigen per un tempo che parve lunghissimo non disse nulla, tanto che
diede l’impressione che non avesse sentito fin che non smentì le loro credenze
“E a me dispiace per Raffaele, Goemon” disse con voce bassa prima di continuare
a camminare seguito a ruota dagli altri.